Una guida originale e unica per visitare i principali luoghi e monumenti della città al riparo dalla calura del sole: alcuni da percorrere al mattino, altri nel pomeriggio. Le guide turistiche in commercio dedicate a Roma sono molte decine(alcune ottime, altre meno) e i luoghi segnalati per orientare i visitatori sono praticamente gli stessi indicati in questo volume. Diverso è invece il modo per arrivarci. Gli OTTO ITINERARI proposti conducono il lettore nei luoghi giusti anche attraverso strade diverse da quelle dei normali circuiti turistici, e fanno scoprire vie o violetti che consentono di evitare per quanto possibile di soffrire troppo il caldo della città.
AMBROGIO M. PIAZZONI (1951) ha lavorato per decenni alla Biblioteca Apostolica Vaticana, di cui è stato Vice Prefetto dal 1999 al 2020, primo laico a ricoprire questo ruolo. Ha insegnato Catalogazione del libro manoscritto e Paleografia latina in diverse università italiane e si è occupato in ambito internazionale dell'elaborazione degli standard per la catalogazione informatica dei manoscritti medievali. È accademico della Pontificia Academia Latinitatis.
Nella attuale letteratura, costituita prevalentemente da testi di narrativa o di saggistica, a volte di poesia, è meno presente la trattazione del valore filosofico della montagna come luogo specifico di incontro tra l'uomo e la natura, tra l'uomo e la dimensione interiore ed esistenziale che le altezze dei monti possono rappresentare. Il percorso proposto in questo libro intende colmare in piccola parte tale vuoto utilizzando un genere che nasce dalla contaminazione tra autobiografia, narrazione letteraria e riflessione filosofica.
Tale ibridazione di generi si concretizza in lettere verosimili di diversi filosofi a colloquio con le vette cui si sentono legati. Ogni montagna si fa ascoltatrice silenziosa e attenta delle esperienze di vita, ma anche vera e propria interlocutrice di un dialogo aperto alla dimensione dell'Altro.
Padre Pio, il santo cappuccino stigmatizzato del Gargano, ha vissuto la sua esistenza come una continua Via Crucis. Le sue sofferenze fisiche e spirituali, unite alla profonda comprensione del mistero pasquale, lo hanno reso un testimone eccezionale della Passione di Cristo. Padre Pio incoraggiava fortemente la recita della Via Crucis, considerandola una delle preghiere più efficaci per entrare in comunione con Cristo sofferente e ottenere grazie spirituali. In questa opera coinvolgente, gli autori ci conducono alla scoperta di come Padre Pio ha vissuto la sua personale passione e di come, attraverso il messaggio della Via Crucis, ha insegnato a comprendere il mistero della sofferenza alla luce della Passione di Cristo. Ma questo libro non è solo un viaggio spirituale: è anche uno strumento unico e prezioso per la preghiera. Il volume propone una Via Crucis speciale, arricchita dalle parole e dalle meditazioni di Padre Pio, un invito universale rivolto a tutti i fedeli a immergersi nel mistero della Croce. Recitare questa Via Crucis significa unirsi al santo di Pietrelcina nella sua straordinaria devozione e scoprire una fonte inesauribile di grazia e consolazione spirituale.
In un tempo segnato da incertezze e attacchi alla fede, questo libro offre una chiave di lettura potente e illuminante delle opere della mistica italiana Maria Valtorta. L'autore si sofferma su alcuni temi di cruciale attualità l'apostasia, il problema del male, la fede e il soprannaturale – per guidarci in una riflessione profonda e consapevole. Attraverso le parole che Gesù ha trasmesso alla mistica, il testo si rivela uno strumento prezioso per fortificare la fede e prepararci alle sfide spirituali del nostro tempo in modo da non farci cogliere impreparati dai tempi di apostasia e dagli attacchi del nemico contro la Chiesa e i suoi tentativi di strappare anime a Dio. Un invito a riscoprire il messaggio di Cristo, a non lasciarsi cogliere impreparati e a diffondere la luce della Verità. L'Evangelo come mi è stato rivelato è stato trasmesso a Maria Valtorta e, grazie a lei, all'intera umanità. Noi possiamo leggere con l'anima quest'opera e riconoscere in essa il suo Autore. Egli ci ha detto: Non sigillatela, ma leggetela e fatela leggere ‘perché il tempo è vicino (Apocalisse 22,10).
