Il Magistero di papa Francesco sulla vita nascente è chiaro, diretto, inequivocabile, immerso nella forza della verità senza sconti, ma anche intriso di misericordia. Con il suo linguaggio capace di arrivare a tutti, il Papa non ha mai cessato di parlare dei bambini in viaggio verso la nascita, riservando anche una delicata e amorevole attenzione per le loro mamme. Qui presentiamo i tanti testi, discorsi, Angelus, messaggi, omelie, udienze, meditazioni, interviste, ma anche encicliche ed esortazioni apostoliche, in cui papa Francesco ha posto il suo sguardo sui bambini non nati, al fine di contrastare quella cultura dello scarto che oggi schiavizza i cuori e le intelligenze, per ribadire che "la nostra risposta è un deciso sì alla vita senza tentennamenti".
La natura e le caratteristiche dell'amore coniugale, così come emergono dal magistero di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, sono l'oggetto di questo studio. Dopo aver tracciato le linee fondamentali del rinnovamento avvenuto in ambito teologico e magisteriale in tema di etica coniugale dall'inizio del secolo scorso, vengono presentati i principali documenti pontifici, che sono alla base di una riflessione antropologica e teologica sull'amore coniugale. Tale riflessione si incentra sul mistero della persona, essere relazionale, con un'originaria vocazione all'amore e al dono di sé. In questo contesto emerge il valore della corporeità e della sessualità, nonché il significato del matrimonio come communio personarum e rivelazione dell'amore di Dio. L'amore degli sposi viene considerato secondo i volti dell'eros e dell'agape come una realtà sfaccettata, ma unitaria, dinamica e chiamata a purificazione e maturazione.
Questo volume raccoglie nella prima parte tutti i discorsi e gli insegnamenti di Giovanni Paolo I, così come sono stati pronunciati a braccio dal Papa, ma anche nella loro trascrizione ufficiale. Nella seconda parte vengono riprodotte, per la prima volta in assoluto, le pagine dell'agenda personale usata da Giovanni Paolo I durante il pontificato e il suo block-notes per gli appunti personali. Il libro ripercorre con chiarezza e rigore i 33 giorni del pontificato di Giovanni Paolo I, mettendo in evidenza le capacità innovative dei suoi gesti e dei suoi discorsi, sottolineando il suo essere precursore di una nuova fase nella vita della Chiesa. Eletto il 26 agosto 1978, sin dai primi discorsi anticipa in un certo senso quelli che poi saranno i temi centrali del magistero di Bergoglio: una Chiesa povera e per i poveri, la preoccupazione per la pace nel mondo, la misericordia di Dio, l'umiltà dei ministri della Chiesa.
Un testo sulla storia della salvezza, attraverso la Sacra Scrittura e il Magistero della Chiesa. Indice: - Abramo, Esodo, Deserto, Alleanza, Terra Promessa (Giosue'), Davide e il Regno, Esilio, Profeta, Le origini (Creazione-Male-Peccato), Messianesimo, Risurrezione, Chiesa (Sacramento di salvezza), la Chiesa primitiva (primi tre secoli), La Chiesa da Costantino al Concilio di Trento, La Chiesa dal Concilio di Trento al Vaticano II, Il Concilio Vaticano II, Parusia.
La malia che sempre esercita un’edizione critica recente (la Leonina), la lusinga di inserire un pensatore autorevole (Tommaso d’Aquino) in una collana seria, sono le occasioni per la presente edizione del de magistro.
Le motivazioni di fondo, che spiegano la riproposta, si raccolgono in una, nella convinzione cioè, che il testo non rappresenta un reperto archeologico, e neanche un documento storico datato, anzi di impone per la vigorosa presas d’atto di istanze inamovibili e mai risolte circa il rapporto dell’uomo alla realtà, alla comunicazione giusta, alla verità, e circa il più squisito evento umano: la trasmissione da mano a mano, da generazione a generazione dei vertici raggiunti.
Per il testo a fronte, oltre ai motivi che solitamwente inducono l’editore, c’è un motivo proprio affidato allo stile della traduzione: rendere invogliante e gustoso il passaggio alla lingua in cui il soggetto é stato pensato e detto, perché l’eterno problema del rapporto maestro discepolo si avvale dell’apporto prezioso di sfumature delicatissime.
Chi sono i pifferai magici che, come il flautista di Hamelin, negli ultimi decenni hanno incantato il mondo costringendo un numero sempre più alto di persone a seguirli, abbandonando il mondo dell'etica, quel mondo che, nonostante tutte le sue fragilità, ha permesso fino a tempi recenti all'essere umano di mantenere la sua specificità? Ormai, tutto quello che si può fare, si fa. E le voci che ancora si levano in difesa della misteriosa complessità della vita e della persona vengono ridicolizzate, tacciandole di medioevale oscurantismo. L'uomo non è più un fine, ma soltanto un mezzo e, in quanto mezzo, può essere usato in tutti i modi possibili. Il fatto che il numero di disturbi mentali, di depressioni, di malattie autoimmuni sia sempre più alto non inquieta più nessuno, così come non turba il fatto che il paganesimo sia tornato prepotentemente nella nostra civiltà e che proprio questo paganesimo abbia annullato la responsabilità individuale del male. Il fato decide per noi. Non esiste più il bene, non esiste più il male, non esiste più il giudizio sulle nostre azioni e, anche quando queste sono efferate, siamo convinti di avere diritto all'happy end. Queste riflessioni fatte nel corso degli ultimi anni cercano di mettere a fuoco il progressivo declino della nostra civiltà, incantata dalla suadente musica di questi astuti orchestrali che tutto hanno a cuore tranne il bene dell'umanità.
