Il manuale intende offrire, soprattutto a studenti, un panorama delle principali correnti culturali degli ultimi due secoli, anche per essere in grado di comprendere l'odierno contesto culturale. La prospettiva adottata dall'autore e quella propria della dottrina cristiana sull'uomo, sulla storia e sulla societa. Il corso consta di 4 parti. Nella I si studiano gli elementi piu caratteristici dell'epoca moderna (XVI-XVIII secolo); nella II si studiano le principali ideologie contemporanee, sottolineando il ruolo di religioni sostitutive; nella III si analizza la crisi della cultura della Modernità a partire dall'inizio del XX secolo; la IV esamina i rapporti tra Chiesa e mondo contemporaneo.
Il volume chiarisce ed approfondisce il concetto di libertà nel pensiero di Cornelio Fabro (1911-1995), importante filosofo cristiano, docente presso la Lateranense e l'Urbaniana (Roma), la Cattolica di Milano e l'Universita di Perugia. Cornelio Fabro, largamente noto per i suoi studi su San Tommaso e il tomismo, sull'ateismo moderno e su Kierkegaard, non è altrettanto noto per l'intensa riflessione sulla libertà maturata nell'ultimo periodo del suo insegnamento a Perugia. La dispersione del materiale, in gran parte inedito, ne ha certo sfavorito la diffusione rispetto all'ampia risonanza della sua opera. Del resto sono ancora relativamente pochi gli studi su questa parte del pensiero del filosofo friulano. Tali motivi giustificano un lavoro che, come il presente, si proponga di rendere noto il contributo di Fabro in tutte le sue fonti e d'indicarne i principali nuclei teorici.
Questo saggio inizia un capitolo inedito, quello dello studio sui fondamenti antropologici e sul valore del lavoro manuale, e in particolare del lavoro di cura della casa e delle persone nella vita quotidiana. Il presente studio si propone di affrontare la problematica relativa ai lavori manuali e domestici a partire da due punti di vista: quello antropologico, vale a dire, vedere se rispondono ad una visione specifica dell'uomo e della sua razionalita; quello epistemologico, ossia, chiedersi se e lecito determinare per essi un tipo di conoscenza e una verita. I lavori domestici rappresentano un mestiere attraverso il quale uomini e donne possono trovare la loro perfezione, il loro appagamento? Oppure sono lavori alienanti che vanno sostituti? È lecito definirli come lavoro professionale, con fondamento scientifico?
Antonio Livi
La ricerca della verit‡. Dal senso comune alla dialettica
Leonardo da Vinci
2005, Pagine 462, euro 25,00.
ISBN 978888892611
Ispirata allíideale umanistico-scientifico di Leonardo da Vinci, líeditrice romana di questíopera ha il merito di pubblicare intenzionalmente studi che mirano a fornire un valido contributo allíunit‡ del sapere sul fondamento della ricerca della verit‡ in ogni campo. E, magistralmente, questo libro del filosofo della conoscenza Antonio Livi riconduce tale ricerca a quel nucleo di certezze assolute dellíesperienza universale che costituisce la condizione di possibilit‡ del linguaggio e della vita sociale, e guida, passo dopo passo, il lettore alla riscoperta del senso comune quale fondamento della verit‡. Anche se il testo, pubblicato nella collana ìPropedeutica filosoficaî, ha finalit‡ prevalentemente didattiche, la sua impostazione logica Ë rigorosa e convincente. Pur trattandosi di uníesposizione sistematica dei diversi modi e dei diversi livelli della conoscenza (esperienza, inferenza, testimonianza), líopera si legge agevolmente, quasi come un romanzo che porti alla scoperta di sÈ. La ricerca epistemica Ë coinvolgente perchÈ il problema della verit‡ si mostra intrinsecamente connesso alle dimensioni pi˘ profonde dellíesistenza umana.
Proprio perchè vuole introdurre alla metafisica, questo libro non parla tanto della metafisica quanto della realtà.
Il libro si sofferma sulle principali ideologie del Novecento e mostra come esse si presentino come nuove e capaci di operare cambiamenti, ma in realtà esprimano ripetitivamente il bisogno di fingere il nuovo, approdando su posizioni che inizialmente avevano affermato di sovvertire. Il saggio tende però anche a individuare nelle pieghe di questo movimento ripetitivo un percorso di emancipazione dal bisogno di riproporre la finzione del nuovo e ne segnala le possibili implicazioni pratiche soprattutto per quanto riguarda il problema della sanità psichica.
I "valori dimenticati" dell'Occidente provengono dai due grandi cespiti della civiltà europea: la filosofia greco-romana e la religione ebraico-cristiana. In Socrate, Platone, Aristotele e Plotino ritroviamo i concetti di cura dell'anima, assimilazione a Dio, virtù, giustizia, verità, bene e bellezza. Nell'Antico Testamento, nei Vangeli e nei grandi pensatori cristiani come Agostino ritroviamo invece i concetti di persona, amore, rivelazione e salvezza.