Da una bacchetta d'avorio proveniente dall'antico Egitto, intagliata con figure divine a protezione dei nascituri, a un feticcio sottratto a un villaggio del Mali e finito in un museo francese, il volume esplora la magia attraverso venti oggetti, scelti per la loro capacità di raccontare rituali, credenze e pratiche trasversali a epoche e culture. In un dialogo continuo tra fonti scritte, testimonianze archeologiche e riflessioni antropologiche, ognuno di essi viene indagato non solo come manufatto, ma soprattutto come strumento attivo in riti di guarigione, maleficio, protezione o divinazione. Alcuni, come il Libro dei morti, sono celebri; altri, come una scarpa murata in un pub di York, umili; alcuni, come una bandiera fatata, servono per scacciare il male; altri, come una figurina trafitta dagli spilli, per nuocere. L'ars magica che ne emerge non è un sapere marginale o residuale, ma una forma di conoscenza operativa, in cui si intrecciano fede, tecnica e desiderio. In fondo, ciò che questi oggetti ci restituiscono è una domanda sempre attuale: a cosa ricorriamo per dare forma all'invisibile, proteggerci dall'incertezza e trasformare simbolicamente la realtà?
Dal 1384 i Francescani di Terra Santa, custodi della Basilica della Natività in Betlemme, realizzano e conducono una processione - scandita da soste, canti e preghiere - che ha il suo fulcro nella venerazione della santa Grotta, ove Cristo nacque da Maria Vergine. In una delle tappe principali della processione (col tempo divenuta quotidiana) si cantano le parole di un inno composto dal poeta cristiano Sedulio, vissuto nel V sec. Partendo da tali presupposti, l'autore si interroga sui motivi che abbiano spinto i Figli di san Francesco ad adottare le parole di tale antico e ignoto poeta all'interno dell'ordo. Nei tre capitoli che lo compongono, lo studio si sofferma dapprima su Sedulio. Ne tratteggia l'identità storica e ne analizza la produzione poetica, dalla quale emerge una solida ortodossia nicena, che ha meritato a Sedulio l'elogio di «evangelista del verso», «poeta verax» e «scrittore cattolico». Il secondo capitolo ricostruisce in sei tappe le intricate vicende storiche che hanno caratterizzato l'arrivo e la permanenza dei Francescani in Betlemme, influenzando così il percorso della processione votiva e plasmandone l'ordo. Il terzo capitolo è dedicato all'inno seduliano A solis ortus cardine, da cui i Francescani hanno tratto le parole ancor oggi cantate quotidianamente presso l'altare dei Magi, una delle tre tappe eminenti - e per questo vincolate dallo Statu quo - all'interno della santa Grotta della Natività. Ne è conseguito un viaggio affascinante, che si snoda lungo un arco cronologico di oltre sei secoli. Uno scavo accurato, ricco di scoperte e colpi di scena. Da Virgilio a Lutero; dalla pietas alla dulcedo; dalle Crociate ai giorni nostri: questo e molto altro è rintracciabile nei versi di Sedulio, confluiti in quel «sismografo» che è la processione quotidiana a Betlemme. Storia e teologia - come pure letteratura e filologia - armonicamente intrecciate, rendono il testo chiaro nelle premesse, solido nelle argomentazioni e convincente nelle conclusioni.
Un testo sulla storia della salvezza, attraverso la Sacra Scrittura e il Magistero della Chiesa. Indice: - Abramo, Esodo, Deserto, Alleanza, Terra Promessa (Giosue'), Davide e il Regno, Esilio, Profeta, Le origini (Creazione-Male-Peccato), Messianesimo, Risurrezione, Chiesa (Sacramento di salvezza), la Chiesa primitiva (primi tre secoli), La Chiesa da Costantino al Concilio di Trento, La Chiesa dal Concilio di Trento al Vaticano II, Il Concilio Vaticano II, Parusia.
