
La crisi che nell'autunno del 2008 ha minato profondamente il sistema finanziario e bancario americano, allargandosi in breve tempo come uno tsunami, ha avuto e avrà effetti profondi sull'organizzazione economica e sociale. Non è stata una semplice crisi: per la prima volta dagli anni Trenta gli Stati Uniti hanno dovuto fare i conti con uno spettro che credevano di avere definitivamente allontanato, quello della depressione economica. A più di due anni dal fallimento della Lehman Brothers, Richard Posner, esponente di spicco della scuola di pensiero che da sempre professa l'assoluta fiducia nel libero mercato, ne analizza le cause, gli errori della politica (in buona e cattiva fede), le reazioni iniziali e le prospettive future. Una lucida autocritica che mette in discussione la reale validità di questo capitalismo, e che si chiede se sia giunto il momento di ripensare un nuovo ordine economico. Prefazione di Federico Rampini.
Il saccheggio mondiale riguarda tutti noi perché non dipende solo dalle organizzazioni criminali, ma anche dalla richiesta di abusi da parte di milioni di persone che si credono per bene e dalla tolleranza per l'illegalità, che oggi pervade il mondo come un'enorme ragnatela in ogni momento della giornata e in ogni luogo del pianeta. Queste pagine rappresentano il primo rapporto sintetico e completo su come e dove milioni di furbetti e criminali efferati collaborano per realizzare un prodotto criminale lordo di trilioni di dollari ogni anno. Sono una guida efficace attraverso le più diverse categorie di abusi, prodotti, servizi, truffe e rappresentano un invito concreto a riflettere sull'etica e sulla legalità.Per evitare di essere complici involontari e ignari nel villaggio globale del crimine.
Che genere di capitalismo si sta profilando all'orizzonte dopo i mutamenti di scenario e di prospettiva avvenuti nel primo decennio del nuovo secolo? La devastante crisi esplosa fra il 2007 e il 2008 ha segnato l'eclisse del turbocapitalismo, di un capitalismo eminentemente speculativo, sempre più separato dalla produzione e dal lavoro, volto a produrre denaro mediante denaro, che aveva avuto per epicentro gli Stati Uniti. Ma è tramontato nel frattempo anche il capitalismo di matrice keynesiana, quello dell'economia sociale di mercato, che dal secondo dopoguerra aveva assunto per luogo d'elezione l'Europa occidentale. Sarà dunque la Cina, la nuova potenza emergente, a imporsi in base a un modello di sviluppo non ancora definibile esattamente, che combina insieme i postulati di Adam Smith, Karl Marx e Confucio? Valerio Castronovo effettua una ricognizione a tutto campo, lungo i molteplici spazi e percorsi dell'economia globale, per individuare alcune forme incipienti di un neo-capitalismo che non ha più nulla a che vedere con quello novecentesco anche se ne reca alcune tracce. Che sia l'India o il Brasile, l'Australia o il Sudafrica, nuovi protagonisti si sono affacciati sulla scena mondiale, con propri modelli di sviluppo.
I ricchi sono sempre più ricchi. I poveri sempre più poveri. Come ricorda Robert Reich, "all'inizio del 2010, a poco più di un anno dal crollo, Wall Street ha elargito pacchetti retributivi a banchieri, trader e facoltosi dirigenti come se la crisi non ci fosse mai stata". Nel nostro paese, è accaduta la stessa cosa: il gotha dell'economia si è spartito, e continua a farlo, liquidazioni e stipendi milionari, mentre il ceto medio si sente più insicuro e vulnerabile di prima. L'Italia, infatti, tra le economie avanzate, è divenuto il terzo paese con il maggior livello di diseguaglianza dei redditi. Se la politica tradizionale è incapace di risolvere i problemi dei cittadini e di attenuare il divario di ricchezza, saranno i demagoghi ad avere il sopravvento alimentando le preoccupazioni e le frustrazioni delle persone e incitandole a dare la colpa dei problemi economici agli stranieri e agli immigrati. Che fare allora? Robert Reich propone un nuovo patto di base in grado di coinvolgere lavoratori, Stato e imprenditori. Un patto che affronti le riforme strutturali, difenda i salari rimettendo al centro la questione del lavoro e lotti contro le iniquità determinate dal "grande business". Con una lucidità e una capacità d'analisi fuori dal comune, l'autore ripercorre la storia, le idee e gli uomini che hanno portato al cosiddetto "svuotamento" del ceto medio e rivendica come necessaria una nuova stagione di trasformazioni e cambiamenti.
Il crollo di Wall Street del settembre 2008 è stato definito una "tempesta perfetta". Ma le analogie tra la borsa e il meteo non si limitano al linguaggio. Che cosa c'entrano dunque il denaro e la finanza con il clima e la CO2? Gli "eventi estremi" climatici e finanziari, in crescita negli anni recenti, si caratterizzano per il medesimo meccanismo: "fluttuazioni giganti" provocate da una fortissima accelerazione dei processi. Ad esempio quelli indotti dall'immissione nell'atmosfera di grandissime quantità di CO2 e - sul mercato - di un'enorme massa di denaro. Disastri che colpiscono per primi i poveri del mondo, poi l'ambiente e noi stessi. Ma come si può salvare Gaia e i suoi abitanti? La risposta in queste pagine.
