
"Qualche studente si è talvolta lamentato con me di non trovare nella filosofia risposte definitive, come desiderava. E la stessa cosa mi è stata detta più volte da varie persone, che respingevano la filosofia per le sue contraddizioni. In risposta, io citavo loro un pungente aforisma di Nicolas Gómez Davila: 'la filosofia è proprio l'arte di contraddirsi reciprocamente senza annullarsi'; e, aggiungevo, non solo senza annullarsi, ma arricchendosi dialetticamente proprio in questo contraddirsi. L'uomo può trovare nella filosofia quelle ali che gli permettono di volare molto in alto, e di realizzare, in questo continuo cercare, la sua vera natura." (Giovanni Reale)
"Per comprendere Romanino bisognava intendere il senso e la portata della rottura da lui operata nei confronti del paradigma classico dominante, soprattutto a Venezia. E tale comprensione è iniziata con Roberto Longbi, mediante la sua rivalutazione della pittura lombarda, in particolare di quella bresciana. Longhi ha visto in essa addirittura precedenti caravaggeschi. Di conseguenza, il giudizio di quella pittura, giudicata 'provinciale' in senso negativo, si è capovolto in positivo, e sono state indicate le novità che vi emergevano e la loro importanza. Longhi conosceva Romanino molto bene, ma non lo inseriva espressamente fra i precursori di Caravaggio. Tuttavia proprio a seguito delle sue interpretazioni della pittura bresciana, non pochi studiosi lo hanno considerato, e giustamente, un precursore di Caravaggio. Ma è stato soprattutto Giovanni Testori che ha contribuito a tracciare le connotazioni del nuovo paradigma ermeneutico con la metafora della pittura di Romanino come 'dialetto figurale', o semplicemente di 'dialetto', in contrapposizione al paradigma accademico dominante. Testori ha addirittura rafforzato questa sua metafora con quella anche più forte della pittura di un 'barbaro'. Dalle sue osservazioni si giunge a comprendere l'espressionismo' di Romanino, che sotto certi aspetti - anticipa in nuce ben tre secoli e più di storia." (dalla prefazione di Giovanni Reale)
Per il carisma di una personalità vitale e ricca di sorprese, per la copertura mediatica di cui usufruiva ogni sua iniziativa, Giovanni Paolo II appare il pontefice meno "segreto" dell'era contemporanea. Pure, non molti possono dire di conoscere davvero il suo pensiero filosofico, inteso come un corpus unico e coerente. Acutissima analisi di tale pensiero, condotta con rigore e passione, l'opera di Giovanni Reale mette nella giusta luce questo aspetto dell'eredità del pontefice, dimostrando come la filosofia di Wojtyta segua - prima e dopo l'elezione al pontificato - una identica linea di straordinaria coerenza e completezza, concentrandosi sul concetto dell'uomo non semplice "individuo" ma "persona": un "io" che può essere davvero tale soltanto in rapporto al "Tu" divino. Reale analizza sia le opere più strettamente filosofico-teologiche di Karol Wojtyta, sia le sue opere poetiche e teatrali, spiegando come le une e le altre concorrano a costituire quell'unico e complesso corpus filosofico che è il pensiero di Giovanni Paolo II. Strumento per entrare nell'opera di un filosofo moderno, forse poco conosciuto o riconosciuto come tale, "Un pellegrino dell'Assoluto" conduce i lettori lungo le vie delle verità analizzate da Wojtyta per raggiungere quel tesoro il cui pensiero induce a rinunciare gioiosamente a ogni altro bene.
Sono ancora nelle mente di tutti alcuni casi che hanno turbato l'Italia: il caso Englaro, il caso Welby: casi in cui il diritto alla vita è sembrato scontrarsi col diritto alla cura, la libertà col dovere terapeutico. Su questi temi così controversi si confrontano in questo libro due voci diverse: quella di un laico - Umberto Veronesi - e quella di un credente - Giovanni Reale -, quella di un medico, impegnato nella cura del corpo, e quella di un filosofo, preoccupato per definizione dello spirito. A unirli, nel confronto dialettico delle ragioni dell'uno e dell'altro, la convinzione che la moderna medicina debba recuperare il fattore umano, come avveniva nella medicina antica, debba tenere in debito conto le sofferenze psicologiche prodotte dai mali fisici e, soprattutto, debba rispettare la libertà della scelta. Nessuno può decidere sulla vita di un uomo, e meno che mai può decidere lo Stato, per legge. L'autodecisione, per guanto riguarda la vita, è irrinunciabile. Togliere all'uomo l'autodecisione significa negargli la libertà, ossia il bene più grande che Dio gli ha dato. E per questo laici e credenti possono concordare.
