
Le Highlands scozzesi, con la loro natura selvaggia e la loro organizzazione barbarica, fanno da scenario a questo romanzo ambientato alla vigilia della rivolta giacobita del 1715. Campione di questo mondo è Rob Roy Mac Gregor, ricordato come il Robin Hood scozzese e figura storica realmente esistita, bandito fuorilegge e protettore del suo clan, sempre pronto a sostenere amici e innocenti anche a costo della vita. È lui a correre in aiuto del giovane protagonista Francis Osbaldistone nelle disavventure del suo lungo viaggio verso la maturità e nella riconquista dell'eredità paterna. Scritto dal maestro del romanzo storico Walter Scott nel 1817, Rob Roy rievoca una Scozia sull'orlo della ribellione, mescolando fatti storici, gesta eroiche, intrighi, rivalità e romanticismo.
Rose ha quarantasette anni ed è una donna di successo. Ha tutto quello che si può volere dalla vita: un marito adorabile, un lavoro appagante, due figli ormai grandi, una bella casa circondata da un giardino di fiori bianchi, perfetti come la sua esistenza. Lei che è abituata a pianificare ogni cosa, non si immagina di certo che tutto quello che ha costruito stia per crollare come un castello di carte. Perché una sera suo marito le annuncia di voler andare a vivere con un'altra donna e il suo direttore di volerla sostituire alla direzione della rubrica dei libri. Rose è sconvolta. Come se non bastasse la donna che le ha rubato il marito e il lavoro altri non è che la sua collaboratrice più fidata: la ventinovenne Minty.
Le opere fondamentali e più famose della produzione letteraria di Oscar Wilde: il suo unico, universale romanzo "Il ritratto di Dorian Gray", i suoi celebratissimi racconti - dal "Fantasma di Canterville" al "Principe felice" le sue sempre rappresentate commedie, tra cui la celeberrima "L'importanza di chiamarsi Ernesto". In un unico volume, con un saggio e note introduttive al libro e alle singole opere, un'esaustiva cronologia e un'ampia bibliografia, il percorso fondamentale per conoscere lo scrittore simbolo della spregiudicatezza, nei suoi scritti come nella sua vita.
Conservare bellezza e giovinezza a ogni costo, vivere in un infinito presente anche se il prezzo è un'infinita dannazione: la storia di Dorian Gray è probabilmente una delle più note che la letteratura abbia mai raccontato, e non c'è generazione di lettori che non si sia confrontata con la straordinaria favola per adulti scritta da Oscar Wilde. Una favola che intreccia personaggi, o meglio anime molto diverse tra di loro: da Dorian Gray, il dandy che espia il proprio edonismo con la vecchiaia, a Lord Henry, il cui spirito cinico e decadente richiama quello dello stesso Wilde. Ma proprio l'intrecciarsi di tante anime, insieme alla fortissima tensione narrativa, fa si che l'incanto del Ritratto resti intatto nonostante il passare del tempo.
Il pittore Basil Hallward ha ritratto il giovane Dorian Gray, di eccezionale fascino. Questi, ossessionato dall'idea di invecchiare e perdere la sua avvenenza ottiene, grazie a un sortilegio, che ogni segno che il passare del tempo e i vizi potrebbero lasciare sul suo viso compaiano solo sul ritratto. Avido di piaceri e sregolatezze, si abbandona agli eccessi e ai delitti più sfrenati senza che nulla del suo splendore vada perduto. Il volto del ritratto si trasforma così nell'atto di accusa più spietato per Dorian che, al colmo della disperazione, lo squarcia con una pugnalata. Ma è lui a cadere morto. Le fattezze del ritratto tornano quelle del giovane puro di un tempo, mentre a terra giace un vecchio ripugnante.
Il sogno di possedere un ritratto che invecchi al suo posto, assumendo i segni che il tempo dovrebbe tracciare sul suo volto angelico, diviene per Dorian Gray una paradossale, terribile realtà. Ma non saranno tanto le tracce del tempo che passa a fermarsi sul dipinto di quel bellissimo giovane, quanto le nefandezze di cui la sua anima si è macchiata. Un'anima giunta al culmine della dissolutezza, corrotta e degradata, trascinata nell'abisso della turpitudine e del vizio dal cinismo e dalla sfrenata avidità di piaceri di ogni sorta. Dalla sua sfida diabolica alla giovinezza eterna, Dorian uscirà sconfitto, schiavo di un ideale, assurdo desiderio di far coincidere l'arte con la vita. "Il ritratto di Dorian Gray" è considerato il romanzo simbolo del decadentismo e dell'estetismo.
1840: un ritratto simbolo dell'antica grandezza ottomana, scomparso da Istanbul quattro secoli prima, riappare misteriosamente a Venezia. Il sultano lo pretende. E Yashim in missione nella agonizzante ex Serenissima, scopre che il dipinto leggendario semina morte, suscita amori, dissolve ricchezze favolose. E la ricerca dell'eunuco detective si trasforma in un oscuro gioco del gatto col topo, che minaccia di distruggere più di un trono in Europa. Con il fido Palewski. Yashim si aggira in una Venezia spettrale e oppressa dal giogo della dominazione autriaca. Due cadaveri che appaiono nella melma dei canali fanno subito capire che la partita non sarà né semplice, né incruenta. Tra gli echi di Istanbul che risuonano in tutta la laguna - un palazzo che ospitava un caravanserraglio, dimore fatiscenti che celano tesori -, niente è come sembra, tutto rimanda a un disegno nascosto che muta di continuo, intrecciando presente e passato, finzione e realtà. Il ritratto di Maometto il Conquistatore di Gentile Bellini (o "attribuito a" come dicono prudentemente gli esperti), al centro di questo romanzo, non è invenzione. È un dipinto famoso oggi custodito alla National Gallery di Londra. Le peripezie storiche del dipinto sono ricostruite da Goodwin in una divertente Appendice al romanzo.
