
Ma cosa era dunque Bisanzio? Civiltà e identità romana, religione cristiana, cultura e lingua greca, questo teneva insieme un variegato mosaico di popoli con lingue e tradizioni radicalmente diverse (un'etnia o una popolazione "bizantina" non è infatti mai esistita e non è altrimenti riconoscibile), che nei millecento anni della sua storia ha popolato un'estensione territoriale, all'inizio pari a quella delle regioni orientali dell'Impero romano, la curva del Mediterraneo che va dall'Egitto alla Dalmazia, dal confine danubiano al limes siro-mesopotamico. Restano splendide testimonianze di questa civiltà architettonica e artistica, e pensiamo alla Bulgaria, alla Serbia, alla ex Repubblica jugoslava di Macedonia, alla Grecia, alla Russia, per riferirci alle entità statali moderne, che comunque, almeno nei nomi, ricalcano le identità statali di epoca medievale (ma con gravi situazioni di crisi, si pensi al Kossovo, oggi stato indipendente ma all'epoca cuore stesso della civiltà serba, o all'Ucraina, oggi stato indipendente ma all'epoca regione in cui nacque la Russia cristiana, la Rus'di Kiev, appunto). Per certi versi, anche la stessa Italia fu per secoli largamente permeata di cultura bizantina. Il volume ripercorre questa straordinaria vicenda umana e artistica con dovizia di piante e illustrazioni che guidano i lettori anche non esperti attraverso la disamina soprattutto di chiese e monasteri a una migliore e più corretta comprensione di Bisanzio.
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Non solo fotografie, ma nuove planimetrie, assonometrie, reperti perfettamente conservati, ci portano dalle necropoli vaticane alla ricostruzione del primo San Pietro paleocristiano. In seguito si mettono in luce i mutamenti durante il Medioevo, le aggiunte, la crescita del palazzo presso la Basilica, sino alla decisione di farne una nuova. Prima sarà l’abside a essere distrutto per dare adito al progetto di cupola del Bramante. Ci vorrà poi Michelangelo per riprendere il progetto e realizzare la cupola, divenuta simbolo di Roma. A quel punto si abbatterà il resto del vecchio San Pietro e Maderno edificherà il corpo attuale della chiesa. Ultimo intervento di genio assoluto dopo Bramante e Michelangelo: la piazza del Bernini e all’interno il baldacchino e la cattedra di Pietro. L’opera permette, come in un film, di vedere la trasformazione di San Pietro dalla basilica paleocristiana, modello per tutte le prime chiese del Mediterraneo, a capolavoro rinascimentale, sino al decoro e alla piazza barocca.
Dalla preistoria alla contemporaneità, da oriente a occidente, un viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta dei simboli che hanno accompagnato la storia dell’uomo e contrassegnato l’espressione delle sue civiltà.
Michelangelo Mcrisi, detto il Caravaggio (1571- 1610), è una figura fondamentale nella storia dell'arte, un precursore della modernità. Al pittore lombardo, il cui realismo spinse Poussin ad affermare che era nato per «distruggere la pittura», si deve una svolta stilistica decisiva, persino rivoluzionaria, tra i secoli XVI e XVII. Apprezzato per la fedeltà al reale e per l'inedita intensità della luce, l'artista ha operato una profonda riflessione sui dispositivi interni al quadro e sulle sue strategie di interpellazione dello spettatore. Questo libro esplora da vicino la rivoluzione caravaggesca, attraverso i molteplici «specchi» con i quali questo straordinario pittore continua a metterei a confronto. Se lo specchio è l'oggetto di riflessione utilizzato materialmente nei primi autoritratti, nel corso della sua carriera Caravaggio lavora soprattutto sulle diverse forme di riflessività. L'immagine di sé diviene così un luogo di sperimentazione che fa dell'altro uno specchio rivelatore: il travestimento mitologico (da Bacco a Narciso, passando per Medusa), l'alterità culturale o il contrasto dci generi sono tutte espressioni di questa ricerca. Senza limitarsi a seguire il filo della sola biografia di Caravaggio o la vicenda storiografica delle sue opere, Careri rivolge uno sguardo ravvicinato ai singoli quadri come luoghi in cui si esercita un vero e proprio pensiero visivo, non solo attraverso ciò che essi rappresentano, ma per come essi presentano i loro soggetti. La gestualità dei personaggi, i loro sguardi, la luce e le forme propriamente sensibili della pittura fanno dci quadri di Caravaggio altrettanti inviti a farsi somiglianti al Cristo, chiamando il devoto a «conformarsi», per usare le parole di san Paolo. Nell'opera di Caravaggio lo spettatore diviene così il fulcro di un coinvolgimento affettivo, cognitivo e sensibile sino ad allora inedito nella storia della pittura: il quadro non è solo oggetto di visione, ma fabbrica dello spettatore, di forme del guardare, del sapere e del sentire.
