
Ne ho visti di ulivi strani in vita mia, ma quelli di queste parti hanno forme fuori da qualsiasi logica progettuale, come se la natura li avesse affidati a un artista strambo che con le sue sculture vuole esprimere solo stupore. Gli ulivi sembrano l'istantanea di un movimento convulsivo. Alberi autolesionisti che si squarciano il ventre per creare caverne in cui vivono animali, insetti e folletti dai cappelli rossi. Alberi che annodano i propri rami per ingannare le simmetrie, e che anche quando il vento è assente e sono immobili appaiono fluidi e impetuosi come dervisci roteanti. Gli ulivi di queste brulle e arse pianure posano come divi esibizionisti che ostentano le proprie forme sicuri di essere unici.
Ordinario di Storia dell'architettura nell'Università di Roma La Sapienza, Arnaldo Bruschi ripercorre l'itinerario intellettuale ed artistico di Bramante: dalle prime esperienze come pittore a Urbino al "recupero" di Brunelleschi e Alberti, dall'assimilazione del gusto tardoantico e del gotico alla "grande maniera" romana del tempo di Giulio II. Il volume ha già avuto numerose edizioni nella collana Biblioteca Universale Laterza.
Nel 1993, con l'elezione dei sindaci, si è aperta una nuova fase per il governo delle città italiane. La continuità della gestione e l'autorevolezza dei sindaci sono divenute condizioni indispensabili per impostare nuove politiche della città, per migliorare la qualità della vita, costruire le condizioni per nuove funzioni urbane e inserire il sistema italiano nella rete internazionale, recuperando un palese ritardo storico rispetto all'Europa. La redazione del nuovo strumento urbanistico di Roma, adottato dal consiglio comunale nel 2003, dimostra, seppure tra molte difficoltà oggettive e soggettive, una grande volontà innovativa dell'amministrazione.
Il libro ricostruisce la storia del movimento moderno dell'architettura, il movimento che ha cambiato il significato dell'architettura e interrotto la classificazione dei settori tradizionali: arte, scienza, tecnica.
Attraverso un'ampia sequenza di inserti fotografici, il volume ripercorre le vicende più significative del nostro Paese. Dopo l'apparente stabilizzazione del quadro politico sulla base del pentapartito e la ventata di euforia economica degli anni Ottanta, la crisi della Prima Repubblica, il dissesto della finanza statale e il pericolo di un allontanamento dall'Europa dominano lo scenario dell'italia per gran parte del decennio successivo. E, nonostante il passaggio col maggioritario uninominale a un nuovo assetto bipolare, rimangono tuttora numerosi i motivi di instabilità e così pure i problemi insoluti tanto sul versante istituzionale che economico e sociale.
"In verità non so mai cosa rispondere perché non so chi è che stai interrogando; voglio dire che l'aspetto più imbarazzante e schizofrenico dell'intervista è che chi la subisce deve accettare di essere un altro, uno cioè che sa, che ha idee generali, una visione del mondo e dice la sua sull'esistenza, la religione, la politica, l'amore, le bretelle. A molte domande non risponderò, ad altre mi sottrarrò con racconti più o meno inventati". Un ritratto a tutto tondo del regista, che parla di sé senza ambiguità. Racconta della sua vita e dei suoi film, ma anche di politica, di terrorismo, di musica e letteratura. E del suo modo di fare cinema, "un modo divino di raccontare la vita, un modo di fare concorrenza al padreterno".
Il museo comunica poco e male: esporre fisicamente i pezzi non basta a raggiungere l'obiettivo, primario per l'esistenza stessa della struttura museale, di trasmettere cultura ai visitatori. Applicando la teoria della comunicazione a quei particolari segni che sono le opere d'arte, questo volume analizza sistematicamente il museo e denuncia come la sua struttura e organizzazione siano incompatibili con le esigenze di una comunicazione efficace. Occorre aprire il museo alle enormi potenzialità connesse ad un uso appropriato e intelligente delle nuove tecnologie e cominciare finalmente a esporre per comunicare. Il volume è accompagnato da un DVD video che mostra come si costruiscono efficaci apparati comunicativi.
Il Novecento ha permesso di superare una visione rigida e ristretta dei rapporti fra teatro e letteratura, riassumibile in buona sostanza nella formula: il teatro consiste (esclusivamente) nella rappresentazione di testi drammatici. La vera e propria "esplosione" a cui la contemporaneità ha sottoposto questi rapporti ha permesso di svelare la ricchezza delle relazioni esistenti fra questi due campi dell'arte e dell'immaginario, agendo retroattivamente anche sulla loro comprensione storica. Il presente volume si situa nello spazio letterario del teatro, o meglio, è dentro quello spazio che abitano gli "oggetti" di cui parla: testi drammatici ma anche, e soprattutto, trattati, saggi critici, teorie, racconti e romanzi, memorie e autobiografie.
"Non capita tutti i giorni l'occasione di imparare, attraverso due ore di lettura, l'abbiccì del teatro, e cosa il teatro sia e come uno spettacolo abbia a leggersi". (Edoardo Sanguineti) "Una guida redatta in forma di diario personale: appunti di scena, aneddoti e consigli dispensati con semplicità, come in una chiacchierata da maestro ad allievo. Con il tono fermo e il garbo dell'artigiano maturo, con la chiarezza di chi ha affrontato le massime questioni del 'sistema' e le ha fatte proprie, riducendole e risolvendole tra le quattro assi del suo palcoscenico". (Diana Ferrero, Il Sole 24 Ore)
Da 'Roma città aperta', attraverso 'Caro diario' e 'La vita è bella', fino alla 'Meglio gioventù': un panorama completo della nostra cinematografia che, dopo una lunga crisi, sembra aver ritrovato la sua anima e la sua identità. Gian Piero Brunetta è ordinario di Storia e critica del cinema all'Università di Padova. Ha scritto soggetti di programmi televisivi e di multivisione e collabora a riviste specializzate.
Il cinema europeo non può fare a meno di guardare all'America in termini di confronto e di emulazione e tuttavia, dopo centodieci anni di film, ha saputo sviluppare caratteristiche proprie, elementi di riconoscibilità, aspettative condivise, coesione tra gli spettatori. Un affascinante percorso alla ricerca dell'identità del Vecchio Continente, attraverso alcuni concetti chiave come 'realismo', 'scrittura', 'cinema d'autore e autorialità', 'generi autoctoni e d'imitazione.
"Perché disegno i personaggi dei miei film? Perché prendo appunti grafici delle facce, dei nasi, dei baffi, delle cravatte, delle borsette?... Questo quasi inconsapevole, involontario tracciare ghirigori... fare pupazzetti che mi fissano da ogni angolo del foglio... volti decrepiti di cardinali, e fiammelle di ceri e ancora tette e sederi e infiniti altri pastrocchi... insomma, tutta questa paccottiglia grafica, dilagante, inesausta, che farebbe il godimento di uno psichiatra, forse è una specie di traccia, un filo, alla fine del quale mi trovo con le luci accese, nel teatro di posa, il primo giorno di lavorazione."