In questo breve scritto l'Autore descrive in positivo e in negativo le virtu' dell'eroe: talento, discrezione, capacita' di dissumulazione, volonta' e cuore, buon gusto, capacita' di discernimento, conquista del consenso, adattamento e, paradossalmente, persino alcuni vizi e difetti.
Senofane di Colofone (575-470 a.C.) e' una figura solitaria del pensiero presocratico,talora ritenuto (a torto) maestro di Parmenide e fondatore della Scuola di Elea. Con testo greco a fronte.
Recitano i dizionari che la parola occasione porta dentro di sé un rimando al caso, all'accidente, a ciò che è fortuito, ma simile connotazione, spesso giudicata negativamente, mette in ombra quanto si lega costitutivamente all'occasione: l'incontro. I saggi raccolti nel primo volume di "Psyché. Invenzioni dell'altro", sono stati raccolti e ordinati da Jacques Derrida proprio intorno all'idea che l'altro, in qualunque modo lo si incontri, è sempre occasione di un incontro in cui percorsi e pensieri, domande e sollecitazioni si raccolgono nell'unità di un'esigenza insieme fondante e ambigua: giocare fino in fondo e senza protezioni la questione della verità.
Immensa costruzione ideologica e mitologica, in cui una grande congerie di dati è ordinata in modo da costituire una struttura ciclica della storia, l'opera di Spengler ebbe una ricezione imprevedibilmente ampia. Dall'introduzione di Stefano Zecchi: "Tutto ciò che passa è soltanto un simbolo, dice Spengler ricordando un verso del Faust, che ritorna come un leitmotiv wagneriano in "Il tramonto dell'Occidente". Ma anche, aggiunge, il movimento dell'esistere e del conoscere ha un significato se ha un valore simbolico. Spengler riabilita così i concetti di simbolo e destino che la cultura moderna ha deriso e avvilito, credendo di poterli sostituire con quelli di segno e progresso, più funzionali alla filosofia analitica e al controllo tecnico-scientifico dell'esistenza. Ma questo non significa che "Il tramonto dell'Occidente" possa essere letto come una tradizionale reazione allo spirito dell'Illuminismo, anche se proprio a questa interpretazione deve il suo grande successo".
In un volume unico e con testo greco a fronte le tre grandi opere morali di Aristotele: l'Etica Nicomachea, l'Etica Eudemia e la Grande Etica (o Magna Moralia).
Il libro affronta temi di grande attualita': l'identita' dell'Universita'; l'educazione universitaria; la relazione fra l'educazione laica e l'educazione religiosa; il posto delle scienze della religione nel sistema del sapere; il valore della filosofia rispetto alle competenze professionali.
I saggi raccolti in questo volume, scritti da Bachelard tra il 1942-1962, testimoniano il suo ininterrotto percorso di ricerca di una sintesi tra pensiero razionale e immaginazione. da un lato, si colloca lascineza, realizzazione progressiva della ragione: dall'altro, vi sono gli ostacoli che la frenano, conferendo al progresso un carattere discontinuo. L'immaginazione costrituisce appunto uno di questi ostacoli, espressione del sentimento, dell'irrazionalità, dell'istinto. Bachelard, figura emblematica dell'epistemologia francese, si presenta in questo libro non come un filosofo, ma come un pensatore che si concede il diritto di sognare. Il suo obiettivo dichiarato è di trasmettere l'intensità del mondo, restituende la filosofia alle sue visioni primitive. A questo scopo, fa riferimento anzitutto alle sue personali passioni: la letteratura, la poesia e l'arte.
L'energia spirituale raccoglie i più importanti saggi bergsoniani riguardanti "problemi di filosofia e di psicologia". Benché il titolo possa trarre in inganno, gli scritti riuniti in questo libro, tutti piccoli capolavori di lucidità, testimoniano il serrato confronto con le scienze caratteristico del gesto filosofico di Bergson. Le riflessioni sviluppate qui gravitano attorno al tema del rapporto mente-corpo, evidenziando il filo rosso che lega la filosofia della mente di Materia e memoria alla metafisica della vita dell'Evoluzione creatrice,e anticipando i problemi che saranno trattati nelle Due fonti della morale e della religione. Ma in queste pagine Bergson mette soprattutto alla prova il suo arsenale di invenzioni concettuali (durata, slancio vitale) nello studio di particolari fenomeni psichici, parte dei quali era stata oggetto delle ricerche di Freud in quegli stessi anni, e sviluppa una teoria della memoria e del cervello, basata sull'idea di "attenzione alla vita", che costituisce ancora una sfida per le scienze cognitive. Nelle folgoranti pagine sul sogno, il déjà-vu, l'oblio e il sonnambulismo, ritroviamo inoltre l'asse portante dei celebri studi di Deleuze sul tempo nell'immagine cinematografica.
Da Talete a Platone a Hegel fino ai neopositivisti, i filosofi hanno sempre affermato che nonostante, la desertificazione, l'inaridirsi della nostra conoscenza esiste una sola verità, un solo mondo, e perciò una sola versione vera dell'unico mondo possibile. In un serrato confronto con questa tradizione di pensiero, Nelson Goodman rilancia, al contrario, le tesi del relativismo e del pluralismo: tutte le versioni del mondo sono, allo stesso tempo, capaci di vedere, interpretare e costruire il mondo e sono altrettanto vere e importanti nel sistema di riferimento cui esse appartengono.
Una filosofia incentrata sulla esperienza vissuta che andando "verso le cose stesse" fosse in grado di fornire una nuova oggettività, rifuggendo dalle secche dello scientismo positivista, delle astrazioni logiche e dello storicismo relativistico. Questo il programma della fenomenologia fondata da Edmund Husserl e al cui interno si sono formati molti tra i più grandi pensatori del secolo scorso, da Jaspers a Heidegger, dallo stesso Gadamer a Sartre e Merleau-Ponty. Apparso per la prima volta nel 1963 sulla rivista "Philosophische Rundschau", questo saggio rappresenta una delle testimonianze più rilevanti del confronto con Husserl che attraversa l'intera opera di Gadamer. Il filosofo tedesco offre qui una sintesi agile e perfettamente informata della parabola del movimento fenomenologico e lo stesso Heidegger, che aveva condiviso con lui quell'avventura del pensiero, dopo aver letto il suo saggio ammise che non avrebbe saputo fare di meglio.
Nella scena politica e culturale dell'Atene democratica del V-VI secolo a. C. erano venute alla ribalta nuove e ambigue figure di intellettuali, che si proponevano quali maestri a pagamento di formazione politica, retorica e culturale della gioventù. I sofisti costituiscono sin dall'inizio uno dei principali obiettivi polemici di Platone. Già nei primi dialoghi il suo sforzo è volto a differenziare queste figure da Socrate, mettendo in luce la natura ingannevole della loro pretesa sapienza. Ciò porta Platone ad affrontare in modo radicale questioni fondamentali per il pensiero occidentale: come è possibile il falso nel pensiero e nel discorso? E cos'è l'Essere?