Questo volume è un viaggio attraverso i manoscritti della Bibbia dal II secolo al Rinascimento, sia nelle forme della scrittura e delle decine di lingue in cui è stata tradotta, che nelle immagini, veri capolavori dell'arte della miniatura. I tesori conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana rappresentano la più vasta collezione di bibbie per varietà di stili e di culture, e i codici qui rappresentati, alcuni per la prima volta, sono un percorso fra Oriente e Occidente e un contributo alla storia dell'arte e del pensiero.
Nel 1508 papa Giulio II, allora al culmine della sua gloria, fa decorare la Cappella Sistina da Michelangelo e i suoi appartamenti privati da Raffaello, realizzando in pochi anni due delle maggiori opere dell'intera storia dell'arte. Mentre Michelangelo si concentra sulla creazione dell'uomo, Raffaello evoca nella Stanza della Segnatura la grande tradizione mediterranea, da Omero fino al suo tempo. Apre il ciclo degli affreschi con la Disputa del Santissimo Sacramento, ci accompagna sul Parnaso, e ci introduce nella Scuola di Atene, dove si discute delle leggi e dei misteri dell'universo, per concludere il ciclo con l'immagine del papa legislatore. La grave crisi, sia politica sia personale, che Giulio II attraversa spiega il carattere più spirituale, intimo ed enigmatico della successiva Stanza di Eliodoro. Con un salto temporale di secoli, il pontefice si fa portare nel tempio di Gerusalemme per assistere al divino salvataggio del tesoro con la speranza di essere salvato egli stesso. Si fa poi condurre nella Bolsena medievale perché deve convincersi dei misteri della fede. Si identifica in Leone Magno che respinge Attila e, pochi mesi prima della sua morte, in san Pietro che l'angelo libera dal carcere terreno. Eletto nel marzo 1513, il nuovo papa, il giovane Leone X, incarica Raffaello di affrescare la Stanza dell'Incendio. Lì si fa rappresentare come pacificatore e novello Enea, quale fondatore di Roma, ma non solo: vince la battaglia contro gli infedeli, mette la corona imperiale sulla testa di Carlo Magno e si giustifica di tutte le accuse mosse contro di lui. Nel 1519 Raffaello prepara il ciclo di Costantino per il salone del papa ma muore prima di poter realizzare il progetto. Il presente volume ci accompagna in un avvincente percorso nelle Stanze che il restauro appena concluso ha riportato al loro originario splendore. Capolavoro dopo capolavoro, svela gli intenti di opere che rispecchiano la cultura del Rinascimento e dei suoi papi.
Un viaggio attraverso i secoli e i continenti, dalle origini del Cristianesimo ai giorni nostri, per riscoprire la narrazione dei re magi, fra religione, storia, iconografia e leggende popolari.
Apogeo e fine del Medioevo 1288-1431 (Corpus-Atlante della pittura medievale a Roma 312-1431, vol.VI) è un volume di straordinaria novità e qualità sia scientifica che editoriale. Offre un viaggio attraverso il linguaggio pittorico di Roma lungo un secolo e mezzo: dagli anni dell’assoluto fulgore, tra fine Duecento e inizio Trecento, quando le chiese e le basiliche cittadine si ricoprirono di nuovi affreschi e di mosaici splendenti, ai decenni in cui la sede pontificia si era trasferita ad Avignone; fino al primo Quattrocento, quando, con il ritorno del papa a Roma, la città diviene ancora una volta il centro del mondo, il luogo dove accorrono gli artisti che stanno facendo nascere la civiltà del primo Rinascimento. Le opere di Pietro Cavallini, Jacopo Torriti, Filippo Rusuti, Giotto, fino a Masaccio, Masolino e Gentile da Fabriano, miracolosamente conservate o documentate, appaiono nel volume con la ricchezza di apparati che è abituale all’opera del Corpus-Atlante, di cui sono già usciti quattro precedenti volume. Nuove campagne fotografiche che fanno conoscere dipinti e mosaici come mai prima d’ora, nuovi materiali d’archivio, ricerche approfondite su documentazioni storiche, fanno di questo volume uno strumento irrinunciabile per specialisti, studenti e amatori dell’arte e della città di Roma.
