«Dio, esperienza dell’uomo» e «l’uomo, esperienza di Dio». In queste due frasi si può sintetizzare tutta la portata del pensiero filosofico di Zubiri intorno al nesso tra uomo e Dio. L’uomo è solo formalmente esperienza di Dio, perché Dio ci si dà nella forma della realtà-fondamento. Nella posizione filosofica di Zubiri si impone una unità di pensiero tra metafisica della realtà, filosofia dell’intelligenza e pensiero metafisicoreligioso. Per comprendere qualcosa della trascendenza occorre fermarsi a guardare in profondità ciò che abbiamo di più caro: la realtà in se stessa. Ecco il percorso che, attraverso i testi che qui si pubblicano per la prima volta in italiano, Zubiri desidera far compiere al lettore: dalla realtà delle cose all’uomo, e da questi a Dio.
La presente edizione italiana di El hombre y Dios è stata curata da Paolo Ponzio e Armando Savignano seguendo la nuova versione stabilita da Esteban Vargas Abarzúa pubblicata 2012. Oltre alla Redazione finale di L’uomo e Dio, vengono qui pubblicati altri due testi finora inediti in Italia: la Introduzione generale del 1975 e le lezioni tenute nel 1973 dal titolo Il problema teologale dell’uomo: l’uomo e Dio.
AUTORE
Xavier Zubiri (1898-1983) si colloca, all’interno del panorama iberico contemporaneo, nello stesso solco tracciato dal pensiero fenomenologico di Husserl e da quello ermeneutico di Heidegger. Zubiri affronta, nel suo pensiero, il problema del nesso tra la realtà e la sua conoscenza, con una precisazione concettuale e con un respiro interpretativo di straordinaria portata. Nel 1944 pubblica il suo primo libro, Naturaleza, Historia, Dios. Nel 1962 esce Sobre la esencia e, nel 1963, Cinco lecciones de filosofía. Nel 1973 tiene a Roma un corso presso la Pontificia Università Gregoriana su El problema teologal del hombre, che qui si pubblica per la prima volta in traduzione italiana. Nel 1980 pubblica il primo volume di Inteligencia sentiente: Inteligencia y realidad; nel 1982 il secondo volume Inteligencia y logos; nel 1983, il terzo, Inteligencia y razón. Morirà di lì a poco, il 21 settembre, mentre era alle prese con la revisione di El hombre y Dios.
Scienze sperimentali e teologia sembrano destinate a non incontrarsi: si afferma che i loro percorsi dovrebbero restare separati, per evitare che si ripetano le interferenze e gli errori del passato. Michael Heller è però convinto che tale "principio di separazione" sia artificioso e contraddica la verità storica. Nell'intervista egli affronta domande rilevanti sia per la scienza sia per l'esperienza religiosa: in che rapporto sono le moderne teorie sull'origine dell'universo e la dottrina teologica della creazione del mondo "dal nulla"? Come si accorda la pratica del metodo sperimentale con la credenza in un Dio trascendente? L'idea di un ordinamento razionale del cosmo non è contraddetta dal ruolo che la scienza contemporanea attribuisce al "caso", nell'evoluzione della materia e della vita? Questi e altri temi sono approfonditi con una modalità accessibile a tutte le persone interessate alla questione della conciliabilità tra scienza e fede.
Un affascinante viaggio di Riccardo Chiaberge in compagnia di due grandi scienziati: il cattolico George Coyne, gesuita e astronomo di papa Wojtyla, e il laico Arno Penzias, ebreo tedesco scampato ai lager e premio Nobel della fisica per la scoperta della radiazione cosmica di fondo. Quali sono le radici del secolare conflitto tra Chiesa e scienza? Può uno scienziato essere credente? È davvero chiuso il caso Galileo? E che argomenti hanno i nemici di Darwin? Sul filo conduttore di un appassionato scambio di idee, il libro racconta fatti, luoghi e personaggi simbolo alle frontiere tra ragione e religione: la Specola vaticana, la storia di Niels Stensen, il genio dell’anatomia fatto beato da Giovanni Paolo II, il bizzarro museo dei creazionisti americani, le speranze del Concilio e il richiamo all’ordine di Benedetto XVI.