Ci si mette in viaggio per cercare, si cerca per trovare risposte e raggiungere una meta, anche quando non si ha idea di cosa aspettarsi una volta giunti a destinazione. Il significato del viaggio è nel fremito che lo accompagna, nelle nuove domande che sorgono lungo il percorso e che passo dopo passo costruiscono il senso dell’esistenza. Questa domanda di senso che invita irresistibilmente ad avventurarsi lungo percorsi ignoti è un’esperienza che accomuna l’umanità intera da millenni, ha spinto persone e popoli, e duemila anni fa invitò i re magi a mettersi in cammino dall’Oriente per seguire una luce di cui la loro saggezza aveva riconosciuto la verità. Accompagnando l’itinerario dei magi, le riflessioni meditate di Sergio Stevan sui Vangeli della nascita di Gesù guidano ogni lettore alla scoperta dei segni della presenza di Dio, i segni della presenza dell’Amore.
Un piccolo diario dell'anima in preparazione all'Avvento, con brani tratti dalle pagine più belle di don Luigi Maria Epicoco. Il volume è strutturato in sette brevissime meditazioni per 4 settimane , con una ripresa alla fine di ogni settimana e uno spazio per scrivere le proprie riflessioni personali.
La malia che sempre esercita un’edizione critica recente (la Leonina), la lusinga di inserire un pensatore autorevole (Tommaso d’Aquino) in una collana seria, sono le occasioni per la presente edizione del de magistro.
Le motivazioni di fondo, che spiegano la riproposta, si raccolgono in una, nella convinzione cioè, che il testo non rappresenta un reperto archeologico, e neanche un documento storico datato, anzi di impone per la vigorosa presas d’atto di istanze inamovibili e mai risolte circa il rapporto dell’uomo alla realtà, alla comunicazione giusta, alla verità, e circa il più squisito evento umano: la trasmissione da mano a mano, da generazione a generazione dei vertici raggiunti.
Per il testo a fronte, oltre ai motivi che solitamwente inducono l’editore, c’è un motivo proprio affidato allo stile della traduzione: rendere invogliante e gustoso il passaggio alla lingua in cui il soggetto é stato pensato e detto, perché l’eterno problema del rapporto maestro discepolo si avvale dell’apporto prezioso di sfumature delicatissime.
Quando Giada, ad appena ventitré anni, rimane incinta del suo secondo figlio, lei e il compagno Alessio sono ebbri di felicità. Già genitori di Matilde, non vedono l'ora di allargare la loro famiglia. Quella che stanno costruendo è la vita che sognavano fin da quando, ancora ragazzini, si sono messi insieme. A qualche mese dalla nascita di Roberto, però, Giada si accorge che qualcosa non va. Dopo una sequela infinita di visite, riesce finalmente ad avere una diagnosi. Il suo secondogenito è affetto da una malattia genetica rarissima e degenerativa, la sindrome di Cockayne. Quando guarda il suo bimbo, però, Giada non vede un bambino disabile. Vede semplicemente Roberto, o Frollino, come lo ha ribattezzato Matilde quando lo ha incontrato per la prima volta, un piccolo uomo che con il suo sorriso sdentato e il ciuffo biondo da ragazzaccio riesce a scatenare onde d'amore, a conquistare cuori, a parlare anche senza parole. E questo non può che provocarle un'immensa gioia, nonostante la fatica e la sofferenza, bagaglio pesante e onnipresente. In queste pagine c'è la vita vera, fatta di abbracci, risate, pensieri scomodi e speranze. C'è la forza gentile e l'amore ostinato di una madre e di una famiglia composta da donne tenaci, amici insospettabilmente teneri, un papà imperfetto ma presente e una sorellina che sa essere una piccola leonessa. Il racconto luminoso di una quotidianità fuori dall'ordinario narrato da una madre che ci accompagna con ironia e sincerità nel mondo di una creatura fatta di cielo, capace di accendere l'amore ovunque vada.
Età di lettura: da 3 anni.
