Nel giro di tre secoli, una piccola setta periferica riesce a diffondere e imporre il proprio messaggio, la propria legge, all'interno dell'impero romano. È questa la vicenda, stupefacente e improbabile, della prima diffusione del cristianesimo, che questo volume ricapitola con chiarezza. Dopo aver tratteggiato il contesto religioso in cui sorse, cioè il giudaismo tardo e i vari paganesimi vigenti nel territorio dell'impero romano, il volume descrive l'azione di Gesù e degli apostoli e l'intensa opera di proselitismo che questi iniziarono, la progressiva fissazione della dottrina, l'organizzazione delle comunità, le persecuzioni di cui l'autore mette in luce in particolare l'importanza nel dar forma a un'idea di Chiesa come Chiesa di martiri e dunque a una particolare idea di santità a partire dalla quale si svilupperà un'imponente letteratura agiografica.
Come ideologia politica, il liberalismo rappresenta uno degli emblemi della modernità, per come ha contribuito a definire concetti fondamentali quali libertà, democrazia, Stato e diritti individuali. Prima ancora, però, esso costituisce un ideale di uomo e di società, le cui origini risalgono all'antichità. L'autrice traccia un profilo finalmente completo e puntuale, a tratti provocatorio, del liberalismo in quan to fenomeno storico, profondamente radicato nella varietà dei contesti in cui è sorto e prosperato. Scopriamo così il ruolo che l'etica, la religione, la filosofia e l'economia, oltre che la lotta politica, hanno avuto nel forgiare l'ideale liberale, non senza pregiudizi e "miti" da sfatare. Sono tanti i significati che nel tempo sono stati attribuiti ai termini "liberalismo" e "liberale", e che Rosenblatt analizza e spiega, così da sgombrare il campo da equivoci e luoghi comuni. In un'epoca caratterizzata da populismi e sovranismi, da svolte autoritarie e guerre com merciali, da Brexit e Donald Trump, ha ancora senso parlare di liberalismo e valori liberali? Il dibattito è più acceso che mai e questo libro offre un contributo essenziale per mettere dei punti fermi e fare chiarezza sui temi più controversi. Il volume ha una prefazione di Luciano Canfora.
È su una montagna costituita anche da cattive parole e pessime retoriche che si è sedimentato, riprodotto e legittimato il razzismo quale oggi si manifesta in Italia: un sentimento di ostilità verso tutti gli estranei, i diversi, gli Altri, occupanti abusivi del "nostro territorio". In questa raccolta di brevi saggi, Annamaria Rivera porta avanti un'analisi puntale del circolo vizioso che alimenta il razzismo, attraverso riflessioni colte che colpiscono per la loro originalità e la loro attualità. Mostra così la dialettica perversa fra il razzismo istituzionale, il ruolo dei media e della propaganda, e le forme sempre più diffuse di xenofobia "popolare". Negli ultimi anni tale dialettica si è mostrata nel modo più palese (basti pensare alle ultime politiche contro l'immigrazione o ai recenti episodi di violenza raccontati dalla cronaca), e tuttavia essa ha antecedenti qui ricostruiti con precisione, per evidenziarne la lunga durata. L'autrice decostruisce inoltre pseudo-nozioni quali "razza", "etnia", "colore", "identità" e mette in luce l'apparato lessicale e comunicativo che contribuisce a riprodurre discriminazione, ineguaglianza ed emarginazione. Un'opera per riflettere su quello che sta accadendo oggi attorno a noi.
Ben lungi dall’essere sconfitte, le malattie infettive rinnovano la loro sfida all’umanità. Nuovi virus emergono, come il recente e temutissimo coronavirus, per il quale l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato l’emergenza sanitaria globale. I vecchi germi, invece, espandono la loro area di azione, conquistando nuove popolazioni e località geografiche precedentemente indenni. È quindi indispensabile comprendere a fondo in che modo agenti infettivi come i coronavirus, l’HIV, gli arbovirus o i virus influenzali siano in grado di provocare eventi pandemici. L’autore – fra i massimi esperti a livello mondiale – traccia una storia delle epidemie, ne spiega le origini e le modalità di diffusione, descrivendo al contempo gli interventi per affrontarle.