I compagni di viaggio di Chiaberge divergono su molte cose: il Nobel non crede nell’esistenza di Dio e dell’anima, il gesuita considera il lavoro scientifico inseparabile dalla preghiera e dal rapporto col Creatore. Ma almeno su un punto Coyne e Penzias concordano: l’urgenza di un dialogo che superi fondamentalismo e ateismo dogmatico.
UN BRANO
"Come regista dell’incontro mi aspettavo un compito arduo, dover dirigere un duetto di voci stridenti: lo scettico razionalista contro il teologo, l’eloquio accidentato, ellittico e folgorante di Penzias contro quello suadente e morbido, da predicatore, di padre Coyne. Eppure, quasi per incanto, dopo un primo rapido scambio di battute, i due ragazzi del '33 avevano già trovato l’intonazione giusta, recitavano ciascuno a meraviglia la propria parte. E, nonostante la diversità delle loro storie e del background culturale e religioso, in quasi otto ore di conversazione non c’è stato un solo momento di frizione o di ostilità. Dissensi, molti, divergenze di punti di vista, continue, ma sempre rimarcate senza alzare la voce e senza pronunciare condanne, anatemi o parole aspre l’uno verso l’altro. Tutto i’opposto di quel clima di crociata e di muro contro muro che sembra dominare da qualche anno intorno a questi temi."<br/
IL LIBRO
Viviamo in un cosmo immenso, ogni dettaglio del quale ha preso forma nel corso di un processo inconcepibilmente lungo e straordinariamente complesso. Si sono sviluppati gli astri e le galassie, e dai grandi calderoni stellari sono sorti gli elementi. Quando ogni cosa ha trovato il giusto posto si è determinato un ambiente favorevole alla vita, che nelle sue molteplici forme, a poco a poco, ha popolato la Terra. Dobbiamo pensare che tutto questo sia frutto del caso o possiamo invece riconoscervi un disegno, uno scopo?
Owen Gingerich – astronomo dell’Università di Harvard – crede in un universo dotato di un progetto, di cui noi uomini possiamo ipotizzare di far parte. La libertà di cui godiamo dimostrerebbe come coscienza e responsabilità partecipino a loro volta al disegno, e in questa prospettiva persino il dolore e la sofferenza avrebbero un senso. L’universo potrebbe finalmente essere comprensibile.
Scegliendo Keplero come guida e modello, Gingerich sostiene la perfetta compatibilità tra il ruolo dello scienziato e la fede nel disegno divino. E spiega che anche lo scienziato ateo non può che osservare con un senso di meraviglia e mistero la sorprendente congenialità della natura all’uomo.
Quello che in Cercando Dio nell’universo Gingerich vuole portare alla luce è «uno spazio teista», che permetta di contemplare un universo in cui Dio abbia un ruolo. Un ruolo che la scienza nel suo procedere deve ignorare, ma che non può in alcun modo escludere.
L'AUTORE
OWEN GINGERICH (1930) è professore di astronomia e storia della scienza all’Università di Harvard, oltre che astronomo emerito presso lo Smithsonian Astrophysical Observatory. È una delle massime autorità su Giovanni Keplero e Niccolò Copernico. Ha curato, tradotto o scritto molti libri e centinaia di articoli. Tra le sue opere, va ricordata Alla ricerca del libro perduto. La storia dimenticata del trattato che cambiò il corso della scienza.
RECENSIONI
Luigi Dell'Aglio, «Avvenire», 21 settembre 2007
«Profondo come "teologo per passione" non meno che come scienziato.»
