
Il volume presenta in maniera critica i principali problemi discussi nell'ambito della filosofia della mente contemporanea, con particolare attenzione alle questioni poste dall'indagine scientifica intorno alla natura, il funzionamento e l'architettura della mente. Alcune delle questioni trattate rimandano alla tradizione filosofica e riguardano, ad esempio, le caratteristiche essenziali dei fenomeni mentali, la possibilità di darne una spiegazione di tipo scientifico e le ragioni filosofiche pro e contro l'idea che la mente appartenga al mondo fisico. Altri temi portano invece al cuore della scienza cognitiva contemporanea: dobbiamo pensare alla mente come a una serie di computazioni realizzate nel cervello o gli stati mentali vanno caratterizzati direttamente come stati cerebrali? Che ruolo ha il corpo nella realizzazione delle attività cognitive? Muovendo da una ricostruzione storico-teorica dell'affermarsi della nozione contemporanea di "mente", il libro affronta queste e altre questioni mostrando nel dettaglio la complessità della ricerca attuale, nella quale si intrecciano - e si scontrano - istanze metafisiche più tradizionali e la tendenza a una radicale naturalizzazione della filosofia della mente e del mentale stesso.
La famiglia, così come s'è venuta costruendo nella modernità, appare in crisi per motivi sociali e culturali: da luogo di formazione di individui che si riconoscono in una continuità generazionale è diventata spazio di conflitti dove si smarriscono le identità dei figli e dei genitori. Una trasformazione su cui la filosofia ha a lungo riflettuto - da Kant a Hegel, alla Scuola di Francoforte... - e i cui momenti essenziali sono qui ricostruiti con cristallina chiarezza. Ma la famiglia - nella sua essenza, di educazione al mondo - non resta un ideale necessario per qualsiasi società? Una domanda che l'autore declina dal punto di vista del personalismo, mostrando una tensione etico-religiosa nella vita famigliare che si fonda sulla libertà della persona. Libertà che è il fondamento stesso della famiglia, con i rischi che la libertà porta con sé. Un rischio che è l'eredità imprescindibile della tradizione cristiana e che la pone all'altezza delle sfide, inedite, del presente.
DESCRIZIONE: Accostarsi alla filosofia dell’interculturalità significa sostare sui suoi termini andando oltre il senso comune. Filosofia: crediamo sia patrimonio indiscusso della Grecia antica e “amore per la sapienza”; ma si può ritenere questa definizione una prerogativa assoluta della filosofia della physis e dell’essere, da contrapporsi al pensiero cinese di dao e qi, o hindu di Atman-Brahman? Ci soccorre il concetto di intercultura, assunto qui nell’accezione più forte: la possibilità e la necessità del confronto, non solo di una contaminazione, fra le diverse culture. Il passo in più è porsi in prospettiva filosofica: ciò si traduce nel problematizzare i propri sistemi di riferimento, nel mettersi in discussione prendendo sul serio le domande altre: è l’indicazione di un cammino da compiere, che ha nell’altro l’attore principale. Il volume si scandisce in vie di accesso tematiche e coppie concettuali che invitano alla riflessione dialogica: rovesciare lo sguardo per cogliere le differenze, e la loro origine – l’essere uomini quale condizione che rende possibile pensare e sciogliere gli attriti.
COMMENTO: L'interculturalità è la sfida del presente. L'autore ne traccia i lineamenti confrontando i concetti chiave su cui si dividono la cultura occidentale e orientale, per stabilire invece la base di un dialogo: identità/differenze, proprio/estraneo, sapienza/saggezza...
MARCELLO GHILARDI svolge attività di ricerca presso l’Università di Padova. Tra le sue pubblicazioni più recenti: L’enigma e lo specchio. Il problema del volto nell’esperienza estetica contemporanea (Padova 2006); Una logica del vedere. Estetica ed etica nel pensiero di Nishida Kitaro (Milano-Udine 2009); Arte e pensiero in Giappone. Corpo, immagine, gesto (Milano-Udine 2012); Il visibile differente. Sguardo e relazione in Derrida (Milano-Udine 2012).
DESCRIZIONE: Accostarsi alla filosofia dell’interculturalità significa sostare sui suoi termini andando oltre il senso comune. Filosofia: crediamo sia patrimonio indiscusso della Grecia antica e “amore per la sapienza”; ma si può ritenere questa definizione una prerogativa assoluta della filosofia della physis e dell’essere, da contrapporsi al pensiero cinese di dao e qi, o hindu di Atman-Brahman? Ci soccorre il concetto di intercultura, assunto qui nell’accezione più forte: la possibilità e la necessità del confronto, non solo di una contaminazione, fra le diverse culture. Il passo in più è porsi in prospettiva filosofica: ciò si traduce nel problematizzare i propri sistemi di riferimento, nel mettersi in discussione prendendo sul serio le domande altre: è l’indicazione di un cammino da compiere, che ha nell’altro l’attore principale. Il volume si scandisce in vie di accesso tematiche e coppie concettuali che invitano alla riflessione dialogica: rovesciare lo sguardo per cogliere le differenze, e la loro origine – l’essere uomini quale condizione che rende possibile pensare e sciogliere gli attriti.
COMMENTO: L'interculturalità è la sfida del presente. L'autore ne traccia i lineamenti confrontando i concetti chiave su cui si dividono la cultura occidentale e orientale, per stabilire invece la base di un dialogo: identità/differenze, proprio/estraneo, sapienza/saggezza...
