
Michael Jackson solleva il velo di mistero in un libro autobiografico tanto sincero quanto coraggioso: "Moonwalk". In questo intimo racconto della sua vita pubblica e privata, Michael Jackson ripercorre l'infanzia difficile, ma vissuta con grande allegria, gli anni in cui, insieme ai fratelli, suonava in spettacoli di dilettanti e in sconosciuti locali notturni di Chicago, fino al momento in cui i manager della Motown trasformarono i Jackson 5 in superstar famose in tutto il mondo, con oltre duecento milioni di dischi venduti. Michael ricorda i giorni spensierati della gioventù, in viaggio con i fratelli, e i rapporti a volte difficili con la sua famiglia. Descrive con sincerità ciò che ispira le sue canzoni, i movimenti elettrizzanti del suo modo di ballare e l'impulso irrefrenabile alla creatività che l'hanno reso una delle più grandi star della musica e una leggenda del nostro tempo. In "Moonwalk" Michael Jackson ci parla apertamente dei suoi amici: Diana Ross, Berry Gordy, Quincy Jones, Paul McCartney, Fred Astaire, Marion Brando e Katharine Hepburne e del doloroso isolamento dovuto alla sua celebrità. Racconta del suo primo amore, delle operazioni di chirurgia estetica, della sua carriera eccezionale e di tutte le bizzarre e spesso maligne insinuazioni che hanno circondato la sua vita. Illustrato da fotografie tratte dall'album di famiglia e dai suoi archivi personali, oltre che da un disegno creato appositamente da Michael per questo libro.
La buona novella non è il disco dell'abiura. Non è il disco in cui Fabrizio De André ripiega su sponde confessionali o, addirittura, metafisiche. La buona novella si offre all'ascolto piuttosto come album cruciale, che aggiorna il peace & love della cultura hippy alla protesta pre e post sessantottina. Per i suoi tratti contenutistici e formali l'album si staglia ancora come insuperato, assoluto, fulgido esempio di concept-album italiano. Il precoce testamento etico - e artistico - della discografia del grande cantautore genovese. Cinque canzoni-stazioni con dentro vicende e personaggi anteriori alla nascita di Gesù. E cinque gravitanti attorno al tema della sua morte. Spazio a figure "minori", ai derelitti taciuti dai vangeli ufficiali e qui caricati di valenze aggiunte che ripudiano l'agiografia tradizionale. Cinquant'anni dopo la pubblicazione di La buona novella, questo libro ne racconta l'attualità. Ragionandoci intorno, attraverso analisi dei testi, interviste e dichiarazioni dello stesso De André.
Le venti prose raccolte in questo volume, scritte tra il 1930 e il 1974, testimoniano la lunga fedeltà di Aldo Palazzeschi alle arti figurative. Appassionato visitatore di mostre ed esposizioni - tra Firenze, Venezia, Roma e Parigi -, attento nel captare le più significative novità espressive, collezionista di quadri e amico di numerosi artisti del '900, Palazzeschi ha dedicato ai pittori più amati pagine che si collocano in una posizione intermedia tra la saggistica e il ricordo autobiografico, dimostrando comunque di muoversi a proprio agio nella pittura contemporanea e anche in quella del passato. Pagine che consentono anche di ripercorrere le tappe di una esistenza: dagli anni delle avanguardie (con i saggi dedicati a Umberto Boccioni, Alberto Magnelli e Primo Conti) alla maturità (con la perfetta sintonia tra le "stampe" palazzeschiane e gli "omini" di Ottone Rosai) e all'ultima straordinaria fase di sperimentalismo (che fa intrecciare il percorso di Palazzeschi scrittore con quello di Franco Gentilini pittore).