IL LIBRO
L’inizio del nuovo millennio non è stato facile per il cristianesimo. Se certe forme di anticlericalismo del passato sono ormai definitivamente tramontate, una nuova leva di detrattori e di critici è apparsa all’orizzonte, fomentando una violenta polemica anticristiana, che riscuote un certo consenso presso il grande pubblico. È un’offensiva che non proviene più dagli ambienti laici tradizionali, ma da pensatori più iconoclasti, che vogliono dar vita a una sorta di «ateismo » militante.
In questo libro-intervista René Rémond riflette, insieme a Marc Leboucher, sulle motivazioni di una tale ostilità e risponde alle obiezioni di questi odierni accusatori.
La sua è un’analisi lucida e precisa, che prende in esame, uno dopo l’altro, tutti gli attacchi rivolti al cristianesimo e al clero e fa emergere le diverse posizioni di laici e cattolici su delicate questioni di grande attualità, quali la liberalizzazione dei costumi, i PACS, i movimenti gay e femministi, il progresso scientifico e le conseguenti questioni di bioetica, fino ad arrivare alla Costituzione europea. Aquesto proposito la riflessione di Rémond sottolinea il ruolo determinante della religione e della cultura cristiana nella costruzione dell’Unione, un ruolo che oggi è messo in discussione da un pericoloso «negazionismo».
Ma se il nuovo anticristianesimo condanna la pretesa della Chiesa di continuare a impartire insegnamenti morali in un contesto che non è più quello di un tempo, la risposta rivoluzionaria della fede cristiana è la libertà di coscienza dell’individuo, unico vero responsabile delle proprie scelte e dei propri giudizi di valore.
L'AUTORE
RENÉ RÉMOND, nato nel 1918, è presidente della Fondation Nationale des Sciences Politiques. Storico, è autore di diverse opere di analisi politica, storia contemporanea e religiosa. Tra i libri pubblicati in Italia ricordiamo: La secolarizzazione. Religione e società nell’Europa contemporanea; La destra in Francia; Introduzione alla storia contemporanea.
RECENSIONI
Da «Avvenire», 1 maggio 2007
J’ACCUSE – «Nel suo ultimo pamphlet, che esce ora in italia, il grande storico francese da poco scomparso replica alla nuova ondata contro la fede.»
Maurizio Stefanini, «Il Foglio», 11 agosto 2007
«"Il cattolicesimo ci rende la vita impossibile!". È dall’affermazione del filosofo Michel Onfray che prende le mosse questo lungo dialogo del 2005 tra il giornalista Marc Leboucher e l’accademico di Francia René Rémond […], di cui questo testo rappresenta un ideale testamento.»
Carmen Aveta, «Roma», 6 agosto 2007
«Il testo non è assolutamente ostico, come si potrebbe pensare. Infatti, pur garantendo un rigore informativo ricco di riferimenti storici e tecnici, appare decisamente semplice e piacevole.»
La filosofia in dialogo con la Rivelazione biblica.
Questo libro rappresenta la terza tappa di una ricerca sui Fondamenti logici e ontologici delle scienze, condotta nell'ambito dell'Ist. Veritatis Splendor" (Bo) in collaborazione con l'Ist. Filosofico di studi tomistici (Mo). "
Questo testo è una delle fonti ispiratrici della Enciclica Deus Caritas Est" del Santo Padre Benedetto XVI. "
Il libro considera le diverse correnti della filosofia della mente e presenta una visione antropologica ispirata a premesse aristoteliche e tomistiche, nelle quali i livelli della persona (neurovegetativo, somato-sensitivo, spirituale) sono fortemente integrati. La filosofia della mente è un'area del pensiero contemporaneo tipicamente interdisciplinare. Nasce, in parte, dalla filosofia analitica, ma soprattutto da problemi epistemologici e antropologici suscitati dalle scienze cognitive, la filosofia computazionale e la psicolinguistica.
I fondamenti metafisici della conoscenza estetica.
Perché decidere? Come decidere? Possiamo pensare di cercare di raggiungere una qualsivoglia certezza attraverso la decisione?
