Viviamo in un'epoca in cui la qualità della vita è spesso intesa come assenza di dolore. Per cui di fronte a malattie inguaribili l'unica strada possibile appare la morte assistita, l'eutanasia. Ma esiste anche un'altra posizione culturale: la vita è degna di essere vissuta anche se esiste la sofferenza, l'handicap, il sacrificio.
Evoluzione e ambiente, libertà di ricerca e responsabilità morale, naturale e artificiale, ruolo della medicina e regole della salute, principi ed eccessi di precauzione, ragione e religione: sulle sfide in cui si giocano i tratti di una società scientificamente matura e democraticamente aperta si confrontano un medico e un filosofo, entrambi convinti che l'impresa tecnico-scientifica sia cultura per eccellenza e che dalla sua crescita dipenda il benessere delle future generazioni. Senza paura di andar contro non pochi pregiudizi e di dissentire tra loro, Umberto Veronesi e Giulio Giorello incitano il lettore a prendere partito su questioni che riguardano donne e uomini di ogni fede e professione, accomunati, come scrive Chiara Tonelli, dal piacere di "comprendere e migliorare la libertà della vita".
Quest'opera offre un approfondimento delle tematiche della bioetica a livello didattico. È uno strumento utile ed essenziale dal linguaggio semplice e incisivo, per stimolare il confronto e l'interiorizzazione dei contenuti valoriali della vita. Il testo di base è arricchito da brani antologici, riquadri esplicativi, schede film. Il libro può essere utilizzato nella scuola, per corsi di biologia, filosofia, scienze, diritto, lettere, religione. E' inoltre utile per chiunque voglia riflettere sulle nuove frontiere della scienza e della medicina e sulle sfide etiche all'uomo contemporaneo.
L'appuntamento referendario del giugno 2005 sull'uso delle cellule staminali e le posizioni nette di papa Benedetto XVI di questi ultimi mesi sono chiari segnali dell'interesse che rivestono oggi i temi della bioetica. Il dibattito politico, culturale e scientifico ha assunto ormai toni accesi, e vede protagoniste tre posizioni che periodicamente si confrontano, o meglio si scontrano: da un lato la chiesa cattolica, che accusa la cultura laica di relativismo e nichilismo; dall'altro i laici e la comunità scientifica, che rivendicano il necessario rimodellamento della nostra visione del mondo e dell'individuo alla luce della continua evoluzione della scienza e della tecnologia; infine una tradizione radicale, laica anch'essa ma vicina alle posizioni della chiesa, che teme la trasformazione della natura in un grande laboratorio, ad uso esclusivo della specie umana e senza un pieno controllo delle conseguenze. Paolo Vineis analizza le posizioni delle diverse voci in gioco, individuando pregi e difetti di ognuna alla luce delle acquisizioni più recenti delle scienze biologiche.
E’ un libro in cui vengono analizzate sia le ragioni della crescente diffusione in Italia della cremazione, che tutte le informazioni concrete per affrontare questa scelta.
L’autore si sofferma particolarmente sul significato religioso che questa pratica può assumere per gli uomini d'oggi, ponendosi la domanda: può la cremazione diventare una "pia consuetudine", capace di esprimere il messaggio evangelico della risurrezione e della vita eterna?
Un "classico", pubblicato quando è nata la "questione bioetica", e l'Italia è stata interessata dai primi, accesi dibattiti, che mantiene intatta la sua grande attualità. Se infatti il contesto storico-culturale è indubbiamente cambiato, i temi e i problemi sono rimasti invece sostanzialmente immutati: dal rapporto fra bioetica laica e bioetica religiosa alla controversa nozione di persona, il libro di Adriano Pessina esplora i fondamenti di una disciplina complessa per presentarne, attraverso l'analisi di alcune questioni essenziali come la tecnica di fecondazione in vitro e l'eutanasia, le differenti impostazioni teoriche. Il libro viene riproposto in edizione economica con una nuova Prefazione.
