«Toccare un po' Dio nello spirito è una grande felicità, ma comprenderlo è del tutto impossibile». A questo denominatore Agostino riconduce quella che può essere considerata l'eredità della sua vita e del suo pensiero, assorbiti e concentrati in un Dio inafferrabile e incomprensibile. Contro ogni concezione materialistica, egli insiste su questa verità: l'uomo singolo o il mondo intero nella sua estensione non possono abbracciare Dio, che è ovunque e non è afferrabile dal pensiero umano.Autore di un'opera fondamentale della cultura dell'Occidente - le Confessioni - Agostino è stato determinante per la teologia e la filosofia sia sul piano del contenuto che del metodo. La mistica medievale vive del suo patrimonio, della sua ardente ricerca di Dio e del suo «cuore inquieto».
L'autore
REMO PICCOLOMINI, frate agostiniano è nato a Montorio Romano (RI). Ha insegnato per 25 anni filosofia e storia. Dopo la morte di p. Agostino Trapè, ha assunto la direzione della Nuova Biblioteca Agostiniana, l’edizione bilingue dell’Opera Omnia di S. Agostino, ormai giunta al termine delle pubblicazioni.
ANNA RITA MAZZOCCO è nata a Foligno (PG). E’ specializzata nella elaborazione di progetti educativi, formativi e vocazionali. Vive e lavora a Urbino (PU).
Il libro
<< La singolare storia, narrata ne Le Confessioni è lo specchio della nostra storia personale dove delusioni, scoraggiamento, dubbi, errori s’intrecciano con le speranze, con atti di coraggio, con qualche certezza e un grande anelito per la verità…
Chiunque abbia letto Le Confessioni e ne abbia compreso lo spirito, sia pure a livelli diversi di profondità, non può non aver colto il cuore dell’opera di Agostino, nella quale raccontando se stesso racconta la sofferenza dell’Uomo in cerca della verità e del senso della propria vita, la sua percezione di una fame e sete interiori che nulla riesce ad estinguere, la consapevolezza del limite connaturale alla specie umana, l’ansia di raggiungere una meta che Qualcuno continuamente sposta in avanti e vela di mistero.
E’ questo l’assillo che tormentava l’uomo Agostino sedici secoli fa, che tormenta l’uomo Tommaso oggi: l’uno e l’altro emblema della creatura che viene al mondo recando dentro di sé - stimmate e gloria - l’immagine del Creatore e la straziante nostalgia di Lui.
Due millenni non hanno un granché mutato la storia dell’umanità perché non hanno granché mutato il clima interiore dell’Uomo, clima determinato da situazioni sociali culturali e morali ciclicamente ricorrenti, le quali a loro volta hanno portato, allora, al disfacimento dell’Impero Romano e alle invasioni barbariche, ora, alla decadenza di un disilluso “Occidente” lentamente strangolato dall’opulenza, incapace di ideali>>.
Il volume raccoglie le ricerche condotte da Nello Cipriani, nell'arco di circa trent'anni, sulla dottrina antropologica di Sant'Agostino, ancor oggi ritenuta dalla maggioranza degli studiosi il frutto dell'influsso neoplatonico sul pensiero del giovane filosofo di Tagaste. Attraverso un'accurata ricostruzione filologica dei testi agostiniani, Cipriani è in grado di documentare la presenza di influssi stoico-aristotelici, giunti ad Agostino tramite le opere di Cicerone e, soprattutto, dell'eclettico romano Varrone, erede del pensiero dell'accademico Antioco d'Ascalona. In particolare, da questi Agostino avrebbe ereditato l'idea dei prima naturae, cioè di quegli impulsi originari iscritti naturalmente nell'animo umano, che lo avrebbero portato a rivalutare - anche alla luce della maturata fede cristiana - sia la dimensione corporea sia la dimensione sociale dell'umano, aspetti delegittimati, invece, dalla tradizione platonica.
Nell'Anno della Fede ecco tre brevi catechesi per entrare… e per uscire da quella «porta della fede» che Benedetto XVI ha scelto come immagine del percorso che egli propone nella lettera apostolica di indizione.
L'icona della porta - quella della nostra casa, quella della nostra chiesa - bene si presta a sintetizzare la ricchezza della fede professata, conosciuta, celebrata e vissuta.
Con la fede si entra
in una visione del mondo...
per uscire a testimoniarla con la vita in quello stesso mondo, che è già anticipo del Regno di Dio.
Come spiegare l'attrazione che Agostino esercitava sulle persone che incontrava o che conosceva? Da dove proveniva quest'affetto che gli altri provavano d'improvviso per lui?