In questo libro, un percorso filosofico, teologico ed esistenziale attraverso testi e testimonianze di alcuni autori, conduce a capire le implicanze fondamentali portate nella nostra vita dal quotidiano esercizio del decidersi.
Dalla bellezza a Dio passando dalla ragione alla liturgia. Quella di Radaelli e' una salita alla bellezza spiritualmente vertiginosa, un'ardita costruzione teologico-estetica che presuppone ed espone, con stile appassionato, un intero e compiuto universo, nel quale il problema estetico non e' che la prospettiva privilegiata dalla quale guardare al mistero dell'uomo e della creazione tutta. Per la prima volta nella storia della filosofia viene mostrata la fondamentale unita' tra pensiero e realta'. L'Autore sottolinea con forza la destinazione cristiana di un'autentica scienza del bello". Questo cuore e' il mistero del Deus-Trinitas. Centrale, in questo senso, e' la nozione di "immagine" (imago) che, in quanto nozione fondamentale di ogni estetica, e' anche e soprattutto, uno dei due nomi, assieme a quello di Verbum, del Figlio. "
I valori non negoziabili della legge naturale difesi e spiegati con fare divertente. Il politico di estrazione levantina, lo psicologo presenzialista del tubo catodico, il cattedratico corsivista d'eccezione su tabloid nazionali e non, e altri simili maitres a penser, hanno ormai persuaso i piu' di un fatto strano e inquietante. Il fatto e' il seguente: il sostantivo diritto" deve essere applicato ad una serie di atti che invece di recare felicita' all'uomo lo deprimono e lo umiliano. "Diritti" come quello di non sapere che faccia avrebbe avuto il figlio soppresso nel ventre della madre, o di farsi uccidere grazie ad una firmetta a pie' di pagina sul proprio testamento biologico, o di mandare a fondo un matrimonio quando i fiori sull'altare sono ancora freschi, regalano drammi e ferite laceranti a molti. Un diritto invece e' un qualcosa di buono che appaga l'uomo in profondita'. Lo gratifica perche' lo realizza. "
Non è possibile dubitare che le cose del mondo nel quale abitiamo – le pietre, i monti, i laghi, le stelle, le piante, gli animali, il sangue... – ci si mostrino, ci si manifestino. Le distinguiamo, infatti, le osserviamo, ne parliamo in continuazione, le usiamo, le trattiamo in modo diverso a seconda di come esse, appunto, diversamente si manifestano.
Ma, d’altra parte, non è possibile neppure dubitare che tutte queste cose, prese sia singolarmente sia collettivamente, in un certo modo sfuggano alla nostra osservazione e alla nostra conoscenza. Molte strutture da cui esse sono costituite e molte leggi da cui sono guidate nei loro comportamenti rimangono ignote. Quanto più la scienza attraverso i secoli è riuscita a manifestarle, tanto più si è accorta e ha dimostrato, soprattutto in questi ultimi tempi, che vi sono dei limiti invalicabili in questa radicale impresa.
Nasce allora il fondamentale problema: questa mancanza di manifestazione, che accompagna tutte le cose e tutti i viventi a cui esse si manifestano, è una loro mancanza di essere o è soltanto il nascondimento di parte del loro essere? L’analisi condotta in questo libro del modo nel quale avvengono questa manifestazione e questa perdita porta decisamente alla seconda alternativa. Manifestazione e nascondimento delle cose e dei viventi appaiono allora come i problemi che stanno alla base della loro vita e della loro morte, avvolti però in una nuova luce. E in una nuova luce si presentano anche gli strumenti sovrani che accompagnano e promuovono il cammino verso la loro soluzione: la scienza, la filosofia, la religione.
Angelo Crescini, dopo la laurea in Matematica-fisica e in Filosofia, e la licenza in Teologia, ha conseguito la libera docenza in Filosofia teoretica e in Storia della scienza.
Dal 1954 al 1968 ha insegnato matematica e fisica al liceo scientifico Gaspare Bertoni di Udine. Dal 1968 al 1990 ha insegnato Filosofia della scienza all’Università di Trieste.
L’intento principale delle sue numerose pubblicazioni è stato l’avvicinamento e la mutua comprensione e integrazione delle tre dimensioni fondamentali della cultura umana: scientifica, filosofica e religiosa.