
Oscuro stregone o geniale scienziato, artista illuminato da Dio o eretico miscredente? Tra la Firenze di Savonarola e Machiavelli e la Roma dei rivali Michelangelo e Raffaello, nella vita di Leonardo da Vinci si ritrovano tutta la magnificenza e le contraddizioni del Rinascimento: un'età dell'oro per le arti, con l'umanesimo e la scoperta dell'America, ma anche un'epoca di fanatismo religioso e caccia alle streghe, con l'Inquisizione e i roghi di libri. Nel 1901 Merekovskij non pubblicò solo un romanzo storico, ma anche la più penetrante delle biografie di Leonardo: un uomo semplice e tormentato che viveva il mondo come un'eterna scoperta, curioso come un bambino; capace di studiare per settimane il volo di una mosca "con la stessa matita e lo stesso amore con cui poco prima aveva disegnato il divino sorriso della Vergine". Un precursore che diede tutto se stesso nel tentativo di donare le ali all'umanità, ma che era destinato a rimanere incompreso fra i suoi contemporanei, come un "uomo che si sveglia nel buio, troppo presto, mentre tutti gli altri dormono ancora".
Merezkovskij Dmitrij S. (San Pietroburgo, 1865 - Parigi, 1941) Scrittore, poeta e critico, è annoverato tra i padri del simbolismo russo. Spirito libero poco incline ai compromessi, combatté sia l'autocrazia zarista sia la rivoluzione bolscevica, e nel 1917 fu costretto a emigrare a Parigi. Dopo aver ricoperto per oltre cinquant'anni un ruolo predominante nella cultura russa ed europea, dalla fine degli anni Trenta è stato progressivamente dimenticato, per essere riscoperto solo negli ultimi decenni. Nel 2013 Castelvecchi ha pubblicato il suo romanzo La morte degli dèi, sull'Imperatore Giuliano l'Apostata.
Con questo libro, Lewis Mumford disegna una mappa dell'evoluzione della cultura occidentale. Un'opera imponente che, a cinquant'anni dalla sua prima edizione italiana, mantiene intatte l'esattezza della visione e l'energia della scrittura. Mumford, sociologo per formazione, ma intellettuale nel senso pieno del termine, integra le metodologie e i saperi utilizzando gli strumenti della sociologia e dell'economia, della storia dell'arte e della filosofia. Raccontare la storia della città - studiarne le origini, decifrarne il valore simbolico, interrogarsi sul suo destino - significa dunque ricostruire la storia della civilizzazione, dai primi centri abitati dell'Egitto e della Mesopotamia fino alle metropoli moderne. La città è il luogo dove prendono forma le regole della vita comunitaria, dove il patrimonio delle civiltà si moltiplica, dove l'esperienza umana si tramuta in segno leggibile e la Storia inizia il suo cammino. Anche nel rigore della ricostruzione storica, lo sguardo e la vasta erudizione dell'autore sono però rivolti al presente, alla crisi ecologica e sociale provocata dall'urbanizzazione e ai futuri possibili che tutti siamo chiamati a costruire. È la passione civile a muovere e organizzare l'erudizione di Mumford, a segnare la nitidezza, a tratti poetica, del suo stile e a fare di "La città nella Storia" non solo un testo di riferimento, ma un classico di grande attualità.
Quando "il Maestro" e "il Poliziotto" s'incontrano Nicola Longo è già celebre, Federico Fellini ne ha seguito le imprese sui giornali appassionandosi a una carriera fitta di operazioni sotto copertura, scontri a fuoco, ferimenti e casi risolti. Tra i due, messi in contatto da Tonino Guerra, nascono subito una reciproca fascinazione e la voglia di lavorare insieme. Il primo tentativo - un film tratto dal romanzo autobiografico di Nicola, "La valle delle farfalle" - fallisce per contrasti con il produttore Renzo Rossellini. Il regista rilancia, sa che Nicola può essere la guida perfetta per decifrare il presente dei primi anni Ottanta: un eroe senza retorica, diviso tra l'orgoglio del proprio ruolo e una nascosta amarezza, con la consapevolezza del male e dei suoi indefiniti contorni. "Poliziotto" raccoglie i sei racconti che i due produssero, con l'aiuto di Gianfranco Angelucci, chiusi nello studio di Fellini nell'estate del 1983. Longo racconta impassibile, la voce è fredda e impersonale, irresistibilmente ipnotica. Fellini ascolta e annota, nella sua mente le storie diventano l'affresco di un mondo assediato da una violenza cieca e pervasiva che tutto confonde. Sono episodi di lotta quotidiana, che attraversano i bassifondi della malavita, s'immergono nel vortice caotico del crimine e arrivano a sfiorare il fantasma dei poteri occulti. Questi racconti, sospesi in precario equilibrio tra descrizione della realtà e metafora visionaria, non diventaranno film...
