Tra le tante opere belle compiute da Dio per noi in questo tempo, vi è il vescovo Antonio Bello, uno straordinario uomo di Dio, un inimitabile amico degli uomini, un testimone credibile e profeta coraggioso. “Non fermarsi a guardare le foglie secche ai piedi dell’albero, ma sostare e mettersi a guardare attentamente le gemme che già stanno spuntando sui rami apparentemente secchi degli alberi” (don Tonino Bello).
In questo scritto l’autore ci propone una visione a trecentosessanta gradi del mondo delle potenze demoniache, delle gerarchie infernali, dei poteri di ogni singolo demone. Non mancano episodi che narrano particolari manifestazioni del male durante gli esorcismi, eventi che fanno toccare con mano la realtà malefica di Satana che è presente e attivo nella vita di tutti gli uomini. Numerose le testimonianze di persone possedute che sono riuscite a liberarsi dalla schiavitù del maligno, esperienze di vita che hanno fortificato la fede nelle persone che le hanno condivise. (Sandro Mancinelli)
“L’Armatura Spirituale che vi mando attraverso il mio messaggero Enoch, deve essere la vostra difesa nel combattimento di ogni giorno. Rivestitevi della sua potenza e oliatela con la preghiera, affinché la Grazia di Dio possa rimanere in voi; rafforzatela con la comunione quotidiana, in modo che i miei raggi di luce escano da essa e accechino Satana e i suoi demoni”.
Otto Adolf Eichmann, figlio di Karl Adolf e di Maria Schefferling, catturato in un sobborgo di Buenos Aires la sera dell'11 maggio 1960, trasportato in Israele nove giorni dopo e tradotto dinanzi al Tribunale distrettuale di Gerusalemme l'11 aprile 1961, doveva rispondere di 15 imputazioni. Aveva commesso, in concorso con altri, crimini contro il popolo ebraico e numerosi crimini di guerra sotto il regime nazista. L'autrice assiste al dibattimento in aula e negli articoli scritti per il "New Yorker", sviscera i problemi morali, politici e giuridici che stanno dietro il caso Eichmann. Il Male che Eichmann incarna appare nella Arendt "banale", e perciò tanto più terribile, perché i suoi servitori sono grigi burocrati.
Questo volume a più voci analizza «l’effetto Francesco» sulla struttura organizzativa della Chiesa cattolica, alla luce della teologia del popolo, radice del suo pontificato. La modernità di Bergoglio, analizzata e spiegata nelle sue diverse modalità, il progetto di Chiesa del primo pontefice ordinato sacerdote dopo il concilio Vaticano II, in un’Europa in profonda crisi economica ed istituzionale, interrogano la Chiesa e i laici di oggi.
Berlino, settembre 1944. Ulrich von Hassell, ex ambasciatore tedesco in Italia e membro della resistenza contro il regime nazista, viene condannato a morte per aver partecipato a una congiura contro Hitler. Per punire i dissidenti Himmler ordina l’arresto delle famiglie di tutti i sospettati. Nella speranza di sfuggire alle rappresaglie dei nazisti Fey, la figlia di von Hassell, si nasconde nella campagna italiana. Ma quando le SS irrompono nell’antico palazzo in cui si è rifugiata, strappandole i due figli, il suo destino è segnato. Per lei ha inizio un terrificante viaggio attraverso l’Europa massacrata dalla guerra, alla ricerca dei suoi bambini. Da un palazzo nel cuore della campagna italiana agli orrori del campo di concentramento di Buchenwald, Catherine Bailey racconta una straordinaria storia di resistenza durante la seconda guerra mondiale, in cui il sacrificio estremo è sempre compiuto con coraggio e speranza.
Un uomo accusato di complotto contro il regime nazista.
Una famiglia perseguitata.
Un viaggio tra Italia e Germania per salvare due bambini.
Un romanzo potente, di grande ispirazione. Un viaggio nell’oscurità più buia dalla quale la protagonista cerca disperatamente di sottrarsi.
Sunday Times
Catherine Bailey ha uno straordinario talento.
Daily Mail
Esortazione apostolica postsinodale ’Querida Amazonia’ del Santo Padre Francesco al popolo di Dio e a tutte le persone di buona volontà.
Dall’introduzione:
“L’amata Amazzonia si mostra di fronte al mondo con tutto il suo splendore, il suo dramma, il suo misero. Dio ci ha donato la grazia di averla presente in maniera speciale nel Sinodo che ha avuto luogo a Roma tra il 6 e il 27 ottobre e si è concluso con un testo intitolato ’Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale’.
[...] Con questa Esortazione desidero esprimere le risonanze che ha provocato in me questo percorso di dialogo e discernimento.
[...] Dio voglia che tutta la Chiesa si lasci arricchire e interpellare da questo lavoro, che i pastori consacrati, le consacrate e i fedeli laici dell’Amazzonia si impegnino nella sua applicazione e che possa ispirare in qualche modo tutte le persone di buona volontà“.
