Il volume, frutto di un convegno internazionale organizzato a Trieste nel maggio del 2012, con la partecipazione di alcuni dei più qualificati studiosi italiani e stranieri, sulla presenza di Franz Brentano in Italia e sulla sua ricezione da parte di Fabro, ha come unico ed esclusivo ambito tematico quello di illustrare alcuni tra i più importanti passi dell'ancora inedito confronto Fabro-Brentano, attraverso l'analisi diretta in particolare di due volumi dati alle stampe nel 1941. In esso, si è cercato così di far emergere in maniera chiara e per quali ragioni il progetto brentaniano viene preso dal Fabro a costante termine di confronto per riproporre, sul terreno speculativo, una difesa del realismo gnoseologico aristotelico-tomista, o meglio per affrontare "il sorgere della teoria moderna della coscienza nell'intento di individuarne quel principio che l'ha portata al dissolvimento" e, poi, dimostrare come tuttora valida l'esigenza aristotelica che "il conoscere in qualsiasi forma si presenti ha sempre una sua struttura corrispondente alla sfera noetica dell'oggetto rappresentato".
Le Sacre Scritture ci svelano in molte occasioni l'importanza del profeta. Dall'Antico al Nuovo Testamento, infatti, l'ascolto della Parola del Signore viene mediato da questa figura, la sola in mezzo al popolo capace di rivelare la volontà di Dio. Gesù stesso, poi, compie la profezia; il profeta, allora, diventa tale solo se anche testimone, rivelatore di una parola vissuta e vivibile. Questo volume desidera approfondire quelle che possono definirsi "urgenze profetiche" di questo tempo: i cristiani, cioè, devono tornare a farsi narratori affascinanti della speranza che li abita e incamminarsi fiduciosi verso le "periferie dell'esistenza", portando a tutti gli uomini la bellezza del Vangelo.