
Nel testo la normativa è corredata, ove opportuno, da commenti chiari e funzionali, posti in calce agli articoli, che permettono di cogliere subito e facilmente il significato essenziale delle disposizioni legislative e di effettuare le necessarie correlazioni tra esse. Sono esposte, in particolare, le disposizioni e i provvedimenti legislativi che costituiscono i "fondamenti del Diritto del Lavoro". Oltre alle principali disposizioni della Costituzione e dell'ordinamento europeo, sono riportate, tra l'altro, le norme in materia di apprendistato e altri rapporti speciali di lavoro, collocamento dei disabili, tutela della genitorialità nel lavoro, diritti e obblighi del lavoratore, discriminazioni, lavoro a progetto e autonomo, pubblico impiego, tutela della libertà e dignità del lavoratore, dimissioni e licenziamento, poteri e obblighi del datore, sicurezza sul lavoro, attività sindacale e sciopero. L'opera è arricchita da un indice analitico-alfabetico e cronologico, che facilita la ricerca del dato normativo, e da oltre 100 schemi a lettura guidata, per l'esplicazione dei vari istituti e il raccordo tra le disposizioni legislative che li regolano. Il volume, pertanto, costituisce uno strumento di studio e consultazione, di concreta utilità per la preparazione di esami universitari, concorsi e abilitazioni e, più in generale, per tutti coloro che necessitano, a vario titolo, di avere una raccolta aggiornata, organica e commentata delle norme in materia di lavoro e legislazione sociale.
La nuova edizione del Codice del Lavoro minor vede la luce immediatamente dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di bilancio per il 2019 (L. 30 dicembre 2018, n. 145).
Si tratta del principale strumento legislativo destinato ad alimentare, annualmente, le risorse necessarie per il funzionamento dello Stato, sebbene esso costituisca spesso il veicolo per l’introduzione di modifiche, anche rilevanti, alla disciplina normativa di diversificati settori dell’ordinamento giuridico, ivi incluso quello del diritto del lavoro.
La particolarità della legge n. 145 del 2018 è costituita dalla sostanziale assenza di reale ed effettivo confronto parlamentare sui relativi contenuti.
Anche quest’anno, infatti, il Governo ha utilizzato la tecnica del maxiemendamento interamente sostitutivo dell’originario disegno di legge, ma, questa volta, non tanto per consentire una rapida approvazione delle centinaia di emendamenti usualmente proposti in sede di esame da parte delle
Commissioni parlamentari competenti, ma per sostituire all’articolato da queste ultime esaminato un testo del tutto diverso, frutto della serrata interlocuzione con le autorità europee e, sostanzialmente, imposto alla valutazione parlamentare con un contingentamento dei tempi tale da indurre alcuni gruppi parlamentari a sollevare conflitto di attribuzione innanzi alla Corte costituzionale.
A prescindere da tali modalità di approvazione, la legge di bilancio per il 2019 prevede, in materia lavoristica, la riduzione temporanea delle tariffe dei premi INAI L, una massiccia ondata di nuove assunzioni di personale alle dipendenze della pubblica amministrazione, il riconoscimento del cd. «reddito di cittadinanza» non solo come prestazione assistenziale, ma anche come strumento di politica attiva del lavoro (la cui concreta operatività è rimessa però all’emanazione di un decreto collegato), la proroga del trattamento di mobilità in deroga, un contributo di solidarietà temporaneo, per 5 anni, e progressivo per scaglioni di reddito, sulle cd. «pensioni d’oro» e l’introduzione della cd. «quota 100» per l’accesso alle prestazioni pensionistiche.
Ulteriore provvedimento rilevante adottato nel corso del 2018 è certamente il cd. «decreto dignità» (D.L. 12 luglio 2018, n. 87, convertito in L. 9 agosto 2018, n. 96), con il quale, senza incidere effettivamente sull’impianto del contratto a tutele crescenti, da un lato sono stati introdotti strumenti simili ai vecchi voucher, anche in settori ad alto rischio di abuso (come l’agricoltura), dall’altro sono stati previsti limiti ulteriori al contratto a termine.
