
Raccontando in prima persona il suo diretto coinvolgimento nei processi di mediazione in aree di conflitto in Mozambico, Corno d'Africa e Nagorno Karabakh (dai primi anni '80 al 2018), l'Autore, in particolare attraverso le vicende dell'Africa Australe, spiega come la pace non sia mai il frutto di una buona predicazione, quanto piuttosto della costruzione di un contesto nuovo (fatto di elementi economici, istituzionali, garanzie interne e internazionali) che consenta alle parti in causa non di diventare amici, ma di continuare ad essere diversi (anche antagonisti) passando però dalla "critica delle armi" alla "armi della critica". Insomma, dalla guerra alla politica.
Nessuno mette il vino nuovo negli otri vecchi: il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi! Allo stesso modo, richiamando la metafora evangelica, si sono espressi i partecipanti al terzo Forum sulla grande trasformazione del lavoro di Alba promosso da Jobslab a proposito del lavoro messo alla prova dalla intelligenza artificiale. Come è possibile liberare il valore del lavoro al tempo delle macchine intelligenti se le istituzioni che lo disciplinano sono ancora espressione delle produzioni in serie e dei lavori ripetitivi? Come è possibile generare una società attiva e vitale, con elevati tassi di occupazione e diffuse professionalità, se permangono il declino demografico, i divari territoriali, le diseguaglianze sociali, la scarsità delle competenze, lo smarrimento del senso del lavoro e del suo significato anche educativo? Servono istituzioni radicalmente rinnovate e canali formativi per tutti, innanzitutto in campus tecnologico-professionali nei quali l'incontro tra studio e lavoro, scuola e impresa sia sistemico. In queste pagine è proposta una agenda condivisa con accademici, esperti e manager delle risorse umane per liberare il valore di ciascuna persona nel lavoro. Introduzione di Beppe Garesio.
La diversità non è soltanto quella culturale o di provenienza geografica. Come ci si può comportare quando uno studente viene chiamato “finocchio” e preso in giro per il suo orientamento sessuale? Come affrontare l’argomento dell’identità sessuale in classe? Omosessualità e transessualismo stanno diventando sempre più visibili all’interno della nostra società. Gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado discutono di questi argomenti sempre più spesso e cominciano a formare le loro opinioni e atteggiamenti in proposito. Parallelamente a una diffusione di informazioni distorte e parziali da parte dei media cresce la curiosità ma anche l’intolleranza verso le diversità sessuali e i casi di bullismo omofobico nei contesti scolastici, con conseguenze anche gravissime per chi ne è fatto oggetto. Pregiudizi sessuali e stereotipi di genere sono così diffusi nella nostra società che spesso insegnanti ed educatori sono a loro volta disinformati e impreparati ad affrontare questi temi. Il volume raccoglie per la prima volta in Italia contributi scientifici da parte di professionisti impegnati in vari ambiti (clinico, sociale, pedagogico) su tali argomenti per dare una risposta a queste domande e fornire agli insegnanti strumenti teorici, metodi, attività e pratiche di intervento per la prevenzione del bullismo omofobico e l’educazione alle diversità sessuali.
Perché decidere? Come decidere? Possiamo pensare di cercare di raggiungere una qualsivoglia certezza attraverso la decisione?
In questo libro, un percorso filosofico, teologico ed esistenziale attraverso testi e testimonianze di alcuni autori, conduce a capire le implicanze fondamentali portate nella nostra vita dal quotidiano esercizio del decidersi.
Il tema della precarietà nel mercato del lavoro, il cambiameto dell'organizzazione del lavoro e l'incertezza del presente e del futuro, le povertà economiche e relazionali legate alla discontinuità di lavoro: tutto ciò rappresenta oggi una vera e nuova questione sociale. La questione del lavoro non è legata solo alle statistiche, flussi e leggi, perciò non può essere affrontata solo in chiave ideologica. Il testo evidenzia, in modo drammatico, l'aspetto umano di una generazione che per la prima volta, nel Paese, si trova ad affrontare il tema del futuro in una prospettiva di incertezza, senza un elemento sicuro su cui costruire un progetto di vita.