Roma, da piccolo villaggio di pastori e di agricoltori, divenne un grande Impero grazie alla portata fortemente innovativa della sua civiltà; fin dalle sue origini mostrò una grande capacità di integrare a sé le popolazioni conquistate e lo straniero, concedendo loro la cittadinanza romana. In tal modo Roma assunse, per un'intera epoca, il primato di centro politico e culturale, tollerando e facendo convivere nei propri confini popoli di diverse lingue e religioni, usi e costumi. In questa chiave Roma può rappresentare ancor oggi un modello di riferimento per l'Italia e l'Europa, per aver saputo gestire la complessità di una globalizzazione ante litteram e averla trasformata in un punto di forza.
Marzo 2020. Una data che ha segnato uno spartiacque a livello mondiale in termini di scenario, comportamenti, azioni, credenze, visioni. Ed è qui che si colloca l'idea di questo progetto editoriale. Al centro dell'osservazione, i cambiamenti del mondo del lavoro, che hanno avuto forte impatto nelle relazioni tra le persone, hanno portato alla luce numerose difficoltà organizzative, ci hanno costretti a misurarci con la paura, le nuove solitudini, e ci hanno richiamati a un importante senso di responsabilità: progettare in maniera nuova il futuro ormai presente. Questo libro vuole essere una traccia concreta per sollecitare una riflessione estesa che, attraverso la voce di numerosi professionisti, possa aiutarci ad essere comunità educante, di apprendimento e di scambio a sostegno dello sviluppo innovativo dei contesti professionali, intesi come ecosistemi viventi e in continua evoluzione. Ripensare gli schemi abituali, transigere verso nuovi paradigmi di competenze, sostenere ambienti di relazione verso una Umanità Aumentata che permetta di mostrarsi come persone, prima di tutto.
Wenling, originaria della Cina, è arrivata a Barcellona incinta di sei mesi in cerca di un avvenire migliore per i propri figli. Ora, a distanza di dieci anni, gestisce con il marito un centro estetico che è il cuore nevralgico del quartiere Gràcia, frequentato anche da una regista di documentari stravagante e curiosa. Appuntamento dopo appuntamento, manicure dopo manicure, fra le due donne cresce una profonda amicizia, alimentata dai mille problemi di una società che continua a ostacolare l'integrazione e a favorire il pregiudizio. Nel salone di bellezza di Wenling, tra cure di mani e piedi, tagli di capelli e permanenti, lacrime e risate, si affrontano i grandi temi del presente...
In una realtà complessa come quella di oggi, per i cattolici può essere difficile distinguere la volontà divina, riuscire a capire quanto i recenti disastri nella natura, le gravi malattie, le disgrazie e le guerre siano dovuti alla non osservanza delle leggi di divine scritte nel Vangelo e a quanto scritto nell'Apocalisse di S. Giovanni. Per poter comprendere questo testo, così importante per inquadrare l'odierna situazione mondiale ma di così difficile interpretazione, possiamo ricorrere all'aiuto che ci viene dal Cielo attraverso i messaggi mariani.
Il testo analizza le citazioni manzoniane degli ultimi anni su social network, testate online, blog allo scopo di verificare la portata dei rinvii manzoniani - a 150 anni dalla morte dello scrittore - nel pubblico post-scolastico non specializzato. Dalla stampa online alla cronaca sportiva, fino a tweet di pagine pubbliche e singoli utenti social, la quantità di rimandi, specie ai Promessi Sposi e alle frasi più celebri del romanzo, è vastissima. L'appendice mostra i risultati di un questionario, realizzato su un campione di 263 partecipanti anonimi, atto a verificarne il gradimento e la memoria scolastica, a molti anni di distanza. Questo volume tratta la spinosa questione manzoniana (un autore moderno da rivalutare o un bigotto obsoleto da cestinare definitivamente?) In una nuova chiave di lettura a metà strada tra la ricerca, la didattica e la divulgazione.
Il problema della verità attraversa l'intera storia dell'umanità e tutti i tentativi di metterlo da parte sono sempre naufragati. Non poteva essere diversamente dato che dire, come molti oggi asseriscono, "la verità non esiste", è essa stessa un'affermazione di verità. Nell'ultimo mezzo secolo, un certo tipo di cultura è tornata a ritenere irrilevante il problema cercando di dissuadere quanti volevano continuare nella ricerca. Ne sono nati nuovi approcci giacché una tematica così complessa e inesauribile, non può essere esaminata da un solo punto di vista. Come se non bastasse, c'è chi ha usato il termine verità per parlare d'altro. Certo, tutto è ammissibile, ma nella babele logica che stiamo vivendo, un minimo di rigorosità dovrebbe essere richiesto a chi fa opera di pensiero. Quello della verità è un problema che bisogna trattare con rispetto perché interessa tutti. È un argomento dai risvolti esistenziali, che non riguarda solo il modo di ragionare, ma implica anche quello di spendere la vita in una maniera invece che in un'altra. Con lettere di N. Rescher, R. Rorty e H. Putnam.