Cosa ne sarebbe stato dell'umanità senza coloro che, per millenni, hanno accumulato, protetto e condiviso la conoscenza? Che cosa saremmo senza la Bibbia, le opere di Platone e Aristotele, la matematica di Al Jibra, la poesia di Villon e la musica di Mozart? E cosa accadrà in futuro? Dall'antichità a oggi, dalla Mesopotamia alla Cina, da Gerusalemme a Venezia, da Parigi a Londra, da New York a Shanghai, le modalità di trasmissione del sapere hanno avuto un ruolo decisivo nell'evoluzione delle culture, dei rapporti di potere, delle ideologie e delle religioni, con i potenti che il più delle volte hanno cercato di privare le persone della conoscenza che può minacciare i loro privilegi. Oggi la situazione sta peggiorando e ci troviamo di fronte a sfide cruciali: la disuguaglianza nell'accesso a un'istruzione di qualità, la rivoluzione digitale e i cambiamenti nelle professioni, la crisi ambientale e lo tsunami demografico. Domani, se non faremo attenzione, rischiamo di sprofondare in una nuova barbarie fatta di ignoranza e di scarsa padronanza delle tecnologie. Eppure, abbiamo i mezzi per formare tutti gli esseri umani e mettere l'educazione al servizio di un mondo più giusto e in armonia con la natura. Secondo Jacques Attali, l'educazione è infatti la chiave per costruire una società migliore, un bene comune essenziale che dev'essere accessibile a tutti, indipendentemente dalla provenienza sociale o dal livello di reddito. Ma per adattarsi ai mutamenti del XXI secolo essa dovrà essere più flessibile e personalizzata, più aperta al mondo e in grado di sviluppare competenze anche sociali, emotive e creative. In quest'opera ambiziosa e brillante - molto più di una storia globale dell'educazione - Attali delinea il profilo del sistema ideale di trasmissione del sapere e propone scelte radicali per combattere la barbarie dell'ignoranza, senza le quali vede minacciata la sopravvivenza stessa dell'umanità.
Il volume - apprezzato da insegnanti, psicologi e genitori - presenta il metodo socioaffettivo: nato come strumento di promozione del benessere a scuola, negli ultimi anni ha favorito anche lo sviluppo di un welfare di prossimità, per contrastare problematiche sociali come la dispersione scolastica, il cyberbullismo e l'uso di droghe, per supportare il lavoro di rete nel territorio, per educare alla democrazia, al rispetto dell'ambiente, a una sessualità consapevole e rispettosa dei sentimenti. Le originali esperienze effettuate anche online, proposte in questa nuova edizione, possono coadiuvare sindaci, dirigenti e operatori di servizi territoriali nell'attuazione di un programma sociale che sostenga tanto il benessere individuale quanto quello collettivo, e soprattutto un forte senso di comunità che sia da stimolo al rispetto e al mutuo aiuto.
La Schema Therapy (ST) ha guadagnato una crescente popolarità in tutto il mondo. L'efficacia e il rapporto costi-benefici di questo approccio sono ormai supportati da numerosi studi empirici. Tra i più completi manuali sulla Schema Therapy, questa guida è uno strumento essenziale per apprenderla e praticarla in ogni suo aspetto. Gli autori trattano in modo rigoroso e accurato la cornice teorica della Schema Therapy, le modalità per instaurare una corretta relazione con il paziente e condurre ogni fase della terapia, l'applicazione in diversi contesti e con diverse patologie. Diretto a terapeuti già esperti in Schema Therapy, così come a coloro che desiderino approfondirne la conoscenza, il volume offre indicazioni metodologiche e operative, strategie di intervento e modelli di applicazione per numerosi disturbi.
Gli scribi e i farisei della Metafisica ne annunciano la fine "destinale", entro un irreversibile processo verso l'approdo nichilistico. L'attività filosofica è però evento, non destino. Filosofia e metafisica sono momenti centrali della cultura, la cui anima è novità, libertà, apertura. Libertà della cultura significa che essa è un processo che non può avere un termine finale o entrare in uno stadio irreversibile: in ciascun momento il suo sviluppo futuro non è interamente predeterminato dalle condizioni del passato. Costituisce un mito pericoloso l'idea che il pensiero dell'Occidente sia entrato da millenni entro l'oblio dell'essere, oscillando da allora di errore in errore. Siamo come passeggeri imbarcati su una nave. Essa va, compie il suo viaggio, che è il divenire pubblico del mondo: ciascuno può osservarlo. Se alziamo lo sguardo verso il cielo delle stelle fisse, è possibile giudicare quel divenire, valutarne la direzione ed eventualmente abbandonare la nave per altri lidi. Così operando, esistiamo come soggetti liberi e salvaguardiamo la libertà della filosofia contro le diagnosi oracolari e le chiusure storicodestinali. Il problema qui perseguito è duplice: constatare la conclusione di larga parte della metafisica moderna; e "ri-prendere" (ri-prendere come svelamento di virtualità inespresse) il discorso sull'essere e sull'ente proprio della filosofia dell'essere.
