Papa Francesco ha parlato di «terza guerra mondiale a pezzi» per riferirsi alla situazione internazionale – ora resa più drammatica dai due conflitti apertisi in Europa orientale e in medio Oriente –: una espressione con cui richiamava l'esigenza di affrontare il problema con nuove categorie rispetto alla tradizionale dottrina della “guerra giusta”. La questione va oltre la teologia morale cattolica perché riguarda una delle matrici culturali del diritto di guerra e del diritto umanitario internazionale. Il volume ricostruisce il modo in cui la cultura cattolica ha dialogato con il mondo contemporaneo per affrontare il nodo della legittimazione etica della violenza bellica. Quattro sono gli argomenti trattati, ricostruendone gli sviluppi negli ultimi due secoli: le elaborazioni della dottrina della guerra giusta; la legittimazione del ricorso alle armi dello Stato nazionale; il papato e le nuove forme dei conflitti; il rapporto dei cattolici con il pacifismo.
Carlo, l'ultimo imperatore degli Asburgo ha fallito in tutti i tentativi in cui ha impegnato le sue forze: non è riuscito a vincere la Grande guerra e nemmeno a fare la pace; non è riuscito a riformare l'impero né a evitarne il dissolvimento; non è riuscito a mantenere la corona né a riprendersela in due tentativi rocamboleschi; non è riuscito a salvare le sue sostanze, le sue proprietà e i suoi beni; non è riuscito a essere padre dei suoi otto figli, morendo prima di vedere l'ultima concepita; non gli è riuscito, come tanto desiderava, di vivere a lungo al fianco dell'amata moglie.
La Riforma protestante rappresenta un momento di svolta per il rapporto delle donne con la Bibbia. La crescente alfabetizzazione e il focus sulla dimensione profetica dell'azione ecclesiale aprono loro nuove possibilità di acquisizione e trasmissione del testo sacro, nonostante la chiusura dei monasteri comporti la perdita di spazi di autodeterminazione femminile. La struttura patriarcale della società che impedisce alle donne il diritto di partecipazione resta sostanzialmente invariata; eppure, nonostante ciò, donne di tutti gli strati sociali hanno avuto la possibilità di leggere la Bibbia nelle diverse traduzioni volgari e di confrontarsi su questioni di fede non solo nello spazio privato, ma anche nella sfera pubblica. Il volume illustra questo processo, offrendo studi dedicati alle interpretazioni femminili della Bibbia nell'Europa centrale, occidentale e meridionale, nelle Isole britanniche e in Scandinavia.
"Alessandro, il sommo dei re, adorato da Menfi, invidiando il segreto del Nilo mandò agli estremi confini dell’Etiopia uomini scelti; ma li arrestò la zona rovente del torrido clima; videro il Nilo ribollire".
Con queste parole, secondo il poeta Lucano, un sacerdote egizio avrebbe dissuaso Giulio Cesare dal ricercare le sorgenti del Nilo. Se il grande Alessandro aveva fallito, era dissennato che altri tentassero. Ma il buonsenso non si addiceva alla tempra dei grandi uomini, soprattutto se si trattava di despoti che esibivano il proprio eroismo nell’impresa tentata, non necessariamente riuscita. Andrea Giardina
Tre secoli fa circostanze eccezionali e imprevedibili riunirono sotto un unico regno la Sicilia e il resto del Mezzogiorno. La pace siglata all’Aia il 20 febbraio 1720 portò nell’arco di breve tempo al dominio dei Borbone su entrambi gli Stati. Se scattassimo una fotografia di quel momento storico vedremmo Napoli tra le città più popolose d'Europa, un territorio carico di potenzialità inserito in un impero che arrivava fino all'America Latina, una vita culturale ricca di fermenti e di intellettuali in dialogo con Parigi. Tre secoli dopo il panorama è completamente diverso. Cosa è andato storto? Quali sono gli avvenimenti che hanno condizionato il destino dell'Italia meridionale tanto da renderla l'area arretrata più estesa d’Europa? Perché facciamo ancora fatica a invertire la rotta e a immaginare un futuro diverso? È colpa di un popolo pigro e indolente, di classi dirigenti corrotte e indifferenti o di quella che i neoborbonici chiamano ‘conquista coloniale’ da parte del Nord?
All'indomani della seconda guerra mondiale l'esercito italiano è reduce dalla peggiore disfatta della sua storia, ma questo è solo l'ultimo dei suoi problemi. La monarchia sabauda è sul punto di scomparire, l'esperienza fascista è sepolta sotto due anni di sanguinosa guerra civile e i suoi quadri devono giurare fedeltà a una Repubblica che non conoscono e in buona parte non condividono: un deficit di cultura democratica che rischia di indebolire significativamente la giovane Repubblica Italiana. Grazie a materiale inedito, questo libro dà forma alle vicende umane, professionali e politiche degli ufficiali che vivono quella transizione e delinea due storie parallele. Da un lato quella della difficile trasformazione del corpo ufficiali italiano da istituzione monarchica, nazionalista e aderente alla concezione fascista dello stato autoritario, a corpo professionale repubblicano, atlantista e almeno in parte democratico. Dall'altro la storia delle teorie e delle pratiche di controguerriglia e controsovversione elaborate da quegli stessi ufficiali nel quadro della guerra fredda. Negli anni che precedono Piazza Fontana, proprio lo scontro tra visioni del mondo confliggenti e incompatibili mette in pericolo come mai prima la coesione dell’istituzione militare italiana, introducendo nella storia della Repubblica il fantasma del golpe.