Di tutte queste innovazioni, e di altre minori pure considerate (si pensi al D.Lgs. 2 ottobre 2018, n. 124, in materia di lavoro penitenziario, al cd. «decreto sicurezza» 4 ottobre 2018, n. 113, convertito in L. 1° dicembre 2018, n. 132 e al cd. «decreto fiscale» 23 ottobre 2018, n. 119, convertito in L. 17 dicembre 2018, n. 136), il codice offre puntuale segnalazione, con la consueta tecnica della collocazione sistematica, coniugata con la presentazione cronologica delle riforme.
Il codice si rivolge non solo agli operatori professionali (magistrati, avvocati, consulenti del lavoro, pubblici funzionari, dirigenti aziendali e sindacali), ma anche agli studenti universitari, che possono contare su un validissimo ausilio formativo, idoneo a limitare l’incertezza cagionata dalle continue modifiche della materia specialistica in esame.
Anche per la intelligente e pronta (e pertanto insostituibile) collaborazione della Redazione, fonte di preziosi suggerimenti per gli autori, il lavoro, ricco di note e richiami intertestuali, si completa con un utilissimo corredo di indici sistematico, analitico e cronologico.
Volumi collegati
Questa nuova edizione del Codice del Lavoro minor vede la luce in un periodo caratterizzato dalla recrudescenza della malattia respiratoria denominata COVID-19, cui si affianca, però, la speranza concreta di superarla attraverso la somministrazione di massa di vaccini prodotti grazie alla sinergia dei centri di ricerca di tutto il mondo.
Tuttavia, fino alla cessazione dello stato di emergenza, di cui non si è ancora in grado di fissare una deadline, tutti i sistemi strategici del paese, incluso quello produttivo e lavorativo, saranno fortemente condizionati dalle prescrizioni che impongono ai cittadini di tenere comportamenti responsabili, a tutela della salute pubblica.
Si tratta di quelle misure di cosiddetto «contenimento», caratterizzate da divieti e limitazioni alle libertà di circolazione e movimento, che si riflettono inevitabilmente sulla stessa attività lavorativa, pubblica e privata, in qualsiasi forma prestata (dall’esercizio dell’industria, all’artigianato, al commercio, alle arti, fino alle professioni).
Era inevitabile che lo stesso diritto del lavoro, così come lo abbiamo finora conosciuto, ne risultasse profondamente trasformato, almeno (si spera) temporaneamente.
Lo strumento utilizzato per affrontare l’emergenza è stato quello del decreto-legge.
Ne è seguito un profluvio normativo, caratterizzato anche da repentini cambiamenti di rotta, tali da rendere necessario l’inserimento, nella sistematica del Codice del Lavoro, di una parte autonoma e di nuova introduzione, dedicata al cosiddetto «lavoro nell’emergenza», allo scopo di offrire agli operatori pratici, prima ancora che agli studiosi del diritto, il catalogo delle disposizioni che più direttamente hanno inciso sulla disciplina del rapporto di lavoro, pubblico e privato.
In questo panorama, pur in continua evoluzione, rilievo centrale assumono, tra i tanti: il D.L. 17 marzo 2020, n. 18, conv. in L. 24 aprile 2020, n. 27 (Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese); il D.L. 19 maggio 2020, n. 34, conv. in L. 17 luglio 2020, n. 77 (Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza); il D.L. 14 agosto 2020, n. 104, conv. in L. 13 ottobre 2020, n. 126 (Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia); il D.L. 28 ottobre 2020, n. 137, conv. in L. 18 dicembre 2020, n. 176 (Ulteriori misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia e sicurezza, connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19) (che ha riunito le misure adottate con diversi decreti-legge precedenti tesi a concedere misure di sostegno economico – i c.d. «ristori» – a categorie produttive e lavorative particolarmente colpite dalla crisi) nonché il D.L. 5 gennaio 2021, n. 1 e il D.L. 14 gennaio 2021, n. 2 (Ulteriori disposizioni per emergenza COVID-19).
L’attuazione di tali previsioni, connotate dalla straordinarietà e dall’urgenza di provvedere, è stata demandata a decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, che si sono succeduti senza soluzione di continuità (l’ultimo prima dell’invio alla stampa del presente codice è il D.P.C.M. 15 gennaio 2021).
