
Il mondo è caduto preda della "teologia" liberista dell’accumulazione e della crescita infinita, secondo la quale il mercato è onnisciente, onnipotente e onnipresente: conosce il valore di ogni cosa, può innalzare le nazioni o mandare in rovina intere famiglie. Nulla sfugge al suo potere di mercificazione e non gli mancano certo le dottrine, i profeti e lo zelo "evangelico" per convertire il mondo al proprio stile di vita.
Secondo il teologo americano Harvey Cox è necessario smascherare questa pseudoteologia e dimostrare che il modo in cui opera l’economia mondiale non è naturale né inevitabile, ma è plasmato da un sistema di valori e simboli globali, che diventano più comprensibili quando vengono interpretati come una religione.
Per Cox è dunque in atto una divinizzazione del mercato e tutti i problemi del mondo – crescita delle disuguaglianze, riscaldamento globale, ingiustizie causate dalla povertà mondiale – sono sempre più difficili da risolvere.
Dieci nuovi paesi stanno entrando nell'Unione Europea. Altri tre sono alle porte. È possibile avere un'Europa insieme più grande e politicamente più unita di quella attuale? Quali sono i benefici per noi? Quali i costi? Rispondono a queste domande Tito Boeri (professore all'Università Bocconi di Milano, già Senior Economist dell'Ocse e consulente del FMI, della Banca Mondiale, della Commissione Europea e dell'ILO) e Fabrizio Coricelli (professore all'Università di Siena, già economista al FMI, alla Banca Mondiale e Consigliere Economico alla Commissione Europea".
Perché in Italia sono tutti d'accordo sul federalismo? Forse perché si discute sempre di poteri e si rinvia il nodo dei costi del decentramento. Ma siamo sicuri che una riforma epocale possa essere fatta a costo zero? Ed è vero che solo il Sud deve temere un taglio di risorse? In questo volume Marco Esposito rispnde a queste e ad altre domande.
"Deaglio ci proietta in un futuro inquieto e ostile. Rimedi? Il libro configura tre esiti possibili per evitare la 'fine della storia'. Da leggere come un thrilling." (L'Espresso) "Deaglio ha il merito di esporre in modo equilibrato e documentato i benefici e i costi sociali della globalizzazione." (Corriere della Sera). Mario Deaglio è professore ordinario di Economia internazionale all'Università di Torino.
Viviamo in un'epoca caratterizzata da straordinarie innovazioni tecnologiche, organizzative e istituzionali. Eppure, la teoria economica dominante si fonda su assunzioni statiche che presuppongono strutture produttive e tecniche date. Al contrario, l'economia classica era intrisecamente dinamica. Per interpretare il processo di sviluppo economico dei paesi avanzati, ma anche di quelli in via di sviluppo, la teoria economica dominante è di scarso aiuto. A partire dai "classici" - da Smith a Ricardo, da Malthus a Marx - l'autore analizza i problemi del capitalismo maturo dell'Occidente e delle aree del mondo che si stanno affrancando dal sottosviluppo.
«Quando gli elefanti litigano, povera l’erba…». In altre parole, quando lo Stato e il mercato litigano, poveri voi...
«Nella modernità liquida raramente una cosa mantiene la sua forma abbastanza a lungo da ispirare fiducia e da solidificarsi in affidabilità. Camminare è meglio che rimanere seduti, correre è meglio di camminare e fare surf è ancor meglio di correre». La tempesta perfetta provocata dall’attuale tsunami finanziario si è abbattuta sulla società liquida di consumatori che aspettava soltanto una nuova onda su cui ‘surfare’. Ad andare in pezzi è l’utopia dominante di questi anni, quella che vedeva il dominio di un mercato capace di autoregolarsi, in cui esisteva soltanto un contatto armonioso tra chi vende merci e chi le acquista. Una fede che assegnava al credito al consumo un ruolo ‘magico’, finanziando tutti senza alcuna precauzione, declassando lo Stato semplicemente a garante della fluidità di questo scambio. Lo stesso è avvenuto per la cultura il cui slogan è diventato «massimo impatto e obsolescenza immediata»: le idee si sono trasformate in merci da accatastare sugli scaffali di un supermercato globale dove devono attrarre l’attenzione dei consumatori immediatamente ed essere sostituite in pochissimo tempo. Nella fase ‘solida’ della modernità un sistema culturale doveva offrire norme rigide e narrazioni coerenti alle quali conformarsi, nei nostri tempi liquidi, all’opposto, suggestioni ed emozioni che seducono e non implicano obblighi e responsabilità. Una massa di informazioni e di sapere colorata e affascinante, pronta a soddisfare bisogni sempre più parcellizzati ed individuali, in cui non esiste una gerarchia centrata sull’importanza e la qualità. Zygmunt Bauman, con la consueta chiarezza e grazie all’uso di metafore potenti, mostra come la crisi attuale non riguardi soltanto l’economia, ma la capacità stessa della nostra società di trasmettere conoscenza e valori attraverso l’educazione. Una sfida incomparabile con quelle del passato e destinata a segnare il nostro futuro: «l’arte del vivere in un mondo più che saturo di informazioni deve essere ancora acquisita. E ancor di più lo deve la ben più difficile arte di educare gli esseri umani a questa vita».
"Il 'Quaderno' Finanza ad impatto sociale soddisfa una duplice esigenza. Quella di offrire una sorta di explicatio terminorum a beneficio di tutti coloro per i quali il linguaggio della moderna finanza appare (ancora) un linguaggio esoterico. Lodevole è perciò lo sforzo profuso da Claudia Gonnella e Silvia Cerlenco per cercare di chiarire il significato e l'uso dei tanti termini del nuovo vocabolario finanziario. Inoltre, questo testo è di grande aiuto per comprendere la portata e il significato della valutazione d'impatto sociale (VIS) come elemento che caratterizza l'agire dei soggetti del Terzo settore. È questa un'esigenza molto avvertita dopo che con la L. 106 del 2016 il Parlamento ha approvato la delega al Governo per la prima riforma organica del Terzo settore. In questa legge viene introdotto per la prima volta l'obbligo, per gli enti del Terzo settore, di dare conto dell'impatto sociale delle attività da essi realizzate. Preziosa è, pertanto, l'iniziativa che la Fondazione Tertio Millennio ha voluto porre in essere, pubblicando questo piccolo ma denso manuale". Dalla Prefazione di Stefano Zamagni.
Un testo singolare tra il saggio e il pamphlet di grande interesse e attualità per il fatto che l'autore affronta temi che riguardano tutti noi molto da vicino come l'economia, sempre più disastrata, ed un sistema politico più che mai vacillante, con le difficoltà, piuttosto marcate, della famiglia media italiana; il rapporto difficoltoso con le banche; l'allettante ma non sempre redditizio investimento in Borsa.