
Sono decenni che gli italiani lo sanno: il debito pubblico è un problema spaventosamente grande, tanto che sembra troppo enorme per essere affrontato. Solo Carlo Cottarelli può riuscire a raccontare in termini chiari e trasparenti come stanno davvero le cose, spiegando i concetti fondamentali senza tecnicismi e utilizzando una miriade di esempi che nascono dalla sua esperienza di dirigente al Fondo monetario internazionale e di commissario per la Revisione della spesa. Dopo il successo conseguito con «La lista della spesa», Cottarelli torna quindi a illuminare i conti pubblici italiani, puntando l'attenzione sul debito: come si forma? Perché è così difficile ridurlo? Come mai è così importante per l'economia delle nazioni? Ci si può convivere, e in che modo? Cottarelli ha avuto esperienza diretta di molte crisi generate dal debito pubblico, come quella italiana che portò alla caduta dell'ultimo governo Berlusconi e quella greca degli ultimi anni, e può quindi illustrare rischi e opportunità delle varie, possibili soluzioni del problema: da quella più combattiva (non ti pago!) a quella più ortodossa (l'austerità), fino al cauto ottimismo di una possibile via di buon senso, fatta di credibilità, crescita e attenzione al lungo periodo.
La povertà di gioia che l'Europa e l'Occidente conoscono ormai da tempo è conseguenza diretta dell'oblio della logica e della sapienza delle beatitudini evangeliche. Esse incorporano ed esprimono i valori scartati e disprezzati dal capitalismo, e quindi dal nostro mondo sempre più costruito a immagine e somiglianza del "dio business". Mitezza, costruzione di pace, povertà, misericordia, purezza, non sono le parole dell'economia capitalistica e della sua finanza, perché se le prendessimo sul serio dovremmo disfare i nostri imperi di sabbia e iniziare a edificare la casa dell'uomo. Non a caso, nel risveglio, inatteso e sorprendente, delle beatitudini in molta parte d'Europa, i grandi assenti sono le grandi imprese e le banche, che continuano indifferenti le loro produzioni e i loro riti.
La mattina del 15 settembre 2008 miliardi di persone in tutto il mondo si svegliavano ignare che la propria vita sarebbe notevolmente cambiata. Dall’altra parte dell’Oceano, una banca d’affari, sconosciuta ai più, dichiarava fallimento.
La Lehman Brothers non raccoglieva il denaro dei risparmiatori privati, né erogava prestiti come fanno le più note banche commerciali. Il suo principale «affare» era quello di prestare consulenza ad altre società; di aiutarle nel collocamento di azioni o di obbligazioni in borsa; di investire il proprio e l’altrui denaro al solo scopo di incrementarne il volume. In poche parole: di «utilizzare i soldi per fare più soldi».
Aver astratto il fine del mercato dalle sue implicazioni etiche (il tempio) e politiche (la città) costituisce una parte del problema, così come l’avere espulso dalla sfera dell’economico la dimensione della gratuità, della reciprocità, del bene comune, della fiducia e del capitale sociale.
Mercato, città e tempio, fin dall’antichità, sono stati uniti da uno stretto legame che la modernità ha interrotto e la post-modernità tenta di ripristinare. Quel che è certo è che ogni crisi è un tempo buono per sprigionare nuove energie, rompere vecchi schemi e crearne di nuovi.
Sommario
1. La crisi dei subprime e l’effetto farfalla. 2. Dal tempio alla basilica. 3. Le radici medievali (e francescane) dell’economia di mercato. 4. Dall’economia civile all’economia in-civile. 5. To profit or not (only) to profit! This is the problem. 6. Dalla «ricchezza delle nazioni» a quella delle multinazionali. 7. Finanza, diritto e alchimia. 8. Il capitalismo sotto assedio. Creating shared value. Conclusioni. Il rovescio della moneta. Bibliografia.
Note sull'autore
Alessandro Mazzullo, avvocato tributarista, si occupa di legislazione e politiche fiscali. Ha fatto parte del Tavolo tecnico istituito dal Governo per la Riforma del Terzo Settore (su cui ha scritto un commento pubblicato da Giappichelli). Docente in numerosi corsi di specializzazione, compresi quelli della ex Scuola Superiore di Economia e Finanze, è autore di diverse pubblicazioni scientifiche. Tra le sue pubblicazioni: Il nuovo Codice del Terzo Settore. Profili civilistici e tributari, (2017) e Diritto delle imprese sociali (2019), entrambi pubblicati da Giappichelli.
Storico delle istituzioni politiche, studioso della Bibbia e teologo protestante, sociologo e critico del sistema tecnico, Jacques Ellul (1912-1994) è uno dei principali precursori della decrescita. Maestro di Ivan Illich e ispiratore di José Bove, nei suoi scritti ha denunciato gli eccessi della società occidentale attraverso la critica della ragione geometrica e la denuncia del disvalore generato dal progresso tecnico e del fallimento della promessa di felicità della modernità, arrivando a teorizzare la riduzione del tempo di lavoro. "Non può esserci una crescita illimitata in un mondo limitato" è il messaggio dei brani scelti per presentare la figura del più grande contestatore della corsa senza freni della tecnica, il cui pensiero è illustrato in modo efficace in un saggio inedito di Serge Latouche.
