
A cura del Tribunale della Rota Romana.
A cura del Tribunale della Rota Romana.
A cura del Tribunale della Rota Romana.
Selecta inter ea quae anno 2008 prodierunt cura eiusdem apostolici tribunalis edita Volumen XXVI
L’opera affronta il tema del diritto di difesa nel processo penale extragiudiziale canonico. Dopo aver definito la difesa come “funzione” e non già come insieme di attività processuali, nella specificità propria del processo penale, la trattazione si incentra sulle problematiche poste dall’uso del decreto penale extragiudiziale, indicando le possibili prospettive comparatistiche, in particolar modo con il sistema penale vigente in Italia. Vengono approfonditi gli aspetti fondanti dei due Ordinamenti, formulando alcune proposte de iure condendo. Proprio la comparazione costituisce una positiva occasione di apertura a nuove concrete prospettive.
Giuseppe Puntillo
è laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bari; è avvocato penalista. Ha conseguito il dottorato in diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense. È iscritto all’Albo degli Avvocati del Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese. Ha pubblicato su Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell’Economia una nota a sentenza del Tribunale di Foggia in tema di concussione commessa da esercente la professione medica (CEDAM, gennaio-giugno 2005).
Pubblicato in forma anonima nel 1764, "Dei delitti e delle pene" di Cesare Beccaria rappresenta una tappa essenziale nell'evoluzione del diritto sostanziale e processuale penale, tanto da far considerare il suo autore uno dei fondatori della scienza della legislazione. Seguita in questa edizione dal famoso Commento di Voltaire, l'opera viene presentata da Roberto Rampioni, noto avvocato penalista italiano. Il merito di Beccaria consiste nell'aver condensato in modo organico e completo in questo piccolo rivoluzionario opuscolo tutte le critiche maturate nell'alveo del pensiero illuminista contro gli eccessi e gli orrori del pensiero inquisitorio del tempo, in particolare la tortura e la pena di morte. Le cronache giudiziarie dei nostri giorni ci rendono consapevoli della straordinaria attualità dell'insegnamento autenticamente "liberale" di Beccaria.
Il "Dei delitti e delle pene", con la sua forte presa di posizione su scelte di fondo di politica criminale, costituisce una pietra miliare nello sviluppo del diritto penale moderno. L'opera fu il prodotto degli animati dibattiti tra gli intellettuali, guidati da Pietro Verri, che frequentavano l'Accademia dei Pugni, dove maturarono le condizioni ideali per la sua realizzazione. Cesare Beccaria ebbe il grande merito di sintetizzare i grandi temi trattati dagli Enciclopedisti francesi, esponendoli in forma chiara e facilmente accessibile. Di fronte al profondo degrado della giustizia penale, amministrata in maniera disumana e crudele, occorreva scuotere le coscienze, spronando i sovrani ad attuare riforme di legalità e di umanità. Questa strada riformatrice venne intrapresa, in particolare, in Toscana ad opera del granduca Pietro Leopoldo, il quale, ispirandosi alle idee espresse nel "Dei delitti e delle pene", promulgò la riforma della legislazione penale che svolse un ruolo importante nella travagliata formazione del Codice penale dell'Italia unita.
Segnata da un ventennio di conflitti tra politica e magistratura, la questione giustizia continua ad essere al centro del dibattito pubblico italiano. Populismo e giustizialismo hanno finito per promuovere un atteggiamento sprezzante l'uno nei confronti delle regole l'altro della politica, che erode le basi della legalità. In questa conversazione con Mauro Barberis, Luigi Ferrajoli, illustre teorico del garantismo penale e sociale, avanza alcune proposte di riforma originali del sistema giuridico e politico, destinate a far discutere: dall'organizzazione della giustizia alla riforma dei partiti, dal rapporto tra economia e politica al reddito di cittadinanza, dai beni comuni alla e-democracy.
Vivere è sempre un vivere insieme, convivere: ciò accade in tutti i contesti della vita sociale, dalla famiglia alla scuola, dal condominio al lavoro, dal quartiere allo Stato. A partire da una tesi antica ma quanto mai attuale, secondo cui l'uomo è un animale sociale, Michele Tamponi analizza il concetto di socialità nel contesto in cui viviamo: neppure un'immaginaria campana di vetro potrebbe, insomma, sottrarre l'uomo alle varie forme di convivenza cui è destinato, senza le quali sarebbe condannato alla solitudine, alla noia e a un innaturale isolamento. La riflessione su questo tema, tuttavia, impone di analizzare la natura delle relazioni umane e affettive, non più ancorate ai modelli tradizionali. Le nuove forme di aggregazione familiare, infatti, vanno lette alla luce di una legislazione ampia e in grande fermento: tra omosessualità e famiglia allargata, tra dinamiche di coppia e tutela dei figli, tra genitorialità, adozioni e maternità surrogata, la famiglia è, oggi più che mai, la cartina al tornasole del nostro tempo, che ci dà la misura del cambiamento, delle questioni aperte e delle sfide più importanti.
Il tribunale della Rota Romana ha inteso riproporre, in occasione del Centenario della Costituzione Apostolica Sapienti Consilio di S.Pio X, la ristampa anastatica di questo volumetto già edito nel 1854 che segnò per il tribunale l'inzio di una nuova pagina della sua storia plurisecolare.