La modalità di svolgimento della prestazione lavorativa privilegiata dal legislatore dell’emergenza è quella del lavoro «agile», allo scopo di limitare la presenza sui luoghi di lavoro.
Istituti classici del sostegno alle imprese e ai lavoratori, a partire dalla cassa integrazione guadagni e altri ammortizzatori sociali, per finire al riconoscimento di permessi retribuiti e di congedi, sono stati ampliati e rafforzati, con l’eliminazione, per tutta la durata del periodo emergenziale, della gran parte dei requisiti (limitativi) previsti per l’accesso e il godimento delle relative prestazioni.
È stata prevista la non computabilità, nel comporto, dei periodi di «quarantena» imposti dall’autorità, oltre alla sospensione delle procedure di impugnazione dei licenziamenti.
La nuova edizione del Codice del lavoro minor, aggiornato 2023, raccoglie la produzione legislativa che nel corso del 2022 ha investito il mondo del lavoro. Il volume, pur mantenendo la sua caratteristica di raccolta sistematica dei principali istituti di diritto del lavoro, offre una risposta puntuale a quanti, studenti universitari, partecipanti a pubblici concorsi e operatori del diritto, abbiano la necessità di reperire in maniera pratica ed efficace le norme e i principi in materia di lavoro e tiene conto di tutte le modifiche intervenute nel settore per offrire uno strumento sempre aggiornato e di facile consultazione.
Si segnalano a tal proposito: il D.L. 29‐12‐2022, n. 198 (cd. Milleproroghe), la L. 29‐12‐2022, n. 197 (Finanziaria 2023), i DD.LLgs. 10‐10‐2022, n. 149 e 150 (Riforma Cartabia), il D.Lgs. 27‐6‐2022, n. 104 (cd. Decreto trasparenza).
Completa il Codice del lavoro minor un corredo di indici sistematico, analitico e cronologico che consentono un immediato reperimento delle norme.
Questa nuova edizione del Codice del Lavoro minor prende posto negli scaffali delle librerie giuridiche verso la fine di un anno, il 2019, che è stato caratterizzato da una pluralità di interventi normativi, sia nazionali che sovranazionali, di grande rilievo.
Sotto il primo profilo, il legislatore, convertendo in legge il d.l. 4/2019 (L. 28 marzo 2019, n. 26), ha introdotto nel nostro ordinamento il cosiddetto “reddito di cittadinanza”, che nelle intenzioni del Governo (allora) in carica, aspirava non tanto a costituire un (ennesimo) sussidio assistenziale, quanto piuttosto il volano per una politica di sviluppo dell’occupazione.
La disciplina, infatti, è incentrata sull’impegno del beneficiario a partecipare a percorsi di formazione o riqualificazione nonché ad accettare almeno una delle offerte di lavoro che i centri per l’impiego proporranno al destinatario della misura, durante il periodo in cui egli godrà del supporto economico, pena l’esclusione dal programma e la perdita del beneficio stesso.
Sono purtroppo note alle cronache successive le difficoltà incontrate per mettere a regime il complesso apparato immaginato per il funzionamento del sistema.
Il nuovo Governo insediatosi dopo la crisi-lampo estiva non pare abbia intenzione – stando alle notizie che filtrano sui lavori preparatori della legge di bilancio per il 2020 e sui decreti a quest’ultima collegati – di abbandonare la strada intrapresa.
Altro provvedimento di rilievo del legislatore nazionale che occorre segnalare, questa volta sul versante del lavoro pubblico, è costituito dalla Legge 19 giugno 2019, n. 56, recante «Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo».
Il codice non manca di dare conto anche della produzione normativa rilevante a livello europeo, nella quale spicca il Regolamento 20 giugno 2019, n. 2019/1149/UE, che istituisce l’Autorità europea del lavoro.
Infine, si è ritenuto di riportare anche il più recente intervento in materia lavoristica (rispetto alla data di chiusura in redazione), costituito dal decretolegge 3 settembre 2019, n. 101 (Disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali), sebbene non ancora convertito in legge.