Con il fido Palewski, Yashim si aggira in una Venezia spettrale e oppressa dal giogo della dominazione austriaca. Due cadaveri che appaiono nella melma dei canali fanno subito capire che la partita non sarà né semplice, né incruenta. Tra gli echi di Istanbul che risuonano in tutta la laguna - un palazzo che ospitava un caravanserraglio, dimore fatiscenti che celano tesori -, niente è come sembra, tutto rimanda a un disegno nascosto che muta di continuo, intrecciando presente e passato, finzione e realtà.
Il ritratto di Maometto il Conquistatore di Gentile Bellini (o «attribuito a» come dicono prudentemente gli esperti), al centro di questo romanzo, non è invenzione. È un dipinto famoso oggi custodito alla National Gallery di Londra. Le peripezie storiche del dipinto sono ricostruite da Goodwin in una divertente Appendice al romanzo.
Judith Earle conduce una vita ritirata nella sua casa di campagna, in una condizione di agiatezza che le permette di non pensare ad altro che a sé. Nessun dovere e nessuna preoccupazione interrompono i suoi vagabondaggi nel giardino, i suoi sogni a occhi aperti. A risvegliarla saltuariamente non c'è che l'arrivo, nella villa accanto, dei cugini Fyfe: quattro maschi e una femmina con cui, sin dall'infanzia, Judith intesse un rapporto discontinuo, a tratti ambiguo, sempre intenso. Di ciascuno Judith sogna, per ciascuno Judith soffre. Gli studi a Cambridge e l'amicizia appassionata di Jennifer, la ragazza più popolare del college, la distoglieranno per un po' dai Fyfe; ma nulla le renderà più semplice e lineare - anzi - il duro lavoro di diventare adulta. Introduzione di Jonathan Coe. Postfazione di Anna Nadotti.
Quando Frank Cassidy aveva cinque anni, trent'anni fa precisamente, i suoi genitori morirono in un incendio, in una remota cittadina del Michigan. Ora anche suo zio è morto, ucciso da un uomo misterioso, ricoverato in coma nell'ospedale della stessa piccola città del Michigan. Con la speranza di beccarsi la sua fetta d'eredità, Frank parte con moglie, il figlio teenager di lei e il bambino avuto con lei, alla volta del Michigan. Giunto in città dopo un viaggio avventuroso, Frank si ritrova a dover fare i conti col suo passato. Il tentativo di capire le circostanze della morte dello zio si intrecciano con il mistero dell'uomo ricoverato nell'ospedale della contea e, per vie inaspettate, con le cause dell'incendio che costò la vita ai suoi genitori.
È il 1859 a Londra e davanti alla legatoria Damage si è appena fermata una carrozza con le ruote di un rosso fiammante, i fanali dorati e uno stemma sulla portiera. Dalla carrozza scende Sir Jocelyn Knightloey che, con la sua cerchia di amici coltiva il sogno di liberare la società dalle "pastoie del ritegno" e della morale. Da quando la legge ha stabilito che è illegale pubblicare e diffondere opere letterarie di genere immorale ma non possederle, Sir Knightloey e i suoi amici collezionano quei libri proibiti che i puritani dell'epoca vorrebbero bruciare tra le fiamme dell'inferno: il Decamerone, il Satyricon di Petronio, l'Ars Amatoria di Ovidio. A rilegare quei libri con preziose pelli e fodere scarlatte è Dora Damage, la moglie di Peter Damage. L'artrite reumatica sta deformando le mani del marito e, in barba a tutte le leggi della corporazione dei legatori che vietano il lavoro alle donne, Dora ha preso il suo posto. Le sue originali rilegature suscitano l'entusiasmo di sir Knightloey e dei suoi amici. Dora comincia così a rilegare tutte le opere proibite e galanti del gruppo con l'aiuto di Jack, un giovane apprendista, e di Din, uno schiavo nero americano condotto nel laboratorio dalla filantropica e ambigua Lady Sylvia, la moglie di Sir Knightloey. Ma non finisce forse puntualmente nei guai chi entra in una "società del vizio"? Un'eroina moderna che non esita a infrangere le regole e i tabù della Londra del XIX secolo, in cui gli ideali più nobili si accompagnano alle miserie più sordide.
È il 1859 a Londra, e sir Jocelyn Knightley coltiva il sogno di liberare la società dalle «pastoie del ritegno» e della morale, collezionando i libri che i puritani dell'epoca vorrebbero bruciare tra le fiamme dell'inferno: il Decamerone, il Satyricon di Petronio, l'Ars Amatoria di Ovidio...
A rilegare quei libri con preziose pelli e fodere scarlatte è, in barba a tutte le leggi della corporazione dei legatori che vietano il lavoro alle donne, Dora Damage, la giovane moglie di Peter Damage.
Le sue originali rilegature, così morbide e seducenti, suscitano l'entusiasmo di sir Knightley, della filantropica e ambigua Lady Sylvia e della cerchia dei suoi amici: i«Sauvages Nobles».
Ma non finisce forse puntualmente nei guai chi entra in una «società del vizio»?
Romanzo storico, che ci restituisce impeccabilmente i conflitti di sesso, razza e classe dell'età vittoriana, La rilegatrice dei libri proibiti ci offre, con Dora Damage, un'eroina moderna che non esita a infrangere le regole e i tabù della Londra del XIX secolo, la città più grande del mondo, in cui gli ideali più nobili si accompagnano alle miserie più sordide.

