Il miliardario italiano Michael Conte deve trovare una moglie a tutti i costi per permettere alla sorella di sposarsi: queste sono le regole imposte dalla sua famiglia, che lui antepone a tutto. E quando scopre che l'amica e fotografa Maggie Ryan sarà a Milano per fare un servizio di moda, decide di presentarla ai suoi come la sua fidanzata. Che importa se Maggie è una donna emancipata, indipendente e dominatrice... E che importa se in realtà Maggie è l'ultima persona che Michael vorrebbe come moglie, anche se è la prima che vorrebbe nel proprio letto! Convinta del fatto che Michael sia in realtà innamorato della sua amica nonché cognata Alexia, Maggie decide di stare al gioco, purché lui stia lontano da Alexia. E anche se non è affatto attratta da Michael, che le sembra troppo freddo e prepotente. Certo, una volta che i due sono arrivati in Italia, le cose sembrano assumere tutta un'altra prospettiva e fra Maggie e Michael si crea una tensione erotica inimmaginabile e insostenibile...
Dopo anni di carcere, ancora braccato dall'FBI e ormai costretto su una sedia a rotelle, Frank Sheeran confessa, per la prima volta al suo avvocato Charles Brandt, il mistero che ha ossessionato l'opinione pubblica statunitense per quasi trent'anni a partire dall'estate del 1975: la sparizione di Jimmy Hoffa, mitico protagonista del sindacalismo americano tra gli anni Cinquanta e Settanta, un caso rimasto irrisolto poiché nessuno è stato mai condannato né il corpo di Hoffa ritrovato. Per certo, è stato un personaggio scomodo a molti uomini, politici e criminali, e che il caso non sia mai stato chiuso fa pensare alla responsabilità di poteri molto in alto. Ma perché Sheeran ha scelto di parlare a trent'anni dai fatti, fuori da un'aula di tribunale? Frank "l'Irlandese" Sheeran a metà degli anni Cinquanta è stato dirigente della più grande unione sindacale americana, l'International Brotherhood of Teamsters (che rappresenta la categoria degli autotrasportatori), al fianco del suo fondatore e leader, Jimmy Hoffa. Ma Frank è stato anche l'uomo delle "commissioni" che la mafia gli affidava in nome della sua leggendaria freddezza. Com'è riuscito questo gigante dai capelli rossi e dal pugno di ferro a diventare il braccio armato del padrino Russell "McGee" Bufalino e insieme la spalla del sindacalista più potente degli Stati Uniti? "L'Irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa" risponde a questa e a molte altre domande...
Negli anni cruciali del dopoguerra, la giovane Helga Schneider cerca il suo posto nel mondo. È andata via dalla casa di suo padre e viaggia per l'Europa, guidata da una sola certezza: la vita che l'aspetta sarà sempre comunque migliore di quella che ha lasciato. E infatti i vent'anni di Helga, pur tra le difficoltà della ricostruzione e la conquista della normalità, sono pieni di leggerezza, tenacia e desiderio, parlano con la voce di una ragazza che ha voglia di mettersi in gioco, di essere indipendente e di realizzare il suo sogno più importante. Salisburgo, Vienna, Parigi, l'Italia sono i teatri delle sue esperienze; l'amore, il tradimento, la delusione, l'entusiasmo, la fatica di guadagnarsi da vivere e la passione per la scrittura, tutto si mescola in questo memoir dove Helga Schneider racconta se stessa con l'ebbrezza di chi si abbandona alla narrazione per la prima volta, ed è in grado quindi di trascinare chi ascolta, contagiare chi legge con il proprio vissuto unico e universale insieme.
Maggio 1914. Richard Hannay, funzionario inglese di ritorno dal Sudafrica, pensa che la sua vita a Londra sia un po’ troppo noiosa. Almeno finché non incontra Scudder, un americano che gli chiede ospitalità e gli rivela l’esistenza di un macchinoso complotto per distruggere gli equilibri internazionali. La sera dopo, rientrando a casa, Hannay lo ritrova con un coltello piantato nel cuore… Da questo classico del giallo Alfred Hitchcock ha tratto il suo celebre film Il club dei trentanove (1935).
