Il manuale di Psicologia dello sviluppo si propone di offrire le informazioni teoriche necessarie a promuovere una conoscenza di base delle principali aree dello sviluppo psicologico e contenuti utili a far sì che tali conoscenze siano spendibili in ambito operativo applicativo. Con uno stile semplice e fruibile, sono fornite ai lettori e alle lettrici conoscenze utili a comprendere lo sviluppo nelle diverse fasi di vita. Inoltre, allo scopo di favorire riflessioni e collegamenti tra i contenuti teorici e i possibili risvolti applicativi, sono stati inseriti specificatamente per l'edizione italiana numerosi box di approfondimento arricchiti da suggerimenti pratici su strategie utili a supportare i bambini e le bambine nei processi di crescita e un approfondimento metodologico sulle tecniche di osservazione nei contesti educativi. Il testo è organizzato per domini psicologici e all'interno di essi per periodi di sviluppo; inoltre, sono inclusi un capitolo dedicato ai cambiamenti nell'arco di vita (con particolare attenzione all'età adulta e senile) e un capitolo sullo sviluppo atipico. Ciascun capitolo descrive in dettaglio un macro-tema e la letteratura associata, evidenziandone allo stesso tempo le questioni centrali e le problematiche emergenti. Questa seconda edizione è stata arricchita e aggiornata dando conto delle più recenti ricerche italiane e internazionali, includendo inoltre nuovi esempi e approfondimenti su temi specifici e attuali. Il testo è rivolto agli studenti dei corsi di laurea che prevedano un insegnamento di Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione, così come a tutti gli operatori che lavorano in ambito formativo ed educativo, oltre che ai genitori.
Il Manuale offre una visione sintetica e, al contempo, esaustiva ed aggiornata, di una materia tradizionalmente complessa, e resa oggi ancora più intricata dal frenetico rincorrersi di novità legislative e dalla sovrapposizioni di fonti normative. Rispettose della sistematica del codice civile, nel quale gli Autori continuano a riconoscere il punto di partenza (anche se non più, necessariamente, il punto di arrivo) del ragionamento dello studioso di diritto civile, del giudice e delle varie figure di operatori del diritto, le "Istituzioni" si avvalgono di un linguaggio piano anche se rigoroso, e di una particolare attenzione alle ragioni del sistema giusprivatistico: ciò che assicura all'opera linearità nell'esposizione e coerenza nel metodo
La letteratura per l'infanzia è un fenomeno culturale molto complesso. Repertorio e canone di caratteri, situazioni, paesaggi, oggetti e simboli, comportamenti e sentimenti, mare magnum di modelli e di anti-modelli, questo comparto della produzione editoriale contemporanea sembra alimentarsi di processi creativi decisamente antinomici. Un atteggiamento culturale e politico che, da sempre, caratterizza l'operato delle avanguardie artistiche. La letteratura per l'infanzia, infatti, non perde mai di vista le possibilità divergenti e convergenti della creatività umana, utilizzando generi e linguaggi, tecniche e stili diversi, rivolgendosi paradossalmente a tutte le età della vita, coltivando un rapporto intelligente e disinvolto con la tradizione e con le fantasie futuribili, senza mai tradire il diritto-dovere di incidere sul contemporaneo. Sulla base di un'analisi centrata sulla categoria della complessità, il volume ripercorre i tratti dominanti della letteratura per bambini e adolescenti pubblicata in Italia nell'ultimo trentennio.
Pur essendo generalmente valutate in termini moralmente positivi, alcune azioni e attitudini morali non sono considerate come strettamente dovute, né tantomeno esigibili: si tratta delle attitudini e delle azioni che rientrano nell'ambito, vasto e molteplice, dell'amore. La tradizione morale ha coniato un termine tecnico per indicarle: "supererogatorio" (o "supererogazione"). Rispetto al minimo necessario di ciò che non può e non deve mancare - l'ambito di ciò che è appunto esigibile - il supererogatorio configura un "massimo": va oltre ciò che è strettamente esigibile ed è dunque generalmente considerato eccedente la sfera e le competenze dell'etica. L'ambizione di queste pagine è di mostrare come questo massimo sia anch'esso in qualche modo "necessario" e come - al contempo - dal ripensamento di questo massimo derivi un nuovo sguardo sull'etica in generale e sul dovere in particolare. Quel massimo eccede una certa figura del dovere, ma non il dovere in sé: configura dunque, a tutti gli effetti, un fenomeno etico.