Arturo Toscanini incarna l'archetipo del direttore d'orchestra: perfezionista, irruenti, instancabile. Nel 1935, Paul Stefan, acclamato critico musicale, dedica al Maestro questo ritratto, scritto con rigore e passione, e qui riproposto con un'introduzione di Stefan Zweig.
Figlio di una discreta cantante e di un mediocre suonatore di corno, l'infanzia di Rossini fu segnata da un talento precocissimo. A quattordici anni compose la sua prima opera {Demetrio e Polibio), e a trentasette - dopo il Guglielmo Teli - smise di comporre per il teatro lirico, ritirandosi a vita privata. Pigro, umorale, ipocondriaco, collerico ma anche gioviale, facile ad attacchi di ridarella, innamorato del buon cibo e delle belle donne, a quarantanni era già vecchio e acciaccato: "Patisco assai, mi creda, patisco assai", diceva al suo medico, e a chi gli chiedeva di scrivere nuove opere rispondeva: "La musica vuol freschezza d'idee: io non ho che languore e idrofobia". Questa biografia, apparsa nel 1941 e ancora oggi tra le più esaustive sul genio rossiniano, ne ripercorre la vita e le opere.
"Venezia salva" esprime, in poesia, la condanna del primato della forza nella società di ogni tempo. Trae ispirazione da una novella storica seicentesca che narra il fallito complotto ordito dalla Spagna contro Venezia. La bellezza della città, riflessa nello sguardo innocente di Violetta, muove a compassione il capo militare dei congiurati, Jaffier, che denuncia il complotto cercando invano di salvare la vita dei compagni. Questa edizione di "Venezia Salva" si presenta come una novità in quanto la nuova traduzione è accompagnata da un ricco apparato critico. In esso, avvalendosi di preziose informazioni presenti nel Fondo Simone Weil della Biblioteca Nazionale di Parigi, si ripercorre il retroterra teorico della tragedia e si ricostruisce, attraverso un'ampia documentazione storica, il tormentato percorso compiuto dall'autrice a partire dal momento in cui legge la novella storica dell'Abbé de Saint-Réal e dà inizio alla lunga gestazione del testo.
Fellini diceva che la grande capacità di Rossellini era quella di riuscire con la macchina da presa a catturare momenti di realtà e, al tempo stesso, a trasfigurarla magicamente in qualcosa che diventava quasi visionario e onirico. Fellini già coglieva in Rossellini la grandezza, vale a dire la capacità - tipica poi di ogni forma d'arte - di interpretare la realtà e trasportarla in un'altra dimensione. Prefazione di Giulio Troli.
Una delle coppie più acclamate del cinema italiano si rivela per la prima volta al noto critico cinematografico Italo Moscati: dai percorsi di vita di entrambi al primo incontro amoroso e alla vita assieme, impastata di cinema, figli, televisione, arte. Virzì racconta il passaggio dall'Università di Pisa al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, il lavoro da sceneggiatore con Furio Scarpelli, i suoi film Ovosodo, Caterina va in città, Tutta la vita davanti, il successo e i David di Donatello. Micaela Ramazzotti si intreccia al discorso narrando i suoi esordi nei fotoromanzi e poi l'ingresso nel cinema, l'incontro con il marito, il matrimonio, la famiglia. Fra drammi, sorrisi e tanta passione per la bellezza si snoda una avvincente storia di cinema e amore.
