
Lo sfruttamento del territorio, specie in aree di particolare valore, ha fatto nascere l'esigenza di riformulare gli abituali approcci al progetto. Se lo sviluppo urbano della città diffusa, delle sue infrastrutture, delle sue reti genera sempre più paesaggi compromessi, quali sono le possibili strategie per trasformare, allargare, cambiare l'abituale rapporto tra abuso del suolo e inutilizzo del sottosuolo? Partendo dall'analisi di precisi ambiti geografici, il volume pone l'accento sulla dicotomia tra esigenze diffuse di sviluppo e rispetto del contesto, sugli aspetti psicologici del vivere sottoterra, sull'utopia e la realtà di una architettura che può e deve essere risorsa.
Che cosa è la secolarizzazione? Non è facile partire da una definizione condivisa ed esaustiva. Per "secolarizzazione" si intende la irrilevanza della esistenza di Dio per la filosofia; la scristianizzazione; l'allontanamento dal sacro, dal trascendente; la negazione della metafisica, del pensiero "forte"; l'autonomia dell'uomo, nel pensiero e nelle azioni, dal riferimento al divino, al religioso. Tanti e altri sono i modi per definire la secolarizzazione e per descriverne i percorsi. Il volume raccoglie le riflessioni di alcuni filosofi del diritto sull'argomento. I percorsi filosofici (Cavalla, D'Agostino e Montanari) offrono un inquadramento storico-teoretico del problema; i profili (Amato Mangiameli, Manzin e Palazzani) consentono di interpretare alcuni elementi e categorie del dibattito attuale; gli itinerari (Andronico, Fuselli, Heritier, Moro, Saraceni) delineano ed esplorano aspetti e forme rilevanti della secolarizzazione nel diritto.
Come si sa, il fine prioritario della filologia è di riportare il testo alla forma più vicina alla volontà dell'autore. A un manuale di filologia italiana si chiede anzitutto di insegnare i metodi e le tecniche di base di quest'arte in relazione alle opere della nostra letteratura, ma anche di raccontare le vicende che hanno contraddistinto il loro farsi, i modi della produzione degli oggetti materiali (manoscritti e stampe) che le hanno trasmesse. La lettura di un testo letterario richiede sempre attenzione, pazienza, capacità di osservazione. La grande letteratura non si consuma in fretta: è un gioco continuo di scoperte, di conoscenze. Ma per riuscire in questo sono necessarie competenze tecniche, senso della storia, consapevolezza che lo studio della letteratura fa i conti per prima cosa con la testualità, poi con le teorie e le ideologie.
L'opera è un commento sistematico delle innovazioni contenute nel d.lgs. 28 dicembre 2013, n. 154 che ha concluso l'iter della riforma sulla filiazione, dando attuazione ai principi sanciti nella legge delega n. 219/2012. L'indice sommario evidenzia la complessità e le novità formali e sostanziali introdotte in materia. Tra le prime, grande portata simbolica ha la revisione sistematica del codice civile attraverso la creazione di un unico capo dedicato alla filiazione e la soppressione in tutta la legislazione vigente delle qualifiche figli "legittimi" e "naturali" in un'ottica di unificazione a tutto tondo dello status dei figli. Tra le modifiche di carattere sostanziale, oltre all'introduzione del concetto di responsabilità genitoriale e all'attuazione dei diritti del figlio nei procedimenti di separazione e divorzio, compaiono le nuove regole di accertamento della filiazione e in particolare dei nuovi termini di prescrizione delle azioni, nonché la modifica della disciplina delle successioni e delle donazioni, con l'eliminazione dell'istituto della commutazione e il riconoscimento degli stessi diritti di successione legittima e necessaria a tutti i parenti a prescindere dallo stato coniugale del capostipite. Inoltre, vi è l'esplicito riconoscimento del diritto dei nonni a mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni con la previsione del ricorso al giudice in caso di impedimento.
