
Realizzare un progetto imprenditoriale richiede attività e competenze molto disparate: occorre analizzare il mercato di sbocco e la concorrenza, definire il segmento di mercato al quale rivolgersi e il sistema di offerta, decidere come realizzare, vendere e distribuire il prodotto o il servizio, prevedere le conseguenze economico-finanziarie di tutte queste decisioni. Unendo rigore metodologico e concretezza, questo libro offre a tutti coloro che vogliono avviare un proprio business, o vogliono realizzare una nuova iniziativa all’interno di imprese già esistenti, una “scatola degli attrezzi” ricca di strumenti strategici e operativi utili per la messa a punto del progetto imprenditoriale.
La geometria frattale ha modificato radicalmente il modo in cui la scienza tenta di penetrare i misteri della natura e ha influenzato numerosi campi di studio e di applicazione moderni. Benoît Mandelbrot, artefice di questa profonda rivoluzione, applica oggi i suoi metodi anche al mondo della finanza; negli ultimi quarant'anni, infatti, ha analizzato attentamente ogni aspetto del campo, giungendo alla conclusione che le teorie ancora in uso ai giorni nostri poggiano su basi sbagliate: il mercato è molto più rischioso di quanto si pensi comunemente. In questo libro, l'autore scherza con i mostri sacri dell'economia classica, smontando i vecchi modelli a causa dei quali numerosi investitori hanno perso ingenti quantità di denaro.
Il contributo più innovatore di Fernand Braudel ha dato agli studi storici è senza dubbio lo sforzo di capire e interpretare i fenomeni di lunga durata. In "Civiltà materiale, economia e capitalismo", lo studioso francese ha approfondito la sua visione della storia, quasi prendendo a pretesto le vicende di quattro secoli per analizzare nelle sue diversa complessità e contraddizioni il passato, collegarlo strettamente al presente e rileggerlo in chiave antropologica. In questo volume l'avventura dell'uomo è ricostruita attraverso il cibo che i diversi paesi offrono o che dal lavoro umano sono messi in grado di offrire, le bevande, i tipi di abitazione, l'abbigliamento, gli ausili diversi per dare alle società un fondamento materiale solido.
Il volume offre una trattazione unitaria e ragionata dell'analisi economica del diritto pubblico. Il calcolo delle scelte razionali e la teoria dei giochi possono utilmente spiegare non soltanto i comportamenti tipicamente di mercato, da tempo oggetto dell'analisi economica del diritto privato, ma anche le condotte strategiche dei cittadini e degli attori politico-istituzionali nella sfera pubblica. Grazie anche a molteplici applicazioni ed esemplificazioni di diritto positivo, gli autori espongono con chiarezza i fondamenti di tale approccio e ne illustrano il contributo che può fornire all'approfondimento di alcune fra le principali questioni del costituzionalismo moderno e del funzionamento degli apparati pubblici. Il lettore potrà così comprendere perché, dal punto di vista economico, esiste lo Stato e quali sono i suoi compiti; quali sono le logiche delle scelte collettive a livello costituzionale e nel processo politico; che cos'è il mercato delle leggi e quando le norme possono considerarsi efficienti; quali sono gli strumenti più efficaci per controllare la pubblica amministrazione; se il federalismo stimoli una benefica concorrenza tra poteri pubblici o rappresenti una minaccia per gli interessi collettivi.
Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione hanno modificato radicalmente la vita delle persone e le logiche di funzionamento delle organizzazioni, aprendo scenari di grandi opportunità per le imprese, non solo ai fini di un recupero di efficienza operativa, ma anche in vista di uno sviluppo strategico. Eppure, nonostante l'accesso alle tecnologie sia ormai relativamente facile, sono ancora poche le imprese che riescono a sfruttarne pienamente le potenzialità integrandole in modelli di business di successo. Per le altre, gli investimenti informatici si rivelano spesso onerosi, complessi e poco redditizi, almeno rispetto alle aspettative. Il volume affronta questo problema attraverso l'analisi di tutto il processo che permette la valorizzazione strategica degli investimenti in IT: dal momento in cui si avvia la progettazione dei sistemi informativi fino alla definizione delle scelte di posizionamento competitivo. Il testo analizza le dinamiche che intervengono lungo questo processo e che possono determinarne gli esiti in termini di impatti effettivi sulle performance aziendali. Un percorso articolato e pieno di insidie, dove entrano in gioco valutazioni tipicamente riconducibili alla razionalità economica, ma anche dimensioni più sfuggenti e ambigue, connesse a fattori di natura sociale e psicologica.