Segretario Generale del PCI dal 1972 al 1984, Enrico Berlinguer (1922-1984) è protagonista di una ricerca politica e di una vicenda umana che alludono alla critica di un modello consumistico che a partire dagli anni '60 stava corrodendo la società italiana e l'Occidente tutto. Nei due discorsi sull'austerità del 1977, inseriti in questo volume al termine di un esauriente saggio di Giulio Marcon, sono contenute la critica al modello di sviluppo e la visione dell'economia capitalistica che più lo avvicinano all'attuale riflessione sulla decrescita. Pensieri di un leader sobrio, timido e austero, carismatico senza cedere al narcisismo, alle apparenze e al culto dell'immagine.
L'opera di Charles Fourier (1772-1837) sviluppa una filosofia della ricchezza e una critica dell'industrialismo e del commercio che prefigurano gli eccessi dell'economia di mercato e anticipano la riflessione socialista. Leggere il suo pensiero alla luce di una problematica - la decrescita - che gli è in parte estranea, si rivela quindi attività feconda, che consente di esplorarne una parte finora non indagata. Senza negare i paradossi dell'opera di Fourier, Chantal Guillaume ne sottolinea la critica controcorrente del "capitalismo termo-industriale".
Dell'opera di Tolstoj (1828-1910) si conoscono i potenti affreschi romanzeschi e la riflessione teorica sulla non-violenza. Tuttavia i suoi testi cristiani, le sue analisi di economia politica e la sua osservanza di pratiche e valori contadini ne fanno anche un precursore della decrescita. A prescindere dai loro presupposti teologici, cui non si è tenuti necessariamente ad aderire, questi scritti contengono un insegnamento prezioso per chi vorrebbe lottare, anzitutto nei suoi comportamenti quotidiani, contro il delirio di una società fondata sull'idea di onnipotenza. Ma Renaud Garcia mostra anche che sulle questioni del denaro, del lavoro o del "progresso", il pensiero di Tolstoj, lungi dall'essere quello di un saggio isolato, contiene proposizioni politiche in grado di servire da base alla trasformazione delle nostre società.
"Non è più possibile muovere una critica alla società dei consumi senza fare riferimento alle analisi di Jean Baudrillard [...]. È quasi impossibile non riprendere alcune delle sue formule, tanto pregnanti sono le sue intuizioni e forte la seduzione del suo stile letterario. Lo smontaggio della macchina pubblicitaria, la messa in luce della sua onnipresenza manipolatoria e ossessiva sono stupefacenti. La pubblicità ha un ruolo centrale nella costruzione di una società dello spettacolo, anticamera della società del simulacro. I primi cinque libri del nostro autore, un vero e proprio smontaggio della società della crescita, potrebbero, a una prima lettura, essere perfino presi per il pentateuco della decrescita."
Un'economia del "vivere bene", fondata su valori non misurabili con il metro della quantità: la cultura, il paesaggio, le valenze simboliche, l'eco di uno stile di vita, i richiami dell'immaginario, la creatività, la storia. Il libro intende dar voce a questa Italia. Venticinque storie emblematiche, avventure di successo come, per fare solo un esempio, la Technogym di Alessandro Neri che, da un garage in provincia di Cesena, è riuscita a imporre nel mondo il passaggio culturale dal fitness al wellness, insegnando agli americani come tenersi in forma.
I nemici dei vostri nemici sono vostri amici. I messaggi I si mandano con le azioni, non con le parole. Niente è effimero come il successo. E ricordate sempre: se non volete perderlo, il potere va esercitato. Con ogni mezzo. Trattato formidabile per profondità di analisi e capacità di indicare strategie per sfruttare eventi e comportamenti umani a proprio vantaggio, "Il Principe" di Machiavelli rappresenta un'ottima guida anche nel mondo del lavoro di oggi, ormai diventato,, tra competizione, divisioni e obiettivi sempre più proibitivi, un campo di battaglia in cui solo i più abili riescono a farsi strada. Tim Phillips - giornalista di business esperto di management rilegge il famoso trattato rinascimentale offrendo consigli e suggerimenti per districarsi tra imprevisti e cambi di rotta tipici delle aziende di oggi: dagli atteggiamenti da tenere con colleghi e concorrenti agli errori da evitare, fino alle strategie per esercitare al meglio il proprio potere, Phillips indica, sulla scia delle brillanti intuizioni di Machiavelli, quale percorso seguire per sopravvivere e arrivare al vertice nell'anarchia del lavoro contemporaneo.
Una panoramica dell'Africa di oggi e delle possibilita di incontri e di scambi con l'Europa. I contributi di vari autori offrono una visione ampia e rea-listica dell'Africa e fanno di questo libro un manuale che favorisce l'incontro e lo scambio tra i due continenti, quello africano e quello europeo. La vicinanza geografica tra Africa ed Europa oggi puo diventare anche culturale ed economica. L'Italia, per la sua posizione, e come un ponte sul Mediterraneo e puo favorire l'incontro e lo scambio tra i due continenti. La relazione tra il Nord e il Sud del mondo sono diventate piu frequenti. Le iniziative culturali,l'apertura dei mercati europei, l'attuazione di un nuovo partenariato con l'Africa alla luce del nuovo progetto dell'Unione Africana sono spiragli che illuminano la possi- bilita di una globalizzazione non piu colonialista e sfrut- tatrice, ma solidale e rispettosa delle differenze. E' proprio in tale direzione che questo libro, nato da un confronto tra cittadini africani e cittadini europei, offre stimoli e orientamenti. Con un intervento del Card. Carlo Maria Martini.

