
Con "L'essere e l'evento" (1988) Alain Badiou pone le fondamenta concettuali del suo sistema filosofico, che troverà il suo completamento in "Logiques des mondes" (2006) e ne "L'immanence des vérités". Attraverso un utilizzo originale della matematica postcantoriana, della psicoanalisi, dell'arte e della politica novecentesche, il filosofo francese intende affermare la possibilità della filosofia all'interno di un presente che non ha mai smesso di annunciarne la fine. Essere, evento, verità, procedura generica costituiscono allora gli strumenti principali con cui Badiou ripensa i concetti cardine della storia della filosofia e sviluppa un'ontologia del molteplice capace di delineare una nuova teoria del soggetto.
Tra il 1992 e il 1996 Alain Badiou dedica il seminario che tiene presso l'École normale supérieure alla definizione della nozione di antifilosofia. Dopo aver ripercorso il pensiero di Nietzsche (1992-1993) e prima di affrontare Lacan (1994-1995) e san Paolo (1995-1996), il filosofo francese si sofferma su Wittgenstein (1993-1994), proponendo una complessiva e originale rilettura del Tractatus logicophilosophicus. In esso vengono rintracciate le tre operazioni che contraddistinguono l'antifilosofia: la critica linguistica degli enunciati filosofici; il riconoscimento della filosofia come atto; l'appello, contro l'atto filosofico, a un atto alternativo e innovativo, che nel caso di Wittgenstein si presenta come "arci-estetico", puro mostrarsi di ciò che non può essere detto. Badiou offre così una inedita interpretazione di uno dei testi chiave della filosofia del Novecento e un insolito ritratto del suo autore, "mistico, esteta, staliniano della spiritualità".
Qual è il nesso tra l'epidemia del Covid-19 e il mercato mondiale? Che rapporto intrattiene il Coronavirus con il capitalismo contemporaneo? Alain Badiou interroga la situazione epidemica che stiamo vivendo in una prospettiva critico-filosofica che mette in luce le roventi contraddizioni del mondo contemporaneo. L'epidemia, al crocevia fra la natura e l'ordine sociale, rende palese il complesso intreccio tra economia e politica che agita la nostra epoca. Alle questioni sollevate da Badiou rispondono alcuni filosofi italiani con delle riflessioni sui tre "corpi" sociali che stanno gestendo l'emergenza: il corpo politico, il corpo medico e il corpo mediatico. La parola della filosofia getta luce sul sistema e sulle condizioni sociopolitiche che hanno permesso al virus di dilagare. Poiché, nonostante le apparenze, non c'è «niente di nuovo sotto il sole».
L'etica è la branca della filosofia che si occupa dei problemi morali che ciascuno di noi è chiamato ad affrontare sia nei passaggi cruciali della propria esistenza sia nella vita quotidiana. L'autore illustra venti grandi temi rappresentativi di questa disciplina partendo da esempi concreti, esperimenti mentali e suggestioni tratte dalla letteratura, dal cinema e dalla cronaca. Con una narrazione coinvolgente e un linguaggio accessibile, Baggini porta gradualmente il lettore a familiarizzare con l'analisi filosofica di questi temi e con le posizioni assunte dai grandi pensatori del passato. L'intento dell'autore non consiste nel dare risposte preconfezionate, ma piuttosto nel fornire i necessari strumenti per aiutarci a riflettere consapevolmente e a compiere scelte migliori da un punto di vista etico.
Non sarebbe tutto più facile se anche la vita avesse un libretto di istruzioni? Non esiste un elenco di regole che funzioni per tutti noi, ma quello che avete tra le mani è un manuale per gli utenti della vita, scritto da altri utenti con più esperienza per aiutarci a vivere meglio, a vedere con maggiore chiarezza nei momenti di crisi e superare la confusione e i dubbi quotidiani. "Vita" è un prontuario per tutti, organizzato per voci da consultare a seconda delle necessità o dei problemi da fronteggiare. Non offre norme inflessibili o indicazioni da seguire in modo acritico, ma suggerimenti, esempi, idee su cui riflettere e discutere, attraverso i quali possiamo vedere in modo più distinto il nostro percorso e prendere le decisioni migliori. Cercare o meno soddisfazione nel lavoro, sopportare la noia, districarsi nel campo minato delle relazioni e delle amicizie, affrontare la perdita e il dolore, riscoprire il piacere dell'ozio e del tempo libero, gestire l'ansia, prendersi cura delle persone care in difficoltà: in queste pagine ci sono consigli per tutte le situazioni in cui ci troviamo ogni giorno. Julian Baggini e Antonia Macaro traggono spunto da un enorme serbatoio di saggezza - da Aristotele a Hume, da Heidegger a Confucio, da Epicuro a Sartre - e allestiscono una vera e propria farmacia sapienziale cui attingere liberamente per combattere le inquietudini del nostro tempo, con rimedi testati attraverso secoli di esperienza e universalmente apprezzati da tutta l'umanità.
Questo libro permette di conoscere l'autentico profilo di un personaggio (definito da Leone XIII "doppiamente apostata, convinto eretico"), che la Massoneria ha riesumato dall'oblio della storia per elevarlo a martire del libero pensiero. Infatti a Giordano Bruno, frate apostata, mago, spia, scomunicato da luterani e calvinisti, sono dedicate un gran numero di logge e di onorificenze massoniche. Alla fine dell'ottocento per sfidare la Santa Sede, i settari vollero erigere un monumento al nolano in Campo dei Fiori a Roma. Leone XIII protestò con fermezza alla provocazione e minacciò persino di lasciare l'Urbe; il Comitato permanente dell'Opera dei Congressi diffuse in modo capillare questo testo di mons. Balan. In appendice al libro il lettore troverà due rari documenti di Leone XIII su Giordano Bruno, scritti in occasione dell'inaugurazione della statua in Campo de' Fiori (l'unica piazza storica di Roma dove non è presente una chiesa): l'allocuzione Amplissimum collegium del 24 maggio 1889 e l'enciclica Quod nuper del 30 giugno 1889.
Questa nuova edizione di un testo ormai diventato un classico della letteratura psicoanalitica sul disegno infantile vede la luce a diversi anni di distanza dalla prima pubblicazione, rivelandosi stimolante e attuale anche per il lettore di oggi. La natura "vitale" dell'opera, con i suoi riferimenti artistici, testimonia la qualità del metodo di lavoro che la ispira: un modo di procedere originale, nel solco della psicoanalisi postkleiniana e bioniana, di due autrici unite da una visione comune del lavoro analitico come dimensione creativa ed esplorativa, centrata sull'esperienza congiunta della coppia analista-bambino nella stanza di terapia. Ben esemplificato nel libro risulta lo sforzo di ricostruire attraverso l'utilizzo del disegno, come nella tela di un pittore, i passaggi dalle sensazioni alle emozioni e al pensiero. Nella Prefazione dei curatori alla nuova edizione viene offerta la possibilità di immergersi nel clima che caratterizzava l'allora giovane movimento psicoanalitico infantile, mentre la Postfazione getta uno sguardo sul futuro, nell'auspicio che i semi sparsi dalle autrici possano germogliare attraverso una possibile trasmissione generazionale.

