Il testo presenta cinque brevi meditazioni ispirate dalla scultura di Pericle Fazzini Resurrezione, che si trova in Vaticano, nell’Aula Paolo VI.
Ognuna delle meditazioni evidenzia un aspetto particolare della gura del Risorto: 1) L’incendio (sull’«ardore di Dio», che erompe dalle rocce tra lingue di fuoco puri catore);
Il vento (sullo Spirito vivi cante di Dio); 3) Il potente
(sulla gentilezza composta di Gesù che, nella vittoria della risurrezione, ha il garbo di riporre in ordine i teli e di posare in un altro luogo il sudario avvolto); 4) L’orchestra e il solista (sull’unicità di ogni essere umano e al tempo stesso sulla sua appartenenza al Creato); 5) Cielo e terra (sulla continuità tra realtà terrena e realtà celeste, come dimostrato dalla scultura del Risorto che, mentre sale verso l’alto, mantiene lo sguardo in basso, rivolto verso gli uomini).
Il testo Tutto il bello che c’è narra in prima persona del tremendo terremoto che ha duramente colpito la città di Amatrice il 24 agosto 2016, con gli occhi dell’autore che perde sotto le macerie gli affetti più cari: la mamma, il padre, la sorella e il suo grande amore, Anna.
Il testo procede su due binari paralleli; uno dove l’autore racconta quello che vede, farcendo tutto di strazianti dettagli. Dall’altra l’oggettiva considerazione e relativa presa di coscienza dei fatti accaduti, accompagnata da profonde ri essioni.
Oltre alla struggente storia d’amore, che l’autore espone con disarmante sincerità, e alla cruda cronaca dell’evento sismico, il testo si propone di fornire risorse ed esperienze, affiancando alla storia in sé riflessioni di crescita personale, celebrando con semplicità espositiva libertà e amore.
Seguire Gesù non è un invito riservato a pochi eletti; non è questione di santità, ma di umanità. È la certezza che nutre l’Autore e a partire dalla quale propone una serie di laboratori su alcuni personaggi del Vangelo.
Il giovane ricco, Tommaso, il cieco nato, i Nazaretani, Marta, Maria e Lazzaro, Maria di Magdala: sono i personaggi su cui sono stati costruiti i sei laboratori.
Ognuno è caratterizzato da alcune ri essioni sulla pagina evangelica di riferimento, a disposizione dell’animatore o catechista; da una serie di focalizzazioni per i destinatari
del percorso proposto (adolescenti e giovani), da approfondimenti e piste per lavori di gruppo, offerti per le due diverse fasce d’età.
Il testo introduce il lettore in uno degli scritti più belli
del Nuovo Testamento: la Prima lettera di Giovanni. L’approfondimento sapienziale dei testi, attraverso la lectio divina, fa di questo piccolo libro un tesoro da accogliere, meditare, pregare e testimoniare oggi. Il percorso proposto si snoda in sei parti: la prima più introduttiva e preziosa dal punto di vista metodologico; le altre invece attraversano i punti salienti dello scritto giovanneo. La struttura interna ruota intorno a tre de nizioni di Dio che nascono dal tessuto di fede della comunità cristiana del primo secolo: Dio è
luce, Dio è giusto, Dio è amore. Una comunità viva che, pur essendo attraversata da crisi interne provocate da pseudo- profeti, trova la sua forza e la sua coesione nella persona di Gesù, luce del mondo.
In questo suo importante lavoro, Kurt Appel elabora una teoria teologica del tempo, mostrandone il ruolo centrale nella concezione di Dio da parte della filosofia speculativa – da Leibniz a Kant, da Hegel all’ultimo Schelling. Il concetto di tempo si mostra così come una chiave decisiva per la comprensione di questi due complessi sistemi di pensiero, la filosofia e la teologia. Il tempo al quale noi normalmente pensiamo, quello lineare e meccanico dell’orologio, scorre uniforme e indefinito, sempre uguale. È un continuum senza qualità di sorta, neutrale e asettico, del tutto indifferente: e pre- tende di dettar legge. Indagando il rapporto esistente fra il tempo della rivelazione (nel paradigma biblico) e il tempo secolarizzato (del paradigma post-moderno), Appel mette in scacco i presupposti di quest’ultimo. Mostra come la concezione del tempo cronologico in eterna espansione sia del tutto insufficiente. E svela come il senso del tempo aperto dalla creazione di Dio e occupato dall’intimità di Dio risieda «nelle infinite costellazioni dell’affezione che fanno il mondo degno di essere vissuto e il regno di Dio ospitale per una creatura realmente finita» (P. Sequeri). L’eternità, in questo scenario, risulta momento di un tempo intrinsecamente liturgico, nel cui passato – aperto e sempre da riscrivere – ci perviene il nome di Dio, e la cui dignità risiede nella vulnerabilità, nell’indisponibilità e nell’apertura dell’essere. Una sorprendente teoria teologica del tempo. Un modo inaspettato di guardare al Dio cristiano che si dona come nostro ospite nel tempo.
KURT APPEL, nato nel 1968, filosofo e teologo, è docente di teologia fondamentale e di filosofia della religione presso l’università di Vienna e direttore della piattaforma di ricerca interdisciplinare «Religion and Tran- sformation in Contemporary European Society». Tiene corsi universitari sia a Milano sia a Trento. In italiano ha pubblicato: Apprezzare la morte. Cristianesimo e nuovo umanesimo (EDB, Bologna 2015).
