
La programmazione neurolinguistica (PNL) - sempre più praticata in numerosi centri specializzati anche in Italia - è un metodo per decifrare il mondo interiore delle persone con cui veniamo in contatto, in particolare rendendoci sensibili a tutta una serie di piccole e apparentemente insignificanti caratteristiche del comportamento - ad esempio, determinati movimenti degli occhi - che di solito non rileviamo, e che sono invece elementi rivelatori dello stato d'animo e delle vere intenzioni di ciascuno di noi. Questo manuale mette in grado - attraverso una serie di esercizi che si sviluppa appunto in ottanta giorni - di realizzare una condizione di sintonia con gli altri che porta non solo a raggiungere una migliore comprensione reciproca ma anche a conquistare un maggior equilibrio interiore, con risultati altamente positivi in tutti i rapporti umani e soprattutto nelle relazioni di lavoro, commerciali e manageriali.
Il libro delinea alcuni percorsi didattici attraverso i testi dei grandi classici della letteratura italiana, utilizzabili da chi opera nella scuola dell'infanzia e primaria. Per la scuola dell'infanzia, si propongono spunti operativi per un arricchimento dei campi linguistici; per la scuola primaria, si presentano attività differenziate per l'acquisizione delle competenze linguistico-letterarie. I brani, selezionati per essere adatti ai bambini, sono riuniti in moduli tematici - il mito, il fantastico, il paesaggio, il viaggio -, che attraversano la letteratura italiana con un ordine anche cronologico. Un intermezzo sulla poesia considera le potenzialità dei testi poetici per l'acquisizione e la fruizione di competenze linguistiche. Obiettivo del volume è infine far conoscere ai bambini il piacere estetico che il testo letterario trasmette.
Il coordinatore svolge un ruolo essenziale per le prestazioni di welfare alla persona (sociali, sociosanitarie e socioeducative), ponendosi fra vertici organizzativi, operatori e utenti e assumendo una funzione di cerniera fondamentale per la buona riuscita dei servizi stessi. È una figura che per lo più si è formata "sul campo", da autodidatta, senza avere mai sistematizzato e condiviso competenze, approcci, impostazioni, metodi e tecniche e senza pertanto essersi mai pienamente legittimata in modo autorevole. Il volume si propone di definire questo profilo, fino ad oggi "nascosto", e di evidenziarne le potenzialità. Si rivolge ai professionisti del sociale (assistenti sociali, psicologi, educatori, sociologi, infermieri, pedagogisti) che sono coordinatori, a chi ne svolge di fatto le funzioni anche se non viene chiamato tale e a chi desidera diventarlo.
Che cosa significa "progettare in campo educativo"? Soprattutto, che cos'è concretamente un progetto in un servizio sociosanitario e come lo si realizza? Chi sono gli attori in gioco e quali le fasi del progetto? Il libro, rivolto a tutti gli operatori sociali e in particolare agli educatori, intende rispondere a queste domande. Nella prima parte, teorica, si propone un modello di costruzione di un progetto, prendendone in esame tutte le fasi. Nella seconda si analizzano alcuni progetti scritti e realizzati da educatori e operatori sociali per fornire delle esemplificazioni valide per la pratica operativa. Questa nuova edizione approfondisce il tema della progettazione anche in rapporto alle nuove complessità educative e alla realtà virtuale.
Come si favorisce l'allattamento materno? Quali sono i segnali di fame del lattante? Come si gestiscono le coliche? Come si introducono i nuovi alimenti nello svezzamento e quali sono le strategie migliori nel caso di rifiuto del cibo? Il libro risponde ai dubbi e alle domande dei genitori e degli educatori riguardo all'alimentazione nei primi tre anni di vita, dall'allattamento al seno, o con il biberon, alla fase dello svezzamento, dell'esplorazione del cibo e del piacere della convivialità. Uno dei suoi fili conduttori è il confronto tra ciò che accade in famiglia e ciò che i bambini vivono al nido, nella convinzione che si debba favorire un dialogo e uno scambio di buone pratiche da un luogo di cura all'altro. Il testo, agile e documentato senza essere specialistico, offre suggerimenti per gestire situazioni tipiche della vita quotidiana e fornisce semplici indicazioni dietetiche e ricette per i più piccoli.