In definitiva, il Codice del Lavoro minor continua ad offrire agli interpreti uno strumento agile e completo per orientarsi nell’intricata normativa, interessata da ripetuti interventi novellatori, succedutisi a distanza di poco tempo.
L’Opera raccoglie i provvedimenti legislativi in modo da agevolarne la consultazione, con i testi ordinati secondo un criterio cronologico, calato tuttavia nell’ambito di una sistemata organizzazione dei singoli istituti di riferimento.
Il codice si rivolge non solo agli operatori professionali (magistrati, avvocati, consulenti del lavoro, pubblici funzionari, dirigenti aziendali e sindacali), ma anche agli studenti universitari, che possono contare su un validissimo ausilio formativo.
Anche per la intelligente e pronta (e pertanto insostituibile) collaborazione della Redazione, fonte di preziosi suggerimenti per gli autori, il lavoro, ricco di note e richiami intertestuali, si completa con un utilissimo corredo di indici sistematico, analitico e cronologico.
Questa nuova edizione del Codice del lavoro vede la luce nel pieno della terribile emergenza sanitaria cagionata dalla diffusione, anche in Italia, del virus Sars-CoV-2, responsabile della malattia respiratoria denominata COVID-19.
Si tratta di un’emergenza senza precedenti, che vede esposto, in prima linea, il sistema sanitario nazionale – e, a cascata, tutti gli altri sistemi strategici del paese, incluso quello produttivo – e che ha imposto ai cittadini di tenere comportamenti responsabili, a tutela della salute pubblica.
Sono state adottate, fin dalle prime fasi dell’emergenza – la cui epifania è databile con la scoperta, in Italia, del primo infettato, alla metà del mese di febbraio del 2020 – misure di cosiddetto “contenimento”, con l’imposizione di divieti e restrizioni alle libertà di circolazione e movimento, nonché, per quanto qui d’interesse immediato, alla stessa attività lavorativa, pubblica e privata, in qualsiasi forma prestata (dall’esercizio dell’industria, all’artigianato, al commercio, alle arti, fino alle professioni), allo scopo di limitare al massimo grado possibile – attraverso il cosiddetto “distanziamento sociale” – la diffusione del contagio, che avviene (e molto facilmente) per via aerea.
Era inevitabile che lo stesso diritto del lavoro, così come lo abbiamo finora conosciuto, ne risultasse profondamente inciso, almeno (si spera) temporaneamente.
La conseguente “fibrillazione” normativa ha reso necessario l’inserimento, nella sistematica del Codice del lavoro, di una parte autonoma e di nuova introduzione, dedicata al cosiddetto “lavoro nell’emergenza”, allo scopo di offrire agli operatori pratici, prima ancora che agli studiosi del diritto, il catalogo delle disposizioni che più direttamente hanno inciso sulla disciplina del rapporto di lavoro, pubblico e privato.
Lo strumento normativo utilizzato per affrontare l’emergenza, come era naturale attender-si, è stato quello del decreto-legge, che la nostra Costituzione mette a disposizione del Governo per adottare, appunto in casi straordinari di necessità e di urgenza, provvedimenti aventi valore di legge ordinaria, sottoposti alla successiva approvazione parlamentare.
In questo panorama, pur in continua evoluzione, rilievo centrale assumono il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 (Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da CO-VID-19. Proroga dei termini per l’adozione di decreti legislativi), convertito in legge 24 apri-le 2020, n. 27, e il decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23 (Misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali), che hanno fatto salvi gli effetti dei precedenti decreti-legge emanati a partire dal 23 febbraio 2020.
La modalità di svolgimento della prestazione lavorativa privilegiata dal legislatore dell’emergenza, in relazione alle attività indispensabili, che non possono essere sospese senza mettere a rischio l’ordinata convivenza civile e la stessa sopravvivenza della popolazione, è quel-la del lavoro “agile”, allo scopo di limitare la presenza sui luoghi di lavoro.
Istituti classici del sostegno alle imprese e ai lavoratori, a partire dalla cassa integrazione guadagni e altri ammortizzatori sociali, per finire al riconoscimento di permessi retribuiti e di congedi, sono stati ampliati e rafforzati, con l’eliminazione, per tutta la durata del pe-riodo emergenziale, della gran parte dei requisiti (limitativi) previsti per l’accesso e il godi-mento delle relative prestazioni.