Un manuale di filosofia svolge la sua funzione in un duplice modo: condensa il meglio della critica, introducendo alla disciplina; rappresenta il punto medio della comprensione che in un dato momento si ha della filosofia. Di qui la necessità, ma anche il carattere transeunte: rari sono i testi che abbiano formato più generazioni. E il caso di questa storia della filosofia, apparsa per la prima volta nel 1983 e che presentiamo qui in una nuova versione riveduta e ampliata. Ampiamente diffuso anche allestero (già tradotto in spagnolo, portoghese, russo e kazako e in corso di traduzione in cinese, lettone e urdu) il libro si è imposto per loriginalità del metodo: accostare gli autori facendo parlare i testi, con attenzione allevolversi, attraverso dissensi, dei problemi filosofici. Proprio per non essere una raccolta di opinioni, questo manuale è la storia dei problemi filosofici, delle teorie e delle argomentazioni filosofiche che intersecano levolversi della scienza, con una chiarezza espositiva nata dalle ricerche degli autori, tra i più conosciuti storici della filosofia antica e cristiana e moderna-contemporanea.
SOMMARIO
Parte prima LUmanesimo e il Rinascimento Il pensiero umanistico-rinascimentale e le sue caratteristiche generali - Parte seconda Vertici ed esiti conclusivi del pensiero rinascimentale: Leonardo, Telesio, Bruno e Campanella - Parte terza La Rivoluzione scientifica - Parte quarta Bacone e Cartesio - Parte quinta Le grandi costruzioni metafisiche del razionalismo. LOccasionalismo, Spinoza e Leibniz - Parte sesta Gli sviluppi dellempirismo - Parte settima Pascal e Vico Due pensatori controcorrente delletà della ragione - Parte ottava LIlluminismo e il suo sviluppo - Parte nona La svolta critica del pensiero occidentale - Parte decima Il movimento romantico - Parte undicesima La fondazione dellIdealismo - Parte dodicesima Lassolutizzazione dellIdealismo
Un manuale di filosofia svolge la sua funzione in un duplice modo: condensa il meglio della critica, introducendo alla disciplina; rappresenta il punto medio della comprensione che in un dato momento si ha della filosofia. Di qui la necessità, ma anche il carattere transeunte: rari sono i testi che abbiano formato più generazioni. È il caso di questa storia della filosofia, apparsa per la prima volta nel 1983 e che presentiamo qui in una nuova versione riveduta e ampliata. Ampiamente diffuso anche all'estero (già tradotto in spagnolo, portoghese, russo e kazako e in corso di traduzione in cinese, lettone e urdu) il libro si è imposto per l'originalità del metodo: accostare gli autori facendo parlare i testi, con attenzione all'evolversi, attraverso dissensi, dei problemi filosofici. Proprio per non essere una raccolta di opinioni, questo manuale è la storia dei problemi filosofici, delle teorie e delle argomentazioni filosofiche che intersecano l'evolversi della scienza, con una chiarezza espositiva nata dalle ricerche degli autori, tra i più conosciuti storici della filosofia antica e cristiana e moderna-contemporanea.
Si tratta di un'opera di respiro assai vasto, collocata su posizioni di avanguardia. Non si limita a dire il "che", ma si spinge a spiegare il "perché" delle varie teorie e a mostrare altresì il "come" sono state dette, facendo uso di citazioni dirette. L'opera non è semplicemente "informativa", ma si ripropone di essere "formativa", impegnandosi ad insegnare ai giovani come "si filosofa". Pur avendo una precisa identità spirituale e culturale, tratta con il rispetto tutte le posizioni di pensiero, senza privilegiarne nessuna in modo surrettizio. Quest'opera è stata tradotta nel 1990 in lingua portoghese dalle Edições Paulinas di Sao Paulo (Brasile) con il titolo História da Filosofia e nel 1991 in lingua spagnola dalla Editorial Herder di Barcellona (Spagna) con il titolo Historia del pensamiento filosófico y científico e nel 1994 in lingua russa dalla casa editrice Petropolis di San Pietroburgo.
La metamorfosi generazionale - innescata dalla rivoluzione digitale - rischia di produrre i suoi effetti più deleteri sul mondo della scuola; l'introduzione nella pratica didattica dei mezzi di comunicazione multimediale, infatti, dovrebbe essere l'esito non tanto di una scelta affrettata e perentoria quanto piuttosto di un processo ben studiato e che sappia rispettare tempi, modi e regole precisi. L'essenza della scuola consiste nel rapporto dinamico-relazionale fra docente e discente, ossia fra persona e persona, ma tale rapporto rischia in effetti di essere compromesso qualora ci si abbandoni ciecamente all'idolatria tecnologica. La scuola deve sì introdurre i nuovi strumenti informatici a tutti i livelli, ma deve anche salvaguardare ciò che l'uomo ha prodotto con la cultura della scrittura in due millenni e mezzo di storia. In gioco è la cultura - l'uomo.