Che cosa può insegnare Alessandro Magno ai leader di oggi? Più di quanto si immagini. Aveva coraggio, carisma, abilità strategiche e una straordinaria capacità di spingere gli altri a compiere imprese memorabili. Ma proprio all'apice della sua gloria, qualcosa si incrinò: perse il legame emotivo con i soldati e dovette rinunciare al sogno di raggiungere i confini del mondo e dare vita a un grande impero universale. Questo libro offre spunti pratici a chi oggi guida team e organizzazioni con il desiderio di mantenerne viva la natura generativa. Come si costruisce fiducia? Come si alimenta un consenso autentico? Come si tiene accesa una visione comune nei momenti di trasformazione profonda? Il clamoroso ammutinamento dell'esercito di Alessandro svela i limiti di una leadership che mette al centro l'eroe e non la causa collettiva; che non aiuta le persone a riconoscersi in un ideale sentito come proprio; che non intreccia il sogno del leader con le mappe interiori di chi lo accompagna. Non si cercano semidei, ma guide capaci di rispondere ai bisogni reali delle persone; condottieri che non sacrifichino all'ambizione personale la crescita degli altri. Alessandro, prigioniero del proprio disegno, fu l'unico a conoscere davvero il senso e la destinazione di quel lungo viaggio. Il vero "andare oltre" è invece saper riconoscere i propri limiti non per accettarli, ma per superarli. Nessun leader arriva lontano da solo. Prefazione di Benedetto Vigna.
Dal reperimento delle materie prime per le armi, alla fabbricazione delle stesse, al pagamento e alla manutenzione dell'esercito e delle attrezzature militari, combattere le guerre è sempre stato un affare costoso. Agli albori dell'Impero romano, Cicerone (106-43 a. C.) sottolineava che il nerbo cruciale della guerra è, ed è sempre stato, un "flusso infinito di denaro". Così fu anche per il Terzo Reich di Hitler che per fare fronte a questo tipo di esigenze dovette ricorrere inizialmente alla confisca delle riserve auree di Austria e Cecoslovacchia, per poi predare l'oro di tutti i paesi occupati dopo il settembre 1939 e infine sequestrando quanto oro poteva alla popolazione ebraica sottoposta allo sterminio di massa. L'Autore esplora i metodi di riciclaggio e la complicità di alcuni Stati, come la Svizzera, ancora oggetto di studi e controversie, e si interroga anche sul ruolo di altri paesi, in particolare il Portogallo, nel riciclaggio dell'oro rubato ai nazisti, nonché sulla partecipazione della Santa Sede nel trasferire l'oro in Sud America. Nell’ultima parte del volume il libro pone lo sguardo sul dopoguerra, analizzando l'istituzione di una commissione per il recupero e la restituzione dell'oro alle vittime del Reich, così come il successivo ritrovamento di svariati depositi, l'ultimo dei quali forse in Polonia, di quattro tonnellate d'oro. Uno studio ricco di notizie inedite e denso di riflessioni originali.
Mai come negli anni dalla metà dell'Ottocento fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale il progresso dell'umanità è apparso a portata di mano; mai grande come allora è stata la fiducia nella possibilità di realizzare un mondo migliore. All'orizzonte appaiono però anche le prime ombre inquietanti sull'utilizzo delle scoperte scientifiche e delle innovazioni tecnologiche: la visione futuristica di guerre da combattersi su scala internazionale o planetaria; il superamento dei vincoli naturali; il controllo degli individui e la fantapolitica; la supposizione dell'esistenza di extraterrestri con civiltà così avanzate da aspirare al dominio dell'universo. Un secolo di aspettative verso quanto sarebbe potuto accadere domani viene qui ricostruito osservando il modo in cui il futuro è stato immaginato. Queste visioni non sono soltanto il prodotto del tempo in cui sono state pensate, ma hanno condizionato il farsi della storia con effetti sorprendenti sul mondo che verrà. Una lente particolarmente utile è per questo la fantascienza, un genere letterario che nasce con l'impatto dirompente della modernità. Romanzi e fumetti, quadri e giornali illustrati, film e opere teatrali, e poi prototipi spaziali e cibernetici, progetti urbanistici e architettonici, esperimenti genetici e nucleari ci conducono in un viaggio all'indietro nel tempo. Una storia avvincente che attraverso una nuova prospettiva temporale ci consente di ricostruire il passato del futuro.
La storia degli ebrei in Italia è antichissima: nessuna comunità in Occidente ha una presenza così costante, dalla Roma antica fino a oggi.