Nel 1896 Marcel Proust pubblica I piaceri e i giorni, una raccolta di prose sparse. Liquidata all'epoca come l'opera dilettantesca di un giovane frivolo, lascia in realtà intravedere un primo groviglio di temi e immagini che ritroveremo nel capolavoro dello scrittore francese, Alla ricerca del tempo perduto. Soprattutto, ci sono gli snob, con le loro abitudini assurde e mortificanti: una manciata di racconti, ritratti e osservazioni satiriche per descrivere l'incomprensibile rituale della mondanità e i suoi protagonisti.
"Il secondo amante di Lucrezia Buti", elaborato in un intenso trimestre di scrittura tra maggio e luglio del 1924, è l'unico testo autobiografico - in senso proprio - di Gabriele d'Annunzio adolescente: ambientato a Prato, infatti, nel quadriennio in cui il giovane Gabriele compie i suoi studi superiori al liceo Cicognini (1876-1880), il testo narra della vita quotidiana del convittore e delle sue prodezze di studente poco avvezzo all'ordine ed alla disciplina. Il racconto si snoda tra insubordinazioni ai professori e al personale scolastico, gare retoriche e oratorie, incursioni notturne nei laboratori della scuola e scorribande nelle vie cittadine, a caccia di giovani fanciulle per sperimentare i piaceri di una intraprendente sessualità, alternando riflessioni sulla propria arte di scrittore e di ineguagliabile artefice della parola. L'adolescenza del poeta si rivela così una sorta di paradigma indiziario di una precoce eccezionalità d'uomo e di artista, come la storia biografica e letteraria di Gabriele D'Annunzio ha poi dimostrato.
Siamo in pieni anni venti, nello scenario esclusivo della Costa Azzurra, dove il ritmo placido degli ospiti internazionali di un rispettabile albergo viene di punto in bianco sconvolto da un evento drammatico non meno che scandaloso. Madame Henriette, moglie e madre irreprensibile, fugge nottetempo con un giovane francese appena approdato nell'hotel. Quanto basta a portare scompiglio tra l'affiatata compagine dei villeggianti, con tanto di accalorate dispute e fazioni pro o contro la fuggiasca; eppure non è quest'ultima la protagonista del racconto di Zweig. E le ventiquattro ore preannunciate dal titolo non appartengono alla vita di Madame Henriette, bensì a quella di un'appartata gentildonna inglese, che solo in seguito allo scandalo cederà alla voglia e al bisogno di uscire dalla propria discrezione per raccontare al narratore, a sua volta ospite dell'albergo, l'accadimento ben più imprevedibile e sconcertante che circa trent'anni prima ha sconvolto la sua vita. Poche ore trascorse a Montecarlo in un casinò, un giorno e una notte destinati a sovvertire un'intera esistenza, l'incontro con un giovane devastato dalla febbre del gioco, la riscoperta della vita e il desiderio della morte, e in mezzo il rimescolarsi di tutta la gamma possibile di sentimenti e sensazioni: stupore, gioia, vitalità, vergogna, sdegno, rancore, angoscia. Il volume è illustrato con le tavole di Federico Maggioni.
Il volume raccoglie 19 racconti e un poemetto in versi. Cinque sono apparsi nella piccola raccolta "I colpi dei sensi" (Fahrenheit 451, Roma 1993). In questa sequenza di racconti esiste un motivo conduttore: l'insistenza degli affetti e della memoria, l'ossessione di una felicità che trova condivisioni e coerenze e che prova di volta in volta a chiamarsi amore, comunismo, giustizia. Infatti, "Due non è il doppio ma il contrario di uno, della sua solitudine. Due è alleanza, filo doppio che non è spezzato".
