
Che cosa succede nella mente quando ascoltiamo la nostra canzone preferita? Il cervello come elabora l'informazione musicale? Suonare uno strumento favorisce lo sviluppo del bambino? Che cos'è la musicoterapia? E a che cosa è dovuto il suo successo? Il volume, in edizione rivista e aggiornata, risponde a queste e altre domande, presentando le diverse teorie sulla psicologia della musica e gli sviluppi più recenti nell'ambito delle neuroscienze cognitive.
Con questo volume l'autore ha realizzato un panorama generale dell'arte delle popolazioni americane, fin dalle primissime forme documentate per arrivare alla soglia delle grandi civiltà del neolitico, attraverso una visione d'insieme di tutte le Americhe, dal Canada fino alle Ande meridionali e alla Patagonia. Si tratta di materiale fotografico raccolto e commentato dall'autore, di rilievi, disegni e ricostruzioni appositamente realizzati per quest'opera. Non soltanto le incisioni, ma anche l'uso complesso dei colori sono stati documentati a partire dai relativi supporti di osso, pietra, roccia e quindi di ceramica.
La problematica del potere, il conflitto tra grazia e potere, tra ragion di Stato e coscienza riassumono, secondo l'autore, la vicenda umana e religiosa di Celestino V, che non si ritenne in grado di guidare la Chiesa e il mondo cristiano. Tali questioni esprimono, quindi, il tema fondamentale che attraversa tutte le opere dello scrittore tedesco.
Il volume ripercorre in senso tematico e cronologico il percorso professionale e la formazione artistica di Russell Page (1906-1985), tra i maggiori progettisti di giardini dei nostri tempi. Dal suo esordio in Inghilterra e in Europa - lavora anche in Italia - fino al Medio Oriente e alle Americhe, Page viene chiamato da una clientela raffinata e altolocata per ridisegnare e adornare gli esterni di sontuose dimore.
Nel libro il testo corre affiancato da splendide immagini dei giardini realizzati dal maestro: distese e giochi d'acqua, fiori e piante sapientemente abbinati, ampi spazi e raccolti pertugi nel verde.
Una grande varietà compositiva e uno stile che hanno fatto la fortuna dell'artista: al lavoro di Page si ispirano tuttora scuole internazionali di architettura del paesaggio, ma la sua fama arriva anche ad ammiratori ed estimatori tra il pubblico non specializzato.
La prefazione è scritta da Paolo Pejrone, famoso paesaggista italiano che fu allievo e collaboratore di Page, cui Mondadori Electa ha già pubblicato due volumi.
Eleonora Duse (1858-1924) è stata una delle più grandi attrici di tutti i tempi, studiatissima eppure ancora misteriosa. Il suo stile era tanto lontano dalla norma che talvolta gli spettatori, vedendola in scena, rimanevano sconcertati e diffidenti - per poi innamorarsene. Fu anche direttrice di compagnia e capocomica, creatrice di spettacoli e non solo di interpretazioni. Insieme a Pirandello, è stata forse l'artista più grande e innovativa del teatro italiano. E tuttavia resta da decifrare il segreto della sua presa sul pubblico, della sua tecnica, del suo fascino, e resta da capire quale fosse il suo progetto, e quali i bisogni, le strategie, e le ferite da cui faceva nascere i suoi spettacoli. Eleonora Duse ha trasformato il senso stesso del fare teatro, dandogliene uno nuovo: non più cultura, o piacere, o arte, ma scossa, profondo sconvolgimento esistenziale. Una rivoluzione silenziosa, che questo libro indaga attraverso documenti, lettere, storie, testimonianze, racconti, e attraverso le immagini - i ritratti in studio, i disegni, le caricature - anch'esse indizi di un percorso da scoprire.
Quando scrisse le tre parti del "Wallenstein", fra il 1796 e il 1799, Schiller era ormai un uomo maturo. Aveva abbandonato le ingenuità e i furori ideologici delle prime tragedie, nelle quali il bene, il coraggio e la libertà stavano da una parte, e il male e la tirannide dall'altra. Nel portare sulle scene le vicende del generale dell'impero asburgico, che tante battaglie vinse durante la Guerra dei Trent'anni ma venne poi sospettato di tradimento e ucciso, Schiller non mette in campo vizi contro virtù, ma uomini a tutto tondo, un po' buoni e un po' cattivi, in lotta fra loro; soprattutto rappresenta le loro volontà teoriche in lotta contro l'andamento quasi meccanico delle loro azioni negli insondabili destini tracciati da quel groviglio di forze discordi che è la storia. Un caposaldo del teatro europeo tradotto da Massimo Mila sessant'anni fa in una prosa che ancora oggi appare moderna ed efficacemente teatrale.
Dall'epoca dei grandi specialisti beethoveniani come Wilhelm Backhaus a quella più recente di musicisti poliedrici come Alfred Brendel e Maurizio Pollini, le 32 sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven rappresentano una sfida titanica e un'attrazione irresistibile per tutti i grandi pianisti: il "Nuovo Testamento" del pianoforte, come le definì Hans von Bulow. Se il confronto con i grandi del passato è inevitabile, una nuova interpretazione può fondarsi solo su un lavoro autonomo e certosino sui testi. Stimolato dalle domande di Martin Meyer, Andràs Schiff svela tutti i segreti del suo approccio alle sonate, guidando il lettore lungo l'evoluzione straordinaria del linguaggio musicale beethoveniano, dalle giovanili sonate op. 2, già svincolate dal modello di Haydn, alle ultime, visionarie realizzazioni della maturità. Da questa analisi storico-critica discendono immediatamente, in maniera nello stesso tempo personale e non arbitraria, scelte di regia, tempo, suono, dinamica, timbro. Questa guida, un viaggio inedito dietro le quinte del lavoro interpretativo, offre tutti gli strumenti per un ascolto consapevole dell'esecuzione dal vivo delle sonate da parte di Andràs Schiff e di ogni loro interpretazione passata o futura.