Da un continuo scambio tra le suggestioni di una teoria generale delle forme letterarie (o poetica) e i dati concreti di una tradizionale, e spesso penetrante, analisi critica nascono i saggi di Figure III. Di questa doppia anima l'autore è ben conscio; la raccolta si apre, infatti, col breve scritto su Critica e poetica, che è una riaffermazione della pari e complementare dignità di entrambe. Ad esso fa seguito una ridiscussione dei rapporti tra Poetica e storia, classico tema della possibilità di una storia letteraria, visto da una specola non italiana (ma con risultati che suonano conferma a quelli di scuola italiana). Di questa collaborazione tra poetica, nella specie narratologica, e critica, Genette dà subito prova affrontando la Recherche proustiana, prima sinteticamente, con un magistrale saggio sulla Metonimia in Proust; poi analiticamente, smontando i meccanismi narrativi dell'opera. La lezione di metodo che ne risulta ha così un merito in più: quello di dimostrarsi, fin dalla sua formulazione, utile alla comprensione di un testo straordinariamente complesso, dal quale è lecito estrarre conclusioni generali sui rapporti tra storia, narrazione e racconto.
Il problema dell'adozione, sempre più presente ed enfatizzato dai mezzi di comunicazione, anche sull'onda dell'emotività, resta una realtà carica di interrogativi. Che cosa significa essere genitore adottivo? È sufficiente desiderare un bambino e volergli bene per risolvere tutti i problemi? La legislazione attuale è adeguata in proposito? Le autrici riflettono su queste e altre questioni in un'ottica psicodinamica, ponendosi "dalla parte degli adulti", gli aspiranti genitori: infatti essere veramente "dalla parte del bambino" implica aiutare gli adulti a ricercare dentro di sé i significati profondi legati alla mancanza e al desiderio di un figlio. Non vengono peraltro trascurate "la voce e l'esperienza" del bambino abbandonato, attraverso l'analisi del materiale clinico che sottolinea il faticoso processo di crescita dall'infanzia all'adolescenza nella nuova famiglia.
Il lavoro mette in evidenza i motivi scatenanti, gli episodi, gli aspetti di circolarità, il livello di consapevolezza. I dati di cui si dispone suggeriscono che il 4-6 per cento della popolazione anziana subisca forme di maltrattamento all'interno della propria abitazione, e che nella maggior parte dei casi le persone maltrattanti siano membri della famiglia. Nel testo sono presentati i risultati di una ricerca che ha indagato la presenza e le caratteristiche di forme di maltrattamento psicologico nell'ambito della relazione di cura dell'anziano in famiglia. L'ampiezza e la complessità delle storie raccolte evidenziano da un lato gli sforzi compiuti dalle famiglie per conservare la relazione, dall'altro i bisogni di aiuto non sempre soddisfatti dai servizi esistenti. Il fine ultimo di questo lavoro va individuato nella prospettiva di attuazione di possibili strategie, a partire da quelle di sensibilizzazione a livello culturale, di orientamento per le politiche sociali, sino alla realizzazione di interventi preventivi e di presa in carico del sistema familiare curante nell'ambito dei servizi pubblici, del privato sociale e del volontariato. Il testo è uno strumento di lavoro utile agli studiosi dell'ambito gerontologico, agli amministratori e ai decisori delle politiche sociali e di quelle per le famiglie in particolare, ai responsabili e agli operatori dei servizi socio-sanitari e assistenziali.
Questo lavoro si snoda partendo dalla complessa problematica del mondo della sofferenza e da un'essenziale esplorazione del panorama culturale, alla scoperta di possibili risposte. Illuminanti sono il panorama biblico, il pensiero dei Padri della Chiesa e alcuni insegnamenti pontifici, tra i quali particolare rilievo è riservato alla Salvifici doloris di Giovanni Paolo II, il quale indica di cercare l'unica convincente risposta, agli interrogativi dell'uomo, nel Crocefisso: la sofferenza dall'amore.
La subalternità in cui le donne sono costrette a vivere nei paesi islamici è purtroppo nota anche nel nostro mondo occidentale, in cui pure non manca di riverberare i suoi effetti nefasti e dai risvolti addirittura criminogeni (il caso di Hina è solo l'episodio più recente di una lunga e triste serie). Meno noto è il fatto che dalla fine del secolo scorso molte donne musulmane hanno cominciato a rivendicare, sia in Oriente sia in Occidente, libertà e diritti. Il fenomeno è stato definito "femminismo islamico". Questo libro racconta la nascita e l'affermazione di questo movimento che si batte contro i settori più integralisti del mondo musulmano, utilizzando come arma il Corano stesso riletto in una prospettiva di genere.