
Ogni ricco ha il reddito di cento poveri. Non è l'Inghilterra di Dickens, è l'Italia di oggi. Redditi e ricchezza si sono concentrati nelle mani di una persona su dieci. Le altre nove - quasi tutti noi - stanno peggio di dieci anni fa, sono i 'perdenti', divisi in mille modi - tra uomini e donne, tra vecchi e giovani, tra Nord e Sud - ma uniti dal declino. Com'è potuto succedere? Togliere ai poveri per dare ai ricchi, rendere il lavoro più debole e il capitale più forte è da trent'anni l'orizzonte del liberismo. Da qui ha origine la crisi attuale, in Europa e in Italia. Ma un'alternativa c'è, ci meritiamo un altro futuro.
Ora che il comunismo è stato gettato alla polvere della storia, diventa più urgente che mai ponderare il corso futuro del suo apparente conquistatore: il capitalismo. Con l'intento di esaminare la possibile direzione del capitalismo, come prima cosa l'autore di questo libretto identifica la natura della sua preda, facendo una veloce panoramica su cosa il capitalismo non è. Una volta stabilito il modo in cui capitalismo e mercato lavorano in contrasto con gli altri meccanismi di coordinamento nella società, propriamente tradizione e comando, Heilbroner esplora il capitalismo come un sistema economico e, allo stesso tempo, come ordine politico e dimostra come i due piani siano assolutamente interrelati.
Le apocalittiche previsioni, più volte formulate, sulla crisi dei giornali hanno trovato smentita nei fatti recenti, che evidenziano la realtà di un comparto editoriale in salute. In Italia, molti passi avanti sono stati compiuti per recuperare posizioni rispetto al resto della stampa occidentale, anche attraverso nuove strategie di marketing nate negli ultimi anni per valorizzare il potenziale di marca delle diverse testate. Il quotidiano è oggi un sistema articolato di prodotti e di servizi al lettore, tenuti insieme dall'identità propria di ciascuna testata. Il libro descrive le principali strategie di marketing dei giornali italiani, soffermandosi sull'evoluzione dei modelli giornalistici e imprenditoriali e sui più recenti progetti di diversificazione editoriale.
Come si sono trasformati i rapporti tra impresa e mercato con l'avvento di Internet? Come cambia la funzione di marketing con il Web? Il testo illustra i mutamenti introdotti dalla Rete nel quadro di relazioni consolidate tra impresa e mercato, evidenziando come le tecnologie intervengano nel ridefinire la capacità dell'impresa di interagire con i consumatori e approfondendo il ruolo del Web come strumento a supporto dei processi di comunicazione dell'impresa.
Una campagna pubblicitaria nasce da un processo sistematico e articolato, più complesso di quanto generalmente si creda. Il libro, in una nuova edizione aggiornata e ampliata, descrive in modo agile e puntuale tutti i momenti di questo processo. Si rivolge a chi si occupa di comunicazione e a chiunque desideri capire i meccanismi di un'attività impegnativa e affascinante.
In un momento storico in cui il clima politico del nostro paese registra un'evidente esasperazione dei conflitti, l'informazione può svolgere un ruolo fondamentale per la loro corretta gestione e contribuire in modo decisivo alla loro evoluzione verso stili di comportamento più consoni alla logica democratica. Non è casuale, perciò, che il punto di partenza di questo libro sia il rapporto tra giornalismo, conflitti e violenza. Così come non è casuale che l'opera si snodi attraverso una rivisitazione dei tre grandi temi lanciati dalla Rivoluzione francese e divenuti emblematici della moderna cultura politica - libertà, uguaglianza, fraternità - , muovendo proprio dall'ultimo, il più dimenticato, per rileggere, in rapporto a esso, anche gli altri due. Il punto d'arrivo è costituito dal tema dell'ultimo capitolo, quello che tratta del rapporto fra giornalismo e democrazia. Il presupposto sottinteso, in tutto questo discorso, è che il giornalismo oggi abbia bisogno di una riflessione non meramente pragmatica, che lo aiuti ad approfondire la propria funzione nella società odierna e valorizzi la dimensione culturale che fa degli operatori dell'informazione i nuovi "maestri" dell'opinione pubblica. È una responsabilità di cui forse ancora non si sono tratte tutte le conseguenze. Questo libro si propone di sollecitare e accompagnare una presa di coscienza che le espliciti.