Il dibattito svoltosi nel corso della campagna referendaria sulla legge 40/2004 ha dimostrato – secondo molti osservatori – che non sono ancora sufficientemente conosciute nella loro natura e nei loro limiti le tecniche di riproduzione artificiale (ART): le incertezze dei risultati, i potenziali rischi, l’alto livello di perdite embrionali. Questa monografia intende ovviare a tale carenza di informazione ‘facendo parlare’ i ricercatori che praticano queste tecniche attraverso i risultati pubblicati su accreditate riviste scientifiche internazionali. Pertanto vengono esposti, con rigorosa aderenza ai testi originali, non solo i risultati positivi, ma anche quanto è stato affermato dagli stessi ricercatori in merito a dubbi persistenti, a incertezze delle procedure e al carattere ampiamente sperimentale di talune di esse. Emerge in ogni caso la mentalità ‘ottimistica’, pragmatica, tecnologica, che governa questo settore della biomedicina. D’altro canto vengono messe in luce – attraverso la descrizione dei fatti – le riserve scientifiche, oltre che deontologiche ed etiche, che si pongono riguardo alle tecniche di fecondazione assistita.
Malgrado la materia specialistica, il linguaggio espositivo utilizzato è chiaro e ben comprensibile al lettore di media-alta cultura. L’ampio apparato bibliografico, l’esteso glossario, una essenziale documentazione di schemi e immagini arricchiscono il testo e lo rendono particolarmente utile per l’insegnamento, l’apprendimento e la formazione critica del pensiero anche in sede universitaria.
Adriano Bompiani, laureato in Medicina e chirurgia, specialista in Ostetricia e ginecologia e in Endocrinologia e scienza della costituzione, ha insegnato presso la Cattedra di Fisiologia e patologia della riproduzione umana istituita in Italia a Milano e poi a Roma; dal 1969 al 1996 ha diretto l’Istituto di Clinica ostetrica e ginecologia dell’Università Cattolica presso il Policlinico «A. Gemelli» di Roma. Nel 1990 è stato nominato Presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) e dal 1992 ne è Presidente Onorario. Come rappresentante del Comitato Nazionale, fa parte del Comitato Direttivo per la Bioetica del Consiglio d’Europa (Strasburgo). Attualmente, dirige l’Istituto Scientifico Internazionale «Paolo VI» di ricerca sulla fertilità ed infertilità umana per una procreazione responsabile – Centro di Regolazione Naturale della Fertilità (Roma, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore). La sua produzione scientifica spazia nei settori dell’endocrinologia ginecologica, della fertilità umana, della medicina perinatale, dell’oncologia ginecologica. Negli ultimi anni, si è particolarmente interessato ai problemi della bioetica, pubblicando numerosi saggi e monografie su temi di etica medica, della riproduzione e dell’ambiente: Bioetica in Italia. Lineamenti e tendenze (Bologna 1992); Bioetica dalla parte dei deboli (Bologna 1995); Bioetica in Medicina (Roma 1996); Bioetica ed etica medica nell’Europa occidentale (Trieste 1997); Genetica e medicina prenatale. Aspetti clinici, bioetici e giuridici (Napoli 1999); Bioetica e diritti dell’uomo nella prospettiva del diritto internazionale e comunitario (Torino 2001).
Questo volume raccoglie gli articoli che Elio Sgreccia, pioniere della bioetica in Italia e autorevole interprete e protagonista della bioetica tout court, ha pubblicato, nell’arco di vent’anni (dal 1985 al 2005), su tre quotidiani nazionali: «L’Osservatore Romano», «Avvenire», il «Corriere della Sera». Il titolo, La bioetica nel quotidiano, allude dunque non solo al luogo nel quale la bioetica ha avuto da subito udienza, cioè le pagine dei quotidiani, ma anche al fatto che questa disciplina è nata sulla base di sollecitazioni concrete, dettate dalla cronaca e dalla quotidianità. Rileggere i brani contenuti in questa raccolta significa, perciò, ripercorrere sia un ‘pezzo’ di storia della bioetica, sia una parte significativa dell’itinerario argomentativo di Elio Sgreccia. Non nella forma del saggio accademico, ma nello stile immediato e vivace dell’articolo di giornale.