Alberto A. Sobrero insegna Linguistica italiana alla Facoltà di Lingue straniere dell'Università di Lecce. Si occupa di linguistica italiana, dialettologia, educazione linguistica e sociolinguistica. Annarita Miglietta insegna Linguistica italiana e Lingua italiana alla Facoltà di Lingue e letterature straniere dell'Università di Lecce. Si occupa di linguistica italiana, dialettologia, educazione linguistica e lingua italiana contemporanea.
Quando nei primi decenni del secondo Novecento la pedagogia era ancora impegnata nel definire la propria identità di sapere, Edda Ducci era appena uscita dagli studi di filosofia teoretica e si apprestava ad entrare nel complesso logos del sapere pedagogico. Nonostante il sospetto dei pedagogisti, timorosi di una indebita colonizzazione filosofica, l'autrice stava per intraprendere una strada, quella del dialogo, che la porterà negli anni ad una singolare interpretazione del rapporto filosofia-pedagogia. Per l'autrice è sempre stato chiaro che la «pedagogia è un contenitore troppo vasto» e che la differenza non consiste soltanto nel considerare l'uomo come oggetto o soggetto, ma piuttosto come l'esplicitarsi di due possibilità: l'una sostiene il sapere circa l'oggetto/soggetto; l'altra mira al costituirsi di una dialettica costantemente alimentata dalla simbiosi tra sapere e modo di essere del soggetto/oggetto. Perciò la filosofia dell'educazione di Edda Ducci non è vista come techne, ma come qualcosa che imprime un suo sigillo ad una praxis che pensa e vive la persona come un "al di là" dell'oggetto.
Psicologia clinica è uno strumento di consultazione che offre a chi si accosta per la prima volta ai diversi temi della diagnosi, dei trattamenti, della ricerca, le nozioni di carattere generale, presentate attraverso una revisione della letteratura internazionale, dai testi fondamentali o storici fino ai lavori più recenti.
Allo stesso tempo, grazie all'introduzione di lavori dal respiro più ampio, che stimolano il giudizio e la riflessione critica, Psicologia clinica offre anche al professionista esperto un'occasione di confronto con le opinioni, le interpretazioni, i metodi di lavoro di alcuni fra gli autori più rappresentativi per ciascun argomento. L'articolazione in cinque volumi è stata concepita in modo che ciascuno di essi mantenesse una propria autonomia e potesse essere consultato indipendentemente dagli altri, anche se la concezione unitaria dell'opera consente, su molti temi, la possibilità di una lettura "trasversale", per acquisire informazioni più estese ed approfondite.
I contributi che compongono questo volume sono la descrizione di alcuni momenti specifici che caratterizzano la relazione fra psicologo clinico e paziente: primo approccio, presa in carico, formulazione e comunicazione della diagnosi. Oltre all'inquadramento storico e alla revisione della letteratura più recente, i capitoli illustrano, anche attraverso l'esempio di una numerosa casistica, il particolare assetto cognitivo-emotivo richiesto da questa relazione.
Indice
PSICOLOGO CLINICO E PAZIENTE
1. La relazione tra psicologo clinico e paziente, di M. Lang
Chi si rivolge allo psicologo clinico?
«La persona che ho di fronte ha effettivamente bisogno di me?»