L'Autrice in questo volume, di facile lettura ma ben documentato, aiuta a comprendere il significato dell'amicizia per S. Agostino. Dalla lettura del testo si evince il ruolo essenziale che l'amicizia ha svolto nella vita di Agostino e come abbiano influito in modo decisivo: il temperamento africano, l'eredità familiare, l'epoca in cui visse, l'ideale classico dell'amicizia.
INDICE
Introduzione: L'eredità di amicizia in Sant'Agostino 1. Il temperamento africano 2. L'eredità familiare 3. L'epoca in cui visse 4. L'ideale classico dell'amicizia
I. La famiglia di Sant'Agostino 1. Santa Monica 2. Patrizio 3. Fratello e sorella 4. La madre di Adeodato 5. Adeodato
II. Sant'Agostino e gli amici di gioventù 1. Gli amici di infanzia 2. L'amico rimasto sconosciuto 3. Gli amici di Tagaste e di Cartagine 4. Gli amici di Milano 5. Amici benefattori 6. Gli amici di Cassiciaco 7. Gli allievi 8. Conclusione
III. Le amicizie della maturità 1. Le amicizie monastiche, Tagaste e Ippona 2. Amicizie episcopali 3. Amicizie laiche 4. I discepoli 5. Amicizie nuove, amicizie perdute 6. Conclusione
IV. L'amicizia cristiana secondo Sant'Agostino 1. L'uso della parola "amicizia" 2. Definizione dell'amicizia 3. I doveri dell'amicizia 4. Formazione, preservazione e dissoluzione dell'amicizia 5. L'amicizia estesa a tutti gli uomini: il Corpo Mistico 6. Valore dell'amicizia 7. Conclusione
Conclusione generale 1. L'esperienza umana 2. La psicologia affettiva 3. La dottrina dell'amicizia cristiana.
Il volume prende in considerazione i principali testi agostiniani sullo Spirito Santo, al fine di evidenziarne il mistero e l'origine divina, il ruolo e l'azione nell'economia salvifica e nella vita dei credenti, e la sua costante ed efficace presenza nella Chiesa, chiamata a trasmettere agli uomini la luce della Verità e a rinnovarsi costantemente come corpo mistico di Cristo, perseverando nella fedeltà all'unico Maestro e nella comunione mediante la carità.
Il testo, curato da Maria Grazia Mara, raccoglie due opere esegetiche di Agostino. La prima "Commento di alcune questioni tratte dalla Lettera ai Romani", non rientra in senso stretto nel genere dei commentari; si presenta piuttosto sotto forma di "quaestio", forma letteraria ripresa dalla tradizione scolastica greca. La seconda opera "Commento incompiuto della Lettera ai Romani" voleva essere un commento sistematico a tutto il testo di Paolo. Spaventato però dalla fatica e dalla mole dell'impresa, Agostino, dopo aver dedicato un intero libro al solo commento di Rm 1,1-7, rinuncia a completare il commento.
Un approfondimento di passi evangelici: una rilettura delle "Beatitudini" attraverso la testimonianza di insigni padri spirituali.
Benedetto XVI ci ha invitato ad un «Anno della fede», usando l’immagine della porta. I Padri della Chiesa si sono misurati con la fede cristiana, soprattutto come «porta d’entrata» in una visione nuova del mondo e della vita, nel contesto del paganesimo e del pluralismo religioso dell’impero romano: essi hanno fortemente sottolineato
il ruolo di una fede professata in un «simbolo», un testo che sigillasse l’unità del corpo ecclesiale, e quello di una fede celebrata, in particolare nell’itinerario pasquale del catecumenato.
Ma la fede aveva una grande importanza anche quale «porta d’uscita» in una testimonianza quotidiana, coerente con la fede professata e celebrata: pensiamo in particolare al martirio patito e offerto quale atto estremo di fedeltà.
I Padri della Chiesa ci parlano della fede personale, certo quale dono divino che trascende la natura umana, ma insieme come fondato sull’esperienza dell’umana fiducia. La lettura di alcuni testi patristici sulla fede diviene, quindi, saporoso itinerario che la motiva e la rafforza.
Il curatore
Agostino Clerici, nato a Rovellasca (Como) nel 1959, dottore in filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sacerdote dal 1991, direttore de Il Settimanale della diocesi di Como (dal 1999 al 2011), è parroco di Ponzate (dal 2003) e cura il blog L’essenziale è visibile (www. agostinoclerici.it). Ha all’attivo numerose pubblicazioni nel campo della patristica e della spiritualità. Con le Paoline ha pubblicato: Il Padre nostro commentato dai Padri della Chiesa (1994), Il tesoro nel campo (2007), Lettera di Gesù Bambino (2007), L’essenziale è visibile (2008), Incontrare il Risorto (2010), Che cosa cercate? Avvento e Natale nel cuore dell’Anno liturgico (2012).