Dopo aver fondato e diretto per oltre vent’anni il Centro di Bioetica dell’Università Cattolica, mons. Sgreccia lascia, proprio quest’anno, il suo incarico: tale occasione costituisce il ‘pretesto’ per questo libro che ha l’intento di porre un segnavia lungo la strada che ancora Elio Sgreccia sta tracciando dentro la bioetica, continuando la sua opera sotto una duplice, rilevante veste: presidente della Pontificia Accademia per la Vita e presidente della Federazione Internazionale dei Centri di Bioetica Personalista.
In un articolo del 1985 Sgreccia scrive che «l’eticità è nell’uomo come la forza misteriosa e vitale che fa crescere una pianta unificando tutte le sue parti, dalla radice alla foglia». Proprio questa immagine testimonia la visione propositiva che caratterizza come filo rosso la sua riflessione, la cui vitalità contrasta con il presunto ‘volto censorio’ spesso attribuito al sapere etico e illumina le contraddizioni del dibattito sulla cosiddetta ‘laicità’ in bioetica. Si può essere d’accordo o dissentire con le argomentazioni di Elio Sgreccia, si possono condividere o no le sue premesse, ma è innegabile la spinta che le anima: un’appassionata ricerca della verità che muove da un’appassionata dedizione alla persona umana considerata in tutte le sue concrete determinazioni esistenziali.
Mons. Elio Sgreccia, già professore ordinario di Bioetica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia «A. Gemelli» nella sede romana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, è attualmente presidente della Pontificia Accademia per la Vita e della Federazione Internazionale dei Centri di Bioetica Personalista (FIBIP). Dal 1985 al gennaio 2006 ha ricoperto la carica di direttore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica nella Facoltà di Medicina e Chirurgia «A. Gemelli». è membro del Comitato Nazionale per la Bioetica, direttore della rivista «Medicina e Morale» e autore di saggi riguardanti la bioetica, l’etica medica, la pastorale sanitaria, la famiglia. Il suo Manuale di Bioetica, edito da Vita e Pensiero, ha avuto numerose edizioni e ristampe ed è attualmente tradotto in lingua spagnola, portoghese, francese e russa.
La consapevolezza del sopraggiungere della morte: questo caratterizza i malati cronici e terminali. Qual è il compito del medico e della medicina in tale contesto? È un problema che pone interrogativi sia sulla natura umana, che è sempre tensione alla vita, sia sullo scopo della medicina, e quindi della professione medica, che si è sviluppata per guarire, se possibile, e per curare, sempre. Questo libro racconta un'esperienza pluriennale di cura e le riflessioni che da essa sono nate.
Un'antologia di testi e conferenze intorno al tema "umanizzazione" riferito all'assistenza a chi soffre. Umanizzare l'ospedale è mettere il malato al centro degli interessi di tutti gli operatori. E' la battaglia portata avanti dall'Ordine Ospedaliero dei Fatebenefratelli, che ha voluto e curato questo volume. Al libro è allegato un cd con l'intero testo in formato PDF.
La morte è l'unico momento della vita che accomuna i grandi ed i piccoli; questo libro vuole essere una guida, una compagnia in questo viaggio che attraversa tutte le strade più impervie del concetto di morte. La malattia, la paura, la sofferenza, il disagio, l'angoscia di separazione sono affrontati con il coraggio della realtà e del senso della vita, attraverso un'attenta analisi, attraverso il tentativo di aprire e disciogliere dubbi stretti a volte come nodi. Il libro lascia aperto il canale della comunicazione attraverso dei reali resoconti di persone morenti, con l'impegno di creare uno spazio utile a chi soffre e a chi vive la sofferenza del malato, uno spazio dove filtra una luce intensa come quella della speranza. Un cammino psicologico-pedagogico-pastorale, che affronta le tematiche della spiritualità attraverso un'ottica cattolica e attraverso delle sincere esperienze di assistenza.