La lettura esegetica si addentra nel carattere di questo imprendibile personaggio biblico, “renitente alla chiamata”, restituendogli dignità e profondità: ne fa anzi una guida per il lettore e la lettrice di oggi, assetati di “profezia”. La lettura contestuale-familiare disegna poi una traccia per gli sposi: anch’essi sono chiamati a non fuggire, ma anzi a superare tempeste,
ad entrare nel ventre del pesce, ad andare infine a Ninive, per annunciare
attraverso la loro carne e il loro vissuto quotidiano che il sacramento delle nozze non teme ostacoli, anzi abbraccia la realtà facendosi voce del
Dio di misericordia.
Le due grandi parti del libro, intimamente collegate fra loro, offrono sorprendenti connessioni e reciproci fecondi rimandi fra testo biblico e quotidianità familiare, raccontando come la fedeltà di coppia si innervi e si muova all’interno della fede ecclesiale.
La celebrazione del sacramento della riconciliazione si colloca all’interno di un rapporto significativo con il Dio di Gesù Cristo.
Il desiderio di vivere un cammino di autentica riconciliazione non può ignorare, poi, l’importanza della durata, del tempo, del radicamento nella nostra esistenza di peccatori perdonati. Qui si possono individuare nuove piste, nuovi stili, oltre la celebrazione episodica frettolosa della penitenza individuale, con il suo ancoraggio allo schema tradizionale dei dieci comandamenti.
Questo sussidio vuole essere un tentativo in questo senso. O re alcune proposte concrete e diversificate per la celebrazione del perdono:
– celebrazioni comunitarie della penitenza;
– celebrazioni nella forma individuale, ma attraverso una proposta a -
data alla responsabilità del penitente;
– percorsi collegati all’iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi;
– percorsi penitenziali a tappe, in una sorta di progressione di celebrazioni e di preghiera personale che aiuta a vivere il tempo di Quaresima, accompagnandolo con gesti significativi.
Una spiegazione facile e completa dei quattro racconti della Passione di Gesù, realizzata da esegeti e teologi di grande competenza e di grande valore.
Il primo capitolo (A. Vanhoye) fornisce una guida alla lettura della Passione nei vangeli sinottici. Il secondo capitolo (I. de la Potterie) introduce alla lettura della Passione secondo il vangelo di Giovanni. Il terzo capitolo (Chr. Duquoc) raccorda la memoria della Passione con il suo significato teologico e spirituale nell’oggi della chiesa. Il quarto capitolo (É. Charpentier) riprende in sintesi il percorso, rivolgendosi in particolare ai laici impegnati nella catechesi o dediti all’animazione liturgica.
Si direbbe che, negli ultimi decenni, non c’è documento papale che sia stato tanto atteso, prima, e tanto serratamente discusso, poi, come Amoris laetitia: se ne è fatto un pomo della discordia. Prendendo atto di questo bizzarro “primato”, il cardinal Kasper riporta l’attenzione dei lettori sul cuore pulsante dell’esortazione apostolica: indicare
come e in che cosa la Chiesa, dato l’attuale contesto, può contribuire positivamente alla riuscita dell’amore in famiglia e nel matrimonio.
Lungi da qualsiasi intenzione polemica, il porporato tedesco si impegna a dimostrare come papa Francesco non propugni alcuna dottrina “nuova”. Amoris laetitia si colloca in perfetta continuità con la tradizione autentica della Chiesa, non da ultimo con Tommaso d’Aquino, il Vaticano II e il magistero degli ultimi pontefici. E, in maniera del tutto conseguente, Amoris laetitia sviluppa per l’oggi un patrimonio tradizionale e al tempo stesso attuale, segnando un progresso nella comprensione della verità – la verità rivelata una volta per sempre.
Chi è Gesù? Perché è importante tanto da segnare l'inizio di una nuova era per l'umanità, avanti Cristo e dopo Cristo? Cosa c'è di rivoluzionario nel suo messaggio? Queste e altre domande troveranno risposta nel presente volume, utile per i catechisti e per tutti coloro che, genitori o nonni, vorranno cimentarsi in una catechesi domestica.
Qui i bambini troveranno spiegazioni chiare e dettagliate sulla figura di Gesù: il significato del suo nome e della sua venuta, il Vangelo, le parabole, i miracoli, le beatitudini e la preghiera del Padre Nostro.
Riguardo alla fede siamo tutti figli di Dio. Ci definiamo, inoltre, cristiani. Ma sappiamo davvero ciò che significa? Quali radici ha questa parola? Con quali valori ci presentiamo agli altri? E soprattutto… siamo cristiani perché?
Partiamo alla ricerca delle nostre radici.
Piccolo sussidio pastorale per stare in parrocchia con il giusto stile... In Parrocchia ci si può stare in tanti modi, da quelli simpatici e coinvolgenti, a quelli antipatici e scostanti, tanto che anche se le porte della comunità sono aperte a tutti, non è detto che quanti si danno da fare in essa siano altrettanto aperti e accoglienti tra loro e con gli ultimi arrivati. Ecco, allora, l'idea un po' bizzarra di stendere una specie di Galateo parrocchiale, giusto per ricordarci reciprocamente quanto sia importante curare il proprio stile di appartenenza alla Chiesa, un'attenzione che potrebbe risvegliare in molti cristiani il gusto di stare bene in Parrocchia e ai lontani la voglia di ritornare a casa. Perché no? Un miracolo è ancora più bello se accompagnato da un sorriso e da una delicatezza di compagnia; ed oggi nella Chiesa abbiamo tutti bisogno di sentirci prossimi gli uni degli altri.