Tripoli, 1967: la Guerra dei Sei Giorni innesca una spirale di violenze contro l'intera comunità ebraica della città, con cacce all'uomo e assalti casa per casa, tumulti, saccheggi, sinagoghe incendiate. Comincia un esodo straziante, con migliaia di persone costrette a fuggire precipitosamente con una valigia e venti sterline in tasca, abbandonando in Libia ogni cosa. Due di quelle persone sono Giulio e Jasmine, con il loro figlio di pochi mesi. La coppia riesce a scappare in Italia, ma Giulio deve tornare in Libia per cercare di salvare, o di vendere, almeno una parte dei beni di famiglia che là sono rimasti. È allora che viene arrestato e incarcerato senza motivo. Per i due coniugi è l'inizio di un viaggio all'inferno e ritorno, mentre lui lotta per resistere tra gli orrori del carcere e lei combatte per farlo liberare. Una storia di trame oscure in cui si incrociano agenti e spie del Mukhabarat, la polizia segreta libica, e poi ministri, ambasciatori, capitribù, avvocati, e lateralmente il Mossad. Mentre Giulio e Jasmine cercano di mantenersi fedeli a una promessa non scritta: non superare mai l'invalicabile linea rossa imposta dalla propria dignità. Dopo un silenzio durato oltre cinquant'anni, la loro storia d'amore e di coraggio rivive in queste pagine come una testimonianza sofferta e personale, ma anche come una ricostruzione vivida delle violenze e delle persecuzioni in un periodo buio, ancora tutto da scrivere, nella Libia di fine anni Sessanta. La vita si fa romanzo, un romanzo vero.
È forse la favola più famosa del mondo, un classico che da secoli seduce i lettori di Oriente e Occidente. Ma è anche un'opera millenaria e stratificata in cui si mescolano tradizioni persiane, arabe e indiane, rimasta a lungo nell'ombra prima che un arabista francese del Settecento ne mettesse in luce lo splendore letterario. Per Kader Abdolah è «quel libro maestoso che è sempre stato sulla mensola del camino» della casa paterna e che lo ha accompagnato per la vita. Seguendo una tradizione di famiglia che invita ogni anziano a riscrivere un testo antico da lasciare in eredità ai discendenti, ma rivolgendosi a noi europei, l'autore iraniano racconta le sue Mille e una notte, una versione moderna che conserva tutta l'atmosfera fiabesca e il fascino sensuale della fonte originaria. Notte dopo notte, per avere salva la vita, la bella Shehrazade ammalia il sultano sanguinario con un fiume di racconti nei racconti che parlano di califfi e visir, principesse e schiave, mercanti, jinn, metamorfosi e magie, mettendo in scena il potere, il desiderio, l'amore e il gioco del destino. Un labirinto incantato di storie a cui Kader Abdolah aggiunge brevi note per raccontare ciò che sta dietro le quinte: le complesse origini dell'opera e della sua protagonista, le modifiche che ha subito attraverso i secoli e le culture, i personaggi storici che nasconde, il ruolo delle figure femminili in un mondo violentemente patriarcale. Ma è soprattutto il piacere di raccontare che si ritrova in ogni pagina di questo libro, i cui protagonisti sono la parola e l'immaginazione con il loro potere di salvarci, di fermare il tempo per più di mille e una notte.
Le aspirazioni semidivine del transumanesimo; l'attesa messianica nei confronti della «singolarità tecnologica»; il culto millenarista di un'intelligenza artificiale in grado di redimere il genere umano dai suoi limiti e le sue imperfezioni. Dagli albori nella Silicon Valley di fine Novecento ai deliri di onnipotenza dei giorni nostri, la tecnocultura sembra ruotare attorno a una convinzione al contempo infantile e terrificante: quella che vede nella Macchina il mezzo attraverso il quale il genere umano trascenderà finalmente sé stesso, elevandosi al rango di essere superiore. Di questo parla Techgnosis, il classico che Erik Davis scrisse nel pieno della rivoluzione dot.com, e che da allora è diventato un vero e proprio testo sacro della letteratura futuribile. Dai tempi di AltaVista e Yahoo agli attuali proclami dei vari Elon Musk e Peter Thiel, nulla sembra essere cambiato: il gergo tecnocratico dei geek si condisce di pensiero magico e sfumature occulte che trasformano il codice informatico in una lingua esoterica per iniziati, e solo «chi sa» può legittimamente sperare di sopravvivere in un futuro dominato dallo sguardo onnisciente dell'Automa Cosmico.
Cinque piccole volpi si rotolano nella neve... Gioca a nascondino con loro! Un libro magico dove grazie alle linguette per far sparire e riapparire le volpi una a una, puoi giocare all'infinito. Un libro che si trasforma tra le mani, per emozionare i più piccoli e parlargli di sentimenti: volere tutto lo spazio per se stessi, rifiutarsi di condividerlo e poi farsi sopraffare dall'ansia di stare da soli. Età di lettura: da 3 anni.