
La globalizzazione è il concetto più impiegato per caratterizzare l'epoca in cui viviamo; essa è, per così dire, la quintessenza della contemporaneità. Ma le sue radici affondano addirittura nel Medioevo, e i processi che hanno portato alla condizione odierna sono attivi da tempo, da ben prima che il concetto di globalizzazione venisse coniato, e sono l'espansione europea, il sorgere di un'economia mondiale, la connessione dei continenti attraverso le emigrazioni di massa, l'allargamennto planetario delle relazioni internazionali, e la formazione di una cultura cosmopolita.
Questo libro, che si presenta come un vademecum della scrittura dedicato agli studenti (universitari e non), intende sfatare i pregiudizi e i luoghi comuni che riguardano la pratica dello scrivere e fornire istruzioni concrete per acquisire le principali abilità comunicative. Numerosi e interessanti suggerimenti concernono la redazione delle varie tipologie di testo: lettera, curriculum, relazione, tema e riassunto, mentre le due appendici aiutano a fare chiarezza su alcuni dei più comuni dubbi ortografici e a realizzare una bibliografia. Il libro, pubblicato nel 1999 nella collana Orientamenti, è proposto in una edizione aggiornata.
Quale ruolo giocano nell'economia i poteri pubblici, come gli Stati, l'Unione Europea, gli organismi internazionali? In quale misura e con quali esiti regolano i mercati nell'attuale fase di sviluppo della globalizzazione? Una fase in cui -secondo diversi economisti, sociologi, giuristi - sono soprattutto le grandi imprese multinazionali a porre le regole degli scambi, mentre i pubblici poteri restano dietro le quinte o producono norme deboli. Questo libro, che ricostruisce il rapporto fra poteri pubblici e mercati, mostra che nell'età contemporanea, accanto alle regole prodotte dalle imprese, un ruolo essenziale viene svolto dai pubblici poteri, nazionali e ultranazionali. L'autore evidenzia i disequilibri di una regolazione globale sempre più complessa e indica vie da seguire per raggiungere nuovi equilibri fra libertà economiche e valori sociali.
Il libro affronta il tema dell'etica nel campo delle comunicazioni sociali, tenendo presente la liberta del giornalista e nello stesso tempo quella del lettore/ascoltatore. Dal sommario: dire la v erita' e altre regole 1.principi e leggi 2.il giornalista e`libero? 3.l'etica del la notizia 4.lo stato delle cose il confronto con il mondo della tv 1. Guar dare il nostro guardare 2. Il territorio degli operatori 3. Il territorio dell'imprendito re 4. Il territorio dello stato 5. Il territorio degli utenti la prospettiva etica 1. Trasformazioni tecno logiche, mutazione antropologiche e sociali 2. La verita nella comunicazione e i criteri del discernimento etico 3. Alcuni fondamentali nodi critici della comunicazione sociale oggi appendice 1. Il libro de estilo" del quotidiano spagnolo "el pais" 2. La carta di treviso 3. La carta dei doveri del giornalista italiano 4. Il lembo del mantello 5. La direttiva europea per la pubblicita televisiva. "
Nel mondo contemporaneo la pubblicità è ormai onnipresente. Ha imposto una sorta di dittatura, agevolata dall'affermarsi dell'iconic turn e delle nuove tecnologie, e occupato uno spazio sempre più significativo, a tratti ingombrante, nell'attuale panorama comunicativo. Emerge l'urgenza di una rinnovata riflessione sull'etica pubblicitaria attorno a tre aspetti, tra loro strettamente intrecciati. Il primo riguarda il senso della pubblicità in relazione alla sua evoluzione storica; il secondo concerne, più specificamente, i codici deontologici e l'approccio normativo; il terzo aspetto, più squisitamente etico, si interroga sul senso della pubblicità alla luce dell'epifania delle nuove tecnologie e del rinnovato iconismo elettronico. Numerose le proposte che emergono dai più recenti studi sulle conseguenze dell'attuale overdose pubblicitaria: dalla visione catastrofista, che dichiara la morte dell'advertising, ai movimenti contro-pubblicitari, fino a un possibile (e radicale) nuovo paradigma, basato sul rispetto del proprio interlocutore e sul rifiuto di inganni e ambiguità.
