
Nel dibattito politico e scientifico è ormai consolidata la cesura tra etica e democrazia, e perfino tra etica e politica. Si è così di fronte a un’aporia fondamentale, un vero e proprio paradosso etico della democrazia, perché una cosa è lo Stato etico, altra l’assenza o il rifiuto di una cornice di valori etici condivisi. Da questo angolo di visuale, la crisi etica dello Stato è anche una crisi di partecipazione democratica, presupposto indefettibile del confronto e della conseguente individuazione di soluzioni comuni, della condivisione di un progetto di società. In questa erosione etica della democrazia affondano le radici della sua crisi, il suo indebolimento interno e strutturale, la sua difficoltà di risolvere i problemi di una società di massa sempre più impoverita. Il libro fornisce un’interpretazione evolutiva della crisi, individuando percorsi idonei a ridare fondamento alla democrazia.
Questo libro rievoca la fervida ammirazione, anzi la profonda amicizia di Francesco Cossiga nei confronti di Thomas More, la cui figura e le cui opere ha più volte richiamato nel corso della sua vita. Il libro, che esce a un anno dalla sua morte, segue due complementari percorsi di ricerca. Il primo è costituito dall'analisi di una selezione di scritti, discorsi e conferenze, che vanno dal 1991 al 2004, che ci restituisce l'immagine che di More aveva Cossiga; le qualità personali, culturali e politiche sulle quali ha tante volte soffermato la sua attenzione; il monito che ha lasciato alle generazioni successive; il rapporto tra etica e politica, tra santità e laicità, tra verità e coscienza; la sua realistica visione del bene comune, dell'utopia come ironia; la sua personale resistenza contro la ragion di Stato che ne fa un paradigma per la modernità. Il secondo è la ricostruzione del ruolo svolto da Cossiga a sostegno della proclamazione di San Tommaso Moro a patrono dei governanti e dei politici, avvenuta nel 2000 a seguito di una petizione presentata da numerosissime personalità politiche di primo piano di vari continenti. Un processo di mobilitazione di cui Cossiga fu il principale artefice, insieme al senatore venezuelano Hilarión Cardozo. Postfazione di Pasquale Chessa.