"Gli episodi della creazione di Adamo e di Eva, nella Cappella Sistina di Michelangelo, affascinano non solo per la genialità dell'artista, ma soprattutto perché danno un senso - il senso cristiano - al posto dell'uomo nell'universo. Le ricerche scientifiche di Darwin hanno destato e destano tanto interesse soprattutto perché mettono in questione quel posto dell'uomo nell'universo. Il Dio di Michelangelo è il Dio della dottrina cristiana, che crea l'universo secondo verità e amore e vi colloca l'uomo in una posizione eminente, unica creatura ad essere stata amata per se stessa. La barba di Darwin, che rappresenta l'ideologia darwinista e neodarwinista, "pone il mondo a caso", come diceva Dante di Democrito, e secondo Rosa Alberoni, considerava l'uomo solo come un anello nella filiera evolutiva, senza alcun salto qualitativo tra di esso e gli animali inferiori." (dalla Presentazione del Cardinale Renato R. Martino)
Viviamo in una realtà virtuale? L'universo di cui facciamo parte è forse un software generata da qualcuno in un altrove non ben definito? La scienza sta scoprendo che l'universo scaturisce da una realtà immateriale che supera la nostra comprensione e che ogni cosa esiste in relazione a qualcos'altro. Se c'è un software, però, allora c'è anche un programmatore, e questo non contrasta con alcuna verità di fede rivelata: anzi, i credenti avrebbero un nuovo e stimolante argomento per comprendere la natura della creazione e di Dio stesso.
Al furore iconoclasta del cosiddetto Nuovo Ateismo, che vede nella scienza la sua più potente alleata in una moderna crociata contro Dio, Amir Aczel ribatte che una sobria disamina delle più prestigiose teorie, dal Big Bang ai quanti, dalla relatività alla sintesi tra evoluzione e genetica, per non dire delle escursioni della matematica nel campo dell'infinito, porta a conclusioni di tutt'altro segno: il pensiero scientifico né dimostra l'esistenza di una qualche divinità né la confuta. Il che lascia aperta la questione della complessa relazione tra fede religiosa e ragione scientifica, in un clima di mutuo rispetto e tolleranza. C'è ancora spazio, dunque, per l'interrogazione a un tempo filosofica e teologica sul creatore del mondo. Quella che invece appare desueta e dannosa è ogni pretesa neo-fondamentalistica, compresa quella di un ateismo non meno perentorio e dogmatico dell'interpretazione letterale di qualsiasi rivelazione.
In quel tunnel sta davvero succedendo qualcosa di sconcertante. Le ultimissime dal CERN di Ginevra su Big Bang, antimateria, buchi neri e dimensioni extra svelano una inattesa realtà: il “rivelatore” di particelle LHC sta confermando quanto descritto dettagliatamente dal “rivelatore” di verità, la Bibbia. I viaggi nel futuro (Profezie), i tunnel istantanei spazio-temporali (Preghiere), il trasferimento in altre dimensioni (Resurrezione), l’attrito dello spazio-tempo (Sofferenza) e la persistenza eterna del Codice (Regno), tutto esiste davvero e funziona come descritto nella Bibbia. Sette domande capitali e le inattese risposte dagli ultimi geniali lampi offerti dalle teorie scientifiche:
- Il big bang è contemplato dalla Bibbia? CERTO! Einstein, LHC e Genesi concordano.
- Ciascuno di noi è eterno? GARANTITO! Quantistica e Vangelo, una convergenza fenomenale.
- Noi siamo trinitari? NECESSARIAMENTE! Uomo, natura e la loro causa prima, tutto è triplice.
- L’evoluzione esiste? IN UN CERTO SENSO! Ma non è quella naturale, l’evoluzione è spirituale.
- Esiste la password per il Regno? OVVIO! Software ed internet aiutano a comprenderne la chiave.
- Vale davvero la pena soffrire? UN POCO SÌ! La radiazione del perdono per sfuggire dai buchi neri.
- Da ebrei e Gerusalemme le future svolte? ANCORA! La macchina del tempo della Bibbia funziona.
…ma c’è molto di più…
Ma allora è vero che esulteremo in eterno?
INFALLIBILMENTE! La Trinità sa come si fa, ci ha creato apposta, fidatevi del suo Manuale, è assolutamente invincibile.