Il tema dell'empatia chiama a un confronto con l'esperienza vissuta, a un approfondimento delle emozioni, delle reazioni corporee, degli atti mentali che intervengono nei rapporti con gli altri. Chiama soprattutto a un passaggio dalla filosofia a una delle realtà più importanti per la vita di ognuno: la scoperta dell'esistenza dell'altro. Restituire all'empatia la sua specificità di atto che sta alla base delle svariate forme dell'entrare in relazione è un modo per rendere più concreto il vivere insieme agli altri e per rispondere a un bisogno confuso, ma non per questo meno urgente, di quest'epoca.
I focus group sono un metodo qualitativo di ricerca che oggi attira tantissimi consensi ed è utilizzato in svariati contesti. Hanno come obiettivo la raccolta di informazioni, punti di vista e opinioni su un determinato oggetto di interesse, studio, approfondimento, e mirano alla qualità delle informazioni raccolte, piuttosto che alla quantità. Sebbene nascano nell'ambito delle ricerche di mercato, del marketing e dell'economia, hanno trovato applicazione soprattutto in contesti sociali, educativi e psicosociali. Il volume presenta una descrizione sintetica ma esauriente delle fasi necessarie alla progettazione, alla realizzazione e all'analisi dei risultati di un focus group.
"La strategia militare è centrata sulla competizione, con un grande interlocutore che è il nemico. La strategia di un'impresa è competizione sul mercato, solitamente con più competitori; ma è anche acquisizione di imprese concorrenti o complementari, sottoscrizione di alleanze, integrazione lungo la supply chain, ricerca e sviluppo di prodotti e soluzioni innovative, affermazione dei brand e conquista di nuovi clienti, capacità di attrazione delle risorse umane pregiate, conquista della fiducia degli investitori e delle banche e capacità di attrazione delle risorse finanziarie, responsabilità sociale. Può essere anche lobbying (per promuovere leggi favorevoli), sfruttamento legale delle risorse umane o ambientali (approfittando delle differenze nelle regole nei diversi paesi), ridotta belligeranza nei riguardi dei competitori (per mantenere più elevati i margini) o elusione fiscale. E - andando al di là della frontiera del lecito può essere corruzione, collusione, sfruttamento illegale del lavoro, evasione fiscale, inganno dei consumatori o del mercato finanziario, truffa. Qui sta la terza differenza, ovvero la rilevanza nelle scelte strategiche di un'impresa della presenza di regole del gioco e di arbitri, inesistenti o irrilevanti nelle strategie militari." (dall'introduzione)
Che cosa segna il confine tra noi, gli stranieri amici e gli estranei? In omaggio online: contenuti integrativi e versione digitale del testo.
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Un piccolo libro con una tesi molto grande: per risolvere i conflitti che dilaniano il mondo, e in particolare l'Europa, dobbiamo partire dal concetto di «identità culturale». Un concetto pernicioso che porta a pensare alla cultura come a qualcosa di statico, determinato, immobile. Un concetto che tende a produrre da un lato comunitarismi integralisti, dall'altro relativismi inerti e indifferenti. Oppure barricate per difendere orticelli culturali o indifferentismo dove tutto va bene purché omologo e uniforme. Invece proprio della cultura è il dinamismo, lo scambio, la permeabilità. Usando la rara peculiarità intellettuale di una doppia conoscenza, quella del mondo occidentale e del mondo cinese, Jullien riesce a stabilire l'unica piattaforma possibile per un'umanità pacificata. Quella in cui le idee e le culture sono qualcosa di dinamico, di fluido, senza steccati. Un antidoto prezioso a un mondo che costruisce barriere.