Così come La grande fuga, famoso film del 1963, racconta l'evasione di un gruppo di soldati da un campo di prigionia della Seconda guerra mondiale, questo libro evoca la fuga dalla deprivazione e dalla morte precoce come costante nella storia dell'umanità. Le azioni che, una generazione dopo l'altra, sono state intraprese per rendere l'esistenza meno dura hanno tuttavia prodotto un incessante oscillare tra progresso e disuguaglianza. Avremo mai un progresso senza disuguaglianza? Non si parla qui solo di denaro, ma anche di salute, di felicità, e della possibilità di vivere abbastanza a lungo per godere delle opportunità della vita.
La «vecchia» globalizzazione, avvenuta nell'800, è stata il prodotto dell'energia del vapore e della pace internazionale: abbassandosi i costi del trasporto dei beni si è innescato un ciclo di agglomerazione industriale e di crescita che ha portato le nazioni ricche al dominio assoluto. È stata la «grande divergenza». La «nuova» globalizzazione della fine del '900, guidata dalla tecnologia dell'informazione, ha reso conveniente per le imprese multinazionali trasferire nelle nazioni in via di sviluppo non solo il lavoro ad alta intensità di manodopera, ma anche le idee, il know-how di marketing, manageriale e tecnico. Alta tecnologia e bassi salari stanno così favorendo la rapida industrializzazione di una manciata di nazioni rimaste finora ai margini dell'economia, mentre si assiste alla simultanea deindustrializzazione delle nazioni sviluppate. È la «grande convergenza».
Il volume raccoglie i contributi di Georgescu Roegen Nicholas nell'ambito della bioeconomia, ma soprattutto, cerca di offrire alla teoria bioeconomica un carattere di maggior sistematicità, integrandola con gli sviluppi più significativi che si sono avuti in tempi recenti in particolare nella biologia e nella teoria dei sistemi complessi. Il volume vuole inoltre recuperare lo spirito originale che animava la teoria bioeconomica.
Il complesso e quanto mai attuale tema del welfare, e del welfare pensionistico in particolare, viene affrontato qui in modo innovativo e originale, rispetto ai classici lavori monografici di matrice esclusivamente storico-sociologica o giuridica o economica o inseriti nell'area della scienza delle finanze. Il libro sceglie un approccio multidisciplinare per una maggiore e più completa comprensione della materia, che viene analizzata nelle sue diverse sfaccettature, secondo un filo conduttore volutamente 'non ideologico', capace di guardare al sistema di protezione sociale (nella sua storia, nelle sue finalità, nei suoi elementi critici e nelle sue possibilità e potenzialità future) avendo come riferimento prima di tutto la 'natura' del soggetto da 'proteggere': l'uomo, con le sue differenti peculiarità e attitudini, membro di una società che comprende al suo interno grandi e innegabili elementi di diversità. Il lavoro inizia con una ricognizione completa dei modelli di welfare che si sono sviluppati prevalentemente in Europa e ne analizza il processo di convergenza, dalla nascita del welfare state alla crisi di questi anni; prosegue poi con una ricostruzione storica dell'evoluzione del welfare in Italia, dall'Unità a oggi. Si passa quindi a un'analisi dettagliata dei profili economici, attuariali e gestionali dei sistemi previdenziali, per finire con una originale riclassificazione del bilancio dello Stato e della spesa per welfare regionalizzata.
Antonio Genovesi può essere a ragione considerato uno dei fondatori della moderna scienza economica. L'eclettico pensatore napoletano cominciò a occuparsi quasi esclusivamente di economia, etica e antropologia solo negli ultimi quindici anni della sua vita. Primo in Europa a ricoprire una cattedra di Economia (istituita a Napoli nel 1754), potè diffondere il proprio magistero non solo in Italia ma in tutto il contesto illuminista. Le "Lezioni di commercio o sia di economia civile" costituiscono il corpus del corso universitario svolto da Genovesi, ma soprattutto racchiudono la summa della sua riflessione sui temi economici. Antonio Genovesi visse nella medesima epoca di Adam Smith, ne condivise la critica del mondo feudale e la convinzione che il mercato avrebbe contribuito alla costruzione di un mondo più egualitario e più libero. Ma mentre Smith aveva una visione pessimistica dell'uomo improntata all'individualismo degli interessi (il bene comune è affidato alla "mano invisibile" del mercato), Genovesi era convinto che la persona fosse l'equilibrio di due forze: quelle dell'interesse per sé e della solidarietà sociale; il soggetto gli appariva come una realtà relazionale fatta per la reciprocità. Di qui la sua idea di mercato come "mutua assistenza", una intuizione originale che oggi sta vivendo una nuova giovinezza. Introduzione di Luigino Bruni e Stefano Zamagni.