La più spiritosa e divertente fra le orazioni ciceroniane nasconde un sinistro retroscena: le gravi imputazioni raccolte contro Celio, brillante oratore dalla verve ironica e crudele, vanno dalla scarsa integrità di costumi all'accusa di complicità con Catilina, fino al più infamante sospetto di omicidio a sfondo politico. La linea difensiva adottata da Cicerone lascia tuttavia in ombra l'insidioso sfondo politico per insistere soprattutto sui rancori personali di Clodia, l'amante abbandonata da Celio, donna potente e affascinante, "scandalosamente priva di inibizioni", che, secondo le parole di Cicerone, avrebbe orchestrato per vendetta il piano contro l'imputato. Il tono arguto e vivace, l'umorismo sottile e "un fascino inimitabile" fanno della Difesa di Marco Celio uno dei capolavori dell'oratoria di Cicerone.
È la storia centenaria della famiglia Buendia e della città di Macondo. In un intreccio di vicende favolose, secondo il disegno premonitorio tracciato nelle pergamene di un indovino, Melquiades, si compie il destino della città dal momento della sua fondazione alla sua momentanea e disordinata fortuna, quando i nordamericani vi impiantarono una piantagione di banane, fino alla sua rovina e definitiva decadenza. La parabola della famiglia segue la parabola di solitudine e di sconfitta che sta scritta nel destino di Macondo, facendo perno sulle 23 guerre civili promosse e tutte perdute dal colonnello Aureliano, padre di 17 figli illeggittimi e descrivendo in una successione paradossale le vicende e le morti dei vari Buendia.