
Lo storicismo è una concezione filosofica generale. Secondo Meinecke, ha tre caratteristiche: riguarda "individualità storiche" e per tali devono intendersi non soltanto singole persone, ma anche movimenti di pensiero, politici, artistici. Ad esempio, il Risorgimento italiano. Prende in considerazione situazioni in "evoluzione", perché i popoli, per i quali non si registrino significativi mutamenti al loro interno, hanno più a che fare con la natura che con la storia. Si occupa meno del genere umano e si interessa alle specificità, alle caratteristiche peculiari, dei singoli Paesi, o civiltà. Il suo valore è quello della "varietà", della diversità, in tedesco "Verschiedenheit". Secondo Croce, lo storicismo afferma che la realtà è «nient'altro che storia». Non c'è un Dio trascendente, ma c'è l'idea di Dio che gli esseri umani, nei vari contesti, hanno concepito. Una differenza importante tra lo storicismo tedesco e quello italiano è che il primo ha l'ossessione della "oggettività". La storiografia italiana, di Croce, o di Omodeo, dà per scontato, invece, che lo storico svolga un ruolo essenzialmente creativo. Di conseguenza, esalta il concetto di "responsabilità" del singolo storico.
Dall'originario significato astronomico, il termine "apocatastasi" passa a indicare, entro una visione ciclica della storia, la teoria per cui, alla fine dei tempi, tutte le creature saranno reintegrate nell'ordine armonico voluto da Dio al momento della creazione. Si accende così la speranza in una salvezza universale, che non cancella la tragicità e il peccato dell'esistenza individuale, ma la riabilita in un più ampio orizzonte di senso, nel giorno in cui Dio sarà «tutto in tutti». Dal mondo antico e tardo-antico (in particolare con Origene) ai pensatori del Novecento, tra religione, filosofia e letteratura, il volume ricerca le tracce dell'apocatastasi e i fondamenti che autorizzano a farne il cardine della filosofia morale. Di fronte all'attuale crisi ecologica e allo spettro della distruzione del pianeta, la questione dell'apocatastasi si fa ineludibile e si ripropongono gli interrogativi che questo principio, provocatoriamente, suscita: esistono colpe tanto gravi da meritare una pena eterna senza possibilità di redenzione? Può convertirsi all'amore, dopo la morte, chi in vita lo ha ostinatamente rifiutato? È ancora possibile riparare al male dopo eventi come la Shoah?
DESCRIZIONE: Accostarsi alla filosofia dell’interculturalità significa sostare sui suoi termini andando oltre il senso comune. Filosofia: crediamo sia patrimonio indiscusso della Grecia antica e “amore per la sapienza”; ma si può ritenere questa definizione una prerogativa assoluta della filosofia della physis e dell’essere, da contrapporsi al pensiero cinese di dao e qi, o hindu di Atman-Brahman? Ci soccorre il concetto di intercultura, assunto qui nell’accezione più forte: la possibilità e la necessità del confronto, non solo di una contaminazione, fra le diverse culture. Il passo in più è porsi in prospettiva filosofica: ciò si traduce nel problematizzare i propri sistemi di riferimento, nel mettersi in discussione prendendo sul serio le domande altre: è l’indicazione di un cammino da compiere, che ha nell’altro l’attore principale. Il volume si scandisce in vie di accesso tematiche e coppie concettuali che invitano alla riflessione dialogica: rovesciare lo sguardo per cogliere le differenze, e la loro origine – l’essere uomini quale condizione che rende possibile pensare e sciogliere gli attriti.
COMMENTO: L'interculturalità è la sfida del presente. L'autore ne traccia i lineamenti confrontando i concetti chiave su cui si dividono la cultura occidentale e orientale, per stabilire invece la base di un dialogo: identità/differenze, proprio/estraneo, sapienza/saggezza...