Gli scribi e i farisei della Metafisica ne annunciano la fine "destinale", entro un irreversibile processo verso l'approdo nichilistico. L'attività filosofica è però evento, non destino. Filosofia e metafisica sono momenti centrali della cultura, la cui anima è novità, libertà, apertura. Libertà della cultura significa che essa è un processo che non può avere un termine finale o entrare in uno stadio irreversibile: in ciascun momento il suo sviluppo futuro non è interamente predeterminato dalle condizioni del passato. Costituisce un mito pericoloso l'idea che il pensiero dell'Occidente sia entrato da millenni entro l'oblio dell'essere, oscillando da allora di errore in errore. Siamo come passeggeri imbarcati su una nave. Essa va, compie il suo viaggio, che è il divenire pubblico del mondo: ciascuno può osservarlo. Se alziamo lo sguardo verso il cielo delle stelle fisse, è possibile giudicare quel divenire, valutarne la direzione ed eventualmente abbandonare la nave per altri lidi. Così operando, esistiamo come soggetti liberi e salvaguardiamo la libertà della filosofia contro le diagnosi oracolari e le chiusure storicodestinali. Il problema qui perseguito è duplice: constatare la conclusione di larga parte della metafisica moderna; e "ri-prendere" (ri-prendere come svelamento di virtualità inespresse) il discorso sull'essere e sull'ente proprio della filosofia dell'essere.
Ogni giorno siamo colpiti da un'infinità di fatti di cronaca, a volte gravissimi, ma che si estinguono veloci, bruciati da sempre nuove violenze e tragedie. Nei versi di Alessandra Carnaroli li ritroviamo tutti, resi nella loro cruda e scarnificata essenza. Le atrocità delle guerre, le violenze domestiche, le volgarità della vita di tutti i giorni vengono descritte senza mai distogliere lo sguardo, con un'oggettività che sorge dall'impietosa messa a fuoco delle parole, e che trova l'unico sfogo in una fredda ironia o in clausole di feroce sarcasmo. Può cambiare l'ordine di grandezza, ma ciò che accomuna le guerre in Ucraina e a Gaza, i femminicidi e le alluvioni, le storture dei rapporti familiari o una sciagurata giornata al mare va sempre cercato nella vulnerabilità degli esseri umani e nella loro parallela e incessante capacità di produrre disastri. L'orrore insostenibile è l'altra faccia della banalità del quotidiano, aspetti che si sovrappongono (e rimano) in modo inquietante. Tra madri poco materne, paesi allagati e vittime innocenti scorgiamo molti volti a noi simili, una folla di cui non possiamo illuderci di non far parte.
Mentre la Storia impazza fuori dalla finestra, Clementina, giovane vedova con tre figli, deve reinventarsi il mondo. Sedere alla scrivania che è stata di suo padre e far quadrare i conti, per non deludere né i vivi né i morti. E così, utopista e femminista per istinto, Clementina mette su, tra le mura di casa sua, una scuola improvvisata e diversa da tutte le altre, cambiando il destino di decine di ragazzini e ragazzine in una Lecce che, nella prima metà del Novecento, sembra alla periferia di tutto. Ispirato alla storia vera della bisnonna dell'autrice, "Clementina" è un romanzo che non si dimentica, grazie alla forza di un personaggio estremamente contemporaneo: una donna «tutta gesti», viva, carismatica, inquieta, sempre in cerca di qualcosa, pronta a superare i confini della memoria famigliare e ad abitare la nostra. È il 1916, la Grande Guerra infuria e Clementina ha una sua personale battaglia da combattere. Suo marito Cesare, prima di morire, le ha fatto promettere che dovrà garantire ai loro figli la possibilità di realizzarsi, come avrebbe fatto lui. Così Clementina lascia Roma con Filippo, Emira e Francesco, e torna a vivere a Lecce nella casa di famiglia insieme alle due sorelle, Maria e Anna, cucite strette l'una all'altra da una complicità assoluta. È Germain, professore francese pacato e visionario, a suggerirle la strada per mantenere la sua promessa: se è stata lei a curare l'istruzione di Filippo, perché non aiutare nello studio anche altri ragazzini? E non come atto di carità, ma per lavoro? Quando, vincendo le proprie resistenze e quelle del suo tempo, Clementina decide di accettare i primi allievi, non immagina che insegnerà per più di vent'anni e fonderà nella sua casa una vera e propria scuola. Soprattutto non immagina che nel tentativo di aiutare i propri figli a realizzarsi, finirà per realizzare sé stessa. Molto tempo prima, Clementina era una ragazza che scriveva racconti, un'adolescente che voleva leggere e studiare e che secondo il padre «sarebbe stata un maschio perfetto», e poi una giovane moglie di poche parole e molti pensieri, capace di conquistarsi nella casa matrimoniale una stanza tutta per sé. Ma gli anni di Roma sono stati anche gli anni del grande dolore. Solo mettendo a punto il suo metodo d'insegnamento, empirico e tutt'altro che convenzionale, Clementina ritroverà quella parte di sé che aveva perso. Intanto la Storia del primo Novecento - il fascismo, la guerra - le arriva addosso, a volte con violenza, più spesso come un rumore di fondo. Mentre lei continua a fare la sua piccola, domesticissima, rivoluzione.