La l. n. 68/2015 ha introdotto nel codice penale un nuovo titolo VI-bis, dedicato ai delitti contro l’ambiente, creando una sorta di minicodificazione “verde” che tocca vari profili. Si prevedono nuovi delitti (inquinamento ambientale, morti o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, impedimento del controllo, omessa bonifica); nuove circostanze aggravanti rispetto all’associazione a delinquere e alla associazione di tipo mafioso aggravate dalla commissione di reati ambientali, nonché un’aggravante più ampia laddove qualsiasi reato sia commesso al fine di commettere delitti ambientali o dalla cui realizzazione consegua un qualunque illecito ambientale; si estende ai nuovi delitti (o a taluni di essi) la disciplina della confisca (anche per equivalente ed anche di valori ingiustificati), della responsabilità da reato dell’ente e della pena accessoria della incapacità di contrattare con la p.a.; si prevede l’obbligo di ripristino dello stato dei luoghi e una consistente attenuante in caso di ravvedimento operoso. La legge di riforma interviene inoltre sugli artt. 257 e 260 del d.lgs. n. 152/2006 e sulla l. n. 150/1992 in tema di commercio di specie animali e vegetali in via di estinzione. Infine, la l. n. 68/2015 introduce nel corpo del d.lgs. n. 152/2006 una nuova parte (sesta-bis), consentendo a determinate condizioni l’estinzione delle contravvenzioni ambientali che non abbiano cagionato danno o pericolo concreto e attuale di danno alle risorse ambientali. La nuova legge esprime in definitiva una direttrice di notevole rigore sanzionatorio per i fatti di inquinanento più gravi, mentre apre ad esiti di non punibilità per le contravvenzioni concretamente non offensive.
«Stanley Kubrick è stato il Grande Maestro del cinema. Ha creato molto più che dei semplici film. Ci ha dato esperienze ambientali globali che crescevano d'intensità, anziché diminuire, via via che le rivedevamo. [...] Lui non copiava nessuno, mentre tutti ci affannavamo a copiarlo. Girava film come un artista poiché non poteva fare altrimenti. Faceva film perché doveva fare film». A dedicargli queste parole è un altro grande del cinema, Steven Spielberg, amico e "allievo" di uno dei più grandi autori del visivo cinematografico. L'eredità lasciata da Kubrick può essere letta come una summa di lezioni di cinema, irrinunciabili per chiunque voglia capire e utilizzare questo mezzo linguistico in tutte le sue componenti: per chi vuole diventare regista, sceneggiatore, direttore della fotografia, montatore, scenografo, attore. Questo libro affronta dunque il cinema di Kubrick dal punto di vista della messa in scena, focalizzando l'attenzione sullo stile, i movimenti di macchina, gli obiettivi, ma anche la recitazione, il rapporto con le altre arti (letteratura, pittura, fotografia), la storia. E infine la capacità dei suoi film di incidere sulle emozioni del pubblico, catturando lo spettatore.
Ormai è il colore preferito dalla maggior parte delle persone, eppure la storia ci insegna che non è sempre stato così: presso gli antichi Greci e Romani, per esempio, il blu aveva una connotazione fortemente negativa, tanto da essere associato agli spregevoli Barbari. A documentare la lenta ma progressiva inversione di tendenza che lo riguarda è un esperto in materia come Michel Pastoureau, che ripercorre le principali tappe di questo significativo rovesciamento e da vita a un articolato excursus storico che mette in luce l'uso quotidiano, la "rivalità" con gli altri colori, il valore simbolico, il ruolo economico, artistico e letterario che il blu ha avuto dal Neolitico sino ai giorni nostri. Considerato un fatto sociale in piena regola, il blu e le sue alterne fortune rappresentano pertanto il ritratto in continuo divenire di una società, quella umana, costantemente impegnata a fissare e ridefinire la propria scala di valori.
Questo saggio si raccomanda innanzitutto per la sua capacita' di parlarci della Gran Bretagna di oggi e soprattutto di quella di due secoli che ci siamo lasciati alle spalle. Anche nell'epoca della globalizzazione e della desocializzazione, la patria della rivoluzione industriale e delle istituzioni rappresentative resta un oggetto di studio affascinante