MARCELLO GHILARDI svolge attività di ricerca presso l’Università di Padova. Tra le sue pubblicazioni più recenti: L’enigma e lo specchio. Il problema del volto nell’esperienza estetica contemporanea (Padova 2006); Una logica del vedere. Estetica ed etica nel pensiero di Nishida Kitaro (Milano-Udine 2009); Arte e pensiero in Giappone. Corpo, immagine, gesto (Milano-Udine 2012); Il visibile differente. Sguardo e relazione in Derrida (Milano-Udine 2012).
Se da sempre provoca il pensiero filosofico, la questione dell'"altro" assume nuovo interesse di fronte alla pluralità che caratterizza l'epoca odierna. Confrontandosi con autori e testi non solo della tradizione europea ma anche di quella orientale, in particolare cinese e giapponese, l'autore esamina l'alterità nell'ambito del linguaggio, della pratica artistica e dell'etica, giungendo a una inedita nozione di "vuoto", non come nome dell'indicibile, ma come apertura nei confronti delle molteplici forme del mondo.
Anche oggi la filosofia è chiamata a pensare l'Assoluto. La metafisica del principio e l'ermeneutica della verità lo pensano attraverso le differenti modalità dell'analogia, del simbolo e del paradosso, comprese non solo in senso logico-formale ma soprattutto in senso filosofico-teologico. Il volume indaga i rapporti che si possono instaurare tra queste tre figure teoretiche, intorno alle quali il dibattito attuale è particolarmente vivo anche grazie al contributo dei qualificati autori dei testi presentati, e intende mostrare, in particolare, i nessi di identità e di differenza esistenti tra l'analogia e il paradosso nel loro rimando al simbolo e all'abissale inesauribilità dell'Assoluto. In questa luce il libro presente si offre anche come un utile strumento per indagare la relazione tra due essenziali tradizioni di pensiero, quella metafisica e quella ermeneutica, che sono ampiamente presenti nella filosofia del Novecento e che trovano nel comune riferimento al Cristianesimo una dimensione fondamentale del loro statuto teorico.
Succede, in circostanze fortunate, che una tensione positiva della società, l'affacciarsi di nuove tecnologie, la voglia di un mondo migliore e l'entusiasmo della gioventù diventino ingredienti per generare magie. È esattamente ciò che accade nel 1977 con George Lucas e il suo Star Wars, l'opera che inizia la saga destinata a cambiare la storia del cinema. Qual è il segreto del suo successo planetario? Perché Lucas crea Luke Skywalkerl Cos'è l'Expanded Universe? Come si realizza la spada laser? Cosa c'entrano i disegni animati con Star Wars? Quando nascono la computer animation e gli attori digitali? Per rispondere a queste e a tante altre domande Giorgio E. S. Ghisolfi analizza il complesso universo di Star Wars - costituito originalmente dall'esalogia e dall'Expanded Universe - e l'eclettica figura di George Lucas nei loro stretti legami con la società e la cultura del Novecento, con il cinema d'animazione, gli effetti speciali, l'arte e i significati simbolici. L'Epoca Lucas individua un momento fondamentale nella storia del cinema: quello che vede nell'incontro fra mitologia e informatica l'esordio del cinema postmoderno e del cinema digitale. Numerose immagini, una cronologia generale comparata, un esauriente glossario tecnico cinematografico e un'appendice sui primi due film prodotti sotto la gestione Disney completano il volume.
Opuscola/251
Nell'epoca in cui la figura dello straniero torna a essere pericolosamente identificata con quella del nemico, compito della filosofia è quello di ricostruire la storia, la potenza e l'attualità di categorie di cui abbiamo urgente bisogno. Patendo dalla Grecia antica e dalla tradizione giudaico cristiana, fino al arrivare alla modernità del Lumi e al pensiero contemporaneo, l'Autrice offre una articolata ricostruzione filosofica, ma anche storica, linguistica e giuridico-politica, dei concetti di straniero e ospitalità nella loro intima connessione.