L’Opera è aggiornata con:
- il D.L. 30 dicembre 2019, n. 162 (Decreto milleproroghe);
- il D.L. 30 dicembre 2019, n. 161, nuove norme sulle intercettazioni;
- la L. 27 dicembre 2019, n. 160 (Legge di bilancio 2020);
- la L. 19 luglio 2019, n. 69 (c.d. Codice Rosso) che introduce nuove norme a tutela delle violenze domestiche e di genere.
L’Opera è aggiornata con:
- il D.L. 30 dicembre 2019, n. 162 (Decreto milleproroghe);
- la L. 27 dicembre 2019, n. 160 (Legge di bilancio 2020);
- la L. 19 dicembre 2019, n. 157, di conversione, con modificazioni, del D.L. 26 ottobre 2019, n. 124 (Decreto fiscale) recante modifiche, tra l’altro, al Testo Unico degli enti locali.
Di feti un tempo non si parlava, l’argomento era scomodo, perfino respingente. Nel giro di qualche decennio tutto è cambiato.
I feti sono oggi un argomento di moda, hanno acquisito uno status iconico, compaiono su riviste, ispirano gadget e sono diventati creature di fantasia su cui proiettiamo le nostre emozioni. Che cosa ha provocato questo atteggiamento nuovo nei loro confronti? La questione viene affrontata da tre punti di vista. Si esaminano i progressi sociali, tecnologici e scientifici, e l’impatto di questi nelle società occidentali: dagli anni Sessanta al nuovo millennio le idee su gravidanza e maternità sono mutate radicalmente. Viene poi adottata una prospettiva più scientifica per analizzare come i feti crescono, si sviluppano e si comportano. Infine si indagano altre culture, poco toccate dalle moderne tecnologie, in cui donne incinte e bambini muoiono in continuazione e il feto non ha alcun valore.
Sophie Scholl fu condannata dal Tribunale del Popolo di Monaco di Baviera per tradimento contro lo Stato e il Führer e ghigliottinata il 22 febbraio 1943, all'età di 21 anni. Insieme a lei vennero decapitati il fratello Hans, Christoph Probst e, due mesi dopo, Alexander Schmorell, Willi Graf e il loro professore di filosofia, Kurt Huber. Si concluse così l'avventura della «Rosa Bianca», il gruppo di cinque giovani universitari tedeschi che nel corso del 1942 e nelle prime settimane del 1943 sfidarono il regime nazista stampando e diffondendo clandestinamente in Germania e Austria sei opuscoli contro Hitler. Quei fogli raccontavano gli orrori che si stavano consumando ai danni degli ebrei, informavano delle sconfitte militari naziste - una su tutte: Stalingrado facevano appello ai grandi ideali della cultura e alle lezioni della storia, esortavano i tedeschi alla ribellione, al sabotaggio, alla diserzione. La Rosa Bianca non fu un'organizzazione diffusa, strutturata, con legami e finanziamenti internazionali, sul modello della nostra Resistenza. Fu qualcosa di diverso, si può dire di unico nella storia della lotta ai totalitarismi del '900, perché in essa il ruolo della religione cristiana fu cruciale. Quei giovani non erano animati da un'ideologia né erano interessati alla politica. Il loro sacrificio ha un significato profondamente religioso perché è un inno alla sacralità della vita di fronte alla barbarie e al disprezzo per l'uomo.
In un’epoca che ha visto la progressiva erosione del giornalismo basato sui fatti e ha risentito la mancanza di intellettuali pubblici indipendenti, Tony Judt ha svolto un ruolo raro e prezioso, mettendo insieme storia e attualità, Europa e America, e raccontando il mondo com’era un tempo e com’è oggi. In Quando i fatti (ci) cambiano, la storica Jennifer Homans, vedova di Tony Judt, ha raccolto gli articoli più importanti scritti dal marito durante gli ultimi quindici anni della sua vita. La sua voce nella sfera pubblica amplifica le sue ricerche storiche: l’idea e la realtà dell’Europa; Israele, l’Olocausto e gli ebrei; la superpotenza americana e il mondo dopo l’11 settembre; l’inclusione e la giustizia sociale nel nostro tempo di crescenti disuguaglianze. Judt era convinto che il suo vero compito non fosse dire ciò che qualcosa non è bensì ciò che è: raccontare una storia convincente e ben scritta sulla base dei dati disponibili e farlo tenendo presente ciò che è giusto. Per Judt questo non era solo il suo dovere di storico, ma una responsabilità morale. Quando i fatti (ci) cambiano è una testimonianza della sua eredità.
