
Con questa lettera aperta l'autore propone un Giubileo possibile. Un invito a restare nei propri paesi, a non programmare manifestazioni spettacolari a Roma, a prestare attenzione al prossimo e a solidarizzare con i poveri.
"Questo libro raccoglie stralci di editoriali, dichiarazioni e interviste dei più importanti economisti italiani apparsi sui maggiori quotidiani, contiene un'impressionante sequela di clamorosi errori di valutazione dei migliori cervelli italiani. E proprio per questo è la dimostrazione del bluff di questa disciplina di studio e delle sue formule matematiche. È evidente, leggendo gli articoli scritti prima e durante lo scoppio della crisi, quanto le teorie abbiano azzerato la capacità di un'intera classe di studiosi di elaborare i dati che la realtà metteva a loro disposizione. Non li capivano? Li sottovalutavano? Oppure, semplicemente, era meglio non approfondirli?" Marco Cobianchi
Come è possibile che oggi persone muoiano per le conseguenze dirette o indirette della fame o della malnutrizione, mentre abbiamo la capacità di produrre cibo per sfamare il triplo della popolazione mondiale? Eliminare la fame è un imperativo morale e vitale per promuovere uno sviluppo umano integrale. Occorre guardare all'intero sistema alimentare, farsi responsabili di un profondo impegno nell'educazione verso un consumo alimentare più sostenibile, che comprenda anche il rispetto per il nostro pianeta. Alessandra Smerilli, forte del progetto globale Economy of Francesco che l'ha vista impegnata in prima persona, ci aiuta a comprendere perché e come la Chiesa si occupi oggi di queste questioni, offrendo un quadro di tutte le problematiche connesse alla produzione e alla distribuzione di cibo nel mondo.
Il lavoro, come oggi lo conosciamo, ha molti "peccati". È per pochi, povero, precario, senza adeguate tutele, discriminatorio, conflittuale e rigido per le imprese. Così inteso è il frutto avvelenato del capitalismo fordista che lo ha ridotto a merce. Non è a questo che si riferisce papa Francesco quando invece definisce il lavoro "un atto di amore". Il volume offre analisi e soluzioni, dati e scenari possibili per creare nuova occupazione grazie alla rivoluzione tecnologica e per ripensare uno statuto di diritti basilari per tutti i lavoratori, così da ridurre la conflittualità sui posti di lavoro e favorire l'alleanza tra imprese, lavoratori e sindacati.
"Finanza killer. Non con i nostri soldi", un testo a cui partecipano Alex Zanotelli, Francesco Gesualdi e Andrea Baranes, affronta i temi della crisi finanziaria mondiale, dei mutui subprime, dei derivati, dei paradisi fiscali, del sistema finanziario ombra, del debito pubblico. L'obiettivo dello spettacolo è far capire come siamo precipitati nella crisi, ma soprattutto cosa è possibile fare per uscirne: perseguendo una maggiore giustizia economica, sociale e ambientale, riconducendo la finanza a servizio dell'economia e delle persone. Quindi una finanza etica che pone gli esseri umani prima dei profitti: in questo orizzonte vanno assunte le decisioni da parte dei governi, ma anche le scelte di noi cittadini.
"Denaro" di Charles Péguy è una straordinaria riflessione sulla modernità e sulla società fondata sul denaro, un saggio breve di grande lucidità su quello che eravamo e su ciò che siamo diventati. Ormai considerato un classico del Novecento, "Denaro" rappresenta forse l'apice stilistico e concettuale di tutta l'opera di Péguy. Alternando il registro autobiografico a quello saggistico, lo scrittore francese descrive con sconcertante chiarezza lo sfaldarsi della società tradizionale - della buona e vecchia società lavoratrice e contadina - a favore della società moderna, pervasa e completamente plasmata dal denaro: nei suoi ritmi, nelle sue consuetudini, nel suo modo di intendere il lavoro e la stessa esistenza. Denaro rappresenta ancora oggi una mirabile cronaca in presa diretta di un passaggio epocale nella cultura e nella civiltà europea. La sua critica durissima e implacabile al sistema "borghese", "moderno", rimane ancora oggi insuperata per genuinità e chiarezza. Il lavoro, la morale, il rispetto: tutto viene inevitabilmente assorbito dal mondo del denaro, dal tempo che il denaro esige.