Il libro si compone di un’ampia introduzione e di 137 schede disposte in ordine cronologico. Il corredo fotografico è costituito da circa 550 fotografie, tutte a colori e di grande formato.
Come è noto, la nozione di romanico "lombardo" supera largamente i confini amministrativi dell'attuale Lombardia, a marcare uno dei centri propulsori a raggio europeo del rinnovamento architettonico e artistico dopo l'Anno Mille. Al punto che quasi un secolo fa un grande storico dell'arte americano, Arthur Kingsley Porter, tentando con una monumentale catalogazione sinora insuperata di censirne i monumenti conosciuti, inglobava nel concetto l'intera Italia centro-settentrionale. Per non parlare della diffusione di formule architettoniche e soluzioni decorative, come quella degli archetti pensili, che ne proiettano anche a grande distanza i presunti effetti. Essa ne individua comunque il baricentro, che nella triangolazione tra Milano, Como e Pavia segna i raggiungimenti più alti del fenomeno, oltre a registrare la fitta trama di esperienze diffuse nel territorio, con densità e coerenza non comuni. Quale sia la ragione di tale situazione privilegiata è difficile dire. Si è fatto appello, non impropriamente, alla lunga tradizione di maestranze specializzate nella lavorazione della pietra (estratta dalle vicine cave prealpine) che si è voluta far risalire ai "magistri comacini" di età longobarda (ma si discute ancora sulla corretta etimologia del nome), o meglio ai maestri intelvesi e poi campionesi, che percorsero le strade dell'Italia centro-settentrionale tra il XII e il XIV secolo.
Nella Chiesa d’Oriente l’icona occupa un posto fondamentale e primordiale. È parte integrante della celebrazione liturgica come strumento e mezzo di preghiera; riunisce in sé la dimensione del sacro e quella del divino, esprime una visione teologica e una prospettiva estetica. In questo volume, l’artista libanese Mahmoud Zibawi illustra il significato dell’icona a partire dai principi teologici e dai fondamenti dogmatici che ne hanno consentito la genesi, in un’area del mondo antico in cui nella specificità di questa arte si fondono genio indoeuropeo, umanesimo greco-latino e immaginario indo-iraniano. Grazie a un ricco apparato di illustrazioni e carte, e a un’accurata appendice cronologica e museografica, Zibawi descrive lo sviluppo storico dell’icona. Prendendo in considerazione tutta l’area mediorientale (Bisanzio, ma anche Siria, Palestina, Cipro), la Grecia, la Macedonia e la Russia, procede in un approfondito percorso documentario, dai primi secoli dell’era cristiana al classicismo bizantino dei secoli XII-XIV fino ai tempi moderni, nell’esplorazione dell’arte dell’Oriente cristiano e di tutta la sua enigmatica ricchezza.
Storia ed espressione dalla Rus' di Kiev al grande impero
Il volume ci conduce davanti a san Francesco, ai francescani delle origini e alla rivoluzione artistica di Giotto che, divenendo il pittore di Francesco e dei francescani, ha fatto seguito a quella rivoluzione spirituale e culturale che il santo aveva promosso. I testi di Engelbert Grau e Raoul Manselli costituiscono ormai due classici di riferimento per introdursi all'operato di Francesco e ai passi fondamentali del nuovo ordine religioso, che in breve tempo sarà presente nelle città d'Europa. Il testo di Serena Romano rappresenta una sintesi inedita di come l'arte di Giotto sia divenuta l'espressione figurativa della realtà religiosa e sociale che si stava affermando e, nel contempo, abbia aperto la strada a un nuovo straordinario capitolo della storia dell'arte.