Là fuori (o dentro di noi: il cervello umano è la struttura più complessa dell’universo) ci sono realtà tanto vaste, complicate, sfuggenti che un osservatore non specialista può solo sentirsi disorientato. Dimensioni subatomiche in cui la realtà bolle come una pentola d’acqua creando microscopici universi paralleli; oggetti cosmici così densi da modificare lo scorrere del tempo; stati della materia esistiti solo frazioni di secondo dopo il Big Bang ricreati nella periferia svizzera; ecosistemi dotati di intelligenza collettiva, creature preistoriche che sembrano uscite da un incubo di Stephen King, vulcani sottomarini in cui si è generata la vita, piante che comunicano tra loro, la nascita dell’uomo e la sua estinzione, la fine stessa del tempo… Lo smarrimento e l’incantamento che ci avvince al cospetto di fenomeni di questo tipo ce li hanno raccontati gli scienziati con i loro libri. Sono libri che richiedono attenzione, tempo, concentrazione. Sono lunghi (spesso) e complessi (quasi sempre), la densità delle informazioni che contengono, ma anche lo stupore e la vastità degli orizzonti che dischiudono, richiedono tempo. Tempo esclusivo. Continuato. Tempo ‘denso’, concentrato perché impone concentrazione, raccoglimento. Soffermiamoci un momento a riflettere: non è forse questa laica, occidentale, forma di meditazione sempre più rara? Eppure, come nota la scrittrice americana Annie Dillard: «Perché stiamo leggendo, se non nella speranza che la bellezza sia messa a nudo, la vita intensificata e il suo più profondo mistero sondato?». Non leggiamo forse nella speranza che ciò che incontreremo amplificherà la nostra percezione, allargherà il mondo in cui ci muoviamo, ispirerà saggezza e coraggio? Speriamo che ciò che leggiamo rimetta insieme i pezzi che siamo. E questo non è un’esclusiva del romanzo o della poesia. La scienza ci permette di accedere a orizzonti così vasti, misteriosi, strani, da costringerci quasi fisicamente alla concentrazione, al raccoglimento, alla messa a fuoco di ciò che ci appariva confuso. Francesco Guglieri scrive un libro in cui 20 classici della scienza tra i più rivoluzionari e amati sono letti come romanzi, perché dei romanzi possiedono la bellezza, la vertigine e il potere di cambiarci la vita. E nel dare un tributo alla curiosità infinita degli esseri umani, costruisce un personale atlante della meraviglia, che è anche uno straordinario antidoto alla malinconia.
Conosci la scena: sei tornata dal lavoro, hai fatto la spesa, stai preparando la cena e nel frattempo pensi a quando pagare l'affitto /chiamare l'idraulico / prendere la pillola / finire quella mail di lavoro / controllare che i tuoi figli (se li hai) abbiano fatto i compiti / prenotare il dentista per loro. Tutto questo mentre il tuo compagno ti chiede se, per caso, sai dove sono finite le sue scarpe. Storie insieme esilaranti e tremendamente serie. Un fumetto femminista che ogni donna dovrebbe leggere. Blogger, fumettista e ingegnere informatico francese, Emma comincia distribuendo volantini femministi all'entrata delle metro di Parigi prima di andare al lavoro. Nel 2016 decide di aprire un blog. Dalla prima pubblicazione online di "Bastava chiedere!", Emma racconta la quotidianità delle donne - il lavoro, la coppia, la famiglia - da una prospettiva nuova, attraverso l'arma leggera ed efficace del fumetto.
Si legge in modo diverso dal passato, ci si informa in maniera più complessa di come lo si faceva solo pochi anni fa. E sono soprattutto i giovani ad avere abitudini di consumo culturale e mediale assai lontane da quelle dei loro genitori. Ma cos'è questo nuovo che sta prendendo il posto del vecchio? E che effetti la rete sta producendo sulla trasmissione, sulla produzione e sul concetto stesso di cultura?