Il lavoro esamina le decisioni di politica economica susseguitesi in Italia dalla nazionalizzazione dell'industria elettrica in poi, definendole "eresie", ossia dottrine contrarie ai dogmi della razionalità economica, le quali hanno dato vita a puri "esorcismi", riti che hanno lasciato le cose come prima. Infatti, nonostante le promesse di tagli, la spesa pubblica è continuata a crescere imperterrita, come pure, ma meno, la pressione fiscale, facendo così lievitare l'indebitamento pubblico. Lo Stato si è impossessato di metà del reddito annuo del Paese e non pare ancora soddisfatto, dato che va aggredendo in modo indistinto la ricchezza. L'autore individua nella "manovra" la madre di tutti i mali, una pratica di cui si avvale ora anche l'Unione Europea. La crisi che stiamo vivendo è il conto che gli italiani sono chiamati a pagare per gli errori commessi dagli Stati Uniti nel dopo Bretton Woods, non avendo adeguato le regole sul piano della moneta e dei cambi, e dall'Unione Europea nel dopo Trattato di Maastricht, per non aver attuato il disegno di unificazione politica che l'aveva indotta a creare l'euro. Il lavoro indica anche le "scelte giuste" da prendere per riportare l'Italia sul sentiero della ripresa produttiva e dell'occupazione. Il lavoro si chiude con un esame critico della Manovra Monti e delle decisioni prese a Bruxelles il 9 dicembre scorso che sono la continuazione della concezione di una "vecchia" Europa.
Un'Europa diversa. È dall'urgenza di imprimere una svolta radicale al progetto di costruzione europea e alle politiche dell'Unione che prende il via e si sviluppa una proposta concreta per un'Europa che vada finalmente oltre l'austerità. Un'Europa più democratica e solidale, che punti su lavoro, innovazione e crescita sostenibile, in grado di recuperare il proprio ruolo sullo scenario internazionale. Di fronte al rischio di un'avanzata delle forze antieuropeiste e dei movimenti populisti, il libro indica un percorso possibile verso un'Europa che riparta dai propri valori fondanti e che, consapevole delle sue unicità e potenzialità, torni a rappresentare una speranza per le giovani generazioni. È un'appassionata esortazione affinché i progressisti affrontino gli appuntamenti cruciali che ci attendono, forti di un europeismo rinnovato che guardi al futuro.
Nei sei anni che separano il 150° anniversario ormai trascorso della nascita di Max Weber (Erfurt 21 aprile 1864), dal 100° della sua morte (Monaco 14 giugno 1920), sarà completata la gigantesca edizione critica della sua opera omnia. A quel punto la Weber-Forschung disporrà di tutti gli elementi per realizzare in concreto i propositi di "ripensamento", "riesame", "nuovo sguardo" che si sono infittiti negli ultimi anni, sull'onda dell'opera pionieristica di W. Hennis negli anni '80, che rivelò l' esistenza di questo Grundriss 1898, unico testo di Weber sull'Economia politica generale "teoretica", rimasto sconosciuto per circa un secolo. la sua pubblicazione anastatica nel 1990, e la sua riedizione critica nel 2009, hanno posto fine al macroscopico omissis nella "biografia dell'opera" che ha avuto enormi conseguenze distorsive sull'interpretazione del pensiero complessivo di Weber.
Assumendo la persona come fine ultimo di qualsivoglia processo politico, economico e culturale, cogliendo la centralità ontologica, epistemologica e morale della persona, ricorrendo direttamente ai testi del Magistero sociale della Chiesa, gli autori intendono evidenziare il perché siano proprio i valori che gli uomini adottano e testimoniano nella propria vita a decretare il successo o il fallimento delle imprese. Per usare un'espressione cara al prof. Marco Vitale, nella prospettiva cristiana dell'imprenditorialità, l'uomo giunge al crocevia dello sviluppo portando con sé certamente capitali finanziari e know-how ma, ancor prima, ciò che gli è stato donato (anch'essi capitali): virtù, abilità, fantasia, sensibilità, intelligenza. La raccolta curata da Abela e da Capizzi ha il merito di mostrare come la virtù imprenditoriale rappresenta sempre più la leva essenziale per il successo in campo economico. Essa, tuttavia, affinché possa innescare il circolo virtuoso dello sviluppo economico, generando fiducia e inclusione sociale, richiede uomini d'affari sempre più consapevoli e responsabili, capaci di interrogarsi continuamente sul senso del proprio vivere, nonché, sulle conseguenze dirette e indirette del proprio agire. In questa prospettiva, i nostri autori, ricorrendo a brani significativi del Magistero sociale della Chiesa, ci mostrano come, nella prospettiva cristiana, lo sviluppo non sia riducibile alla mera crescita economica e il mercato al freddo gioco della domanda.

