
Con le sue dirette social Peppe Guida è ormai un vero influencer del gusto. Tutto merito della sua incredibile capacità di rendere facile e immediato anche il procedimento più laborioso. Ora il patron dell'Antica Osteria Nonna Rosa di Vico Equense ha raccolto in un libro le 100 ricette più amate: l'orto, il mare, la grande tradizione napoletana, i dolci.
Seicento voci per conoscere a fondo la gastronomia italiana e non solo, aggiornate e ampliate con grande rigore scientifico da un'equipe di esperti dell'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche. Dai prodotti e dai piatti delle tradizioni regionali italiane a quelli stranieri recentemente accolti nel nostro paese, dalle tecniche ai personaggi: una grande opera non solo di cucina, ma sulla cucina e sulla cultura materiale. Normative e leggi che difendono le tipicità di uno dei maggiori patrimoni italiani.
Maghetta Streghetta, una delle più seguite food blogger della rete è sicuramente la più originale (è regina incontrastata di Instagram e candidata ai Tweet Awards come migliore Food Lover e Migliore Creativo), ci propone le sue ricette attraverso una sequenza strampalata di ricorrenze varie: un calendario che va dal compleanno di Hitchcock, di Stephen King e di Harry Potter alla Giornata dei Macarons, dal Capodanno thailandese al Pesce d'Aprile, dalla Festa delle Bambole in Giappone alla Giornata mondiale del Libro. Più di 80 ricette quasi tutte inedite e tanti menu spiritosi per scoprire il mondo magico di Maghetta, dove ogni preparazione diventa anche una piccola storia raccontata attraverso i fumetti da lei stessa realizzati e dove ogni piatto è una sorpresa per gli occhi e per il palato. Per cucinare e volare con la fantasia, per divertirsi e stupire con leggerezza e ironia.
La grande cucina regionale dell'Umbria.
È vero che i dolci fanno male? Questo libro dice di no, a patto che le ricette siano ricche di nutrienti “buoni” forniti, per esempio, dalla frutta e dalle spezie, ed evitino ingredienti che, se consumati troppo spesso, potrebbero essere dannosi per la nostra salute. Ecco perché i “dolci senza rimpianti”, tutti di facile realizzazione e con ingredienti reperibili al supermercato, presentano alimenti più salutari rispetto ai dolci comuni, non contenendo burro, uova, latte vaccino intero, panna, zuccheri e farine raffinate. Il libro offre anche una ricca parte introdu ttiva con consigli per facilitare la preparazione dei pia tti, evidenzia le virtù di determinati ingredienti e tu tto quello che c’è da sapere su alimenti spesso ritenuti a rischio, quali zuccheri e farine. Il risultato è un rice ttario ricco di informazioni utili, originale e coloratissimo, pensato per chi voglia gustarsi un dessert che soddisfi il palato ma anche la propria voglia di benessere. In ogni ricetta troverete indicate le sostanze contenute negli ingredienti, ritenute interessanti per la loro attività antiossidante e antitumorale.
«Se chiedo il bollito non voglio il piatto che richiama concetti di carni bollite, ma un carrello dei bolliti». Tullio Gregory, filosofo, ma anche grande gourmet, tuona così contro la cucina creativa in nome della grande tradizione gastronomica italiana, di cui resta poca traccia nella cultura d'oggi. Si deve, al contrario, ritrovare il senso di una civiltà della cucina, perché a tavola - come diceva lui - c'è «davvero quella verità intera, piacevole, morbida e profumata che possiamo non solo contemplare ma anche gustare». Attraverso racconti su alcuni alimenti e consigli di lettura, decaloghi del perfetto gastronomo e indicazioni di cottura, questo libro traccia il percorso della 'civiltà del gusto' e del piacere della tavola. Solo in questo modo sarà possibile riconquistare il patrimonio di tradizioni enogastronomiche che è parte integrante della nostra storia e recuperare la gioia del convito, momento fondamentale del vivere civile.
Secondo quali criteri e con quali parole si definiva un vino nel Medioevo? Come se ne percepiva il gusto? Quali erano le motivazioni che guidavano le scelte degli individui e in che senso quelle scelte erano espressione di una cultura? Il colore, il bouquet, i sapori avevano la stessa importanza di oggi? Testi enciclopedici e letterari, trattati di dietetica, di botanica e di agricoltura si fondono in questo capitolo di storia del gusto per descrivere ciò che i palati di allora sceglievano e apprezzavano.
