Il volume raccoglie cento lettere inviate dallo scultore pordenonese Ado Furlan alla moglie Ester a partire dal 1936, anno del suo primo tentativo di stabilirsi a Roma. Alla voce di Ado i cui progressi nella capitale sono ricostruiti dal figlio Italo fa da contrappunto quella di Ester che, attraverso il delicato ritratto psicologico tracciato da Gian Mario Villalta, ci rende partecipi delle difficoltà del vivere quotidiano in un ambiente di provincia, lontana dal marito e con tre figli da crescere. Specchio di sentimenti e tempi ormai lontani, a dispetto della loro appartenenza a un passato prossimo, le lettere di Ado Furlan, scelte e annotate dalla figlia Caterina e trascritte da Claudio Griggio, sono accompagnate da immagini tratte dall'archivio familiare, le quali ci permettono di apprezzare le opere realizzate dallo scultore durante il suo soggiorno romano, che aveva come punto di riferimento il pittoresco ambiente di via Margutta