Quando Giada, ad appena ventitré anni, rimane incinta del suo secondo figlio, lei e il compagno Alessio sono ebbri di felicità. Già genitori di Matilde, non vedono l'ora di allargare la loro famiglia. Quella che stanno costruendo è la vita che sognavano fin da quando, ancora ragazzini, si sono messi insieme. A qualche mese dalla nascita di Roberto, però, Giada si accorge che qualcosa non va. Dopo una sequela infinita di visite, riesce finalmente ad avere una diagnosi. Il suo secondogenito è affetto da una malattia genetica rarissima e degenerativa, la sindrome di Cockayne. Quando guarda il suo bimbo, però, Giada non vede un bambino disabile. Vede semplicemente Roberto, o Frollino, come lo ha ribattezzato Matilde quando lo ha incontrato per la prima volta, un piccolo uomo che con il suo sorriso sdentato e il ciuffo biondo da ragazzaccio riesce a scatenare onde d'amore, a conquistare cuori, a parlare anche senza parole. E questo non può che provocarle un'immensa gioia, nonostante la fatica e la sofferenza, bagaglio pesante e onnipresente. In queste pagine c'è la vita vera, fatta di abbracci, risate, pensieri scomodi e speranze. C'è la forza gentile e l'amore ostinato di una madre e di una famiglia composta da donne tenaci, amici insospettabilmente teneri, un papà imperfetto ma presente e una sorellina che sa essere una piccola leonessa. Il racconto luminoso di una quotidianità fuori dall'ordinario narrato da una madre che ci accompagna con ironia e sincerità nel mondo di una creatura fatta di cielo, capace di accendere l'amore ovunque vada.
Secondo una leggenda, i Magi che resero omaggio a Gesù appena nato non erano tre, ma quattro. Il quarto saggio, Artaban, partì portando con sé pietre preziose da donare al Messia, ma smarrì la strada e arrivò a Betlemme quando già la Sacra Famiglia era fuggita in Egitto. Vagò per il resto della vita alla ricerca di Gesù senza mai incontrarlo. Capitò però a Gerusalemme proprio nei giorni della Passione del Nazareno e quando, la mattina di Pasqua, il Risorto gli apparve, egli non aveva più nulla da donargli, perché aveva utilizzato i doni destinati a Gesù bambino per aiutare poveri e perseguitati. Ma Gesù gli disse: «Ogni volta che hai fatto questo ai tuoi fratelli, tu l'hai fatto a me». Artaban comprese allora che la sua ricerca era conclusa. Ora finalmente avrebbe potuto seguire, e non più inseguire, il Risorto.
Età di lettura: da 3 anni.
Un libro allegro e divertente tutto da scoprire: pronuncia la parola magica "Abracadabra" e per incanto vedrai apparire gli animali! Sembra un oggetto... ma appena apri l'aletta appare un animale. Età di lettura: da 3 anni.
La ricerca che è alla base delle pagine che seguono è stata condotta in modo razionale, senza l'enfasi della «passione» per le proprie tradizioni, ma con osservazione accurata e equilibrio metodologico. La connessione tra Torino e un mondo dell'occulto ha trasformato la città in un'icona certamente poco edificante, ma divenuta, malgrado l'effettiva realtà dei fatti, uno stereotipo. Si aggiunga che, secondo una credenza molto radicata, la nostra città, con Lione e Praga, costituirebbe uno dei vertici del triangolo nero d'Europa. Prefazione di Mariano Tomatis.
La scuola non stampa moneta, non crea lavoro, non garantisce felicità, ma è il luogo in cui si forma la nostra coscienza linguistica, critica, storica, etica, politica. È alla scuola che spetta l'educazione dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, che sono la bellezza, l'unità e la speranza del Paese. Smettiamola di credere che il mondo, come scriveva Eliot, sia «proprietà esclusiva dei vivi», senza trapassati, né posteri. Disegniamo, invece, il volto di una scuola inedita che recuperi i perché interrogativi, che insegni a cogliere la profondità e la relazione tra le cose, che consenta di scoprire il valore del passato e della memoria e al contempo di inventare il mai visto e l'inaudito. "Interrogare, intelligere, invenire": queste, dunque, le tre 'i', i fondamenti su cui costruire la formazione. Per teste ben fatte piuttosto che teste ben piene, come auspicava Montaigne, si deve frequentare il pensiero dei classici, fondativo e al tempo stesso antagonista del presente. Si comprende allora il significato della frase di Manara Valgimigli: «La scuola la fanno i maestri, non i ministri». Per tanti ha significato cambiare le sorti della loro vita perché è solo nel rapporto tra maestro e allievi che si sprigiona il campo di energia dell'educazione. Un'utopia? Una necessità vitale. Possiamo bearci dei trionfi della tecnica, ma è necessario che l'interrogazione di Socrate riequilibri lo slancio di Prometeo.