«Dalla A di alici (di Cetara) alla Z di zucchine (le dolcissime Trombette liguri), dalla Val d’Aosta alla Sicilia, l’Italia è attraversata in lungo e in largo dalle trionfanti coordinate del buon mangiare.» Un libro rivolto ai curiosi, ai gourmet, agli appassionati del buon cibo e dei prodotti d’eccellenza, ma anche agli amanti della cultura. Il volume è strutturato in forma di glossario con il meglio della nostra tradizione gastronomica: più di 100 prodotti, tante curiosità e chicche che completano questo alfabeto di sapori. Un viaggio attraverso l’Italia, un Paese tanto ricco quanto poco conosciuto nelle sue diversità, alla scoperta di materie prime di qualità, protagoniste delle nostre tavole in ricette più o meno tradizionali. Un percorso alla ricerca di volti, mani e storie di uomini e donne che con il loro lavoro hanno dato vita alle migliori produzioni del Made in Italy, degne di essere raccontate. «Per questo, ho voluto raccontare le storie di alcuni di loro: facce, intelligenze e passioni da promuovere e supportare per il mix di buono, pulito e giusto (ovvero il massimo dell’ecogastronomia) che ci offrono, rallegrando corpo e anima insieme. Senza di loro, i nostri grandi cuochi sarebbero meno grandi, la nostra cucina più povera, i nostri palati meno felici, il nostro status gastronomico meno attraente.»
"La buona cucina è un agente morale. Per buona cucina intendo la preparazione coscienziosa del semplice cibo quotidiano, non la più o meno talentuosa elaborazione di oziosi banchetti e piatti eccentrici. Il proposito di un libro di cucina è uno e inequivocabile. Il suo unico obiettivo concepibile non può essere che accrescere la felicità degli esseri umani." È sorprendente scoprire che l'autore di queste righe è Joseph Conrad, nella prefazione al libro di ricette pubblicato nel 1923 da sua moglie Jessie. "A capotavola" è intessuto di sorprese simili a questa: perché scruta attraverso la lente della passione gastronomica le vite di una galleria di personaggi straordinari - dalla A del copista arabo Muhammad Al-Baghdadi alla Y dello scrittore cinese Yuan Mei, passando per Pellegrino Artusi, André Michelin, Agatha Christie, Georges Simenon, fino ad Ave Ninchi, Elena di Sparta e Margherita di Savoia. Entrare a far parte del firmamento dell'alta cucina è oggi il sogno di tanti aspiranti "master chef". Ma le storie golose raccolte da Laura Grandi e Stefano Tettamanti ci rivelano come spesso a battezzare ricette, metodi di preparazione e "filosofie" gastronomiche siano stati personaggi che dietro ai fornelli non ci sono mai stati. "A capotavola" è una piccola enciclopedia illustrata - del tutto personale e cosparsa di quei buchi che rendono ottima una buona fetta di groviera - della storia della cucina e, insieme, del mutamento del gusto e del costume, non solo alimentare, attraverso il tempo.
Come prima colazione c'è chi si prepara rognoni di castrato alla griglia, giusto per il piacere avventuroso di avvertire al palato "un fine gusto d'urina leggermente aromatica". È il caso di Leopold Bloom nell'"Ulisse" di Joyce. Altri, meno temerari, non riescono a rinunciare alle dolcezze di brioche, cornetti, miele e marmellate e quanto ricordi la sensualità appagante del latte materno descritta da Maupassant in "Idillio". Il cibo è fra gli argomenti più frequentati nella letteratura di ogni tempo, anzi, i curatori di questo "Sillabario" si spingono a sostenere che non esista romanzo senza qualcuno che, prima o poi, mangi o beva qualcosa, e comunque concordano con Aldo Buzzi quando sentenzia: "lo scrittore che non parla mai di mangiare, di appetito, di fame, di cibo, di cuochi, di pranzi mi ispira diffidenza, come se mancasse di qualcosa di essenziale". In questo libro gli autori con passione, ma senza prendersi mai troppo sul serio, compongono un menu di piatti e letture che attraversa l'arco della giornata, dal primo bicchiere d'acqua del mattino fino alle ostriche e allo champagne delle notti da 'ons vivants'. Sapori, ricette, curiosità, consigli, piluccando qua e là fra le voci del Sillabario o sbafandosele una dopo l'altra, si compie un viaggio concreto e fantastico e si scopre, con emozione, che per sperimentare piaceri profondi, per nutrirsi e saziarsi, può essere sufficiente aprire un libro e mettersi a leggerlo.