Il "problema" del paziente
II riconoscimento della sofferenza
La richiesta di aiuto
L'accessibilità del clinico
Gli strumenti dello psicologo clinico
Gli errori del clinico
1. L'errore del clinico è un errore cognitivo o emotivo?
Alcune riflessioni metodologiche
2. II processo diagnostico, di L. Balestri, S. Orefice, A. Pandolfi
Dal concetto tradizionale di diagnosi al processo diagnostico
L'effetto della diagnosi nosografica sul paziente
Dalla diagnosi nosografica alla "diagnosi funzionale"
Il processo diagnostico
Caratteristiche del processo diagnostico
L'alleanza di lavoro nel processo diagnostico
Ostacoli all'alleanza diagnostica
L'uso di strumenti diversi nel corso del processo diagnostico
La collaborazione tra clinici diversi
La "sintesi"
II COLLOQUIO CLINICO
1. Evoluzione storica del colloquio clinico, di M. Lang
Gli anni '40
L'evoluzione dei modelli di disturbo psichico
La relazione tra diagnosi e trattamento
II modello di colloquio non psichiatrico
Gli anni '50-'60
Dalla fine degli anni '60 ai primi anni '90
Gli anni '90
La relazione tra diagnosi e trattamento
Al di là dei modelli: il colloquio clinico di consultazione. L'attenzione al modello del paziente
2. La sfiducia e la diffidenza. Un criterio formativo al primo colloquio, di M. Lang e S. Orefice
La specificità del primo colloquio
Il primo colloquio come esame obiettivo
Psicologizzazione precoce e ritualizzazione
La sfiducia e la diffidenza
La possibilità di non capire
3. II primo colloquio, di J. Sommers-Flanagan e R. Sommers-Flanagan
Tipi di domande
Vantaggi e svantaggi delle domande
Indicazioni pratiche per l'uso delle domande
Obiettivi del primo colloquio
Identificazione, valutazione ed approfondimento del problema più rilevante per il paziente
Raccolta di informazioni sull'ambiente di vita e la storia personale del paziente
Valutazione dello "stile" relazionale
Situazione attuale
Identificazione degli obiettivi e verifica dei cambiamenti
Fattori che influiscono sulle modalità del primo colloquio
Questionari
Contesto istituzionale
Orientamento teorico
Formazione e affiliazione professionale
FORMULAZIONE E COMUNICAZIONE
DELLA DIAGNOSI
1. Integrazione degli elementi diagnostici e loro comunicazione, di D. Luzzati
Test e colloquio
Comunicazione della diagnosi
Integrazione fra professionisti
Comunicazione della diagnosi al paziente
2. La restituzione della psicodiagnosi, di L. Balestri, S. Orefice e A. Pandolfi
La cosiddetta "restituzione"
La restituzione del paziente
Diversi tipi di restituzione
L'alleanza nella restituzione
Alcuni esempi clinici
3. Diagnosi e test nel rapporto con il paziente: la restituzione, di R. Canestrari e A. Godino
Proprietà e limiti generali dei test psicologici
Criteri e finalità della comunicazione dei risultati
La restituzione come parte della diagnosi e della terapia
La V edizione è stata aggiornata con la legge costituzionale 19 ottobre 2020 n.1, di modifica agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari; con la legge costituzionale 18 ottobre 21 n. 1, di modifica all’articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica; con la legge costituzionale 11 febbraio 2022 n. 1 di modifica agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di ambiente.
E' stata poi rivista completamente la parte sull'organizzazione giudiziaria, al fine di attribuirle maggiore completezza ed analiticità.
Centomila anni fa almeno sei specie di umani abitavano la Terra. Erano animali insignificanti, il cui impatto sul pianeta non era superiore a quello di gorilla, lucciole o meduse. Oggi sulla terra c'è una sola specie di umani. Noi: Homo sapiens. E siamo i signori del pianeta. Il segreto del nostro successo è l'immaginazione. Siamo gli unici animali capaci di parlare di cose che esistono solo nelle nostre fantasie: come le divinità, le nazioni, le leggi e i soldi. "Sapiens. Da animali a dèi" spiega come ci siamo associati per creare città, regni e imperi; come abbiamo costruito la fiducia nei soldi, nei libri e nelle leggi; come ci siamo ritrovati schiavi della burocrazia, del consumismo e della ricerca della felicità.