Nella Parigi fin de siede le utopie politiche e sociali fondono il positivismo e la fede nel progresso con l'aspirazione a risolvere i grandi problemi dell'umanità. Gli artisti partecipano di questo clima e alcuni pittori tentano di superare le vaghezze dell'Impressionismo mettendo a punto un procedimento per la definizione sistematica di belle immagini. Sono i "neoimpressionisti", come li chiama Félix Fénéon, lucido interprete della "scomposizione scientifica del tono" praticata da Georges Seurat, Paul Signac e altri. Con la sua prosa concisa ed evocativa. Fénéon perora tempestivamente la causa del Neoimpressionismo e ne chiarisce la portata rivoluzionaria, svelando i presupposti delle sue innovazioni tecniche. Questa antologia raccoglie testi scelti di Fénéon, inediti in italiano, per restituire un esempio storicamente significativo di critica militante condotta con i mezzi della letteratura più fine.
Nel 1857 John Ruskin, stimato storico dell'arte e studioso di estetica, tiene due conferenze nell'ambito della Art Treasures Exhibition, la colossale esposizione organizzata quell'anno in pieno spirito vittoriano a Manchester, cuore industriale dell'impero britannico. Inaspettatamente, Ruskin, oltre a parlare più di economia politica che delle opere esposte e a proporre la propria visione di un socialismo autoritario e statalistico proprio di fronte agli economisti della scuola di Manchester, si scaglia come un Savonarola del XIX secolo, con la stessa foga iconoclasta, contro ogni manifestazione di spreco o di lusso, contro ogni idolatria e tutto quanto sia superfluo e inautentico. Animato da un'utopia riformista, Ruskin aspira a una società fondata sulla cooperazione, l'armonia e la giustizia, nel ripudio dell'avidità, dell'antagonismo e dello sperpero caratterizzanti il capitalismo moderno. In "Economia politica dell'arte" l'autore riunisce e rielabora i testi delle due conferenze, dando origine a un modello di critica in cui dimensione estetica e condizione etica coincidono.
Il testo si rivolge prevalentemente agli studenti del primo anno dei Corsi di Laurea in Design o Disegno industriale, trattando in modo unitario argomenti che spesso sono affrontati in insegnamenti separati e paralleli: gli aspetti di scienza dei materiali, da una parte, e la progettazione degli oggetti, dall'altra. Così nel volume, a partire dalle proprietà chimico-fisiche fondamentali, si affrontano le caratteristiche proprie dei diversi materiali divisi nelle principali classi, si descrivono i procedimenti di base per la progettazione, le possibili tecnologie utilizzabili a seconda dei materiali scelti e del prodotto desiderato. Tutti gli argomenti sono riccamente illustrati con oltre 300 tra disegni e fotografie di prodotti e tecnologie e nei primi capitoli vengono proposti esercizi completamente risolti che aiutano lo studente a muovere i primi passi nella progettazione.
Questo libro è un primo approccio ai materiali e alle tecnologie ed è indirizzato agli studenti che incontrano per la prima volta questo mondo o a chi, già usando i materiali, voglia razionalizzarne le conoscenze.
Si è cercato il giusto equilibrio tra le necessità di fornire conoscenze di base adeguatamente strutturate, offrire da subito strumenti per una corretta scelta dei materiali e trasmettere al progettista (anche se in modo assolutamente semplificato e approssimato) il percorso da seguire per «evitare che una sedia stia in piedi per caso».
Particolare attenzione è stata data alla parte iconografica riportando nei diversi capitoli immagini di prodotti che esemplifichino le principali applicazioni dei materiali e rimandi e approfondimenti video tramite l’utilizzo della realtà aumentata.
Alcuni contenuti di questo libro, infatti, sono stati associati a oggetti esterni (filmati, immagini, testi ecc.) direttamente fruibili tramite smartphone o tablet: grazie a una tecnologia innovativa, basta puntare la videocamera del proprio device sull’immagine predeterminata e si accede automaticamente ai contenuti “aumentati”.