La "società dell'informazione" in cui viviamo è caratterizzata da un assetto sociale e produttivo fondato sull'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Vi è quindi una relazione molto stretta fra accesso ai mezzi di comunicazione di massa, pluralismo delle idee, libertà di espressione e, in ultima analisi, democrazia. La partecipazione attiva e consapevole dei cittadini alla vita politica, sociale ed economica dello stato presuppone necessariamente la possibilità per ciascuno di accedere ad informazioni complete, veritiere, attendibili e riferibili ad una pluralità di punti di vista. Da qui l'esigenza di norme che proteggano il diritto individuale all'intangibilità della propria sfera privata e della propria reputazione, ponendo così alcuni limiti all'esercizio del diritto di cronaca e al trattamento dei dati; che, ponendo analoghi limiti, garantiscano l'efficiente amministrazione della giustizia e la sicurezza del nostro stato; che orientino la professione giornalistica, affinché sia realizzato il pluralismo informativo; che definiscano il ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo e le sue peculiarità rispetto alle emittenti private; che realizzino la progressiva liberalizzazione del settore delle comunicazioni elettroniche; che, attraverso l'istituzione di autorità indipendenti, contemperino gli interessi pubblici e privati; che garantiscano i diritti degli utenti-consumatori; che vincolino la comunicazione politica alla par condicio.
Nella stagione più recente il diritto del lavoro italiano, ma anche quello di altri Paesi, si è trovato, per la prima volta, a confrontarsi decisamente con i condizionamenti provocati dalla crisi del debito pubblico, che nella sua gravità ha impresso il suo marchio alla presente epoca. Il saggio esamina quindi, per la prima volta in unico contesto, da un lato, i lineamenti della spirale che ha portato la percentuale di debito pubblico italiano rispetto al PIL dal 24% del 1947 e dal 27% del 1964 al 126,4% del 2012, dall'altro, le modifiche che ciò ha determinato nella legislazione del lavoro (contratti a termine, somministrazione, ecc..) e nei suoi riflessi processuali.
In questo numero viene dato ampio sviluppo al tema della "Filosofia del diritto", materia curricolare per tutte le Facoltà di diritto canonico. Il numero prosegue poi con la descrizione delle competenze dei dicasteri della Curia Romana, avendo questa volta ad oggetto la Congregazione del culto divino e della disciplina dei sacramenti. Altri interventi riguardano la storia del diritto canonico, il diritto canonico orientale e l'ordinario. Nota bibliografica a tema sulla teologia del diritto canonico. Contributi di: Franco Viola, Camila Herrera Pardo, Francesco Mercadente, Franco Todescan, Pietro Amenta, Chiara Minelli, Garcia Martin, Natale Loda, Matteo Visioli.