Il manuale, giunto alla quinta edizione, propone i principali temi studiati dalla geografia umana in modo aggiornato, semplice e chiaro per favorire negli studenti l'apprendimento di concetti e strumenti che stimolino l'analisi critica della contemporaneità nazionale e internazionale in prospettiva geografica. Grazie a un aggiornato apparato iconografico, il volume si focalizza in particolare sul rapporto tra gli esseri umani e lo spazio in cui vivono: rapporto che non sempre si è dimostrato rispettoso degli equilibri naturali e sociali, ma la cui conoscenza può aiutare a migliorare anche in prospettiva futura. Al fine di favorire lo studio e l'autovalutazione delle competenze acquisite, il testo è corredato in ogni suo capitolo da un sommario e alcune domande di riepilogo utili anche a connettere la teoria ai fenomeni empirici che l'attualità in cui viviamo ci propone.
Come si "fa" concretamente un colloquio? E cosa differenzia un colloquio psichiatrico da una conversazione amichevole? Dall'analisi delle risposte a queste due domande prende le mosse tutto il testo di questo saggio, che - scaturendo dall'esperienza didattica dell'autore - cerca di condurre il lettore dalla descizione minuta dei particolari tecnici (come si prende un appuntamento, che arredamento dovrebbe avere una stanza adibita ai colloqui, come ci si presenta e così via) alla riflessione sul significato di questi particolari e sulle loro implicazioni teoriche e culturali. L'autore è convinto che solo studiando minutamente la tecnica lo psichiatra (o lo psicologo clinico) può giungere ad elaborare uno stile professionale che sia, ad un tempo, personalizzato al massimo e al massimo comunicabile, condizione, quest'ultima, necessaria per il mantenimento dell'equilibrio psichico di chi si occupa della mente degli altri.
I social media sono giunti alla soglia della maturità. Nei primi vent'anni di storia il loro numero è aumentato, i modelli comunicativi sono cambiati e sono nati nuovi assetti economici. I social media oggi sono naturalizzati e vengono percepiti come un aspetto scontato dell'esperienza quotidiana e della cultura. Per quasi tre miliardi di persone nel mondo. Attraverso varie piattaforme comunicano: persone comuni, istituzioni, associazioni, imprese. Il loro raggio di azione non è più limitato alle relazioni interpersonali (pubbliche o private), ma arriva a toccare processi sociali importanti, come la rappresentazione della realtà, la circolazione delle informazioni o la comunicazione tra generazioni. Il volume si propone di contribuire alla comprensione dei social media alla soglia della maturità, descrivendone nella prima parte vent'anni di storia, con particolare attenzione all'evoluzione tecnologica, comunicativa e culturale. La ricostruzione storica comprende anche un confronto tra le diverse fasi di studio e i loro intrecci con i discorsi sociali e mediali. La seconda parte è dedicata a tre snodi del dibattito: la rappresentazione della realtà - i social media sono ormai uno strumento importante di diffusione di racconti (veri e falsi), ma sono anche il luogo in cui le narrazioni si costruiscono collettivamente nelle conversazioni tra utenti; la relazione tra ciò che è privato e ciò che è pubblico - i social media ne rimettono in gioco la definizione stessa, insieme a quella delle forme di controllo dei confini della nostra privacy; l'uso intergenerazionale - i social media non possono più essere, parafrasando il titolo di un film, un paese per giovani, piuttosto un ambiente multigenerazionale. Contribuiscono alla formazione delle generazioni più giovani e vengono interpretati e usati in modo diverso dai meno giovani, che vi applicano i modelli di comunicazione a loro più familiari. Muovendosi dalla storia all'attualità, dal quadro d'insieme all'approfondimento, il volume vuole raccontare una fase di sviluppo dei social media in cui, non più novità, sono divenuti parte della cultura di chi li usa.