MARCELLO GHILARDI svolge attività di ricerca presso l’Università di Padova. Tra le sue pubblicazioni più recenti: L’enigma e lo specchio. Il problema del volto nell’esperienza estetica contemporanea (Padova 2006); Una logica del vedere. Estetica ed etica nel pensiero di Nishida Kitaro (Milano-Udine 2009); Arte e pensiero in Giappone. Corpo, immagine, gesto (Milano-Udine 2012); Il visibile differente. Sguardo e relazione in Derrida (Milano-Udine 2012).
Per Luciano Floridi l'informazione è un concetto cruciale, che merita un'indagine approfondita. Questo libro, frutto di lunghi anni di studio, presenta dunque il primo programma di ricerca unitario e coerente per quello che era un campo ancora inesplorato: la filosofia dell'informazione. Il libro spiega che cos'è la filosofia dell'informazione, esplora la natura complessa di vari concetti e fenomeni informativi e dà risposta ad alcune delle classiche domande filosofiche in termini di teoria dell'informazione. Una filosofia che sa dialogare con il mondo contemporaneo, una nuova e indipendente area di ricerca.
Tra le classiche definizioni filosofiche dell'essere umano - l'uomo è animale razionale, l'uomo è animale politico - ve n'è una, la quale viene di solito sottaciuta. Quella di animale erotico. Eppure è proprio essa che indica l'originaria condizione di possibilità dell'incontro, ossia di ciò a partire da cui può aver luogo ogni pratica e ogni forma di relazione umana, compresi l'esercizio del pensiero e la politica. L'uomo come mortale, infatti, nasce solo dopo che ha fatto irruzione nel mondo il demone di Eros. Prima, quando gli esseri erano immortali, Eros non esisteva affatto e del sesso non c'era alcun bisogno. Il libro affronta le principali questioni relative all'erotismo e alla sessualità: il desiderio, la caccia, il matrimonio, le cosiddette perversioni, la violenza, la pornografia di massa, sino ai legami tra Eros e politica. E lo fa reinterpretando alcuni miti antichi e medievali (come quelli di Orfeo ed Euridice e di Tristano e Isotta), ripercorrendo i luoghi fondamentali della tradizione filosofico-erotica occidentale (da Platone e Aristotele al misticismo cristiano-medievale, da Giordano Bruno a Schopenhauer, a Kierkegaard e Nietzsche, da Freud a Deleuze e Derrida), senza trascurare alcuni eminenti luoghi artistico-letterari come "Le Lettere" di Abelardo ed Eloisa, il "Don Giovanni", la "Filosofia del boudoir" di Sade, i romanzi di von Sacher-Masoch e quelli di Kafka, l'arte di Michel Duchamp, la fotografia di Pierre Molinier, sino alle esperienze estreme del transgender.
Lo sfruttamento del territorio, specie in aree di particolare valore, ha fatto nascere l'esigenza di riformulare gli abituali approcci al progetto. Se lo sviluppo urbano della città diffusa, delle sue infrastrutture, delle sue reti genera sempre più paesaggi compromessi, quali sono le possibili strategie per trasformare, allargare, cambiare l'abituale rapporto tra abuso del suolo e inutilizzo del sottosuolo? Partendo dall'analisi di precisi ambiti geografici, il volume pone l'accento sulla dicotomia tra esigenze diffuse di sviluppo e rispetto del contesto, sugli aspetti psicologici del vivere sottoterra, sull'utopia e la realtà di una architettura che può e deve essere risorsa.
Che cosa è la secolarizzazione? Non è facile partire da una definizione condivisa ed esaustiva. Per "secolarizzazione" si intende la irrilevanza della esistenza di Dio per la filosofia; la scristianizzazione; l'allontanamento dal sacro, dal trascendente; la negazione della metafisica, del pensiero "forte"; l'autonomia dell'uomo, nel pensiero e nelle azioni, dal riferimento al divino, al religioso. Tanti e altri sono i modi per definire la secolarizzazione e per descriverne i percorsi. Il volume raccoglie le riflessioni di alcuni filosofi del diritto sull'argomento. I percorsi filosofici (Cavalla, D'Agostino e Montanari) offrono un inquadramento storico-teoretico del problema; i profili (Amato Mangiameli, Manzin e Palazzani) consentono di interpretare alcuni elementi e categorie del dibattito attuale; gli itinerari (Andronico, Fuselli, Heritier, Moro, Saraceni) delineano ed esplorano aspetti e forme rilevanti della secolarizzazione nel diritto.
Come si sa, il fine prioritario della filologia è di riportare il testo alla forma più vicina alla volontà dell'autore. A un manuale di filologia italiana si chiede anzitutto di insegnare i metodi e le tecniche di base di quest'arte in relazione alle opere della nostra letteratura, ma anche di raccontare le vicende che hanno contraddistinto il loro farsi, i modi della produzione degli oggetti materiali (manoscritti e stampe) che le hanno trasmesse. La lettura di un testo letterario richiede sempre attenzione, pazienza, capacità di osservazione. La grande letteratura non si consuma in fretta: è un gioco continuo di scoperte, di conoscenze. Ma per riuscire in questo sono necessarie competenze tecniche, senso della storia, consapevolezza che lo studio della letteratura fa i conti per prima cosa con la testualità, poi con le teorie e le ideologie.