Quanti di noi scendendo oggi da un treno a Roma Termini ricordano i Cinquecento cui è dedicata la piazza antistante la stazione? È il febbraio del 1887 quando in Italia giunge la notizia: a Dògali, in Eritrea, cinquecento soldati italiani sono stati uccisi dalle truppe etiopi che cercano di contrastarne le mire coloniali. Un'ondata di sdegno invade la città. In quel momento Lafanu Brown sta rientrando dalla sua passeggiata: è una pittrice americana da anni cittadina di Roma e la sua pelle è nera. Su di lei si riversa la rabbia della folla, finché un uomo la porta in salvo. È a lui che Lafanu decide di raccontarsi: la nascita in una tribù indiana Chippewa, lo straniero dalla pelle scurissima che amò sua madre e scomparve, la donna che le permise di studiare ma la considerò un'ingrata, l'abolizionismo e la violenza, l'incontro con la sua mentore Lizzie Manson, fino alla grande scelta di salire su un piroscafo diretta verso l'Europa, in un Grand Tour alla ricerca della bellezza e dell'indipendenza. Nella figura di Lafanu si uniscono le vite di due donne afrodiscendenti realmente esistite: la scultrice Edmonia Lewis e l'ostetrica e attivista Sarah Parker Remond, giunte in Italia dagli Stati Uniti dove fino alla guerra civile i neri non erano nemmeno considerati cittadini. A Lafanu si affianca Leila, ragazza di oggi, che tesse fili tra il passato e il destino suo e delle cugine rimaste in Africa e studia il tòpos dello schiavo nero incatenato presente in tante opere d'arte. Igiaba Scego scrive in queste pagine un romanzo di formazione dalle tonalità ottocentesche nel quale innesta vivide schegge di testimonianza sul presente, e ci racconta di un mondo nel quale almeno sulla carta tutti erano liberi di viaggiare: perché fare memoria della storia è sempre il primo passo verso il futuro che vogliamo costruire.
Le leggi razziali - o, per meglio dire, razziste - non furono concepite in una notte. E non furono concepite neppure a partire da premesse teoriche e politiche edificate esclusivamente sull'odio contro gli ebrei. Il regime mussoliniano aveva già mostrato il proprio volto negli anni precedenti, in particolare attraverso le campagne coloniali. Non esistono diversi razzismi, ne esiste solo uno. Fondato su una medesima matrice, capace di allargarsi, ampliando i distinguo e le categorie. Dividendo e dividendo ulteriormente. In questo libro gli autori propongono una disamina storica e sociale di antisemitismo, razzismo e odio. Per poi passare all'attualità e mostrare come, giorno per giorno, i discorsi d'odio si stiano saldando. Non è più pensabile sottovalutarli né, tantomeno, rinviare ulteriormente la costruzione di adeguati strumenti di contrasto.
Mara è nata nel 1920 e ha 13 anni quando comincia questa storia. Vive vicino a largo di Torre Argentina. Il papà è bottegaio, la mamma casalinga. Ha un'amica del cuore, Nadia, fascista convinta, che la porta a sentire il Duce a piazza Venezia. Le piace leggere e da grande vorrebbe fare la scrittrice o la giornalista. Tanti sogni e tante speranze la attraversano: studiare letteratura latina, diventare bella e indipendente come l'elegante zia Luisa, coi suoi cappellini e il passo deciso e veloce. Il futuro le sembra a portata di mano, sicuro sotto il ritratto del Duce che campeggia nel suo salotto tra le due poltrone. Questo è quello che pensa Mara, e come lei molti altri italiani che accorrono sotto il Suo balcone in piazza Venezia. Fino a che il dubbio comincia a lavorare, a disegnare piccole crepe, ad aprire ferite. Tra il pubblico e il privato la Storia compone tragedie che riscrivono i destini individuali e collettivi, senza eccezioni. Quello che resta è obbedire ai propri desideri: nelle tempeste tengono a galla, e nei cieli azzurri sanno disegnare le strade del domani.
Questo libro è stato pubblicato nel 1937, due anni prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Racconta una storia che era ancora tutta da scrivere proiettandoci in un mondo in cui i nazisti hanno vinto e creato un impero, dove le donne sono considerate alla stregua degli animali e vengono tenute in cattività, nell'abbrutimento fisico e morale. La loro sola funzione sociale è quella della riproduzione e per questo vengono ripetutamente stuprate per dare alla luce i figli del nuovo impero. Siamo nel 720 dopo Hitler, il meccanico inglese Alfred si reca in pellegrinaggio in Germania per visitare i luoghi sacri dell'hitlerismo, che è diventata una vera e propria religione, officiata dalla casta amministrativo-sacerdotale dei Cavalieri. In questa occasione conosce il contadino tedesco Hermann e ne diventa amico. Alfred è più che scettico rispetto al Credo nazista e immagina una rivolta non-violenta che possa cambiare un mondo retrocesso all'economia feudale, in cui Hitler è visto come un Dio alto sette piedi, dai lunghi capelli biondi e dagli occhi azzurri. I dubbi di Alfred trovano conferma da parte del Cavaliere che amministra la terra lavorata da Hermann, un vecchio di nome Friedrich von Hess. Il Cavaliere rivela ad Alfred come da secoli i nazisti abbiano operato una distorsione storiografica talmente sistematica da esigere la distruzione dapprima di tutti i libri che contraddicevano la loro «versione dei fatti», poi dello stesso Urtext del nazismo, infine di tutto il resto: al punto che i tedeschi sono ormai analfabeti (si permette invece agli «eccentrici» inglesi di leggiucchiare qualche manuale tecnico). Ma von Hess custodisce anche un segreto che si tramanda di padre in figlio, e conserva addirittura una fotografia del vero Adolf Hitler... Un romanzo preveggente, che ci riporta al "1984" di Orwell, ma che anticipa altri celebri romanzi ucronici come "Fatherland" di Robert Harris, "La svastica sul sole" di Philip K. Dick, "Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood.