
Un leader influenza con i suoi comportamenti le persone che dipendono da lui e le emozioni giocano un ruolo fondamentale.
In realtà ognuno di noi influenza gli altri e in questo senso siamo tutti leader.
I genitori sono dei leader, gli insegnanti sono dei leader, gli allenatori, i politici, i sacerdoti, i manager sono dei leader.
Quello che portiamo dentro è quello che diffondiamo, quindi occorre saper creare in noi emozioni positive, perché le nostre emozioni influenzano le nostre scelte e quelle degli altri. In questo senso la grandezza di un leader si fonda sulla capacità di far leva sulle emozioni. Dapprima sulle proprie, conoscendole e governandole; poi sulle emozioni degli altri. Far scorrere le emozioni non significa averle fuori controllo. D'altra parte negarle significa negare la vita.
Il leader emotivo sa che le esperienze possono portare a rinnovarsi, a formarsi, ad apprendere insegnando. Nessuno ha il monopolio della verità, ma un insegnante ha la responsabilità della ricerca. Non fornisce soluzioni, ma l'attrezzatura per il viaggio. Non si pone come meta, ma come compagno di viaggio.
Il leader emotivo sei tu manager a cui l'azienda ha affidato le persone, che sono la risorsa più importante e hanno un valore inestimabile, e tu sei chiamato a servirle e non ad usarle. Sei un leader emotivo quando sai chiedere scusa se sbagli e sai ascoltare. Quando non hai la risposta prima della domanda e non usi il tuo ruolo per sentirti importante. Tutti sono leader di se stessi e tutti hanno la tua stessa dignità, tu hai in più la responsabilità di guidarli senza pretendere di avere tutte le risposte. Questo libro, snello e ricco di esercizi pratici, è il primo passo per il tuo viaggio.
In virtù delle sue peculiarità, la famiglia è sempre stata al centro di un discorso che tocca aspetti materiali e aspetti spirituali dell'esistenza ed esprime il senso del cambiamento che attraversa i contesti sociali, le epoche storiche e i riferimenti culturali. Se la famiglia è di per sé fonte e conseguenza di grandi cambiamenti, essa può essere anche osservatorio privilegiato per riflettere su molteplici dinamiche del mondo contemporaneo. Sicuramente sui difficili equilibri tra tradizione e innovazione e sull'impatto di questi nelle relazioni fra società e politica, ma anche sui problemi e le difficoltà maggiormente avvertite dalle nuove generazioni. Sono i giovani infatti a dialogare in maniera privilegiata con il clima culturale della contemporaneità, a sperimentare in ogni ambito della loro vita flessibilità e frammentazione, a risentire maggiormente della fatica di coniugare pubblico e privato per rendersi protagonisti del cambiamento. Entrando in questo dibattito, il volume analizza in particolare i mutamenti che interessano il contesto italiano per chiedersi: cosa si fa oggi in Italia per la famiglia; cosa è "famiglia" per le giovani generazioni e come esse si proiettano (o meno) in una sua costruzione; di cosa si parla quando si parla di famiglia negli organi di informazione. I saggi contenuti nel testo interpellano quindi le politiche sociali, i giovani e i loro orientamenti, le rappresentazioni offerte dalle routines produttive dei media nazionali.
L'Adult Attachment Projective Picture System (AAP) è uno strumento ideato da Carol George e Malcom West per l'assessment del pattern di attaccamento in età adulta e in adolescenza. È una misura basata sulla presentazione di un set di immagini che richiamano aspetti chiave della teoria dell'attaccamento. La standardizzazione della somministrazione, del sistema di codifica e le buone caratteristiche psicometriche consentono il suo utilizzo sia in ambito di ricerca sia in ambito clinico. Può essere annoverato anche tra i performance based personality test. Il volume è articolato in una prima parte che descrive lo strumento. La seconda parte è invece dedicata all'applicazione clinica dell'AAP in svariati ambiti diagnostici, quali l'assessment individuale, familiare, istituzionale e di valutazione dell'intervento, con l'intento di evidenziare come questo strumento non solo fornisca la classificazione del pattern di attaccamento, ma permetta la costruzione di profili di funzionamento dell'individuo. L'AAP appare quindi come uno strumento applicabile anche in ambito clinico, che può fornire utili spunti per completare il processo diagnostico individuale, per comprendere aspetti sintomatici del bambino alla luce del pattern di attaccamento dei genitori, per pensare agli obbiettivi terapeutici e infine per valutare alcuni aspetti dell'esito degli stessi. L'ultima parte del volume è dedicata a come si apprende l'AAP.
Il volume, giunto alla sua terza edizione, è destinato a chi intende conoscere l'attività bancaria e le banche che la svolgono, con particolare riferimento al contesto italiano, ma tenendo ben presente il quadro internazionale. Il testo illustra in modo sistematico e organico i vari aspetti dell'economia della banca: l'attività bancaria e la vigilanza; l'organizzazione; gli obiettivi e le modalità di raccolta delle risorse finanziarie; il ruolo del capitale proprio; i servizi di investimento; gli obiettivi e le modalità di impiego delle risorse finanziarie; la cartolarizzazione; il portafoglio di proprietà; il ruolo dei derivati; la gestione della liquidità; i rischi; il bilancio e l'analisi delle dinamiche gestionali; i controlli interni; l'internazionalizzazione; la concentrazione; le crisi; il futuro dell'attività bancaria.
Il volume cerca di rispondere ai problemi dello studio universitario in chiave tematica e metodologica. Dalla storia della lingua alla storia della critica, dalla filologia al modo di intendere correnti e movimenti, giù giù sino alle forme della poesia e della narrativa: sono innanzi tutto messe in fila le principali questioni connesse alla modernità letteraria, al suo faticoso imporsi nel dominio italiano, nonché al suo problematico trascolorare in presenza di un'invadente postmodernità ovvero di un più discreto postmodernismo. Inoltre, pur non avendo l'ardire un po' vacuo di proclamarsi "dalla parte dello studente", questo libro cerca di non discostarsi troppo dalle esigenze, dalla sensibilità, dalle reali consapevolezze di chi oggi nell'università effettualmente studia. Cerca di essere un po' meno lontano, in altri termini, dalle competenze del suo destinatario: dalle abilità che caratterizzano un giovane appena uscito dalla scuola secondaria, con le quali è auspicabile che un'università coerentemente di massa cominci a far davvero i conti.
Dovete affrontare il vostro capo furibondo? Tutti i giorni avete a che fare con un collega dal carattere difficile? Avete un figlio adolescente con il quale è impossibile parlare? Imparate a gestire le vostre emozioni e a stimolare negli altri e in voi stessi quelle che vi aiuteranno a raggiungere il risultato che vi prefiggete. Nel "Negoziato emotivo" troverete i punti chiave su cui dovete concentrarvi: esprimere apprezzamento per le opinioni degli altri, istituire un legame; trasformare un vostro avversario in un alleato, rispettare l'autonomia negli altri e guadagnare la propria, riconoscere il ruolo degli altri e stabilire il proprio, scegliere una funzione positiva in ogni tipo di negoziato.
Le vicissitudini sveviane con gli editori sono ben note, e si spiega così l’incipit del racconto, in cui subito ci coinvolge questo letterato quasi sessantenne che ha pubblicato un romanzo quarant’anni prima, e adesso poteva anche risultare morto: nessuno se ne sarebbe accorto. eppure non demorde, aspetta ancora il bacio voluttuoso della gloria, con qualche osso rotto, ma con gli organi più importanti intatti, e una grande stima di se stesso.
E questo dipende dallo spirito dello stesso Svevo, che in quegli anni viveva un ritorno alla gioia del raccontare e che riflette anche la ricomposizione di una coscienza critica a fronte della traumatica tensione della precedente stagione. Circola, perciò, ne La burla riuscita, come una temperie di accettazione della propria condizione umana, che appartiene alla biologia, all’età, al mondo generazionale: un complesso di riflessioni che appartengono all’inesorabilità della legge umana e sociale. Del resto – Nietzsche insegna – il cosiddetto superomismo altro non è se non la consapevolezza della propria altera solitudine, in mezzo alla sordità degli uomini.
Con una chiara intenzione autobiografica, alla svolta di una “vita” condotta fra i meandri della riflessione, il protagonista si presenta come un personaggio anziano, animato e al contempo frustrato dal trauma esistenziale della perduta gioventù: è languido e sensuale il gusto della ricordanza, che produce un fatale e inevitabile sobbalzo di coscienza, nel momento in cui si accorge che il malore è superato, ma al contempo lo illumina sui disastri che potrebbe provocargli un ritorno d’amore per una giovinetta: ecco il grande e dolente nodo tematico del personaggio, che vive e sconta il proprio novellare assorto e drammatico, ora che il duello dolente è vissuto come una implacabile tragedia. C’è tuttavia il sollievo della forma, ormai specchiata e limpida, ad alleviare la ferita dell’età. Il sollievo che acquieta le sommosse dell’io proviene sì dalla scrittura, non più nevrotica e analitica, bensì risolta e rasserenante a sospingere il protagonista a scegliersi un’altra vita, un nuovo progetto in cui l’essere e l’esistere possano reperire un nuovo punto di raffronto.