Il volume raccoglie contributi in forma di short paper presentati in occasione del Convegno finale realizzato nell'ambito delle attività di ricerca del Progetto di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) 2007-2009 "Mobilità del turismo regionale incoming. Aspetti socio-economici dei comportamenti e delle motivazioni" del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR). Il progetto è stato incentrato sull'analisi del turismo all'interno delle aree territoriali della Sicilia e della Sardegna. Lo studio è stato condotto con riferimento all'analisi delle motivazioni, dei comportamenti di spesa e del livello di soddisfazione dei turisti.
Da tre secoli il capitalismo plasma il mondo, sostentando e condizionando le nostre vite. Nonostante sia attraversato da ricorrenti crisi interne così profonde da mettere a rischio la sopravvivenza di intere nazioni, il capitalismo continua a espandersi, incontrastato. Scopo di questo libro è capire come ciò accada e se sia inevitabile che continui ad avvenire anche in futuro. Si apre con una ricostruzione dei fatti relativi alla crisi economica che da tempo attraversa il capitalismo finanziario globale e alle innumerevoli altre crisi che hanno contrassegnato il percorso del capitalismo dal secondo dopoguerra a oggi. Questa ricostruzione porta Harvey a porre un problema classico del marxismo: quello del carattere strutturale delle crisi che il capitalismo attraversa, uscendone trasformato ma anche consolidato e rafforzato. In particolare al centro dell'analisi c'è il problema della crescita illimitata. Qui l'approccio di Harvey - classicamente marxista nelle forme ma rinnovato nei contenuti e duttile di fronte all'inedito scenario odierno - consiste nell'individuare le premesse costitutive della crescita illimitata nel meccanismo del "flusso di capitale", spiegandone il funzionamento e mostrando in che modo si tratti di un effetto interno e strutturale a un insieme di dispositivi tanto pratici che teorici, capaci di generare una sorta illusione fondativa del sistema capitalistico. Il libro si chiude con un'analisi critica delle alternative per un socialismo sostenibile.
Il volume Riciclaggio e imprese. Il contrasto alla circolazione dei proventi illeciti raccoglie un'ampia riflessione a più voci sul fenomeno del riciclaggio e sui suoi stretti e molteplici piani di intersezione con l'illegalità d'impresa. Il problema è analizzato secondo una prospettiva interdisciplinare, che unisce i punti di vista di studiosi, professionisti, magistrati e operatori di diversa esperienza ed estrazione scientifica e culturale. Al centro dell'attenzione si pongono le modalità di penetrazione del riciclaggio nell'economia italiana e le inadeguatezze del vigente apparato di misure di prevenzione e sanzioni, disciplinate soprattutto, oltre che dal codice penale, dal d.lgs. 231/08, T.U. anti-riciclaggio.
Speciale attenzione è dedicata, nella seconda parte del volume, all'analisi delle dinamiche del riciclaggio nel contesto societario, al ruolo e alle responsabilità dei controllori interni alle imprese (soprattutto con riferimento agli obblighi di segnalazione delle operazioni sospette), nonché alle regole di organizzazione aziendale e di gestione delle attività a rischio di riciclaggio di cui si dotino spontaneamente gli enti e gli operatori finanziari per evitare la responsabilità da reato ai sensi del d.lgs. 231/01. Il testo si basa sui contributi, riveduti e ampliati, presentati nell'ambito di un convegno di studi organizzato il 10 giugno 2010 nell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano dal CSGP, in collaborazione con il CEMAFIR.
"Il compito di garantire istruzione e sanità, libertà di decisione e accesso alla finanza è troppo importante per lasciarlo al gioco delle circostanze e all'improvvisazione, per quanto generosa. […] La sola reale soluzione consiste nel testare rigorosamente le diverse politiche e nel compararne costi ed effetti."
Al cuore di questo piccolo libro c'è un'idea semplice e rivoluzionaria. La lotta alla povertà ha assorbito forze e finanziamenti ingenti, ha mobilitato coscienze e avviato progetti in tutto il mondo, ma non ha prodotto che scarsi risultati. Gli interventi talvolta funzionano e talvolta falliscono: nessuno è in grado di spiegare perché ciò avvenga e, soprattutto, nessuno è in grado di prevedere se un certo tipo di intervento avrà buone chance di successo. I politici non hanno strumenti per operare le scelte di politica sociale, gli scienziati sociali sono disarmati. È dunque necessario un nuovo modo di pensare e operare. Ciò che serve è un modo per poter valutare rigorosamente i tipi di intervento necessari. La chiave di volta ha un nome: studi controllati randomizzati. In altri termini: verificare sul campo attraverso esperimenti controllati l'efficacia dei diversi tipi di intervento possibili. Esther Duflo ha messo in atto questa nuova strategia. L'ha fatto in India, in Africa, in Messico. È andata sul campo, si è posta le domande giuste e ha allestito gli esperimenti necessari. I risultati sono stati sorprendenti. Non solo hanno spesso sfatato luoghi comuni, ma hanno prodotto effetti positivi a lungo termine. Una rivoluzione pragmatica e concettuale che ha pochi precedenti. Duflo non si è posta il compito di sradicare la povertà nel suo complesso. Si è invece posta quello di dare risposte rigorose a singoli problemi: come rendere più efficaci le campagne di vaccinazione? Come migliorare l'istruzione dei bambini con il minor investimento? Come combattere la malaria nel modo più semplice ed efficace? Così facendo ha avviato un circolo virtuoso che sta contagiando studiosi di tutto il mondo e sta cambiando dalle fondamenta il modo di fare economia.