
La peculiarità del De fide rerum quae non videntur è la sua prospettiva apologetica intesa in maniera straordinariamente attuale. Questo contributo, quindi, non solo costituisce un invito ad accostarsi alla teologia di S. Agostino, ma si propone di riscoprire la fecondità e l'attualità dell'apologetica, che fonda credibilità e ragionevolezza della Rivelazione. S. Agostino, peraltro, offre un tesoro inesauribile di spunti dottrinali, di cui ha sempre fatto tesoro il Magistero della Chiesa. Dopo un'introduzione generale alla dottrina agostiniana, viene offerta una presentazione storico-critica al De fide rerum quae non videntur, cui segue una moderna traduzione italiana. In appendice viene offerta, infine, una sintetica trattazione dell'apologetica, focalizzandone utilità ed attualità alla luce dell'humus agostiniano. La fede, pur nascendo dall'auditus Verbi, non esclude l'apporto della ragione e la sua credibilitas sta anche nell'esclusione di presunte irrazionalità o assurdità totalmente estranee alla Divina Rivelazione. Il fine, infatti, è apportare ragioni per credere e per confermare la scelta di fede, libera, coerente e possibile. Del resto, insegna San Pietro che il cristiano deve saper "rendere ragione della speranza che è in noi" (1Pt 3,15). Questo vale soprattutto oggi, nella prospettiva della "nuova evangelizzazione", situata nel "post-moderno", in cui occorre avere la capacità di parlare non solo al cuore dell'uomo, ma anche alla sua intelligenza, come ebbe a scrivere André Manaranche: "Noi non crediamo per delle ragioni, ma abbiamo delle ragioni per credere".
L'esperienza del Trascendente è così radicata nel cuore dell'uomo da costituire di per sé un fortissimo incentivo allo studio delle sue manifestazioni. In questa prospettiva il presente lavoro tratta il fenomeno religioso nella sua affascinante complessità, analizzando la sua varietà di simboli, miti, riti e dottrine che definiscono quel volume di esperienza che fa dell'uomo essenzialmente un homo religiosus. Il contributo, quindi, si propone di cogliere all'interno dell'amplissima pluralità di manifestazioni dell'Assoluto gli elementi unificanti, servendosi degli strumenti offerti dalla fenomenologia della religione, che ha il compito di comparare e di interpretare tali fatti così come essi si esprimono ("appaiono") all'interno della coscienza dell'uomo. La conclusione è l'esigenza indistruttibile che gli uomini hanno di legare la loro vita a qualcosa di superiore e di sacro, che è una costante storica e non si estingue neppure in contesti di forte secolarizzazione, come quello dell'uomo contemporaneo. Questi, anzi, sembrerebbe aver ancor più bisogno del sacro rispetto all'uomo arcaico, perché, diversamente dal suo antenato, la prospettiva di fondo della sua cultura è oggi ancor più precaria. Pur essendo evoluto e forte di un progresso scientifico e tecno-logico senza precedenti, infatti, l'uomo contemporaneo non solo non sa più andare oltre le barriere del tempo e della mortalità, ma non sa più dare senso e significato alla sua avventura storica, pagando a caro prezzo la disintegrazione dello slancio mistico.
Questo saggio si propone di offrire una serie di spunti di riflessione per alimentare e arricchire il dibattito sulla cultura cattolica napoletana di fine ottocento, con particolare riferimento al neotomismo napoletano, evidenziando il suo contributo che fu determinante per la fioritura del neotomismo italiano. La scuola napoletana, infatti, si configura come elemento trainante in quella rivisitazione critica del tomismo che caratterizza l'intera cultura cattolica della seconda metà dell'ottocento e che vede nell'enciclica Aeterni Patris, promulgata da Leone XIII nel 1879, la sua più autorevole conferma. La valenza anticonformista, che forse costituì il più forte ostacolo alla sua stessa valorizzazione, si evince nel considerare la radicale e irriducibile contestazione della scuola napoletana nei confronti dei tre orientamenti filosofici più importanti del tempo: hegelismo, kantismo e positivismo.
Questo testo si propone come manuale per studenti, insegnanti e operatori che affrontano le complesse problematiche di natura pedagogica. Un contributo alla riflessione sull'azione didattica sempre più impegnativa, alla luce della grande sfida educativa della nostra epoca. Si è tentato di focalizzare l'attenzione sulle innovazioni che sono balzate alla ribalta del dibattito intorno ai problemi dell'educazione, con particolare riferimento a temi nuovi e rilevanti, come la motivazione, l'e-learning e il long life learning. Continuo è stato il riferimento agli apporti forniti dalle scienze umane, soprattutto in ambito psicologico. La notevole produzione normativa e le numerose indicazioni dell'Unione Europea, inoltre, hanno reso necessario fornire quei riferimenti legislativi che appaiono imprescindibili. Un glossario viene infine offerto, per focalizzare i principali termini della materia.
La proposta di Karl Popper, specialmente per quanto attiene alla metodologia delle scienze sociali e naturali, non è stata ancora sufficientemente presa in considerazione in Italia. Non è stato adeguatamente valorizzato, ad esempio, il suo originale metodo di ricerca, decisamente innovativo rispetto a quello proposto dal neopositivismo esasperato del Circolo di Vienna. Gli interessi toccati dalla riflessione popperiana sono molteplici e variegati: metafisica, logica, fisica, sociologia, politica, storia. Tematiche che ci fanno comprendere il perché Popper sia ormai apprezzato soprattutto tra filosofi e scienziati, stanchi e insoddisfatti di false certezze e desiderosi di rigorosità nel dibattito scientifico-metodologico.
Questo lavoro si pone in continuità con il recente contributo dal titolo La filosofia del diritto di Giuseppe Prisco, proponendosi di proseguire in quella ricognizione critica volta a riscoprire la ricchezza del pensiero giusfilosofico del pensatore napoletano. Prisco, vero "principe del neotomismo napoletano" è, infatti, meritevole della massima attenzione per il significativo contributo alla filosofia del diritto e alla fondazione del diritto stesso, ancor oggi costituente una vaexata quaestio.
Questo contributo vuol costituire un ausilio, soprattutto didattico, per consentire un proficuo accostamento a quelli che sono gli impegnativi temi della cosmologia e dell'ontologia, cioè i cardini della filosofia sistematica. L'impianto generale della trattazione opera una scelta di fondo, in coerenza con l'insegnamento della Chiesa, privilegiando la prospettiva tomista o, ancor più precisamente, neotomista. Ci si propone, infatti, di recuperare gli spunti di riflessione e ricerca, eredità tradizionale di San Tommaso, per farne tesoro nel dibattito filosofico contemporaneo.