È stata prevista la non computabilità, nel comporto, dei periodi di “quarantena” imposti dall’autorità, oltre alla sospensione delle procedure di impugnazione dei licenziamenti.
Sono stati, ancora, previsti nuovi e più pregnanti obblighi di dotazione, in favore dei la-voratori, di dispositivi di protezione individuale e sono state introdotte misure di sostegno al reddito anche a beneficio dei lavoratori autonomi.
L’attuazione di tali previsioni, connotate dalla straordinarietà e dall’urgenza di provvedere, è stata demandata a numerosi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, a decreti dei singoli ministri e a ordinanze di protezione civile, di alcuni dei quali si dà conto, per quanto d’interesse, nella parte del Codice di nuovo conio.
Questa nuova edizione, ovviamente, non ha tralasciato di considerare tutte le altre novità legislative introdotte anteriormente al regime emergenziale.
Si segnalano, tra le tante:
— il D.L. 30 aprile 2019, n. 34, convertito in legge 28 giugno 2019, n. 58 (Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi);
— la legge 19 giugno 2019, n. 56 (Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo);
— la legge 27 dicembre 2019, n. 160 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanzia-rio 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022);
— il D.L. 5 febbraio 2020, n. 3, convertito in legge 2 aprile 2020, n. 21 (Misure urgenti per la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente).
Ancora una volta, nonostante le difficoltà incontrate anche nel settore del lavoro in editoria, la intelligente e pronta (e pertanto insostituibile) collaborazione della Redazione, fonte di preziosi suggerimenti per gli autori, ha consentito di confezionare un utilissimo corredo di indici sistematico, analitico e cronologico.
Chiudiamo questa (insolitamente) lunga premessa con l’augurio che la tremenda crisi, che questa volta ha investito il fattore umano, più ancora che il capitale, possa indurre a un mutamento di prospettiva che rimetta al centro della discussione politica i principi costituzionali di solidarietà economica e sociale, effettività, uguaglianza e dignità, veri capisaldi della nostra Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
Il presente Codice del processo amministrativo MInor vede la stampa in un momento di crisi pandemica che non ha eguali e non può, pertanto, che registrarne taluni effetti.
Per chi segue costantemente l’attività normativa, appare davvero eccezionale, infatti, il percorso del legislatore in questo anno, posto che tutta la legislazione risulta tesa essenzialmente a contrastare gli effetti epidemiologici.
Interventi incidenti, va ribadito, anche sulla Giustizia amministrativa: basta qui il richiamo alla norma, in tema di udienza telematica, di cui all’art. 84, commi 5 e 6, del D.L. 17-3-2020, n. 18, conv. in L. 24-4-2020, n. 27, ormai costante rimando in tutti i provvedimenti edittati dal G.A.
Nell’ottica del distanziamento, si registra un notevole incentivo, dunque, alla tecnologia, il cui impatto sul lavoro delle Corti — sul sacro valore del contraddittorio de visu — sarà tutto da verificare.
Medio tempore, il presente Codice si presenta aggiornato ed attrezzato per il mondo processuale che cambia, con le principali novità intervenute, in un assetto complessivo, sistematico ed analitico, teso sempre più a facilitarne la consultazione.
Fra i provvedimenti inseriti, vale qui ricordare il D.L. 16-7-2020, n.76, conv. in L. 11-9-2020, n. 120 (Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale) e il D.P.C.S. 22-5-2020 (Regole tecnico-operative per l’attuazione del processo amministrativo telematico).
La presente edizione del Codice del Processo amministrativo registra tutte le più rilevanti novelle intervenute fin’ora e si chiude con il decreto sul «ponte Morandi» la cui triste vicenda ha caratterizzato la appena trascorsa estate.
Rileggendola, nell’asettico linguaggio normativo, viene spontaneo rilevare come la Giustizia amministrativa sia chiamata ad un compito cruciale stante la sua giurisdizione su Tutte le controversie relative agli atti adottati dal Commissario straordinario (ex art. 10 D.L. 28 settembre 2018, n. 109).