Questo interessante lavoro di Mauro Lorenzi affronta un argomento di grande attualità, che riguarda la vita, civile ed economica, di tre miliardi di persone e, per proiezione, il futuro della popolazione mondiale, che, nel 2050, raggiungerà i dieci miliardi: come evitare nuove crisi dell'economia globale, mediante un'efficace governance, per la regolamentazione dei mercati e della finanza. Lorenzi ripercorre la storia delle cinque fasi della globalizzazione economica internazionale ed esamina, in particolare, gli effetti, positivi e negativi, prodotti, nelle diverse fasi, sia nei paesi industriali avanzati che nei mercati emergenti, con particolare riferimento ai BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). L’autore analizza, poi, all'interno dell'ultima globalizzazione economica (anni 2001-2011), la crisi finanziaria, innescata negli Stati Uniti, nel 2007-2008, con lo scoppio della bolla, finanziaria e immobiliare, e la sua propagazione, prima all'Eurosistema e poi all'economia globale, che ha portato all'attuale recessione, con tutte le conseguenze per la stabilità politica, economica e sociale. Lorenzi, infine, identifica le variabili politiche, economiche e finanziarie, che hanno caratterizzato la fine del 2012 e caratterizzeranno il 2013, con il rischio di una nuova crisi, ancora più devastante della precedente: la "tempesta perfetta", paventata da Nouriel Roubini. La parte più propositiva di questo accurato lavoro riguarda l'individuazione delle possibili uscite dalla recessione globale, attraverso l'urgente riequilibrio, multilaterale e multipolare, del potere a favore dei paesi emergenti, da parte delle istituzioni internazionali, politico-economiche (G20) e finanziarie (FMI, BM e FSF), deputate a riformare, con urgenza, la finanza globale, a regolamentare il mercato internazionale e a creare una nuova governance della global economy, per realizzare uno sviluppo più equo e solidale, evitando il caos.
Economia e teologia possono influenzarsi a vicenda e generare buone pratiche. Ma devono sempre tenere d'occhio la valutazione del rischio. Non si tratta di eccessiva prudenza o ricerca del profitto a tutti i costi. Anche perché, citando san Giacomo, «la fede senza le opere è morta». Padre Giordano e il professor Pastorelli hanno proposto argomenti di un'attualità incredibile. Hanno riportato l'uomo al centro. Un incontro tra discipline diverse che può generare una concezione dell'economia sana e solidale: un nuovo Umanesimo che non avrebbe nemmeno bisogno di troppe etichette. Oggi si parla e si scrive di economia civile e circolare, Terzo settore, no profit, ecc. Tutte sfaccettature di una stessa medaglia: quella che dovrebbe ispirarsi al bene comune e al profitto che favorisce non solo chi si assume il rischio di impresa, ma anche il territorio e la comunità.
Il volume prende le mosse dalla considerazione che, nelle mutate condizioni dei mercati mondiali, la partecipazione dei lavoratori al processo produttivo è la condizione più importante perché l'impresa riesca ad essere competitiva. Si tratta di condividere i fini dell'impresa, di trarre gratificazione dai buoni risultati del proprio lavoro, senza naturalmente eliminare le asimmetrie di potere nell'organizzazione. Gli autori partono dalle esperienze maturate in altri paesi europei per formulare la proposta di un Istituto per il lavoro con il compito di studiare le condizioni di partecipazione, di sperimentare le istituzioni e le regole che la favoriscono, e di sostenere e diffonderne i valori, in linea con le più avanzate ipotesi strategiche.
La storia della lira inizia dalla libbra romana, una misura di peso equivalente a circa 325 grammi. Fu la riforma di Carlo Magno a trasformarla in unità del sistema monetale. La moneta di quel sistema era il denaro; le zecche ricevevano una libbra d'argento e dovevano cavarne 240 denari. La lira inizia la sua vita come unità virtuale, cui non corrisponde una moneta, e tale resterà per la maggior parte della sua storia, moneta fantasma, multiplo delle piccole monete che circolavano negli stati italiani, in rapporti variabili a seconda dei periodi di crisi o di prosperità. Seguendo di città in città, di moneta in moneta, "le avventure della lira", Cipolla compone così una piccola storia monetaria d'Italia, dal Medioevo all'inizio dell'Italia unitaria.
Il libro è dedicato alle risposte della società civile internazionale alla globalizzazione e al predominio di una economia monetaria virtuale, facendo riferimento al settore non profit, con particolare riguardo al fair trade, o commercio equo e solidale.