Al centro dello straordinario fermento del Rinascimento spiccava una figura particolare, strana e affascinante: il mago. Instabile miscuglio di scienziato, bibliofilo, ingegnere, favolista e truffatore, il mago sfidò la fisica e la chimica moderne, lavorando su tutto, dai codici segreti alle macchine d’assedio, ai trucchi di magia. Il più famoso di tutti è stato senza dubbio il dottor Faust, sul quale è costruita la leggenda letteraria del patto con il diavolo cui hanno contribuito scrittori e poeti straordinari come Marlowe, Goethe, Turgenev e Thomas Mann. Il Faust storico, tuttavia, è stato qualcosa di molto diverso: certamente un mago, ma un mago colto e pienamente inserito nelle correnti accademiche e nella vita pubblica del Rinascimento. E non era certo l’unico. Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Giovanni Tritemio e Heinrich Cornelius Agrippa sono tutti personaggi affascinanti, strettamente legati a monarchi, artisti e soldati e sono fondamentali per spiegare perché il Rinascimento è stato un periodo di innovazione così irrequieto. Tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo questi uomini eruditi hanno dato vita a dibattiti sulla magia lecita e illecita, sul divino e sul diabolico e sulla natura dei maghi ‘buoni’ e ‘cattivi’. Hanno trasformato nel tempo la magia in un’arte complessa. Con questo libro Anthony Grafton ci fa rivivere un mondo straordinario in cui magia, religione e scienza erano sapientemente intrecciate.
Il Magistero di papa Francesco sulla vita nascente è chiaro, diretto, inequivocabile, immerso nella forza della verità senza sconti, ma anche intriso di misericordia. Con il suo linguaggio capace di arrivare a tutti, il Papa non ha mai cessato di parlare dei bambini in viaggio verso la nascita, riservando anche una delicata e amorevole attenzione per le loro mamme. Qui presentiamo i tanti testi – discorsi, Angelus, messaggi, omelie, udienze, meditazioni, interviste, ma anche encicliche ed esortazioni apostoliche – in cui papa Francesco ha posto il suo sguardo sui bambini non nati, al fine di contrastare quella “cultura dello scarto” che oggi schiavizza i cuori e le intelligenze, per ribadire che «la nostra risposta è un deciso sì alla vita senza tentennamenti».
La scuola non stampa moneta, non crea lavoro, non garantisce felicità, ma è il luogo in cui si forma la nostra coscienza linguistica, critica, storica, etica, politica. È alla scuola che spetta l'educazione dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, che sono la bellezza, l'unità e la speranza del Paese. Smettiamola di credere che il mondo, come scriveva Eliot, sia «proprietà esclusiva dei vivi», senza trapassati, né posteri. Disegniamo, invece, il volto di una scuola inedita che recuperi i perché interrogativi, che insegni a cogliere la profondità e la relazione tra le cose, che consenta di scoprire il valore del passato e della memoria e al contempo di inventare il mai visto e l'inaudito. "Interrogare, intelligere, invenire": queste, dunque, le tre 'i', i fondamenti su cui costruire la formazione. Per teste ben fatte piuttosto che teste ben piene, come auspicava Montaigne, si deve frequentare il pensiero dei classici, fondativo e al tempo stesso antagonista del presente. Si comprende allora il significato della frase di Manara Valgimigli: «La scuola la fanno i maestri, non i ministri». Per tanti ha significato cambiare le sorti della loro vita perché è solo nel rapporto tra maestro e allievi che si sprigiona il campo di energia dell'educazione. Un'utopia? Una necessità vitale. Possiamo bearci dei trionfi della tecnica, ma è necessario che l'interrogazione di Socrate riequilibri lo slancio di Prometeo.
La natura e le caratteristiche dell'amore coniugale, così come emergono dal magistero di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, sono l'oggetto di questo studio. Dopo aver tracciato le linee fondamentali del rinnovamento avvenuto in ambito teologico e magisteriale in tema di etica coniugale dall'inizio del secolo scorso, vengono presentati i principali documenti pontifici, che sono alla base di una riflessione antropologica e teologica sull'amore coniugale. Tale riflessione si incentra sul mistero della persona, essere relazionale, con un'originaria vocazione all'amore e al dono di sé. In questo contesto emerge il valore della corporeità e della sessualità, nonché il significato del matrimonio come communio personarum e rivelazione dell'amore di Dio. L'amore degli sposi viene considerato secondo i volti dell'eros e dell'agape come una realtà sfaccettata, ma unitaria, dinamica e chiamata a purificazione e maturazione.