L'Autore
Pierluigi Bottura, dopo il successo del suo primo libro Medjugorje dieci segreti - Il tempo della speranza, scopre che i suoi studi ormai dimenticati da decenni (è fisico nucleare, ma ha intrapreso la carriera di informatico) non erano poi stati così inutili e casuali come pensava. Si chiede come sia possibile che, dopo la sua recente conversione, gli accadano fisicamente tutti quei segni inequivocabili e come mai la preghiera abbia una potenza così incontrastabile: allo scopo scandaglia le nuove teorie scientifiche e i riscontri sperimentali; e scopre che contengono prodigiose evidenze di come sia possibile che Dio, “beffando” l’attrito spazio-temporale e “trasfigurando” l’informazione quantistica, ci tenga tutti sotto controllo in tempo reale, atomo per atomo, soccorrendo ogni essere umano nel segno di una incontenibile misericordia. Leggere per… credere!
Stephen Jay Gould, Richard Dawkins, Edward O. Wilson, Carl Sagan, Stephen Hawking e Steven Weinberg sono i Sacerdoti della Scienza, i Profeti senza Dio: sei personaggi che hanno creato un clima importante attorno al rapporto tra fede e scienza; sei uomini che non si può fare a meno di conoscere se oggi si vuole riflettere seriamente sui temi dell’evoluzione, della creazione, del presente e del futuro del cosmo e della vita umana. Sei studiosi che hanno proposto la scienza come una nuova fede.
Destinatari
Per un ampio pubblico che cerca una riflessione seria che vada oltre sterili polemiche.
Gli autori
Karl Giberson (1957) è docente di Fisica all’Eastern Nazarene College di Quincy, Massachussets. È stato per anni caporedattore di «Science and Theology News»e di «Science and Spirit». Ha pubblicato molti scritti su
scienza e religione. Profeti senza Dio è il suo terzo libro sull’argomento.
Mariano Artigas (1938-2006), sacerdote, laureato in fisica e in filosofia, ha insegnato Filosofia della scienza all’Università di Navarra, a Pamplona in Spagna. Profeti senza Dio è il suo quattordicesimo libro sul rapporto tra scienza, filosofia e religione.
DESCRIZIONE
Da Castelgandolfo all’Arizona, e da qui fino ai limiti dell’universo, dentro i misteri delle origini e dell’evoluzione. Un affascinante viaggio di Riccardo Chiaberge in compagnia di due grandi scienziati: il cattolico George Coyne, gesuita e astronomo di papa Wojtyla, e il laico Arno Penzias, ebreo tedesco scampato ai Lager e premio Nobel della fisica. Quali sono le radici del secolare conflitto tra Chiesa e scienza? Può uno scienziato essere credente? È davvero chiuso il caso Galileo? E che argomenti hanno i nemici di Darwin? Sul filo conduttore di un appassionato scambio di idee, il libro racconta fatti, luoghi e personaggi simbolo alle frontiere tra ragione e religione. I compagni di viaggio di Chiaberge divergono su molte cose, ma almeno su un punto concordano: l’urgenza di un dialogo che superi fondamentalismo e ateismo dogmatico. Fede e scienza non sono incompatibili, devono rispettarsi a vicenda come due sfere autonome di pensiero, e la ricerca deve essere libera da condizionamenti ideologici e religiosi.
LA STAMPA
«Un piccolo libro che si presta a diversi usi, tutti utili».
Corriere della Sera
L'AUTORE
Riccardo Chiaberge dirige il supplemento domenicale del Sole 24 Ore. Tra i suoi libri, Ingegneri della vita (1988, con il premio Nobel Renato Dulbecco), Cervelli d'Italia (1966), L'algoritmo di Viterbi. Da profugo a re dei cellulari: la straordianria avventura di un italiano in America (2000) e Salvato dal nemico. 1944: una strage nazista nell'Italia divisa dall'odio (2004), gli ultimi due pubblicati da Longanesi.