In breve
Dal colonialismo al moderno populismo, dai fallimenti del liberalismo ottocentesco ai limiti di quello contemporaneo, dal caudillismo all’autoritarismo, Loris Zanatta ricostruisce la storia complessa dell’America Latina, percorsa da grandi trasformazioni e forti continuità, da solidi elementi di unità e da forze centrifughe. Unita da lingua e cultura ereditate dal retaggio iberico ma solcata da profonde fenditure etniche e sociali, la sua convulsa storia sospesa tra Europa e America è un capitolo spesso misconosciuto di quella dell’Occidente.
Indice
Premessa - Introduzione alla storia dell’America Latina contemporanea - Parte prima: Dall’indipendenza alla seconda guerra mondiale. 1808-1945 - 1. Il retaggio coloniale - 2. L’indipendenza dell’America Latina - 3. Le repubbliche senza Stato - 4. L’età liberale - 5. Il tramonto dell’età liberale - 6. Corporativismo e società di massa - Parte seconda: Dalla guerra fredda a oggi. 1945-2010 - 7. L’età del populismo classico - 8. Gli anni ’60 e ’70. Il ciclo rivoluzionario - 9. Gli anni ’60 e ’70. Il ciclo controrivoluzionario - 10. La «decada perdida» e la democrazia (ri)trovata - 11. L’età neoliberale - 12. Il nuovo secolo, tra futuro e déjà-vu - Indice dei nomi
Chi sono i bambini "nati per morire"? Di quali vicende narrano la drapetomania o i culti del cargo? Il testo passa in rassegna i concetti più significativi dell'etnopsichiatria, un territorio in cui si incontrano saperi diversi (antropologia, psicanalisi, psichiatria), inquieto per la sua stessa storia (i modi in cui è stata classificata in epoca coloniale l'alterità culturale e patologica), la cui rilevanza nasce oggi dalla volontà di promuovere un approccio critico a formule diagnostiche, interpretazioni o tecniche terapeutiche anche nella psichiatria occidentale. Attraverso le varie voci, il dizionario tratteggia gli sviluppi di questo sapere, il contemporaneo profilo dell'Altro (immigrati, rifugiati, clandestini) e le fratture dell'esperienza che l'etnopsichiatria esplora.
La possessione e la trance da possessione sono state considerate a lungo fenomeni di pertinenza prevalentemente religiosa, politica o, alternativamente, psicologica. Tuttavia solo un approccio che riconosca la natura irriducibilmente polisemica e plurale dei rituali di possessione, e quelle espressioni più ordinarie che non sono necessariamente correlate al tempo rituale, permette di comprendere il dinamismo storico che caratterizza i culti di possessione, il senso dei loro paradossi e delle loro tecniche, la loro capacità infine di interrogare le nostre stesse categorie di soggetto, di coscienza, di volontà.