
Nel mondo attuale, per cogliere le opportunità e anticipare i cambiamenti, dobbiamo sviluppare modi per convivere con massicce quantità di dati. Nel lavoro come nello studio e nella vita privata anzitutto abbiamo bisogno di riordinare quello che ci viene detto realmente. La necessità di essere sempre informati e aggiornati, il ritmo accelerato con cui mutano atteggiamenti, comportamenti, conoscenze e con cui sono scambiate le informazioni richiedono lo sviluppo di una raffinata "capacità d'ascolto", per evitare equivoci e interpretazioni inesatte. Sviluppare le nuove capacità d'ascolto consente di capire meglio gli altri, acquisire una maggiore abilità nel trattare con le persone, evitare i conflitti, cogliere i segnali deboli. Quando ci si rende conto che passiamo dal 45 al 55% del nostro tempo ascoltando, possiamo capire perché farlo in modo efficace è così vitale. Tutti coloro che hanno successo studenti, imprenditori, dirigenti, professionisti, venditori - sono anzitutto buoni ascoltatori. Come potete indovinare cosa gli altri si attendono da voi se non siete abili nel farvelo dire? Come potete ottenere fiducia se non sapete mettere gli altri a proprio agio "ascoltandoli"?
Valide ed inedite piste di riflessione sulla responsabilità sociale d'impresa.
Il manuale si prefigge lo scopo di fornire un supporto, non solo didattico, che possa essere di concreto ausilio per tutti coloro che devono procedere alla registrazione contabile delle operazioni comunemente svolte da qualsivoglia impresa, con l'intento, tuttavia, di presentare un modello interpretativo dei fatti di gestione che ne indirizzi la rilevazione. Il lavoro si struttura in tredici capitoli in cui, dopo avere introdotto il concetto di contabilità generale e presentato uno schema tipo di piano dei conti, vengono rilevati gli accadimenti relativi alla costituzione delle imprese individuali e delle società, agli acquisti ed alle vendite, al regolamento dei crediti e dei debiti commerciali, alle immobilizzazioni materiali ed immateriali, alle cambiali attive e passive, al personale dipendente ed autonomo, ai finanziamenti esterni, agli investimenti in titoli obbligazionari ed azionari, alla chiusura ed alla riapertura dei conti, alla destinazione dell'utile, alla copertura della perdita, agli aumenti ed alle riduzioni del capitale.
In questo lavoro, l'autore prova a dare risposte a quesiti come: è possibile definire e rappresentare il territorio per mezzo di una visione multi-disciplinare? Che ruolo ricopre e quali obiettivi deve perseguire il marketing nella pianificazione territoriale? L'ultimo decennio, a causa di crisi finanziarie e guerre civili è stato caratterizzato da flussi migratori che hanno contribuito a ridefinire gli spazi urbani e i rapporti tra questi e le aree rurali e costiere. Lo stesso periodo segna l'avvento della sharing economy, che contribuisce a facilitare la mobilità di viaggiatori alla ricerca di relazioni con i territori e le comunità, al fine di soddisfare bisogni funzionali, narrativo-simbolici ed esperienziali. Queste tendenze rappresentano le facce della stessa medaglia. Infatti, se da un lato i flussi migratori contribuiscono a ridefinire, spazialmente e abitativamente, le aree "marginali" e quelle periferiche delle grandi città, i flussi turistici segnano gli elementi identitari dei territori, provocando, in alcuni casi, fenomeni distorti di "gentrificazione". La reazione a queste tendenze è lo sviluppo degli interessi, politico-territoriali e scientifici, verso le aree "marginali", che si prestano a divenire laboratori di sperimentazione di forme di "innovazione sociale" per contribuire ad invertire le tendenze sociodemografiche ed economiche e sostenere, anche grazie al diretto impegno delle comunità, le azioni di tutela ambientale. È su questa base che il lavoro cerca di proporre al lettore elementi per una lettura delle dinamiche territoriali, utile a supportare i processi di pianificazione in ottica di sostenibilità.
Nella societa contemporanea l'uomo e rappresentato sempre piu come individuo e il suo lavoro come opera accessoria rispetto all'identita del singolo. In tale contesto e possibile il riconoscimento della dignita umana del lavoro? O il lavoro e destinato ad essere infinitamente demoralizzato"? "
Con la rivoluzione industriale in Gran Bretagna, una parte della popolazione mondiale ha cominciato a sperimentare una crescita economica straordinaria, che ha portato a un enorme divario di ricchezza e tenore di vita tra l'Occidente industrializzato e il resto del mondo. Questo trend si è invertito dopo la seconda guerra mondiale e ora ci troviamo a metà di un secolo di crescita sempre più rapida dei paesi in via di sviluppo, avviati sulla strada di una nuova convergenza con i paesi avanzati: una tendenza destinata a cambiare volto al pianeta. Michael Spence, Premio Nobel per l'economia, ci spiega quali sono le cause di questa clamorosa evoluzione dei 5 miliardi di esseri umani che vivono nei paesi in via di sviluppo. I tassi di crescita sono eccezionali, e mantenerli a questi ritmi comporta sfide di portata inedita dal punto di vista della governance, del coordinamento internazionale e della sostenibilità ecologica. Le implicazioni per i cittadini dei paesi avanzati sono considerevoli, ma ancora poco conosciute. Spence descrive con chiarezza e audacia qual è la posta in palio per tutti noi e prefigura come si evolverà l'economia globale nei prossimi cinquant.anni. È un libro, questo, che ha acceso un dibattito intenso sulla strada migliore da seguire nel mondo del dopo crisi, ristabilendo l'equilibrio tra interessi economici nazionali e internazionali e tra rimedi a breve termine e sostenibilità a lungo termine.
