
Due sono gli aspetti della poetica teatrale di Mozart: da un lato le fonti riscontrabili nel grande teatro di prosa europea, nella riscoperta settecentesca di Shakespeare, dall'altro le leggi musicali e drammatiche che Mozart scopre ed esperimenta durante la composizione dell'Idomeneo (1780-81). Nell'Idomeneo si gettano le fondamenta per la trasformazione mozartiana del melodramma da fantasioso gioco di palcoscenico nella grande commedia della vita, basata su un rapporto tra musica e poesia che muta per sempre l'intera costituzione estetica del teatro cantato.
«Spesso - ha detto in passato Pinter, nella sua franchezza quasi infantile, a Lawrence Benski - mi guardo nello specchio e penso: "Ma chi diavolo è quel tipo là?"». E, ancora, in un'altra intervista: «Nulla mi sembra esistere di più concreto e di più sfuggente di un essere umano». Non sono battute «giuste» per Emma, Jerry, Robert? Non si celano, tra le righe, battute disarmanti come queste in quella chiusa, dura come un'inoppugnabile sentenza, della prima scena di Tradimenti (che, però, è l'ultima, a livello della vicenda): «Non importa. È tutto passato. Sì? Che cosa è passato? È tutto finito». (Guido Davico Bonimo)
Fondato quando Pisa era all'apice della sua gloria, il Camposanto doveva chiudere verso settentrione lo spazio monumentale che è stato chiamato Piazza dei Miracoli: un colossale chiostro, in quattro gallerie che inquadrano il grande prato. Il volume ripercorre la nascita, lo sviluppo e le alterne fortune del monumento sul piano architettonico e decorativo. La prima parte del volume è dedicata alla fondazione e alla costruzione; la seconda parte indaga le trasformazioni e la fortuna del monumento. Clara Baracchini conclude illustrando le vicende degli ultimi decenni, il rovinoso incendio dell'ultima guerra, il distacco degli affreschi e il progetto di restauro e di restituzione storica attualmente in corso.