Roberto De Angelis è un bravo poliziotto. Di più: è il migliore della squadra Mobile di Bari. Sempre a caccia, specialmente di notte, quando la città dimentica la propria bellezza e diventa territorio della criminalità. Ma una vita in strada è una vita di solitudine, di disillusione, di violenza quotidiana, e prima o poi anche lo sbirro più duro si domanda se ha senso lottare ancora. C'è una donna, un medico trentenne, in cui ha intravisto una possibilità di rinascita, ma lei ha un lato oscuro che non concepisce distinzione tra amore e dolore, e che Roberto non vuole assecondare. L'occasione per risollevarsi arriva la sera in cui intercetta Giacinto Trentadue, un giovane spacciatore che gestisce il traffico di droga intorno a un baracchino ambulante di salsicce. Un delinquente di piccolo calibro, almeno in apparenza. Lo pedina fino a Poggiofelice, un residence alla periferia sud destinato un tempo agli sfrattati: non sa ancora, il poliziotto, di avere individuato la fortezza della nuova malavita barese, un "mucchio selvaggio" che è uscito dai quartieri storici e si sta preparando a scatenare una campagna sanguinaria di conquista del territorio. Per lui è soltanto l'inizio di un viaggio all'inferno, oltre i propri limiti e quelli della legge.
John Marcher è un uomo ossessionato dalla certezza che gli accadrà qualcosa di straordinario. Il tempo passa e la cosa non accade, ma "verrà, può ancora venire". L'incontro inaspettato con May Bartram gli dischiude l'orizzonte di un'amicizia autentica, discreta e quotidiana. La donna, che comprende e custodisce con lui il suo segreto, è una presenza reale, legata all'attesa e alla promessa incombente su ogni istante della sua vita. Capolavoro dell'eccellenza narrativa di James, "La tigre nella giungla" mette a fuoco il mistero della vita che accade come un imprevisto (di-)sconosciuto amore.
"Limbo" è la prima raccolta di racconti di Aldous Huxley. Pubblicata nel 1920 contiene sette racconti visionari e satirici, che introducono alcuni temi che staranno alla base di tutta la produzione successiva e dell'intera opera di Huxley. Le vicende e i protagonisti delle storie, con le loro personalità tra l'esplicito e l'inafferrabile, sono inoltre ricchi di parallelismi e punti in comune con la vita del loro autore: in "Morte di Lully" una donna è colpita da un cancro al seno, la malattia che uccise la giovanissima madre dell'autore alla quale era legatissimo; e un suicidio come quello del fratello ricorre in "Eupompus diede splendore all'arte attraverso i numeri". Fra tutti però "La tragicomica storia di Richard Greenow" prende le forme di una sinistra autobiografia: dall'ambientazione fino ai fatti narrati vi sono molti punti di contatto tra il protagonista e l'autore: come un novello dottor Jekill l'alter ego del protagonista (e dello stesso Huxley) dovrà affrontare il suo personalissimo Mr. Hide, nella messa in scena della lotta tra due diversi e inconciliabili modi di concepire la letteratura e l'impegno civile.
"Questo è il romanzo che è stato scritto prima della catastrofe del Vajont. Il testimone è il suo scrittore che racconta e profetizza prima di quel 9 ottobre 1963, giorno in cui persero la vita oltre duemila persone fra Longarone e dintorni. Quando avviene il disastro, Gervasoni si reca come inviato del Gazzettino a Longarone e negli altri paesini veneti colpiti da quello spaventoso tsunami in miniatura. L'ingrato e doloroso compito di raccontare a posteriori una vicenda che aveva già avuto modo di 'avvertire' e in qualche modo 'vedere', trasformando in narrazione letteraria le tensioni e i conflitti di un territorio profondamente segnato dal progetto prima, e dall'edificazione poi, di quell'immensa diga. Il romanzo dovrà attendere per essere pubblicato. Perché nel 1968, a soli 35 anni di età, Armando Gervasoni, che intanto aveva iniziato a scrivere per il settimanale Panorama, trova la morte in un incidente stradale. Oggi, grazie all'interessamento degli eredi di Armando Gervasoni, che hanno coinvolto nella loro iniziativa lo scrittore Stefano Ferrio come curatore del libro, 'I corvi di Erto e Casso' giunge finalmente al suo meritato esito. Un romanzo di denuncia civile si potrebbe definire questo di Armando Gervasoni, ma anche uno scritto pieno di poesia e di emozioni, che mette voglia di gridare contro la miseria degli uomini e l'iniquità di altri uomini. Un normalissimo romanzo vero, insomma." (Dalla Prefazione di Isabella Bossi Fedrigotti)