Si conferma, anche per tale via, la centralità dello ius dicere del giudice amministrativo nella attuale società caratterizzata dalla complessità e dalla accentuazione esponenziale del rischio.
Tra i recenti interventi del legislatore si segnalano: il D.L. 5 ottobre 2018, n. 115 in materia di giustizia amministrativa; il D.L. 4 ottobre 2018, n. 113 in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata; il D.L. 4 ottobre 2018, n. 109 riguardante le disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze.
"Il Codice di edilizia e urbanistica" Hoepli è strutturato in due Parti e secondo un ordine alfabetico. All'interno di ciascuna voce è prevista un'organizzazione cronologica dei provvedimenti. All'indirizzo web hoeplieditore.it/4905-9 sono disponibili le "Norme tecniche per le costruzioni" nonché eventuali aggiornamenti legislativi
Il lungo e affascinante percorso dell’Europa unita si scontra quotidianamente con la grave crisi economica che dal 2008 ha coinvolto gli Stati occidentali.
In tutti gli Stati membri si sollevano voci di dissenso, come se l’Unione europea fosse, con le sue politiche economiche, la causa di tutti i malesseri, dimenticando che gli attori del processo decisionale sono gli Stati stessi e le loro classi politiche e dirigenti. Certamente il meccanismo europea è perfettibile come ogni realtà umana. Il nucleo del problema, però, sta nella visione della Politica che è diventata Economia prescindendo da ogni analisi filosofica ed etica.
Vero è che la Comunità europea, oggi Unione Europea, nata sotto gli auspici di grandi e lungimiranti uomini politici, con la sottoscrizione il 25 marzo del 1957 da parte dei rappresentanti di Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Olanda a Roma del Trattato istitutivo della Comunità Europea, ha assicurato all’Europa un periodo di pace durevole, di crescita economica mai conosciuti prima. La Comunità europea nasce da un accordo di collaborazione economica e su di esso fonda il suo sviluppo. Oggi è più che mai evidente la mancanza di un autentico progetto politico, scoglio su cui si infrange la effettiva realizzazione di una entità politica che non potrà essere costruita secondo le tradizionali categorie della scienza della politica di “Stato unitario” e/o “Stato federale”.
Né può tacersi il deficit democratico tutt’ora presente nelle relazioni tra i cittadini e l’Unione. Tuttavia le evoluzioni dei trattati, frutto di anni di mediazione tra le varie politiche nazionali, sono volte a creare nuove forme di collaborazione tra Stati sovrani che, pur mantenendo la propria identità e peculiarità politica e culturale, operino unitariamente dal punto di vista sia economico sia politico. Riteniamo che l’ideale comunitario, frutto di menti illuminate e politicamente avvedute, sia oggi più che mai attuale e vivo, la sola strada possibile per continuare ad assicurare al nostro futuro sicurezza e stabilità politica, economica e una pace duratura.
Il Codice dell'Unione Europea Esplicato minor costituisce un utilissimo strumento di studio per quanti hanno la necessità di approfondire il diritto comunitario. In particolare, in calce agli articoli del TUE e del TFUE sono riportate brevi annotazioni esplicative che facilitano la lettura delle singole norme, guidando il lettore verso un'immediata comprensione dello spirito e degli obiettivi di fondo di ciascuna norma. Oltre ai Trattati europei, il testo riporta gli articoli della Costituzione italiana e quelli della Carta dei diritti fondamentali fornendo anche per gli stessi i commenti essenziali. Chiudono il Codice dell'Unione Europea Esplicato minor alcuni Schemi a lettura guidata sui principali argomenti, che offrono un quadro riassuntivo e sistematico della disciplina nonché le definizioni dei vari istituiti. Completa l'opera un indice analiticoalfabetico che facilita la ricerca del dato normativo. Grazie anche alla presenza di riferimenti giurisprudenziali e atti normativi il Codice rappresenta, pertanto, un efficace supporto didattico da affiancare ai manuali istituzionali, di concreta utilità per la preparazione di esami universitari, concorsi e per gli operatori del diritto.

