
Il sogno di ogni cinefilo: seguire passo passo Woody Allen nel percorso che porta alla creazione di un film, dai primi appunti di trama scarabocchiati in agenda fino alla sera della prima al festival di Cannes. Eric Lax, grande amico e biografo ufficiale di Allen, lo ha affiancato durante tutta la lavorazione di "Irrational man" (2015), intervistando sul set lui, gli attori, i produttori, la troupe, e restituendoci nei minimi dettagli la grande macchina organizzativa che, una volta l'anno, porta al cinema un nuovo film di Woody Allen. Tra segreti, trucchi del mestiere, battute e aneddoti, Lax ci mostra come Allen costruisce le sceneggiature, come prepara meticolosamente le scene, come sceglie il cast, come lavora con il direttore della fotografia e gli operatori ma anche, più prosaicamente, come trova i finanziamenti. Durante le pause tra le riprese, poi, possiamo sentire Allen parlare a ruota libera di cinema e vita privata, dei suoi registi preferiti e di quelli che detesta, ma anche avere indiscrezioni su di lui dai suoi collaboratori più stretti e fidati. Scavando in profondità nella personalità di uno dei più grandi autori del nostro tempo, "Woody Allen dall'inizio alla fine" delizierà non soltanto i fanatici del cinema e i fan del regista, ma anche tutti coloro che si lasciano incantare dalla magia del cinema.
La musica classica è di tutti. Per troppo tempo l'abbiamo considerata noiosa, adatta a vecchi ricchi intellettuali, lontano dal suono dei tempi; l'abbiamo legata al flauto dolce a cui ci costringevano a scuola; alle occhiatacce per un applauso sbagliato a teatro; a simboli incomprensibili annotati su fogli ingialliti. Per troppo tempo abbiamo lasciato che pregiudizi e cliché ci tenessero lontano dalla bellezza che per secoli ha sedotto uomini e donne, di tutte le classi e di tutte le età. Beatrice Venezi, neppure trent'anni, non si è lasciata sopraffare da questi luoghi comuni: ha scoperto la bellezza istintiva di una composizione classica fin da piccola, l'ha inseguita sugli spartiti, l'ha studiata e oggi, cerca di portarla in ogni orchestra che dirige in tutto il mondo. Beatrice non ha dubbi: chiunque, anche oggi, può innamorarsi della musica classica, proprio come ha fatto lei. Forse basta farsi condurre dalla giusta guida. La melodia diventa così un mezzo per scoprire il mondo, il ritmo un tentativo di ascoltare noi stessi e l'armonia una prova di vita sociale. E a ben guardare le trame dell'opera sembrano ricalcare la nostra attualità: così "Carmen" diventa un simbolo per combattere la violenza sulle donne, e la "Bohème" una trasposizione parigina di serie tv di successo come "Friends" o "How I met your mother". Tra spartiti e semiminime, biografie di compositori e di direttori d'orchestra, Beatrice Venezi ci mostra come la musica classica, una volta libera dagli stereotipi, sia un bene globale: una bellezza che appartiene a tutti. Con e-book scaricabile fino al 30 giugno 2019.
Più di 2300 anni fa veniva edificata la biblioteca di Alessandria, pronta a raccogliere in un unico luogo migliaia di papiri. Questa concentrazione mai vista prima di opere pose dei problemi pratici: come orientarsi tra file e file di rotoli all'apparenza tutti uguali senza doverli srotolare uno per uno? Come dividerli tra gli scaffali, come raggrupparli? Fu il poeta Callimaco a trovare una soluzione semplice ma geniale: catalogare alfabeticamente le casse contenenti i rotoli e stilare a parte un volume che raccogliesse l'elenco delle opere presenti nella biblioteca. Man mano che la produzione di testi scritti aumentava, il libro stesso iniziò a cambiare, per rispondere alla domanda che tormentava già Callimaco: com'è possibile trarre velocemente un'informazione in questa selva di pagine? I libri iniziarono così a essere divisi in capitoli che scandivano i temi tenendo conto del tempo effettivo di una singola sessione di lettura, mentre la divisione dei paragrafi sorse insieme alle prime università, per fornire agli studenti una scansione visiva più rapida ed efficace. A partire dalle concordanze delle bibbie medievali, questo inesausto processo di affinamento tecnologico del libro si raddensò intorno a uno strumento oggi spesso sottovalutato, nascosto com'è nelle ultime pagine di ogni volume: l'indice analitico. Pochi lo sanno, infatti, ma è per rendere efficienti gli indici che sono nati i moderni numeri di pagina. E questa centralità segreta dell'indice nell'ecosistema del sapere arriva fino a oggi: ogni volta che sfruttiamo la barra di ricerca di Google stiamo solo accedendo a una forma avanzatissima di indice analitico, non poi troppo diverso da quelli che con l'invenzione della stampa presero a corredare la moltitudine di copie che affollavano le biblioteche del mondo. Dennis Duncan ci racconta l'avventurosa storia dell'indice analitico, di come abbia salvato eretici dai roghi, influenzato la politica e provocato risse tra scrittori. Scopriremo un regno di improbabile ossessione e piacere che accomunò nei secoli tipografi tedeschi e monaci medievali, Virginia Woolf e Vladimir Nabokov, filosofi illuministi e ingegneri informatici della Silicon Valley. Perché "Indice, Storia dell'" è in fin dei conti la storia di come abbiamo imparato con fatica e ostinazione a rendere leggibile il grande e vitale caos di conoscenza che ogni giorno produciamo.
Le tecniche, i "trucchi", lo stile e le scelte di regia dei grandi maestri del passato e del presente (da Lang a Godard, da Hitchcock a Tarantino, da Buñuel a Fellini, da Welles a Kubrick, da Ozu a Kitano): un filo che si snoda attraverso la storia del cinema a partire dalle situazioni drammatiche più ricorrenti (la conversazione, il bacio, la sparatoria, il sogno ecc.) per individuarne i modelli di rappresentazione dominanti e le loro forme alternative, nonché le principali funzioni e caratteristiche narrative.
Cinque brevi storie sul tema di Natale, perfette per il momento della buonanotte.
Dai 10 mesi.
Un volume che raccoglie le trascrizioni del lavoro pedagogico e registico di Meejerchold condotto tra il 1934 e il 1935 con alcuni dei suoi attori, guidati attraverso la messinscena di "Trentatré svenimenti". Lo spettacolo è intitolato alla memoria di Cechov e nasce dalla composizione di tre vaudeville dell'autore: "L'anniversario", "L'orso", "Una domanda di matrimonio".