Gli stati sono sostituiti, nella disciplina dell'economia, da istituzioni sovranazionali; l'ordinamento nazionale è parte di quello comunitario, al quale deve adeguarsi; il diritto comunitario finisce per stabilire le teste di capitolo del diritto pubblico dell'economia: sono solo alcuni degli importanti mutamenti con cui si è chiuso il secolo XX. In questo complesso sistema, quali sono i rapporti tra Stato ed economia in Italia? Come si sono sviluppati dall'Unità a oggi? Quale parte hanno l'Unione europea e la globalizzazione nella modificazione di tali relazioni? Accanto a un bilancio storico dell'intervento economico nel suo assetto tradizionale, i capitoli di questo volume forniscono una attenta analisi dei rapporti attuali Stato-economia e seguono le trasformazioni e le prospettive aperte dalle politiche dell'Europa unita. Questa quinta edizione, diretta e coordinata da Sabino Cassese, è il frutto di una completa revisione del precedente manuale.
Il modello dell’economia sociale di mercato, delle scuole di Ordo di Friburgo di Walter Eucken e Franz Böhm e di Francoforte e Colonia di Ludwig Erhard e Alfred Müller-Armack col bilancio in pareggio, la stabilità monetaria, il mercato di concorrenza, la tutela sociale basata su merito e responsabilità e la prevalenza del diritto privato sul pubblico, è alla base del miracolo economico tedesco iniziato nel dopoguerra così come l’italiano si avvalse delle parallele teorie di Luigi Einaudi. Questi principi hanno influenzato il Trattato europeo di Roma e quello dell’Euro. Nello scontro con le dottrine dello stato sociale assistenzialistico e con i precetti keynesiani del pieno impiego basato sul deficit, questo modello ha subito degenerazioni e fraintendimenti. Resta tuttavia d’estrema attualità per capire e valutare l’azione della Bce in confronto alla Federal Reserve, il nuovo patto fiscale dell’eurozona e le possibili politiche pro crescita.
Due medici che danno due diagnosi diverse allo stesso paziente sulla base degli stessi esami. O due giudici che assegnano pene diverse a colpevoli dello stesso reato. O, addirittura, lo stesso manager che prende una decisione diversa a seconda del momento della giornata. Non dovrebbe accadere, invece l'esperienza insegna che sono decine gli ambiti in cui le decisioni dovrebbero essere dettate da criteri oggettivi, ma in cui alla fine la realtà è ben diversa dalla teoria. E la colpa è del rumore. Daniel Kahneman, premio Nobel per l'economia e autore del bestseller mondiale "Pensieri lenti, pensieri veloci", ha studiato per anni con Olivier Sibony e Cass R. Sunstein questo difetto del funzionamento mentale e in questo libro dimostra come ovunque si eserciti il giudizio umano - nella sanità pubblica come nelle aule di giustizia, nei processi aziendali come nelle decisioni quotidiane di tutti noi - lì si trovi il rumore, a sviare il ragionamento e causare errori. Una ricerca accurata, un libro ricco di idee che svela un fenomeno onnipresente ma finora largamente ignorato e consente ai suoi lettori di riconoscere e controllare l'influenza che il rumore esercita su tutte le loro decisioni, previsioni e valutazioni.
L'economia può essere salvata? La risposta, sorprendente, è sì. In questo nuovo saggio, l'autore di "Si può fare!" e fondatore del movimento internazionale dell'Economia del Bene Comune, Christian Felber, esamina e smantella l'ortodossia dell'economica neoclassica per invitarci ad abbracciare una nuova visione che definisce "olistica" perché tiene conto dei bisogni fondamentali dell'uomo. In un'analisi a trecentosessanta gradi, Felber ripercorre tutti i modelli che hanno interessato l'evoluzione del pensiero economico, dalla potenziale "scienza naturale", fino all'eccessivo uso della matematica in una disciplina che, alla fine, sembra aver dimenticato il senso della propria storia, delle proprie radici e del proprio nome. Il fatto che gli economisti non abbiano saputo prevedere la crisi del 2008, ad esempio, è una conseguenza logica dello stato in cui versa oggi questa scienza, piena di errori e forzature. Da allora, sono sorte numerose proteste, non solo tra gli studenti, e si sta diffondendo con grande forza la richiesta di un'economia che sia sempre più pluralista. In questi tempi cruciali, Christian Felber condivide con i lettori il suo pensiero avanguardistico, presentandoci delle proposte concrete per una scienza economica olistica che accolga in sé la prospettiva delle donne e delle madri, coniughi in modo trasparente l'etica e la politica, tenga conto della natura, degli ecosistemi planetari e dei loro limiti, sviluppi sensibilità per gli squilibri, l'abuso e la concentrazione di potere, si apra alle altre discipline e le integri organicamente - che sia, in una parola, universale.