
L'essere umano si percepisce da sempre creatura fragile e fin dalla preistoria ha sentito in sé l'anelito verso un Essere superiore a cui confidare le proprie paure, le proprie speranze, i propri desideri e, sovente, anche la propria sofferenza. La preghiera si è servita nei secoli - e si serve tutt'oggi - di modalità espressive diverse. Eppure, la preghiera che si nutre di parole resta il mezzo principe di questo dialogo con l'Altissimo, uno dei linguaggi più utilizzati in ogni epoca e latitudine. In questo piccolo breviario di oltre trecento preghiere, attinte a tutte le tradizioni religiose, sono riunite invocazioni per richiedere sostegno nei momenti difficili di malattia, sventura e afflizione, ma anche magnifiche espressioni di lode e ringraziamento per gioie inaspettate, guarigioni insperate, consolazioni ricevute. Dal cristianesimo all'ebraismo, dal buddhismo all'islam, dalla spiritualità induista fino alle culture dei nativi d'America, senza tralasciare i culti di antiche civiltà o le formule di devozione più "laica" di filosofi e scrittori moderni, questo libro ci accompagna in un lungo viaggio attraverso le religioni dell'umanità e la loro costante ricerca di un senso al grande mistero del dolore.
Questo libro offre una serie di riflessioni del Cardinale Marc Ouellet, attuale Prefetto della Congregazione per i Vescovi, il cui filo conduttore ruota attorno alla gloria della comunione trinitaria. L'umanità può partecipare a questa gloria ora, nel presente, attraverso la carne di Cristo, la carne del Risorto che viene donata qui e ora, in particolare nell'Eucaristia. Ciò porta l'Autore a fare una ricca presentazione del mistero eucaristico come anticipazione e rivelazione del mistero della Trinità. Molti dei testi inclusi nel libro provengono dalle meditazioni e dalle omelie che il Cardinale Ouellet ha tenuto in occasione della sua meditazione durante la Settimana Santa 2017 alla comunità di Iesu Communio e a un ampio gruppo di giovani in discernimento, che il Cardinale ha accompagnato con la sua presenza e la sua parola.
Le riflessioni su Levitico e Numeri raccolte in questo volume fanno seguito ad altre sulla Genesi e sull'Esodo - dal titolo "Il Dio di Abramo" e "Il Dio degli Ebrei" - pubblicate in questa stessa collana. "Il Dio santo" si pone quindi come capitolo conclusivo di una trilogia. Il libro dei Numeri e, in modo ancora più particolare, il libro del Levitico sono incentrati sulla santità di Dio, che si definisce certo come trascendenza, separazione, alterità, ma soprattutto, in maniera positiva, come potenza vitale e come esigenza morale. Questi antichi libri ebraici, con i loro rituali ormai desueti, ci insegnano forse ancora oggi a porre una siepe intorno alla santità di Dio, per proteggere il mistero della vita.
L'uscita dall'Egitto è l'evento in assoluto più importante della storia antica d'Israele, quello che si è impresso con più forza nella sua memoria collettiva. A questa memoria l'autore fa fede nell'avvicinarsi al testo dell'Esodo, al di là delle circostanze storiche più o meno probabili o delle prove archeologiche che si possono addurre. L'Esodo, infatti, può essere letto anche senza ricorrere all'ipotesi documentaria. Una lettura forse più ingenua dal punto di vista scientifico, ma secondo l'autore più efficace sul piano esistenziale. Il suo obiettivo è infatti una lettura dell'Esodo (limitata ad alcuni passi) volutamente semplice, secondo le modalità dell'esegesi pre-moderna e la pratica degli antichi commentatori, sia ebrei che cristiani.
