
Il 7 ottobre 1950, 40.000 uomini dell'Esercito Popolare di Liberazione cinese attaccano da otto direzioni diverse la città di Chamdo, nel Tibet orientale. Il piccolo esercito del Paese delle Nevi (8000 unità) viene sbaragliato. È l'inizio dell'occupazione militare del Tibet da parte della Repubblica Popolare Cinese che dura tutt'ora. Dopo la fallita insurrezione di Lhasa (marzo 1959), il Dalai Lama abbandona il paese e trova rifugio in India. Questo libro racconta la storia dell'esilio del popolo tibetano e della sua lotta per la libertà.
L’Occidente si è sempre trovato in grande difficoltà nel tentativo di interpretare la realtà indiana. Per secoli, l’approccio orientalista ha posto esclusivamente l’accento sulla sua spiritualità e sulla sua cultura millenaria. Oggi si analizza l’India prendendo in considerazione il solo tasso di crescita del suo prodotto interno lordo. Entrambe le letture sono parziali e distorte.
Per cercare di capire questo grande e complesso paese Carlo Buldrini vi ha trascorso più di metà della vita e ha scritto le «cronache indiane» raccolte nel presente volume. Dall’incontro con Indira Gandhi a quello con Krishnamurti, dall’assassinio di Rajiv Gandhi agli scontri tra hindu e musulmani, costellati di stragi e veri e propri pogrom, dalla vita nei villaggi rurali e nelle infernali metropoli alle architetture avveniristiche di Electronic City, la Silicon Valley indiana vicino a Bangalore, l’affresco che, pagina dopo pagina, l’autore viene delineando, è duro, violento, fitto di contrasti, e confuta lo stereotipo oggi imperante secondo il quale l’India sarebbe avviata a un radioso futuro nel segno delle tecnologie avanzate. Le contraddizioni irrisolte della società indiana proiettano infatti su ciò che verrà un’ombra lunga e minacciosa.