Siamo abituati a pensare all’Avvento e al Natale come all’inizio di un nuovo anno liturgico. L’autore, attraverso le sue meditazioni sulla parola di Dio, vuole abituarci a pensare il Natale (con le settimane che lo precedono) come un vero e proprio centro, e non tanto come un banale inizio. Il primo centro ovviamente è la Pasqua, ma il mistero della redenzione poggia saldamente sul mistero dell’incarnazione.
Questo breve percorso si articola in tre parti.
La prima è un tracciato cronologico che va dalla Prima domenica di Avvento all’Epifania: esso prende le mosse dalla domanda di Gesù a coloro che lo seguono: «Che cosa cercate?»; e trova il suo sbocco nella vocazione alla sequela dei primi discepoli, lungo il mare di Galilea.
La seconda parte è una meditazione sull’itinerario dei Magi, vera e propria icona di una ricerca che trova e di un ritrovamento che mette nuovamente in ricerca.
La terza parte è un breve excursus sull’incrociarsi del Natale con il passaggio da un anno all’altro, che avviene proprio quando la Natività di Cristo raggiunge, da un punto di vista celebrativo, la sua pienezza nell’Ottava del Natale, solennità di Maria Madre di Dio.
Autore
Agostino Clerici, nato a Rovellasca (Como) nel 1959, dottore in filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (1985), sacerdote dal 1991, direttore de Il Settimanale della diocesi di Como (dal 1999 al 2011), è parroco di Ponzate (dal 2003) e cura un blog: «L’essenziale è visibile». Ha all’attivo numerose pubblicazioni nel campo della patristica (soprattutto sant’Agostino) e della spiritualità. Per Paoline Editoriale ha pubblicato: Il Padre nostro commentato dai Padri della Chiesa (1994), Il tesoro nel campo (2007), Lettera di Gesù Bambino (2007), L’essenziale è visibile (2008), Incontrare il Risorto (2010).
Con la semplicità che gli è propria,l’Autore,partendo dalla celebre frase detta dalla volpe al principe ne Il piccolo principe di Antoine de SaintExupéry (“Non si vede bene che con il cuore: l’essenziale è invisibile agli occhi”), afferma, in qualche modo ribaltandola, che nel Natale Dio, l’Essenziale, incarnandosi nel neonato Gesù, si è fatto visibile anche agli occhi,oltre che al cuore. Nelle sei brevi meditazioni,esamina in modo originale alcuni testi evangelici:quelli famosi natalizi (nascita di Gesù,i pastori,i magi) e altri altrettanto famosi (la guarigione del cieco Bartimeo,il miracolo di Cana,il prologo del Vangelo secondo Giovanni). Esemplificando con situazioni colte dalla quotidianità e contemporaneità, l’autore sostiene che il Natale è l’occasione per recuperare il delicato tema dell’essenzialità:in questo senso,la scelta dell’essenziale si traduce nel ripetere quotidianamente l’esperienza dell’incontro con Gesù,attraverso l’amore. “Dunque,nel Natale,l’Essenziale – che solo il cuore può vedere – si è reso visibile anche agli occhi. Per quale motivo?... La risposta è una sola, ed è, ancora una volta, il nome stesso di Dio: Amore”.
AUTORE Agostino Clerici, sacerdote e giornalista,dirige il Settimanale della diocesi di Como. Per Paoline ha già pubblicato Il Padre nostrocommentato dai Padri della Chiesa(1994); nellastessa collana: Il tesoro nel campo.Chi trova,cerca(2007);Lettera a Gesù Bambino(2007).
Di solito, per Natale, sono i bambini a scrivere una lettera a Gesù. Questa, invece, è una lettera che - per finzione letteraria - Gesù Bambino scrive "all'uomo che Dio ama" dal grembo di sua Madre. E la fa trovare all'autore nella buca delle lettere, forse perché, essendo questi prete e giornalista, troverà il modo di farla conoscere. In 7 capitoli (Sono Dio!, Maria: l'accoglienza, Giuseppe: l'obbedienza, Elisabetta: il servizio, Giovanni: la rivelazione, Il regno di Dio: tra attesa e compimento, Il mio Natale buono!) Gesù Bambino parla di sé, della fedeltà di Dio, dei temi piccoli e grandi della fede, motivando gli uomini e le donne d'oggi a un'accoglienza profonda di un mistero che chiede di essere tradotto in testimonianza e vita.