È proprio vero che le lacrime sono sempre solo segno di tristezza e di dolore? Il pianto è una dimensione fondamentale della nostra umanità, al punto che anche Gesù, di fronte alla morte dell'amico Lazzaro, si commuove profondamente, è turbato e scoppia in pianto. Se Gesù "avesse operato la risurrezione di Lazzaro senza battere ciglio e senza una lacrima, avrebbe mostrato certamente la sua onnipotenza, ma senza soffrire lui stesso lo strappo violento della morte dell'amico" (dalla Prefazione). Attraverso l'analisi di alcuni testi tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento, l'autore traccia un itinerario che attraversa tutta la storia biblica, "storia di lacrime e di consolazione".
Il Vangelo secondo Giovanni è la sintesi culminante della predicazione di Gesù di Nazaret? La verità effettiva del cristianesimo è l'amore, quotidiano ed appassionato, per le donne e gli uomini che sono parte della vita di ciascuno? Leggendo questa versione evangelica è possibile capire chiaramente che cosa significhi amare gli altri? Presentare il Vangelo di Gesù Cristo oggi ha un valore effettivo per rendere più umana la convivenza interculturale contemporanea? Queste sono alcune delle domande a cui desidera rispondere questo libro. Chi lo leggerà, vi troverà un'introduzione complessiva alla lettura del vangelo secondo Giovanni, con notevole attenzione all'analisi dei testi e a loro interpretazioni e traduzioni significative nel I secolo d.C. e nella Chiesa e società di oggi e di domani.
L'evangelista Giovanni non racconta l'istituzione dell'Eucaristia ma ci regala alcune pagine uniche e originali, che desiderano avvicinare il lettore al cuore stesso di Gesù. Tra queste emerge senza dubbio il discorso di addio, che occupa i capitoli dal 13 al 17. Negli ultimi, intensi momenti della sua vita, Gesù istruisce i suoi discepoli per aprirli alla comprensione del mistero della sua passione, morte e risurrezione. Tra i più studiati e discussi del Nuovo Testamento, questi capitoli giovannei hanno spesso dato l'impressione di essere un "mosaico in frantumi", i cui pezzi sono accostati senza ordine. Al contrario l'autore, che ha lungamente studiato la questione, presenta le ragioni che inducono a ritenere l'addio di Gesù un "discorso scritto con ordine".
La preghiera dei Salmi Penitenziali è stata il conforto nei momenti di lutto, di paura, di scoramento di quanti ci hanno preceduto nel cammino della vita. Anche nel nostro tempo queste preghiere, unitamente alle sette parole di Cristo sulla croce, possono diventare un sostegno per scendere nel proprio cuore fino a imparare a passeggiare serenamente sugli abissi dell’anima come dei funamboli che apprendono l’arte di sostenere il mistero di se stessi.
In queste pagine l’Autore intende scoprire, di questi testi così antichi ma sempre nuovi per la loro capacità di interpretare l’anelito del cuore umano, sotto la cenere di un linguaggio che forse ci sembra lontano, la brace da cui possiamo attingere la scintilla necessaria per riaccendere la fiamma della speranza. Una speranza che rischiari i luoghi e i momenti in cui dobbiamo misurarci con le nostre tenebre e dichiarare guerra alla paura che ci paralizza e ci rende troppo vulnerabili.
Azione, intelligenza, giudizio, decisione: attraverso queste quattro tappe, vissute nell'incontro con la Parola, essa sarà come "lampada che brilla in luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori" (2 Pietro, 1,19). Questo libro di Frédéric Manns è un aiuto prezioso a scrutare le Scritture attraverso la vita della lectio divina: esso nutre l'intelligenza dei simboli e si offre come un esercizio ricchissimo per imparare a passare dalla lettera dei testi al loro senso, dal senso alla contemplazione e da questa alla vita trasfigurata da Dio che ci parla nella Sua Parola. Un libro da meditare, da consultare, da custodire come prezioso compagno di viaggio nell'esplorazione delle Scritture, per crescere nella fede e perché la comunità tutta impari sempre più a fare tesoro della Parola per la sua vita e per la vita del mondo.