Strumenti semplici ed efficaci per interagire al meglio con i propri figli. In questa guida pratica, che affianca "12 strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino", gli autori presentano un'ampia raccolta di fumetti, esercizi, schede e attività pratiche che, sulla scorta delle più recenti scoperte sullo sviluppo cerebrale, sono finalizzati a fornire un aiuto concreto ai genitori e a quanti si prendono cura di un bambino. Il libro non intende dettare regole né indurre sensi di colpa: l'obiettivo è indicare strumenti efficaci per superare i molti momenti difficili che si possono incontrare ogni giorno nell'interagire con un bambino, ma anche trasformare questi momenti in opportunità per alimentare le risorse e le potenzialità del bambino e dell'intera famiglia. In questo volume troverete: esercizi da fare da soli, con il bambino o con altri genitori, e attività pratiche diverse a seconda dell'età del bambino, fumetti, schemi e illustrazioni che esemplificano con chiarezza le attività e i concetti descritti nel libro, strategie per favorire un equilibrato sviluppo mentale del bambino che possono diventare un vocabolario comune per genitori, educatori e terapeuti.
Joy of moving è stato creato per far giocare i bambini, quindi è ricco di giochi. Ma non si limita a offrirne una valigia piena: consente di comprendere anche quale sia la logica di questi giochi, inventati o reinventati per dare al lettore le chiavi del movimento. Perché non si perda nei meandri delle oltre 600 pagine dell’opera, gli viene consegnato un filo di Arianna che lo condurrà, insieme ai bambini, a essere autonomo interprete del gioco, del gioco per la vita. Il volume è composto da due parti complementari, ricche di ponti che le collegano, contaminando la teoria con la pratica e la pratica con la teoria. La prima parte tratteggia, capitolo dopo capitolo, un metodo educativo che trascende i confini dell’educazione e che nella seconda parte trova la sua esemplificazione.
"Insegnare la vita con il movimento e con lo sport" riaffronta originalmente il tema sempre attuale, sempre bisognoso di nuovi punti fermi, del fenomeno movimento. Di esso, inteso come attività motoria in sé ed anche come sport, esalta il significato e il ruolo nella vita delle persone, la funzione di educare alla vita, in quanto capace di conferire fondamentali abilità di vita a chi lo pratica e, perciò stesso, lo esplora. Di abilità di vita tratta appunto questo testo, cioè delle cosidette life skills, che nell'ambito dello sport e dell'educazione fisica trovano ambienti e pratiche ideali per farne esperienza diretta e facilitarne il transfer ad altre - forse tutte le altre situazioni di vita. I tre autori espongono così indagini, ricerche, programmi sperimentati nel mondo con successo e con precise procedure che coinvolgono direttamente ogni persona nel processo decisionale e nel raggiungimento degli obiettivi. Il testo si avvale anche di importanti appendici: la prima, sulle definizioni e sulle classificazioni date alle life skills; la seconda sui programmi monodisciplinari sperimentati con successo in diversi continenti; la terza sui possibili strumenti di valutazione quantitativa e qualitativa della efficacia del cosiddetto life skill training; la quarta, sulle interrelazioni fra efficienza fisico-motoria, funzioni cognitive e life skills in popolazioni con sviluppo tipico o atipico.
Affermatasi con un proprio campo d'indagine e un proprio apparato teorico e metodologico nell'ambito delle scienze del linguaggio dopo la metà del secolo scorso, la sociolinguistica ha visto via via accresciuto il suo raggio d'interesse sino a di venta re un crocevia importante fra settori diversi delle scienze linguistiche. Questo "Manuale di sociolinguistica" intende dare una presentazione complessiva (corredata da un abbondante apparato di esercizi e materiali di analisi e riflessione) dei principali temi, categorie, metodi e modelli teorici che so no stati sviluppati nello studio dei rapporti fra lingua e società. Il fine essenziale è quello di fornire una conoscenza solida e per quanto possibile aggiornata delle acquisizioni della disciplina, con particolare attenzione ai due grandi campi tradizionali della sociolinguistica, vale a dire la variazione delle lingue in relazione a fattori sociali, e la posizione dei sistemi linguistici nelle società. Il volume cerca di unire una prospettiva istituzionale ad aperture verso sviluppi più recenti della disciplina, e si presta anche ad una utilizzazione modulare che privilegi certe parti a scapito di altre.